Mettiamo subito una cosa in chiaro: il pretesto di questo articolo non è quello di voler giudicare l’operato di uno staff di manager e coach che ne sa trentaseimila volte più di noi, e non crediamo opportuno stilare un’ideale classifica con tanto di voto a corredo per stabilire chi abbia vinto  o perso quest’ultimo Draft. Come tutti, anche noi abbiamo avuto delle sensazioni a riguardo delle varie scelte effettuate, quindi l’unico scopo che si prefigge questo pezzo è quello di riportare tali sensazioni cercando di capire come abbiano operato le franchigie e dando dei giudizi parziali, fatti sulla carta senza vedere un singolo snap professionistico dei giocatori selezionati, cercando di ricordarne le gesta collegiali. L’unico metro di giudizio che pare funzionare in questo momento della stagione è il rapportare una scelta ad un determinato bisogno in un ruolo, oppure quello di stabilire se una particolare trade coinvolgente un pick alto possa aver scaturito o meno dei benefici. Il voto al Draft lo si potrà dare tra quattro, forse cinque stagioni, quando sapremo esattamente come sono andate le cose attraverso l’unico mezzo in grado di dire la verità: il campo. Ecco quali sensazioni sono emerse da una prima analisi delle mosse delle 32 franchigie Nfl, divise per Conference in due differenti articoli per una maggiore fluidità di lettura.

AFC EAST

Buffalo Bills

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Ronald Darby

Sessione di chiamate condizionata dalla trade dell’anno scorso, che ha privato i Bills di un primo ed un quarto giro in cambio del talento cristallino di Sammy Watkins. Buffalo cominciava così la sua avventura solo al secondo giro, che qualche analista ha criticato per essersi trasformato nel corner Ronald Darby, un giocatore tecnicamente incompleto e che per questo dà l’idea di essere stato preso un po’ troppo prima del previsto. La presenza del nuovo offensive coordinator Greg Roman si è tradotta in una logica che ha unito le due selezioni successive, si desidera un gioco di corse molto fisico (ed è consigliabile averlo, data la confusione nel ruolo di quarterback…) e per questo sono arrivati la guardia John Miller, scuola Louisville, e Karlos Williams, un safety convertito a running back che a Florida State ha contribuito ai recenti successi dell’ateneo, offrendo tanta fisicità facendo parte di una rotazione. I Bills si sono rivolti ancora ai Seminoles per il ruolo di terzo tight end prendendo Nick O’Leary, una valvola di importante sfogo per Jameis Winston, ottimo ricevitore un po’ penalizzato dalla mancanza di fluidità nei movimenti. L’idea è che Buffalo abbia condotto un Draft sufficiente, ma non utile a migliorare immediatamente la situazione di squadra, dato che la posizione di quarterback propone diverse incertezze.

Miami Dolphins

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Devante Parker

Un Draft fatto di qualche incertezza, il loro. Le sicurezze dovrebbero giungere dall’addizione di uno dei migliori ricevitori disponibili, quel DeVante Parker che a Louisville è stato una stella di prima fascia e che grazie alla sua costruzione fisica va a ben bilanciare l’acquisto di Kenny Stills, che offre invece maggiori doti in velocità. Le insicurezze giungono nei round successivi, nel senso che il quarto giro Jamil Douglas copre una necessità nel ruolo di guardia offensiva ma non sembra pronto da subito, il secondo giro Jordan Philips è un nose tackle di abilità certificate su cui esistono timori caratteriali, il che ne ha determinato l’uscita dal primo giro. Sembra molto convincente il pick di Jay Ajayi al quinto giro per un running back che con gli anni potrebbe dimostrare un maggior valore, a patto che non patisca più problemi al ginocchio, ed una chiamata intrigante potrebbe essere il settimo giro Tony Lippett, ricevitore che ha ben figurato a Michigan State che potrebbe trovare spazio pure da defensive back. Per il momento, molti se e molti ma.

