REDSKINS, PROBLEMI DI QUARTERBACK

colt-mccoy-jurrell-casey-nfl-tennessee-titans-washington-redskins1-590x900Tra i due litiganti il terzo gode. E’ il riassunto della strana domenica dei Redskins, che hanno vinto contro gli ultramediocri Titans con… Colt McCoy in cabina di regia! Non Griffin III, e neanche Kirk Cousins, che dopo nove intercetti e due fumbles persi in cinque partite giocate da titolare, all’inizio del terzo quarto è stato gentilmente spedito sulla sideline da Jay Gruden. Siamo onesti, infortunio alla caviglia di Robert Griffin a parte, il neoallenatore dei Redskins ha sempre amato le potenzialità di Cousins come pocket-passer perfetto per la west-coast offense, lanci medio-corti, poche sortite fuori dalla tasca, tutto il contrario della prima scelta del 2012, apparso come un pesce fuor d’acqua negli schemi dell’ex offensive coordinator dei Bengals. Ma Gruden è stato costretto a ricorrere a McCoy, finalista dell’Heysman Trophy nel 2008, ma letteralmente perso per strada ai Browns quando fu scelto da loro nel 2010.

Di McCoy a Cleveland abbiamo un flash, la partita con gli Steelers nel 2011 quando lo sfortunato Colt subì un tale colpo alla testa da James Harrison, da giocare un’azione offensiva con lo sguardo groggy e poi quasi svenire prima di uscire dal campo. Fu praticamente la fine della sua storia ai Browns, visto che giocò da riserva di Brandon Weeden nel 2012, per poi essere ceduto ai 49ers nel 2013. Evidentemente McCoy doveva avere buone sensazioni riguardo la sua avventura a Washington, visto che è partito come terzo quarterback, un indubbio peggioramento rispetto a San Francisco dove era vice di Colin Kaepernick. Ma tra i problemi di salute di Robert Griffin, e l’incostanza di Kirk Cousins, era inevitabile che prima o poi venisse l’ora dell’ex Texas, che non si è fatto cogliere impreparato. Solo un incompleto in 12 tentativi, e un totale di 128 yards e un touchdown, fino all’ottimo drive finale, 5 su 5 per 38 yards e il miglior lancio da 36 yards annullato per una penalità offensiva.

Inevitabile quindi che l’ex Browns sia stato nominato titolare contro i Cowboys, in attesa di un pieno recupero da parte di Robert Griffin. Non che McCoy sia diventato il nuovo Joe Theismann, ma le opzioni per i Redskins al momento sono limitate, e Kirk Cousins sembra aver finito il suo turno. Del resto Jay Gruden ha pur sempre fatto bene ai Bengals con un quarterback in fondo mediocre, Andy Dalton, vuoi che non sappia spremere il meglio da una (ex) promessa come Colt McCoy??

I NUOVI LIONS

Cosa capita, in positivo ovvio, ai Detroit Lions, che finalmente non sono più Calvin Johnson-dipendenti ma una squadra completa e in grado di giocare bene a 360 gradi? Se il front-seven è tra i migliori dell’NFL da due-tre anni, la secondary tendeva a rovinare il gioco del resto della difesa, ma le cose sono cambiate con giocatori solidi come le safety Glover Quin e James Ihedigbo, capaci di giocate importanti come l’intercetto decisivo su Drew Brees nel finale di gara domenica contro i Saints. Anche i due touchdowns decisivi per la vittoria finale dimostrano la raggiunta maturità di Matthew Stafford, tanto criticato la scorsa stagione ma che sembra aver fatto un salto di qualità con Jim Caldwell, coach molto calmo e pacato, che fin dall’inizio sembrava la persona giusta per portare una squadra di talento ma disfunzionale ad un altro livello. “Ti parla negli occhi, non ti dà semplicemente ordini”, ha detto la guardia offensiva Rob Sims. In mancanza di talento, queste doti non basterebbero, ma a Detroit l’ex coach dei Colts sembra aver ritrovato la sinergia vincente che aveva saputo costruire a Indianapolis, e che aveva portato a un Super Bowl perso di un soffio nella stagione 2009. Ovviamente non vogliamo paragonare Matt Stafford a Peyton Manning, ma la strada sembra quella giusta: e almeno i playoffs non sono una parola vietata dalle parti della Motown…

