I Redskins sono una squadra alla ricerca dell’identità perduta. No, non ci riferiamo alle note vicissitudini legali e morali che attanagliano il nickname dei Pellerossa, bensì al fatto che a Washington è arrivata l’ennesima pulizia di coaching staff in seguito ad un nuovo nulla di fatto, dopo che Robert Griffin III aveva disputato un ottimo anno da rookie riportando il team in vetta alla division dopo quattordici anni.

Poi la rottura dei legamenti del ginocchio nell’infame gara di Wild Card contro i Seahawks, una riabilitazione riuscita ma un training camp mancato, con Shanahan a spingere affinché il quarterback rientrasse in tempo per la prima di campionato, ed il conseguente disastro.

Griffin non aveva potuto allenarsi come richiesto per il pensiero al ginocchio, tatticamente era rimasto fermo ai box e la difesa ha concesso ogni tipo di big play. Alla fine è arrivato un bilancio 3-13, più nero di qualsiasi previsione, il licenziamento dei due Shanahan ed un’altra offseason piena di cambiamenti, dove la missione era quella di ristabilire la figura di RGIII nello spogliatoio e cancellare ogni vena polemica o di tensione.

L’uomo scelto per il nuovo corso è Jay Gruden, il fratello del più famoso Jon, il quale ha ricoperto il ruolo di offensive coordinator ai Cincinnati Bengals aiutando Andy Dalton nella sua crescita professionistica. In molti hanno sottolineato lo 0-3 del team dell’Ohio nelle ultime apparizioni ai playoffs, segno che qualcosa nella maturazione del quarterback è mancato, ma sono innegabili i progressi statistici che grazie al contributo di Gruden sono pervenuti, una delle chiavi per una presenza in postseason più costante da parte di Cincy.

L’head coach, alla sua prima esperienza in tale carica, ha scelto la capitale per avere la possibilità di lavorare con un talento come quello di Griffin, sfruttando l’ottimo lavoro con Dalton, a suo tempo messo in campo da titolare da subito nonostante non fosse certo il miglior quarterback esordiente di quella stagione.

A lui il compito di rivitalizzare la carriera di RGIII, che ha già vissuto altissimi e bassissimi, la quale dipende molto anche dalla maturazione mentale di un ragazzo che spesso ha incolpato i compagni per gli insuccessi e non si è dimostrato leader dello spogliatoio, e che a livello tecnico non potrà che progredire, dato che sta affrontando il training camp in tutta tranquillità, senza soffermarsi a testare le reazioni del ginocchio ad ogni azione conclusa.

Robert Griffin III

Robert Griffin III

Uno degli aspetti su cui bisognerà lavorare maggiormente sarà l’efficienza del regista, passato dal rapporto 20 a 5 in touchdowns ed intercetti dell’annata d’esordio ai 16 contro 12 del 2013, finendo bocciato in panchina dopo 13 partite, tornando a far male agli avversaria anche con le proprie gambe, uno dei fattori del suo successo nel campionato da rookie.

Il chiacchierato Kirk Cousins, dato in partenza durante la offseason ma mai realmente in procinto di trasferirsi, torna quale backup dopo aver chiuso a quota 0-3 le sue apparizioni di titolare nella scorsa stagione, dove ha lanciato per 854 yards, 4 passaggi vincenti e 7 intercetti in un finale di regular season in cui le motivazioni di squadra erano già sotto i tacchi.

Il gioco di corse è di vitale importanza per questo sistema offensivo. Alfred Morris è passato dall’essere un signor nessuno a diventare la chiave del funzionamento di tutto il reparto, ed è l’eredità più importante lasciata da Mike Shanahan.

I suoi guadagni nei primi due downs sono stati fondamentali per muovere le catene, e dopo un inizio difficilissimo causato da una generale inefficienza offensiva, è tornato ad essere se stesso chiudendo l’anno con 1.275 yards, 7 mete ed una media per portata di 4.6 yards.