New England Patriots

Malcolm Brown

Malcolm Brown

Come sempre, tanta enfasi sulle due linee. Anzitutto quella difensiva, che ha perso Vince Wilfork e che trova, alla trentadue, un prospetto di ottime velleità come Malcolm Brown, uno che fa succedere tante cose positive quando si mette a spingere indietro l’avversario che ha davanti, e che per questo motivo è stato tra i motivi della parziale rinascita difensiva dell’università di Texas nel primo anno sotto coach Charlie Strong. L’ennesimo steal di Belichick? Le probabilità sono alte, come da tradizione. Poi due pezzi da mettere da subito in rotazione, un end più tradizionale come Trey Flowers, buono contro le corse, ed un elemento versatile come Geneo Grissom, il quale ad Oklahoma ha giocato più o meno ovunque, e farà la stessa identica cosa anche qui, imitando Rob Ninkovich. Un paio di pezzi significativi di futuro per la linea offensiva potrebbero essere stati reperiti in Trè Jackson e Shaq Mason, due ragazzi che hanno giocato ad alti livelli nella ACC degli ultimi anni (Florida State e Georgia Tech), i cui identikit tecnici paiono indicare un’ancora maggiore importanza per il gioco di corse dei prossimi Patriots, che come sempre sembrano vedere un metro più in là di tutti i loro concorrenti.

New York Jets

Leonard Williams

Leonard Williams

Le premesse per un nuovo inizio sono gettate, ora si tratta di mettere assieme le varie componenti del progetto. I Jets non si sarebbero attesi Leonard Williams alla sesta assoluta e l’hanno accolto più che volentieri, a meno di ulteriori movimenti di mercato il rookie di Usc sarà parte di una linea difensiva fuori dal comune, che comprende i giovani Muhammad Wilkerson e Sheldon Richardson, già dimostratisi molto produttivi. Con questa linea ed il revival Revis-Cromartie nelle retrovie, giocare meglio che nel 2014 non dovrebbe rappresentare un problema. L’ostacolo sembra essere dall’altra parte della barricata, dove non sussiste un quarterback affermato. Geno Smith è indietro con i progressi e Bryce Petty dovrà passare una stagione con la lavagnetta in mano prima di capire il suo destino, di certo in Nfl non potrà sommare numeri da videogioco come faceva in quel di Baylor e non è scritto da nessuna parte che sarà la risposta che i bianco-verdi cercano da anni. Tuttavia, chiunque giocherà (non escludiamo Fitzpatrick) potrà divertirsi ad innescare Devin Smith, freccia da Ohio State, un ragazzo capace di mangiarsi il campo e di aggiustarsi bene rispetto alla traiettoria del lancio. Pure Lorenzo Mauldin, nonostante le misure non perfette per la Nfl, potrebbe conquistarsi un posto in futuro nell’allineamento titolare dei linebacker.

AFC NORTH

Baltimore Ravens

Maxx Williams

Maxx Williams

Il successo dei Ravens sotto il regime Harbaugh è sotto gli occhi di tutti, e la continuità nei risultati conseguiti è stata resa possibile da numerose edizioni di Draft condotte con logica ed ottimi intuiti per i giocatori. Baltimore ha riempito i suoi pochi vuoti con grande diligenza, procurandosi un ricevitore in grado di allungare il campo come Breshad Perriman (figlio di Brett Perriman, per chi lo ricorda, che giocò a Detroit negli anni novanta) in sostituzione di Torrey Smith, regalando uno starter immediato alla posizione di tight end con Maxx Williams (che avrebbe fatto comodo ai rivali Steelers) e reperendo due elementi di rotazione al terzo e quarto giro come Carl Davis e Za’Rius Smith, quest’ultimo paragonato a Parnell McPhee. Attenzione a Darren Waller, preso solamente al sesto giro ma dotato di un fisico pazzesco (6’6 per 238 libbre), penalizzato dall’aver giocato a Georgia Tech in un sistema che mette in secondo piano i ricevitori. Potrebbe dare una mano sia da wide receiver che da tight end aggiunto.

Cincinnati Bengals

Jake Fisher

Jake Fisher

Nove scelte a disposizione sfruttate con un occhio al futuro, già che il roster propone una squadra competitiva per il presente. L’investimento più grande è senza dubbio quello effettuato sul tackle offensivo Cedric Ogbuehi, il quale deve recuperare dalla rottura del crociato anteriore e non sarà pronto a scendere in campo se non da novembre, ma sul quale talento i Bengals, che dovranno sostituire prima o poi il 34enne Andre Withworth, non potevano passare. La linea offensiva è uscita ulteriormente rinforzata dalla presa di Jake Fisher, caduto al secondo round e possibile rimpiazzo di Andre Smith a destra. Il radar va messo su Derron Smith, safety con ottime capacità di copertura reduce dalla sistemazione chirurgica di un’ernia che ha insospettito molte squadre, ma non quella allenata da Marvin Lewis. Tyler Kroft e C.J. Uzomah aggiungono carne al ruolo di tight end dopo l’addio al deludente Jermaine Gresham.