PROBLEMA PASS-RUSH PER SEATTLE

Il problema principale della squadra di Pete Carroll non sembra solamente una sbornia da Super Bowl, ma la drammatica incapacità di fermare le squadre avversarie con la pass-rush, soprattutto quando la partita si decide nel quarto periodo. Esempio di domenica: sul 21-19 per i Rams e una situazione di terzo down e 6, i Seahawks mettono pressione su Austin Davis con 4 lineman e un linebacker, ma con scarso successo, visto che il qb dei Rams converte tranquillamente il primo down con un passaggio a Chris Givens per un guadagno di 30 yards. Con la perdita in offseason di giocatori come Chris Clemons e Red Bryant, passati ai Jaguars, ma anche di un nose tackle come Clinton McDonald, la corsa al quarterback avversario per la squadra di Pete Carroll è diventata più difficile, anche perchè giocatori come Cliff Avril e Michael Bennett arrivano stanchi a fine partita, dovendo giocare più downs nei quarti precedenti. Un numero basta da solo a spiegare questo trend negativo: l’anno scorso Seattle nell’ultimo quarto costrinse alla fuga il quarterback avversario ben 21 volte, a questo punto della stagione siamo a…1! Difficile invertire questo trend senza molta profondità in difesa…

SOGNANDO LOS ANGELES

6a00d8341c630a53ef0111689ed3b4970c-800wiCome sembrano lontani i tempi dei Los Angeles Rams, o (per gusti personali) dei fantastici Los Angeles Raiders, e che tristezza che dal 1995 l’NFL è lontana dalla Città degli Angeli, metropoli particolare ma che se la visiti è difficile che non resti nel cuore e nella memoria. Forse, a vent’anni dall’ultima stagione giocata qui si sta muovendo qualcosa, se l’NFL ha contattato 2000 potenziali tifosi losangelini per saggiare il potenziale interesse che una franchigia NFL avrebbe a L.A. Il problema cruciale rimane la costruzione del nuovo stadio, e un segnale può essere l’acquisto di un ampio terreno a Inglewood da parte di Stan Kroenke, proprio l’attuale owner dei Rams, ma anche le vicine Carson e Irwindale sono state prese in considerazione come siti potenziali. Roger Goodell in persona ha sempre escluso categoricamente di tornare a giocare nel mitico Coliseum, lo stadio olimpico di L.A., ma come soluzione temporanea in attesa del nuovo stadio il Dodger Stadium di baseball potrebbe essere un’idea suggestiva e in grado di riportare il football pro più in fretta del previsto. Le squadre candidate non mancano, Buoni motivi avrebbero i  San Diego Chargers, da anni “prigionieri” del vetusto Qualcomm Stadium, anche se i maggiori candidati (vedi  sopra) sono i St. Louis Rams, e negli ultimi mesi l’insofferenza dei Raiders verso la loro sede attuale li ha spinti anche a sondare San Antonio come nuova casa. Si vedrà, quello che è certo è che ormai Los Angeles e l’NFL sono un pò più vicine…

PROTAGONISTI

John Fassel

Quando mai si è sentito parlare di una finta sul punt… da parte della squadra che lo riceve? E successo proprio questo domenica, quando il punter dei Seahawks Jon Ryan ha calciato un punt sulla sua destra (apparentemente) raccolto da Tavon Austin dei Rams, e al momento che lo special-team di Seattle andava quasi interamente contro il (presunto) ritornatore, dalla parte opposta si vedeva un giocatore catapultarsi a tutta velocità verso l’endzone avversaria: era semplicemente Stedman Bailey, il vero punt-returner di St. Louis, che praticamente indisturbato aveva raccolto la palla ritornandola per 90 yards. “Avevamo visto che Ryan tendeva a calciare la palla verso sinistra quando messo sotto pressione”, ha spiegato proprio John Fassel, responsabile degli special teams dei Rams. E il massimo della comicità è venuto dal povero Pete Carroll, che si sbracciava indicando agli arbitri… che Austin aveva fintato di avere la palla! Elemento superfluo per invalidare un’azione certamente unica…

Ci siamo dimenticati di Peyton Manning e del suo record? Certo che no, semplicemente su Playitusa troverete un intero articolo dedicato proprio a questo: e intanto buona settimana e buon football giocato a tutti…

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