A Philadelphia sono curiosi di verificare di persona il verdetto, e capire se Chip Kelly sia un pazzo egocentrico oppure un genio visionario che sa qualcosa che l’uomo comune non conosce. Ci perdonerete le parole forti, ma il metodo conduttivo della offseason di questi Eagles è stato a dir poco imprevedibile, Kelly non ci ha messo un secondo ad imprimere le sue idee anche a livello manageriale, ora che le sue capacità operative si sono viste ampliate a seguito della rimozione di Howie Roseman dalla carica di general manager. L’head coach al terzo anno sulla panchina di Phila ha fatto sapere di volere fermamente un roster interamente composto da giocatori che credono nei suoi sistemi di gioco e di allenamento, perché è convinto che questo prima o poi darà i suoi frutti anche a livello NFL. Tutto quello che Kelly desidera è dimostrare di poter vincere tanto anche qui dopo aver portato in alto il programma universitario di Oregon, giocando offensivamente a velocità pazzesche e segnando punti in quantità industriale. Fino ad oggi il mantra dell’allenatore ha funzionato a singhiozzo, sia perché gli avversari si sono adattati ai suoi schemi e sia perché la difesa degli Eagles a tratti ha fatto acqua. Ma Kelly ha già fatto sapere quale riteneva essere la soluzione a questi problemi, individuando i giocatori secondo lui non adatti e spedendoli altrove.

Chip Kelly

Chip Kelly

Per dare un’idea della provvisorietà che vige nella National Football League basti pensare alla facilità con cui Phila si è disfatta di LeSean McCoy, il cui stile di correre secondo Kelly non era ideale per mettere in funzione la sua innovazione, nonostante Shady sia stato considerabile per più di una stagione come il miglior running back di tutto il panorama pro. Ora McCoy è a Buffalo, in cambio è arrivato un rinforzo difensivo come Kiko Alonso. Gli Eagles hanno poi sottratto DeMarco Murray dalle grinfie di rivali Cowboys giustificando il sacrificio fatto, assicurandosi un altro running back fortissimo proveniente da un campionato con oltre 1.800 yard a referto, per poi spedire il quarterback titolare Nick Foles a St. Louis in cambio di Sam Bradford. Foles era improvvisamente esploso nel corso del 2013 compilando un record di 8-2 mettendo a referto 27 passaggi vincenti contro soli 2 intercetti, per poi vivere una regressione statistica che l’aveva portato ad aumentare il numero di turnover a 10 in sole 8 apparizioni, con la frattura riportata alla clavicola a complicare il tutto.

Sam Bradford potrebbe essere la soluzione ideale per il sistema di Kelly per la miglior propensione a gestire attacchi veloci e dinamici, ma dopo due interventi di riparazione al crociato in altrettante stagioni è comunque lecito farsi delle domande. Quando si è fatto male la prima volta Bradford era un quarterback in piena ascesa che sembrava essere uscito dalle difficoltà dei precedenti tre anni, oggi è un ragazzo che da metà stagione 2013 non tocca un campo di football in una partita ufficiale, ed in carriera non ha mai avuto un record vincente. Per qualsiasi evenienza gli Eagles hanno rifirmato Mark Sanchez per altri due anni, anche se l’ex Jets è stato tra le motivazioni del calo di rendimento offensivo della seconda parte della stagione scorsa, decisiva nel far perdere a Philadelphia, comunque squadra da 10 vittorie, il treno per i playoff.

DeMarco Murray

DeMarco Murray

Il backfield è quasi interamente rinnovato, ed il vantaggio di poter schierare DeMarco Murray è duplice. In primis la produzione offensiva a terra è destinata a rimanere di alto livello, anche se Kelly pretende ben più dei 5 touchdown segnati da McCoy un anno fa, in secondo luogo DeMarco non giocherà più contro gli Eagles due volte l’anno, evidenziando le grosse lacune della difesa contro il rushing game. Murray non verrà presumibilmente munto come a Dallas per preservarne il fisico in vista delle partite chiave della stagione e per prevenire il rischio di infortuni che già in passato l’hanno parzialmente estromesso dai giochi, ragione per la quale è stato dato un contratto anche a Ryan Mathews, mai riuscito a diventare un running back dominante in quel di San Diego anche a causa di problemi fisici troppo frequenti. Per i giochi di passaggio la carta vincente sarà ancora Darren Sproles, un folletto di enorme cuore ed affidabilità, che può ancora centrare la giocata a lunga gittata atta a spezzare la schiena alla difesa.

