49ERS, FINE DI UN EPOCA?

138276-650-366Cosa è successo ai 49ers? Seconda sconfitta consecutiva, terza volta che capita quest’anno, ed evento raro nella gestione Harbaugh per i tre anni precedenti, e la sensazione che la stagione stia lentamente svanendo, anche se la matematica non condanna San Fran (tre vittorie di svantaggio rispetto ad Arizona nell’NFC West e due gare di ritardo per un posto come wild card). La verità crudele è che un’epoca intera sembra spegnersi, e che Jim Harbaugh difficilmente allenerà ancora i 49ers il prossimo anno: e che il trasloco per lui potrebbe essere molto vicino, direzione Oakland. Tante le possibili scuse, viste le diverse assenze difensive, da Aldon Smith per i primi due mesi, a Glenn Dorsey, a NaVorro Bowman, ed attualmente Patrick Willis, ma l’impressione fondata è che l’attacco, potenzialmente mai così completo di opzioni sotto la gestione Harbaugh, sia il grande indiziato della stagione deludente. Sembra proprio  che la transizione di Colin Kaepernick a pocket-passer si sia dimostrata deludente, e che la versione di Kap attuale, quasi mai capace di sfruttare le sue doti straordinarie di corridore per mettere in crisi le difese avversarie, sia anni luce distante dal giocatore che aveva tolto il posto ad Alex Smith e trascinato i 49ers al Super Bowl. Due intercetti, cinque sacks subiti, diverse penalità subite, numeri di domenica per giunta contro una difesa mediocre come quella dei Raiders. Come se ne esce? Sicuramente sarà una lunga offseason nella Bay Area, e le decisioni prese avranno sicuramente ripercussioni anche per gli Oakland Raiders.

L’ORA DI JOHNNY FOOTBALL

Nel magico mondo dei Cleveland Browns può accadere anche questo: che l’allenatore più vincente della loro storia recente, Mike Pettine con l’attuale 7-6 di record stagionale, rischia di passare alla storia come l’uomo che ritardò l’ascesa all’Olimpo di Johnny Manziel, alias Johnny Football. Quello che sembra certo è che il posto sembra averlo perso Brian Hoyer più che ad averlo vinto Manziel, visto che nelle ultime tre partite ha totalizzato solo un td e 6 intercetti. L’impressione è che fosse per Pettine Hoyer sarebbe ancora titolare, anche per la propensione di Manziel di creare sempre attenzione extra-football. Come lo scorso martedì andare a vedere i Cavs di basket proprio alla vigilia della scelta su chi fosse il quarterback titolare contro Indianapolis, elemento che ha ritardato di una domenica la sua promozione a starter. Cosa aspettarsi dal talento difficilmente catalogabile di Johnny Football? Sicuramente sarà importante coinvolgere Josh Gordon più di quanto fatto dal suo ritorno nelle ultime due partite, e poi la read-option sarà sicuramente parte dell’arsenale offensivo di domenica contro Cincinnati, insieme alla shotgun formation. Tutto per esaltare il talento ancora acerbo del rookie quarterback: sicuramente ci sarà da divertirsi…

QUARTERBACK CONTROVERSIES NELLA STORIA NFL

JOE MONTANA E STEVE YOUNG

Le controversie tra quarterback spesso finiscono con la partenza di uno dei due, soprattutto quando (con tutto il rispetto per Hoyer e Manziel) parliamo di leggende assolute, in questo caso appunto Joe Cool e Steve Young. Quando Montana saltò tutta la stagione 1991, e parte di quella successiva, per un grave infortunio al gomito sostenuto nel Championship Game del 1990 contro i Giants, ovviamente Young sfruttò l’occasione per affermarsi come titolare, con la sua miscela unica di lanci e corse: immaginatevi una versione al cubo di Kap, giusto per chi non l’ha mai visto giocare. Capendo che il suo tempo con i 49ers stava volgendo al termine, Montana chiese una trade approdando ai Chiefs nella stagione 1993, non riuscendo a vincere il Super Bowl ma rendendo competitiva la franchigia come poche volte nella sua storia. E ognuno ebbe le sue soddisfazioni: nell’unico incontro tra i due nel 1994 Young perse, ma vinse il titolo contro i Chargers nel gennaio 1995…

