Chip Kelly deve aver ricevuto carta bianca dalla dirigenza e le ultime mosse di mercato dimostrano come Kelly abbia messo le mani anche sul lavoro di General Manager. Ovviamente tra dirigenza e head coach c’è sempre un dialogo costante quando si tratta di aggiungere o togliere giocatori al roster perchè è importantissimo capire e coniugare le diverse esigenze tecniche e contrattuali, ma i colpi di free agency e le trade messe in piedi da Philadelphia, oltre ad essere difficili da capire, sembrano decisi solo ed esclusivamente dal coach Kelly. Col benestare della società certo, ma quello che Kelly sta facendo è elevare la propria idea di football e il proprio sistema a unico metro di giudizio per le operazioni di mercato. Operazione rischiosissima, soprattutto in caso di fallimento, perchè si tratterebbe di un fallimento totale e personale con conseguenze anche sul proprio lavoro. Philadelphia è ora in una situazione da win or die, come lo è anche la posizione lavorativa di Kelly. Questo non vuol dire che gli Eagles debbano vincere domani il Super Bowl, ma di sicuro dovranno accedere ai playoff e vincere almeno il primo turno.

DeMarco-MurrayRicapitoliamo le mosse di mercato: fuori McCoy, Maclin e Foles, dentro Murray, Alonso, Thurmond, Maxwell… e Bradford. Nella scorsa stagione Philadelphia ha perso per i troppi punti incassati piuttosto che non per i pochi segnati e sistemare la difesa era una priorità della offseason. Questo spiega i nomi in entrata, ma non spiega affatto perchè sacrificare le più importanti pedine dell’attacco e non spiega perchè valga la pena smantellare l’attacco e le buone cose fatte. Ma si capisce quello che succede se si pensa alla grande fiducia di Kelly nel suo sistema. Per la difesa invece Kelly punta di più sui grandi nomi. Da qui le firme di giocatori importanti, ma quel che lascia un po’ a desiderare è la scelta dei nomi. Molte delle persone coinvolte hanno avuto recenti problemi di infortuni e più che certezze queste trade sollevano dubbi.

Se mandare via McCoy per Alonso è una mossa difficile ma giusta, lo è un po’ meno dato lo stato di salute del linebacker. McCoy è quasi ai trenta ed è proprio in questo momento che la carriera di un running back subisce un leggero declino. Gia il McCoy del 2014 non era il McCoy del 2013 e questa free agency era il momento di massimo valore del giocatore. Giusto capitalizzare e giusto prendere un giocatore giovane che nella sua stagione da rookie si è dimostrato dominante e in grado di farsi carico di tutto il reparto e trascinare un’intera difesa verso livelli di gioco eccelsi. Questo a patto di recuperare dall’infortunio ai legamenti del ginocchio. Un bella scommessa per Kelly. Tuttavia, non dimentichiamo che in queste ore è arrivato a Philadelphia niente meno che DeMarco Murray, il leading rusher del 2014, dai rivali di Dallas.

Come è una scommessa firmare Thurmond pur sapendo che la secondaria di Philadelphia ha bisogno di un restyling e aggiungere giocatori nuovi al rodato Jenkins e alla promessa Boykin è un must. In questo senso è giusto prendere Maxwell, un CB di assoluto valore che porta qualità e certezze anche se fuori dalla Legion of Boom e su questa firma non c’è niente da dire se non che gli Eagles hanno fatto bene ad accaparrarsi il miglior cornerback della free agency. Un po’ più difficile è capire la firma a Thurmond. Campione del mondo anche lui con Seattle ha passato ai box quasi tutta la stagione scorso a New York sponda Giants, e tutta la sua carriera si è distinta da ottime prestazione e dalla difficoltà di rimanere sano. Forse Kelly vuole mettere tanta pressione a Boykin o avere una soluzione alternativa per quanto Boykin chiederà i soldi che merita. La scommessa Thurmond non è niente però in confronto a quella di portare Bradford in roster e affidargli, probabilmente, il ruolo da titolare.

dhady6Per acquisire questi giocatori, infortunati nella storia recente, Kelly ha rinunciato all’osso della sua squadra. Perdere Foles, Maclin e McCoy è uno stravolgimento non da poco. Maclin, ha vissuto una seconda giovinezza cosa che gli ha fatto guadagnare molti, molti soldi, e Philadelphia forse non poteva competere con l’offerta di Kansas City. Si è preferito guadare al draft, molto profondo in quanto a WR, piuttosto che spendere per un giocatore già affermato. Una scelta rischiosa, ma comprensibile. Di McCoy abbiamo già parlato quindi non resta che valutare la scelta di dar via Foles.

La situazione del giovane qb cambia molto in base al punto di vista da cui la si guarda. Questi i fatti: Foles viene da una stagione insoddisfacente con molti intercetti, alcuni fumble e un infortunio alla scapola che ha messo anticipatamente la parola fine al suo 2014. Tutto questo solo un anno dopo la sorprendente stagione 2013 quando è subentrato in corsa a Vick e ha subito segnato il record di 27 td con soli due intercetti. Da una parte quindi possiamo vedere un qb in grande calo, ma dall’altra invece possiamo vedere un giovane qb con sole 24 partite giocate e la possibilità di tornare a splendere se protetto da una linea offensiva in salute, cosa che non è successa l’anno scorso a Philadelphia.

Sam-Bradford-Helmet-OffKelly ha preferito vedere il bicchiere mezzo vuoto e si è voluto liberare di un qb secondo lui in declino. Se quindi si può capire la scelta di Kelly non si capisce la scelta fatta di avere in cambio un qb ancora più incerto, quel Sam Bradford in costante lotta con un ginocchio malandato e promessa perenne. Negli ultimi due anni Bradford ha giocato solo 7 partite. I numeri del qb ex Rams sono brutti però è vero che non è mai stato circondato da grandi armi offensive ed è vero che nel 2013 aveva mostrato notevoli segni di miglioramento, ma può davvero avere più valore di Foles? Personalmente non credo e penso che questa trade abbia senso solo se Bradford diventa una pedina di scambio per salire di posizione al draft e raggiungere Mariota. Se così non fosse Kelly si trova in mano una scommessa esagerata con due qb dal passato stellare che mai sono riusciti ad affermarsi in NFL.

L’impressione è che Kelly abbia esagerato, come abbia esagerato nel credere al proprio sistema. In fin dei conti è ancora un “novellino” in NFL e arrivando dall’esperienza molto diversa dell’head coach al college forse Kelly si è allargato un po’ troppo. A me il football di Philadelphia piace molto e spero di sbagliarmi, ma non riesco a capire il progetto di Kelly e non vedo un percorso lungo il quale Philadelphia sta crescendo.

Il giudice ultimo non sono io, né nessun altro se non il campo stesso e Kelly si dovrà giustificare solo in caso di debacle. Io sono pronto a ricredermi e non vedo l’ora di vedere i nuovi Eagles.

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