Un’altra delle mosse di offseason è stata la rinuncia a Jeremy Maclin, uno dei fari offensivi capace di mettere assieme oltre 1.300 yarde 10 mete, il motivo di tale decisione è riconducibile alla presenza a roster del secondo anno Jordan Matthews, il quale nell’annata di esordio è stato il più affidabile nei paraggi della endzone mettendo a segno 8 mete, nonché nei terzi down, nel convertire i quali è stato semi-automatico. L’ex Vanderbilt sembra essere in rampa di lancio, pronto a divenire il nuovo ricevitore primario di questo attacco, e sarà coadiuvato dal veterano Riley Cooper, buonissimo bloccatore per le corse, che dopo aver firmato un quinquennale nuovo di zecca due anni fa ha prodotto molto meno del previsto, chiudendo il 2014 con sole 3 ricezioni vincenti. Il pacchetto a tre wide receiver gestito da Kelly e dall’offensive coordinator Pat Shurmur avrà tra i suoi protagonisti un rookie, quel Nelson Agholor che grazie alla duttilità potrà essere posizionato all’interno come all’esterno, una pedina fondamentale per mettere maggiormente in difficoltà le difese. Tra i backup spicca Miles Austin, anch’egli caratterizzato da trascorsi a Dallas.

Il tight end è da sempre un pezzo fondamentale della scacchiera di Kelly, e sono quindi attesi ulteriori progressi da un ottimo ricevitore quale si è confermato essere Zach Ertz, che per prendere un maggior numero di snap deve semplicemente bloccare meglio. Il giovane tight end è stato cercato molto di più ed ha migliorato le cifre in ricezione rispetto alla campagna da rookie, terminando con 702 yard, anche se lo staff spera possa migliorare i soli 3 touchdown presi in stagione. Il roster annovera ancora il veterano di mille battaglie Brent Celek, eccellente bloccatore e pur sempre capace di segnare qualche meta occasionale.

Un’altra vittima sacrificale proviene dalla linea offensiva, e ne era il miglior elemento. Gli Eagles hanno difatti rilasciato la guardia Evan Mathis a seguito di un mancato accordo contrattuale, rinunciando ad un giocatore magari un po’ avanti con l’età, ma che è stato stabilmente riconosciuto come il migliore nel suo ruolo durante l’ultimo quadriennio. Al suo posto dovrebbe subentrare Andrew Gardner, il quale l’anno scorso si è rivelato essere molto utile coprendo due posizioni a causa degli infortuni (Mathis aveva giocato solamente 7 partite), mentre Allen Babre, sette anni di esperienza, sarà la guardia destra a seguito del rilascio di Todd Herremans, un altro membro del vecchio schieramento dei tempi di Andy Reid. La linea ha giocato alla grande negli schemi di bloccaggio per le corse e per gli screen pass, merito delle sicurezze date da una colonna come Jason Peters, il quale a 33 anni è ancora uno dei tackle sinistri più invalicabili della Lega, e del giovane Lane Johnson, stesso ruolo ma sul lato destro, un tackle di eccellente livello atletico, mobile e forte. Il quintetto davanti è completato dal centro Jason Kelce, altro elemento rapido di gambe in rapporto alla stazza, buonissimo run blocker il cui apporto in situazioni di screen è fondamentale per le filosofie di Kelly.

Fletcher Cox

Fletcher Cox

Difensivamente Philadelphia sta progredendo, Il coordinatore di reparto Bill Davis è al terzo anno di incarico e sta cercando di risolvere le lacune che hanno contraddistinto il calo qualitativo complessivo in particolar modo evidente nel passaggio di consegne tra Reed e Kelly. Il fattore che si cerca di tenere maggiormente sotto controllo è rappresentato dalle oltre 6.000 yard concesse in totale agli attacchi avversari per il secondo anno consecutivo, Kelly vuole tagliare le gambe agli avversari controllando l’orologio ma a volte segnando troppo velocemente, con la conseguenza di stancare una difesa chiamata troppo presto in campo, anche a causa di qualche turnover di troppo. I problemi non sono certo davanti, posizione nella quale il fronte a tre è uno dei più temuti della NFL, grazie ad un terzetto di titolari tatticamente duttili e molto costanti come rendimento. Fletcher Cox è uno dei defensive end da 3-4 più produttivi che si possano trovare in giro, riesce ad allargare la tasca protettiva arrivando con rapidità al portatore di palla, sia esso un running back che un quarterback, ed è straordinaria la sua capacità di adattamento in un ruolo che dovrebbe mettere a punto dei blocchi per i compagni, e non far accadere delle cose positive in maniera diretta.

La medesima transizione fatta da Cox è abbinabile a Cedric Thornton, che come il compagno di reparto può essere posizionato ovunque ed era arrivato nella NFL da defensive tackle puro, trovando il modo di funzionare più che egregiamente nell’altro spot di end. Il mezzo è gestito da Bennie Logan, un elemento in grado di fronteggiare la parte mediana della linea offensiva senza perderne in atleticità su cui gli Eagles contano soprattutto per contrastare le corse, ruotando con il secondo anno Beau Allen, un altro specialista. Vinnie Curry si è rivelato un giocatore situazionale preziosissimo, in grado di raccolgiere 9 sack in ovvie situazioni di passaggio, divenendo una presenza fissa dei pacchetti nickel.

