Nel corso della storia di una franchigia può sempre esserci dietro l’angolo un infortunio, una brutta prestazione o un episodio in grado di minare la compattezza di una squadra, rendendo il cammino più tortuoso e compromettendo le possibilità di arrivare lontano.

Parecchi eventi hanno scandito l’ultima stagione dei Chicago Bears, che così vicini sono stati al tornare alla post-season dopo l’ultimo approdo nel 2010: gli infortuni di Jay Cutler con lo step up di Josh McCown e la continua lotta per il posto di starter che non ha permesso alla squadra di trovare continuità di rendimento in quella posizione; la difesa letteralmente collassata nella sconfitta contro gli Eagles per 54-11 nella Week 16 prima di ricevere il colpo di grazia da Aaron Rodgers nella 17, e tanto altro.

Alla fine della passata regular season i Chicago Bears hanno mancato per la sesta volta in sette tentativi la post-season dopo il Super Bowl del 2006 e per come sono andate le cose parecchio è stato il malcontento della tifoseria, soprattutto per via dei movimenti estivi che potrebbero anche aver messo in seria difficoltà la formazione degli Orsi.

Trestman_insside090913La squadra della Windy City si troverà a ripartire da Marc Trestman, assunto già la scorsa stagione, che ha deciso di puntare tutte le sue fiches su Jay Cutler. Già, perchè i Bears hanno lasciato partire quel McCown che così tanto ha insidiato il posto di starter di Cutler, facendolo approdare ai Tampa Bay Buccaneers.

Ciò su cui il numero 6 potrà contare è un arsenale di tutto rispetto, decisamente in grado di mettere in difficoltà le difese della NFC North e non solo. La versatilità e le capacità produttive di Matt Forte combinate ad un quartetto come Martellus Bennett, Alshon Jeffery, Brandon Marshall ed il neo arrivato Santonio Holmes può risultare un mix abbastanza imprevedibile se impiegata nel corretto modo, e può soprattutto offrire una moltitudine di opzioni offensive davvero di grande importanza.

Trestman tra le altre cose è conosciuto come un grande coach di QBs, e chissà che le sue doti non possano far fare un ulteriore passo in avanti a Jay Cutler che, nonostante nei suoi cinque anni con i Bears abbia fissato i nuovi franchise record in diverse categorie, non è mai sembrato arrivare a giocare ai livelli dei vari Rodgers, Brady e Manning.

Un ottimo punto di partenza sarà anche la linea offensiva, in grado di dare un decisivo supporto nel corso della stagione passata a McCown ed ai suoi 13 touchdowns in sole 8 partite.

Insomma ciò che l’anno scorso sono stati i punti fermi dovranno rimanere tali per tirare fuori il meglio da quei punti interrogativi che hanno condannato i Bears ad un altro gennaio trascorso a casa.

Molto dipenderà dalla integrità fisica di Cutler visto che, come detto, McCown non è più da quelle parti, ma molto deriverà anche da come saprà riprendersi il posto di leader della squadra da parte del nativo di Columbus.

Ciò che i Bears devono cercare di far salire di livello in maniera corposa e sostanziosa è la difesa, la secondary in particolar modo. In quella che è diventata sempre più una passing league,  le safeties stanno ricoprendo un ruolo non importante, ma decisivo nel rendere una difesa una grande difesa.

Proprio in situazioni del genere, cioè quando ci si trova ad affrontare squadra con un arsenale aereo tra i migliori della lega con RBs in grado di approfittare di buchi importanti nelle difese, le safeties possono diventare dei LBs aggiunti in grado di dare il contributo tanto ricercato dai front seven della NFL.

Perdere nel giro di due anni due colonne portanti della propria difesa come Brian Urlacher e Julius Peppers (con quest’ultimo addirittura accasatosi ai Green Bay Packers) potrebbe rendere il tutto molto più complicato.

