Tra le grandi e pesanti disfatte che hanno scandito la Week 1 della National Football League figura sicuramente quella dei Dallas Cowboys: smantellati, feriti, sanguinanti, colpiti nel profondo. La secca e durissima bastonata rifilata loro dai San Francisco 49ers nel corso del season opener è stata tale da far riecheggiare ancora una volta tutte le polemiche sorte sul finale della stagione passata, come in quelle precedenti del resto. Una partita di settembre che è invece sembrata difatti una del dodicesimo mese dell’anno per una formazione texana che non è neanche sembrata riuscire a contrastare i rivali californiani, quasi come se non fossero neanche entrati in campo e avessero lasciato testa, grinta, voglia ed energie negli spogliatoi.

A dimostrazione della tesi non bastano i quattro turnovers commessi nella prima frazione di gioco, che hanno favorito tutti i e 28 punti segnati nel corso della partita dai Niners, addirittura a secco nella seconda metà del match.

Non è neanche bastata la carica suonata da Dez Bryant per cercare di riagguantare la partita nel secondo tempo, dopo una prima frazione di gioco che ha visto Tony Romo commettere errori davvero pesantissimi a livello psicologico più di ogni altro, e che hanno tagliato in maniera così gravosa e prominente le gambe della formazione capeggiata da Jerry Jones.

454880308_8Dall’altro lato, nonostante tutti i problemi fisici, legali e affini, i 49ers si dimostrano ancora una volta una delle formazioni più fisiche, aggressive e prepotenti della NFL, guidata da un più che concreto Kaepernick nella metà campo offensiva, e da un Justin Smith autore di 6 tackles e ben 2 sacks (uno dei quali realizzato sulla goal line, fondamentale nel fermare il drive della squadra di Jason Garrett) nella controparte difensiva. Da segnalare la solida fruttuosità di uno dei migliori receiveing tight ends della lega, ossia Vernon Davis (cui Kaepernick recapita i due touchdowns della partita), e l’esplosività di colui che in ottica futura potrebbe rivelarsi uno degli steals dell’ultimo NFL Draft: ovvero il RB Carlos Hyde.

La difesa dei Cowboys non ha saputo neanche lontanamente trovare soluzioni contro un attacco rosso-oro decisamente in gran spolvero, con un Colin Kaepernick dalle cifre più concrete viste negli ultimi tempi (16/23, 201 yards e 2 TDs) ed in grado di effettuare precisi e potenti lanci sia “from the pocket”, sia in “scrambling”. Da sottolineare il primo dei due palloni scaraventati direttamente in endzone, azione in cui il numero 7 stava quasi per subire la pressione dei Cowboys e ha invece lanciato senza quasi alcun tipo di equilibrio e senza dare dimostrazione di possedere alcun tipo di problema nel farlo, aspetto che ha anche ribadito nel secondo lancio in endzone.

Una partita da dimenticare insomma per Dallas, che dopo neanche un minuto di gioco ha visto la palla scappare via dalle mani di DeMarco Murray: fumble recapitato da Chris Culliver nella endzone della squadra texana. Il tutto è perdurato nei drives successivi con ben tre intercetti lanciati da Romo, presi da Eric Reid, Patrick Willis e Perrish Cox.

L’aspetto forse peggiore di tutto questo, e che potrebbe rendere il tutto maggiormente sconcertante e frustrante, è stato vedere l’AT&T Stadium (la casa dei Cowboys) colorato di rosso e oro invece che di blu. Jerry Jones tuttavia ha sottolineato di non aver badato a tutto ciò: “Sentite, io sono interessato solo alla partita ed a ciò che la riguarda. Sicuramente non è bello perdere in casa, a prescindere da tutto. I miei occhi erano puntati su quei turnovers e di quelli parlerò. Non sono nemmeno sicuro di cosa stiate parlando. In partite del genere la mia attenzione è totalmente rivolta al match. Non mi concentro su queste cose se non nel corso della settimana, ed in ogni caso è qualcosa su cui non metterei troppa attenzione dato che quello che conta è solo il rumore che può fare il pubblico quando stai cercando di ottenere o fermare un tentativo di primo down. In ogni caso non ho alcuna cifra riguardo un’eventuale disparità di tifoseria”. Un Jerry Jones secco e deciso quindi, che sta anche vivendo problemi di stampo legale che hanno a che fare con uno dei peggiori momenti recenti della storia della NFL.

Jerry-JonesA rileggere bene le parole di JJ salta all’occhio che l’unica cosa da lui nominata che riguardasse direttamente la partita (senza considerare il “problema tifosi”) sono stati gli intercetti di Tony Romo.

Ancora una volta il numero 9 è pienamente sotto i riflettori per un’altra compromettente e contrastante prestazione in relazione all’estensione contrattuale che si ritrova per le mani e all’attenzione mediatica rivoltagli, in particolar modo dopo l’intervento alla schiena che lo ha fermato sul finire della passata stagione.