Gruden desidera farne un ricevitore migliore fuori dal backfield, qualità che Morris non ha mai dimostrato di possedere ma che la filosofia del coach tende a gettonare, il che potrebbe, in caso di insuccesso, suggerire un incremento di snaps per lo specialista Roy Helu Jr., il miglior elemento a roster in grado di catturare palloni. Ad aprire la strada a tutti vi sarà ancora il fullback Darrel Young, che si è tolto la soddisfazione di segnare in quattro occasioni.

Il nuovo offensive coordinator Sean McVay potrà sviluppare il gioco aereo grazie ad un ottimale mix tra giocatori rientranti e nuovi volti giunti in città. La novità più clamorosa è quella di DeSean Jackson, in quanto è giunta inaspettata dopo il taglio del giocatore da parte di Philadelphia, la sua addizione a roster immette a questo attacco un giocatore letale in profondità, veloce quanto serve per allungare la difesa e smarcarsi con la dovuta costanza, aggiungendo una nuova dimensione ad un attacco aereo che oltre le 20 yards era diventato prevedibilissimo.

La chiave per le difese era sempre la stessa, raddoppiare Pierre Garcon, che non avrà prodotto più giocate ad alto voltaggio ma che si è distinto con onore in una stagione del genere, facendo da predicatore nel deserto senza mai mollare, finendo con il maggior numero di ricezioni stagionali Nfl, 113, 1.346 yards, ma solo 5 mete.

Jackson e Garcon assieme possono diventare un rebus intrigante da risolvere, la offseason ha inoltre portato i servigi di Andre Roberts, il quale può portare una quarantina di ricezioni per cifre tra le 400 e le 500 yards, al quale si aggiunge il rientrante Aldrick Robinson, l’elemento forse più pericoloso per i palloni lunghi, come dimostrano le oltre 20 yards di media per ricezione.

Una delle piacevoli novità della scorsa annata è stato il tight end Jordan Reed, arrivato al terzo giro e capace di avere un impatto inatteso confezionando 45 ricezioni per 499 yards e 3 mete in sole 9 partite, grazie alla sua possibilità di creare mismatches istantanei. Troppo veloce per i linebackers, troppo fisico per i defensive backs, Reed è stato una grande valvola di sfogo per Griffin, e se da un lato intriga il suo potenziale estendendo le statistiche su una stagione intera, preoccupa dall’altro la sua storia di traumi cranici, che lo ha costretto a finire il campionato anzitempo e che perdura dai tempi di Florida.

La linea offensiva da anni non è efficiente, e durante la offseason sono arrivati dei rinforzi necessari. Dai Cleveland Browns è arrivata la guardia sinistra Shaun Lauvao, che tuttavia non ha disputato una grande stagione ed ha ricevuto un contratto generoso (17 milioni in quattro anni) probabilmente per la mancanza di alternative sul mercato, il quale andrà a sostituire Kory Lichsteiger, che si sposterà nel ruolo di centro dopo la rinuncia a Will Montgomery, lasciato andare a Denver dopo una stagione molto positiva.

Il lato sinistro è blindato dalla presenza del tackle Trent Williams, una sicurezza da anni, dominante in fase di passaggio come di corsa, uno dei giocatori d’èlite nel suo ruolo. Il problema che da anni risulta irrisolto è quello riguardante il lato destro, che vede il tackle Tyler Polumbus e la guardia Chris Chester, troppo alterni a livello di costanza nelle prestazioni, i quali torneranno ai loro posti ma saranno insidiati dalla concorrenza creata attraverso il draft, con la guardia Spencer Long ed il gigantesco tackle Morgan Moses a fornire un’adeguata competizione per il camp.