A questo proposito arrivano le firme di Lamarr Houston da Oakland e soprattutto Jared Allen da Minnesota. Sottrarre il DE ad una rivale di Division che così tanto sta migliorando la propria squadra potrebbe avere un doppio effetto positivo: rinforzare la propria squadra e nel farlo indebolire gli avversari più diretti. Come detto, però, serve aiuto nella secondary.

Le altre formazioni si sono attrezzate, e quella che lo ha fatto in maniera più decisa è stata quella che ha proprio condannato Chicago: i Green Bay Packers. Trovare un Micah Hyde a stagione in corso e pescare Clinton-Dix al draft ha messo una certa pressione al front office dei Bears. Tuttavia da questo punto di vista la formazione dell’Illinois non sembra aver pescato le carte più giuste, almeno in teoria.

Le maggiori aggiunte al paccheto safeties al di fuori del draft infatti sono MD Jennings e Adrian Wilson. Il primo viene proprio dai Packers dopo delle prestazioni più che rivedibili, che lo hanno difatti portato ad un taglio senza alcun tipo di dubbio da Ted Thompson.

Per quanto concerne il secondo viene da un anno saltato per problemi fisici, il tutto dopo un altro anno non degno di una formazione come quella di Chicago trascorso in quel dell’Arizona vestendo la maglia dei Cardinals.

La situazione della secondary, insomma, non era celestiale prima e purtroppo non sembra migliorata molto ancora adesso, ma c’è ancora del tempo per poterci lavorare sopra, e chissà che non esca fuori qualche jolly in grado di ribaltare le carte in tavola.

Un altro ed importante punto debole difensivo dei Bears si sono rivelati i linebackers ed il pass rush in generale. Un miscuglio di età avanzata e mancanza di talento fanno sentire e pesare l’assenza di due come Urlacher e Peppers. Il tutto, ovviamente, viene a ripercuotersi sulla secondary che spesso e volentieri si trova a dover porre rimedio alle pecche dei LBs oltre a fare il proprio lavoro.

Anche per quanto riguarda gli special teams i Chicago Bears dovranno fare i conti con una pesante assenza: trattasi di Devin Hester. Colui che era designato come returner ha anch’egli deciso di lasciare la Windy City e questo è un altro fattore che potrebbe condizionare negativamente il cammino degli Orsi. Tuttavia Robbie Gould continua a dare importanti soddisfazioni ed è un punto fermo da non tralasciare assolutamente.

Le mancanze evidenziate precedentemente hanno indotto il front office a cercare un tentativo di miglioramento nel corso dell’ultimo draft, soprattutto con Kyle Fuller e Brock Vereen per la secondary. Fuller è conosciuto come un giocatore in grado di difendere in svariati modi ricoprendo la posizione di corner con possibilità di giocare anche la posizione di free safety, mentre Vereen ha giocato nei suoi trascorsi a Minnesota tutte le posizioni della secondary stessa: corner su entrambi i lati ed ambo le posizioni di safety.

Versatilità, insomma, è ciò che i Bears hanno cercato per la secondary nell’ultimo draft. Ka’Deem Carey potrebbe aiutare Matt Forte nei drive offensivi, mentre Ego Ferguson potrebbe giocare come NT, avendo tuttavia un ottimo first step per permettergli di creare svariati problemi alla OL avversaria.

I Chicago Bears si presentano ai nastri di partenza con diverse lacune rimaste dalle ultime stagioni, ma cercando di porre il giusto rimedio nel modo più efficiente possibile nel corso del draft.

Le armi a disposizione di Trestman sono molte, e le più importanti sono quelle che aiuteranno Cutler a macinare le necessarie yards per arrivare in endzone o comunque in scoring position. I punti interrogativi più corposi rimangono tuttavia la difesa ed i suoi ultimi baluardi, sui quali bisognerà lavorare in modo da compensare ai problemi visti lo scorso anno, che hanno anche portato la squadra a debacle più che clamorose.

 

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