Il fatto di aver commesso per la prima volta tre intercetti in tre drives consecutivi ed aver pienamente e totalmente contribuito nel concedere 21 punti ai San Francisco 49ers nel primo quarto per la prima volta dagli anni 80, beh diciamo che di certo non è qualcosa di prettamente positivo. Un aspetto confortante in tutta la partita vi è tuttavia stato: la schiena non ha dato problema alcuno. Ma come poter vedere questa tipologia di bicchiere mezzo pieno quando ti ritrovi per le mani un punteggio di 28-3 all’intervallo del season opener (per giunta in casa) mentre tutti i propri tifosi non vedono di buon occhio una di quelle che dovrebbe essere una delle più importanti combo head coach-quarterback dell’intera National Football League?

Da parte sua Tony Romo ha prontamente e perentoriamente risposto a coloro che lo hanno già mandato idealmente alla forca: “Si può dire quello che si vuole riguardo condizione fisica, infortuni e similari. Io però sto bene e nel corso della partita sono riuscito a lanciare senza sentire fastidi o cose del genere. Questo è l’aspetto positivo. Tuttavia anche se ho lanciato bene ho commesso dei gravi errori in qualche lancio, errori necessari a livello di mentalità e progressione in determinati ambiti ed aspetti del gioco. Penso di aver avuto bisogno di qualcosa del genere per mostrare di poter reagire e far vedere a tutti di cosa sono capace andando avanti nel corso della stagione. Dopo partite del genere è sempre difficile, ed ogni quarterback si trova a dover affrontare questo tipo di situazioni. Non vuoi mai tirare fuori dal cilindro partite da più intercetti, ma mostrare le proprie reazioni fa vedere realmente quali sono i grandi quarterbacks. Quindi cercherò di giocare il mio miglior football la prossima settimana, il prossimo mese, l’intera regular season”.

Parole forti di Tony Romo che vuole sin da subito dimostrare dalla prossima partita cosa è in grado realmente di fare. Le critiche sono sempre arrivate molto dirette e perentorie verso di lui, ma questa è forse una delle più pesanti, anche se probabilmente tra le più legittime. Dopo le ultime annate in cui i Dallas Cowboys non sono mai riusciti ad accedere alla post-season a causa di un crollo nel mese di dicembre, già in ripidissima salita sembra la strada della squadra della “Big D”.

jasongarrettStrada in salita su cui dovrà condurre la formazione di Jerry Jones un Jason Garrett che, insieme al proprio quarterback, sta ricevendo frecciate a ripetizione volte al licenziamento. Ormai sono già cinque gli anni consecutivi in cui i Dallas Cowboys non giungono alla post-season ed i punti interrogativi che girano e rigirano vicino la persona di Garrett sembrano essere sul punto di diventare davvero troppi. Uno degli aspetti più pesanti è che nel corso della passata stagione i Cowboys hanno tirato fuori la terza peggior difesa della storia della NFL, ed inoltre sono stati persi parecchi pezzi importanti di quella difesa: uno su tutti DeMarcus Ware, approdato ai Denver Broncos di Peyton Manning. Ed inoltre non dimentichiamo che questa difesa dovrà sopperire per un mese circa all’assenza del LB Justin Durant a causa di un problema all’inguine.

Il fatto che Garrett non sia mai riuscito a far diventare quella di Dallas una èlite defense all’interno della lega è cosa abbastanza risaputa, ma dove l’head coach sembra aver clamorosamente sbagliato nella gara di apertura è stato il reparto offensivo, ovvero ciò che finora lo ha continuativamente salvato. Ma è abbastanza ovvio che se le prestazioni rimangono di tale livello anche nei drives offensivi risulterebbe abbastanza evidente un possibile licenziamento di colui che è fortemente voluto sulla sideline da JJ, che sia perchè ritenuto realmente in grado di svolgere un determinato lavoro o perchè lo stesso owner non ha ancora trovato nessuno per rimpiazzarlo in maniera effettiva.

Quello che ora sperano tutti nello spogliatoio dei Cowboys è che la disastrosa partita di Tony Romo sia solo “una tantum”, e che non si ripeta nel corso della stagione, altrimenti si potrebbe anche parlare del duo Romo-Garrett lontano dall’AT&T Stadium.

Vincere la prossima gara all’LP Stadium dei Tennessee Titans sarà non importante, non fondamentale, ma imperativo per il proseguimento della stagione dei texani. Texani che, ricordiamo, dovranno affrontare anche i New Orleans Saints, i Seattle Seahawks, gli Arizona Cardinals, gli Indianapolis Colts e per ben due volte l’high tempo offense di Chip Kelly e dei Philadelphia Eagles. Non un cammino molto semplice insomma.

Un pessimo inizio di stagione quindi per i Dallas Cowboys che, dopo aver perso tutte le gare di regular season con almeno 25 punti contro, hanno iniziato in maniera anche peggiore la regular season. Se le cose non cambiano, ed immediatamente, per Garrett e Romo potrebbe arrivare al capolinea l’avventura in quel della “Big D”. Forse l’orizzonte non sembra dei migliori in quel di Dallas, Texas, ma chissà che in questa fattispecie la squadra di Jerry Jones non riesca a tirare fuori quegli attributi che tanto sembrano essere mancati nel corso dell’ultima metà di decade.

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