Cleveland Browns

Danny Shelton

Danny Shelton

Mentre il resto del mondo parla degli annosi problemi nel ruolo di quarterback, i Browns si sono concentrati sulla loro pessima difesa contro le corse, prendendo sia immediati che futuri provvedimenti. Qualcuno, con la matita, ha già scritto il nome di Danny Shelton quale nuovo padrone della posizione di nose tackle, dando alla linea un giocatore che creerà tanta confusione, un atleta sottovalutato rispetto al suo peso.  Interessante sarà la comprensione dello sviluppo delle capacità di Xavier Cooper, che contro Shelton si giocava il derby Washington vs Washington State, essendo Cooper medesimo perfetto per il ruolo di tackle in una 3-4 per come capisce lo sviluppo dell’azione. Un ulteriore aiuto difensivo è dato dall’outside linebacker Nate Orchard, fisicamente molto forte e assai arduo da bloccare. I Browns, guardando ad altre necessità, sembrano essere usciti davvero bene dal Draft, considerate le addizioni di star collegiali quali il centro Cameron Erving, esempio di consistenza e versatilità a Florida State che potrebbe essere il pezzo mancante di una già buonissima linea, e Duke Johnson, running back dalle movenze feline con forti velleità in ricezione. La scommessa? Ifo Ekpre-Olomu, il quale prima di sfracellarsi un ginocchio era considerato un corner da primo giro sicuro, e che i Browns hanno ottenuto con una settima scelta, dandogli tutto il tempo di cui necessiterà per recuperare.

Pittsburgh Steelers

Bud Dupree

Bud Dupree

Nonostante la consistenza notoriamente in dote alla franchigia, anche gli Steelers devono fare i conti con il tempo che passa. La dirigenza ha fatto un buon lavoro di riempimento di alcuni vuoti, tuttavia la qualità non ha soddisfatto completamente leggendo i giudizi degli esperti, e l’impressione è che servano altre mosse future per riportare il roster ad essere competitivo a livelli consoni alla fama della squadra. Non è facile rimpiazzare Taylor e Polamalu in un sol colpo, e per questo il secondo giro Senquez Golson potrebbe essere gettato nella mischia da subito, pur essendo non altissimo e leggero. Il quarto giro Doran Grant ha intuiti simili al neo-compagno e potrebbe ben figurare nel pacchetto nickel a zona, dato che come Golson ha il vizio dell’intercetto. Per la pass rush si è pensato ad un atleta come Bud Dupree, non molto considerato rispetto ad altri pari ruolo ma non meno consistente, il quale è stato preso per insidiare il posto che oggi appartiene a James Harrison. Un’addizione offensiva interessante è rappresentata da Sammie Coates, un buon ricevitore uscito da Auburn, molto veloce in rapporto alle oltre 210 libbre che si porta a spasso, il quale potrebbe incidere presto qualora lavori sulla tecnica. Un ruolo sul quale Pittsburgh ha ricevuto critiche è quello di tight end, dato che un prospetto allettante come Maxx Williams è stato soffiato dai Ravens e che il quinto giro Jesse James ha caratteristiche simili a Matt Spaeth, relegandolo quindi a rimpiazzo specializzato in bloccaggi. Da seguire Anthony Chickillo, end che agli Hurricanes ha avuto una buona carriera e che potrebbe possedere un buon valore per un sesto giro.

AFC SOUTH

Houston Texans

Jaelen Strong

Jaelen Strong

I Texans sono arrivati al Draft con la necessità di aggiungere profondità nel back seven difensivo e nella batteria dei ricevitori dopo aver salutato l’icona Andre Johnson. Chiaro, c’è ancora da risolvere il nodo-quarterback, ma non era questo l’anno giusto per trovare un rookie adeguato, pertanto la scelta di primo giro è andata dritta su uno dei migliori defensive back del lotto, Kevin Johnson, ragazzo molto versatile ma con qualche infortunio di troppo alle spalle. C’è chi pensava ad un linebacker interno quale priorità assoluta, ma Houston ha preferito colmare la lacuna con il secondo round andando su Bernardrick McKinney, di caratteristiche ideali per la 3-4 di base utilizzata in loco. Il vero valore aggiunto pare essere Jaelen Strong, ricevitore molto ben attrezzato fisicamente il cui talento era sembrato a molti da primo giro, negli anni questo potrebbe significare un potenziale steal, date le frequenti comparazioni a Larry Fitzgerald. Il settimo round Kenny Hilliard, qualora facesse il roster, potrà giocarsi un pò di spazio dietro ad Arian Foster in compagnia del suo vecchio compagno di backfield a Lsu, Alfred Blue.