Se Philadelphia si è classificata seconda per numero di atterramenti del quarterback avversario, lo deve anche alla bravura di Trent Cole, end per tutta la carriera convertitosi linebacker esterno. Oggi Cole è un Colt, a seguito del suo rilascio in offseason, quindi ci sarà l’occasione di scoprire che cosa abbia mai da offrire Brandon Graham, originariamente una prima scelta 2010, il quale si è comportato molto bene entrando in campo da backup. Dopo i vari alti e bassi di carriera, cominciata da defensive end, questa può essere l’occasione della vita per lui per dimostrare di poter incidere in maniera più continuativa. La produzione di sack sarà ad ogni buon conto garantita da Connor Barwin, outside linebacker che ha prodotto 14.5 sack (massimo in carriera) e deviato una manciata di passaggi sulla linea di scrimmage, un pensiero costante per chi deve pensare a come contenerlo.

Diversa è la situazione dei due linebacker interni, che vantano un Mychal Kendricks cresciuto esponenzialmente tanto da diventare il giovane leader del reparto ed un difensore adatto ad ogni circostanza, ed un dubbio amletico nei confronti del veterano DeMeco Ryans, reduce dal secondo intervento al tendine d’Achille in cinque anni, motivo per cui Kiko Alonso, che sta recuperando dalla rottura del crociato, fornisce la difesa di un giocatore dinamico, pronto a placcare qualsiasi cosa e a difendere con efficacia contro i passaggi. Resta invece un alone di mistero su Malcolm Smith, secondo round 2014, che ha disputato solo 74 snap senza mostrare nessuna delle qualità che l’avevano contraddistinto all’università di Louisville.

Malcolm Jenkins

Malcolm Jenkins

Aria di ricostruzione è quella che si respira a pieni polmoni facendo un giro nelle retrovie, dove la squadra ha concesso più di 70 passaggi superiori alle 20 yard di passivo, oltre a 30 touchdown su lancio. La trentunesima difesa NFL contro i passaggi ha salutato Bradley Fletcher, Cary Williams,  e Nate Allen lasciando il solo Malcolm Jenkins quale componente del quartetto titolare di defensive back, i nuovi corner saranno Byron Maxwell, arrivato dritto dalla Legion Of Boom e riempito di milioni di dollari garantiti pur di addivenire ad una risoluzione definitiva del problema, ed uno tra Walter Thurmond III, spesso fermo per infortunio, ed il rookie Eric Rowe, il quale possiede delle caratteristiche tali da renderlo intercambiabile, e papabile anche per un posizionamento da safety, per il quale tra i candidati figura pure il poco esperto Earl Wolff. Nolan Carroll e E.J. Biggers saranno i nickel back più importanti dopo la trade che ha portato a Pittsburgh il forte Brandon Boykin.

Un settore dove gli Eagles possono vantare un’efficacia seconda quasi a nessun’altra squadra sono le squadre speciali, avendo trovato in Cody Parkey un kicker emerso da nulla ma dimostratosi affidabilissimo, capace di infilare 32 delle 36 conclusioni tentate con l’80% da una distanza pari o superiore alle 40 yard. Donnie Jones, il punter, ha una media di touchback del 40% nelle ultime due stagioni, percentuale importante per schiacciare gli avversari dentro le proprie 20 yard, e nel 2014 solo il 38% dei suoi calci di allontanamento è stato ritornato. Tra i ritornatori c’è il sempre pericoloso Darren Sproles, dal quale una meta in queste situazioni prima o poi arriva sempre, mentre Nelson Agholor darà sicuramente un contributo nei kick return. Il team di copertura è tra i migliori della Lega grazie anche alla presenza di Chris Maragos.

Sam Bradford

Sam Bradford

Il destino degli Eagles sembra strettamente legato alla fiducia che Chip Kelly sta ricevendo in questo momento, soprattutto nelle scelte dirigenziali. Ora che ha voce in capitolo anche riguardo il personale da tenere o meno, l’ex allenatore dell’università di Oregon sta imprimendo sempre più il suo carisma anche a livello professionistico, cercando di far fruttare anche in questo ambito le sue convinzioni collegiali. Qualcosa Kelly è già riuscito a dimostrare, ed ora che ha avuto accesso al management è chiaro il come stia plasmando il roster alle sue esigenze, senza forzare la conversione di chi è forte, ma non è convinto. Questo spiega i movimenti per certi versi clamorosi della offseason, certo è che la pressione è più alta di prima e agli Eagles è richiesto più o meno obbligatoriamente di partecipare ai playoff, un obiettivo che non hanno raggiunto pur avendo vinto 10 partite. Polemiche sulle classifiche NFL a parte, sarebbero bastati alcuni errori in meno per avere la sicurezza di giocare anche a gennaio, se l’attacco produrrà e la difesa farà scendere quelle 6.000 yard al passivo, c’è sicuramente spazio per contendere lo scettro divisionale ai Cowboys.

One thought on “Philadelphia Eagles 2015 Preview

  1. Tutti si augurano che il buon Chip non abbia fatto quei vorticosi giri di QB per arrivare a Mariota e per poi non riuscire a prenderlo… Ma…nessuna parola su Tebow? Zero chances di entrare nel roster per voi? E nel field??

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