ROGER STAUBACH E CRAIG MORTON

dal_ring_06Molto tirata per le lunghe la scelta in questo caso, e parliamo dei Cowboys degli anni 70′ di coach Landry, una leggenda indecisa al tempo se scegliere tra Roger Staubach e Craig Morton. Dopo che quest’ultimo partì titolare nel quinto Super Bowl del gennaio 1971 perdendolo, nella stagione 1971 Landry arrivò al punto di alternare i due quarterback all’interno della stessa partita, contro i Chicago Bears, un play per uno! Dopo questo episodio Staubach trascinò i texani a vincere il campionato, ma la stagione successiva un suo infortunio riaprì la controversia anche per l’ottimo rendimento di Morton, fino a quando Staubach ritornò nei playoffs, entrando a partita in corso contro i 49ers ribaltando il risultato per Dallas (30-28 il finale) e sigillando il posto di titolare per diverse stagioni.

Il problema principale per Morton era l’incredibile capacità nei momenti decisivi di Staubach, ma anche il fatto che il primo fosse un giocatore di estrema staticità e vulnerabile alle difese avversarie, pur con un braccio potentissimo. Ma le strade dei due rivali si ritrovarono nel più  imprevisto dei modi: Super Bowl XII del gennaio 1978, dove da copione ancora una volta Staubach prevalse. Ma un’ultima postilla è doverosa: l’MVP a pari merito della partita insieme a Harvey Martin fu Randy White, defensive tackle scelto nel draft 1975. Con una pick ceduta dai Giants quando… presero Morton dai Cowboys nel 1974! Mai quarterback controversy fu così complicata, ma anche soddisfacente per tutte le parti in causa…

PROTAGONISTI

Le’Veon Bell

hi-res-4f00c046e2bfff0c6073d8684a907961_crop_northPer dare un senso di quello che ha totalizzato Le’Veon Bell nelle ultime tre partite, basta dire che è l’unico giocatore con Walter Payton, mitico RB dei Chicago Bears, ad avere totalizzato almeno 200 yards complessive per ben tre partite di fila. E lui ha addirittura raggiunto 222 yards come minimo in ognuna di queste gare! Secondo solo a DeMarco Murray tra i running backs NFL come yards corse, 1231 contro 1606, Bell però alla sua sola seconda stagione NFL e a soli 22 anni sembra già il nuovo fenomeno, capace di spazzare via gli avversari sia correndo che agendo come ricevitore. E senza un solo fumble in tutta la stagione rispetto ai 3 di Murray, ricordiamocelo…

Russell Wilson

Piano piano (ma neanche tanto), i Seahawks stanno tornando alla loro forma dei playoffs dello scorso anno, la squadra che ovviamente nessuno vorrebbe trovare quando i duri  prendono possesso del palcoscenico e non lo lasciano. E nessuno rappresenta meglio Seattle del loro poco pubblicizzato leader. Che domenica ha messo insieme una partita non certo malvagia, 263 yards lanciate con due touchdown e 48 yards corse per un altro td aggiuntivo, e contro una delle migliori squadre della NFC, gli Eagles. Tutto questo senza avere più Percy Harvin, e con i receivers più pericolosi in Doug Baldwin e Jermaine Kearse, oltre al solito Marshawn Lynch. Si dice spesso che è quest’ultimo la causa delle fortune degli ‘Hawks, o la loro tremenda difesa. Ma Wilson, rispetto a quarterback dalle caratteristiche simili come Colin Kaepernick, Robert Griffin e Cam Newton, continua a migliorare e dimostrarsi il quarterback del 2000 per eccellenza. Nè pocket-passer classico, ne puro scrambler: semplicemente un regista completo, in grado di adattarsi al massimo alle difese avversarie: e anche con i limiti del suo stesso attacco…

Appuntamento alla prossima settimana per un altro Weekly targato NFL: e buon football a tutti…

 

2 thoughts on “NFL Week In Review #14

  1. Una cosa non ho capito dell’articolo: quale epoca 49ers si sarebbe chiusa? Non mi sono mai accorto che ne era cominciata una…Sarà che i tifosi niners hanno in mente ben altre ere da ricordare.

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