Indianapolis Colts

Philip Dorsett

Philip Dorsett

Classico esempio di una squadra arrivata alla Final Four Nfl e che non ha bisogno di grosse modifiche al roster,dato il livello di talento presente ed un paio di aggiunte in free agency. Assicuratisi Andre Johnson e Frank Gore per sostituire Reggie Wayne e lo spento Trent Richardson i Colts hanno aggiunto un’arma al già letale braccio di Luck, quel Philip Dorsett la cui velocità sul profondo è valsa un primo giro. Continua la forte connessione a Stanford, università frequentata dai due nuovi elementi di linea difensiva, Henry Anderson e David Parry, e doppia addizione anche tra le secondarie, con il corner D’Joun Smith ed il safety Clayton Geathers ad allungare istantaneamente una già folta rotazione. Nessun nome eclatante, ma tanta sostanza.

Jacksonville Jaguars

Dante Fowler Jr.

Dante Fowler Jr.

I Jags sono tra le squadre che hanno convinto maggiormente, almeno a giudicare dalla loro conduzione dei vari giri di scelta, che li ha visti rimpinguare in maniera tutto sommato equa ambo i lati del campo. L’attacco è giovane e futuribile, il lavoro cominciato un anno fa con il make-up completo conseguito nelle chiamate di Blake Bortles, Allen Robinson e Marquise Lee è proseguito indirizzandosi verso il backfield, con T.J. Yeldon chiamato a dare quella completezza che questo attacco non possiede da tanti anni. La decisione di firmare Toby Gerhart quale running back titolare non ha pagato dazio, e Yeldon può aggiungere quella dimensione di velocità che manca, se riuscisse a stabilizzare il reparto corse per Bortles sarebbe un aiuto grandissimo. Con Dante Fowler Jr. è arrivato il talento più grande a livello difensivo considerandone la combinazione tra velocità e peso, il che dovrebbe farne un giocatore completo, sono piaciute moltissimo le chiamate di James Sample al quarto giro e di Rashad Greene al quinto. Il primo è un safety cui piace colpire duro, le potenzialità di un’accoppiata con Jonathan Cyprien sono intriganti; il secondo ha giocato ad altissimi livelli a Florida State e si configura come lo slot receiver che completa la ristrutturazione offensiva di questa squadra.

Tennessee Titans

Marcus Mariota

Marcus Mariota

Vale per loro il medesimo discorso sostenibile per Tampa: questo Draft sarà giudicato esclusivamente per ciò che Marcus Mariota saprà dare a questa franchigia in termini di vittorie. I Titans hanno resistito ad ogni tentazione di cedere la seconda assoluta andandosi a prendere un talento sicuro, del quale andrà valutata la capacità di transizione a livello professionistico. Mariota pare l’unico  in grado di assumere i gradi di titolare presto, il resto di questa classe ha sottolineato la voglia di aggiungere corpi alla linea offensiva (Jeremiah Poutasi, più guardia che tackle, e Andy Gallik), forse è mancata la presa di quell’elemento difensivo specializzato in pass rush sul quale i Titans hanno soprasseduto probabilmente per l’acquisto di Brian Orakpo, anche se preoccupano i suoi infortuni. Interessante l’aggiunta di David Cobb, running back di 229 libbre preso al quinto giro, ideale per il power football di Ken Wisenhunt, mentre pare difficile giudicare adesso il secondo giro Dorial Green-Beckham, che potrebbe essere il nuovo ricevitore primario come il combina-casini che è stato al college.

AFC WEST

Denver Broncos

Shane Ray

Shane Ray

I Broncos saranno ricordati per essere stati coloro che hanno fermato la brusca discesa di Shane Ray, causata dalla malaugurata idea del ragazzo di farsi beccare con della marijuana pochi giorni prima del Draft. Meglio per Denver, perché Elway e Manning possono permettersi di prendere Ray e schiacciarlo in un angolo, insegnandogli come ci si comporta, ed ottenere in cambio un pass rusher che non doveva uscire dalle prime dieci chiamate appaiandolo ad un certo Von Miller. E’ piaciuta parecchio la chiamata del locale Ty Sambrailo, proveniente dalla vicina Colorado State, atleta di primo grado in rapporto al peso e che costruendosi ulteriormente il fisico potrebbe avere il suo successo, un’addizione di gioventù alla linea proseguita con la chiamata del centro Max Garcia, capace anche di allinearsi da guardia. Interessante il potenziale del tight end Jeff Heuerman, forse sottovalutato perché non troppo coinvolto nel gioco aereo ad Ohio State, d’altro canto Manning migliora istantaneamente chiunque. Nei giri bassi invece si è aumentata la profondità delle secondarie, con due corner ed un safety, ma l’obiettivo primario, quello di aiutare la linea offensiva, sembra essere stato raggiunto.

Kansas City Chiefs

Marcus Peters

Marcus Peters

Dovendo decidere quale aspetto migliorare istantaneamente tra la mancanza di mete da parte di ricevitori e la pochezza di intercetti difensivi, i Chiefs hanno chiaramente optato per il secondo. Se Jeremy Maclin migliora da sé una situazione carente, il GM John Dorsey ha deciso di scommettere sull’enorme talento da playmaker difensivo di Marcus Peters, capace di cambiare una partita con i suoi interventi ma anche di far esplodere uno spogliatoio con il suo caratteraccio. A Washington, al college, è stato cacciato prima della fine della stagione, e funzionerà solo se lo staff di Andy Reid saprà tenere testa al suo caldo temperamento, con tutti i rischi che ciò comporta. Il posto di wide receiver ha avuto le sue attenzioni al terzo giro, momento in cui il telefono di Chris Conley è squillato informandolo che i Chiefs credono nel suo potenziale e nella sua velocità sul profondo, il che contrasta un pochino con il football senza rischi giocato da Alex Smith. Ramik Wilson e D.J. Alexander saranno colleghi di reparto e sono progetti da sviluppare nel giro di un paio d’anni prima che i titolari di oggi diventino troppo vecchi, mentre Mitch Morse, che può giocare guardia e centro, potrebbe inserirsi nella starting lineup in tempi più brevi. I miglioramenti difensivi sembrano dietro l’angolo, ma si può sostenere altrettanto per l’attacco? Vedremo.

Oakland Raiders

Amari Cooper

Amari Cooper

Si può discutere all’infinito delle dieci selezioni dei Raiders, ma questa edizione del Draft sembra essere positiva per la sola aggiunta di un fuoriclasse come Amari Cooper, il ricevitore più completo a disposizione, per il quale i tifosi sognano già tante connessioni vincenti con Derek Carr per lunghi anni. Il potenziamento dell’attacco potrà beneficiare pure dell’addizione del terzo giro Clive Walford, un tight end capace di staccare il marcatore dotato di un’ottima velocità verticale in rapporto alle 250 libbre. Persistono dubbi sulla chiamata di Mario Edwards al secondo giro, un grande talento per il ruolo di defensive end a patto che mantenga a bada il peso, e su quella di Jon Feliciano al quarto round, presa che aggiunge fisicità grezza alla linea offensiva. Tre chiamate hanno notevolmente arricchito le seconde linee del reparto linebacker, ma i Davis sono da sempre amanti della velocità, per cui occhio allo sviluppo di un fulmine come Andre Debose, un settimo giro. L’impressione è che tutto giri attorno al successo di Cooper.

San Diego Chargers

Melvin Gordon

Melvin Gordon

Poche scelte e pochi fronzoli. Bisogna vincere adesso, finché Philip Rivers riesce a mantenersi ad alti livelli, ed allora quale miglior mossa di prendergli un running back che può fare tutta la differenza del mondo? Benvenuto a San Diego, Melvin Gordon, preso salendo di due posizioni per timore che lo facesse qualcun altro, consegnando ai Chargers un elemento tanto fisico quanto dinamico, in grado di giocare anche i down di passaggio, cercando di scacciare i fantasmi dell’inconsistente Ryan Mathews. E poi Denzel Perryman, un inside linebacker dimenticato dal primo giro sceso fino alla 48ma chiamata, un raro lusso per una vera e propria macchina da placcaggio piena di istinti che darà seri problemi a Manti Te’o nel mantenere il suo posto di titolare. Le altre tre chiamate sono progetti, dal corner Craig Mager e dal pass rusher Kyle Emanuel potranno emergere buone cose, ma l’impressione è che San Diego abbia massimizzato il poco di cui usufruiva.

Link per il riepilogo della NFC

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