La dirigenza ha salvato dal repulisti il defensive coordinator Jim Haslett e il defensive backs coach Raheem Morris, ma le cifre devono cambiare se si vuole coltivare la speranza di vincere qualche partita in più. Gli allineamenti della 3-4 di Haslett hanno portato sicuramente i loro benefici e talvolta hanno contribuito a tenere in gara la squadra, ma i numeri nel complesso sono vicini al disastroso. Sono stati difatti concessi 29.9 punti a partita, 29 passaggi da touchdown, il 65.6% di completi al passivo ed i quarterbacks avversari hanno concluso con un rating medio di 96.1, tutte tra le peggiori statistiche della Nfl.

Brian Orakpo

Brian Orakpo

L’unica abilità comprovata dal reparto è l’abilità nel mettere pressione, grazie all’estrema efficienza della coppia di linebackers esterni, Brian Orakpo e Ryan Kerrigan, un duo molto solido che ha portato 18.5 sacks combinati. Entrambi non hanno mai perduto la motivazione nonostante la difesa giocasse in perenne svantaggio di punteggio, in particolare Orakpo si è sviluppato quale difensore più che adeguato anche contro le corse ed ha effettuato giocate in marcatura nei downs di passaggio, il che ne ha fatto il miglior elemento di tutto il gruppo.

In questa stagione giocherà con il franchise tag, con la possibilità di perderlo a fine campionato, ragione per la quale è stato aggiunto al roster il rookie Shawn Murphy, altro giocatore che ha la pass rush quale specialità di casa, il quale inizierà la sua esperienza Nfl in pacchetti particolari.

Nel mezzo non ci sarà più l’esperienza del grande veterano London Fletcher, ritiratosi dopo un 2013 in netto declino dove aveva sfigurato contro le corse, per il suo posto c’è una concorrenza che vede protagonisti Keenan Robinson, scelta di quarto giro 2012, ed il free agent Darryl Sharpton, arrivato dai Texans. Il ruolo è comunque ancorato alle prestazioni di Perry Riley, il cui rendimento è leggermente sceso l’anno scorso a causa di qualche ritardo di troppo nell’arrivare al portatore di palla, ma che è cresciuto al punto da essere considerato un linebacker da tenere in campo in qualsiasi situazione di gioco.

Per facilitare il gioco dei linebackers sarà importante il contributo di una linea difensiva alle prese con troppe incertezze. L’unica pare essere quella data da uno dei migliori acquisti degli ultimi anni, Barry Cofield, che si è aggiustato adeguatamente nel ruolo di nose tackle portando una pressione pressoché costante dalla parte interiore dell’allineamento, battendo anche qualche raddoppio.

Il suo contributo è fondamentale per creare confusione nella tasca, esercizio non riuscito alla maggior parte degli altri suoi compagni. Lo schieramento titolare è al momento formato da Kedrick Golston, un backup da tutta la carriera, e Jarvis Jenkins, che dovrebbe avere la difesa contro le corse quale peculiarità principale ma che a causa di infortuni non ha mai dimostrato tutto il suo valore nei primi tre anni di professionismo.

I titolari veri, al momento fuori per infortunio, saranno il rientrante Stephen Bowen ed il nuovo acquisto Jason Hatcher, uno dei pochi Cowboys a salvarsi nella stagione passata. Hatcher ha ricevuto un quadriennale per 27.5 milioni di dollari, su di lui si conta tantissimo per riuscire ad aumentare la pressione del fronte, considerati gli 11 sacks con cui ha concluso un ottimo 2013.

Le secondarie sono il punto debole del reparto, e la offseason non sembra aver portato giocatori in grado di fare la differenza. L’unico a salvarsi dal disastro collettivo è stato DeAngelo Hall, il quale si è fatto battere meno degli altri fornendo nel contempo quattro intercetti, ben due dei quali riportati in endzone, sarà lui ad essere di nuovo il punto di riferimento per una batteria di defensive backs che ha perso Josh Wilson, il quale non ha mai tenuto fede alle promesse, e che propone David Amerson quale titolare a tempo pieno dopo un’annata da rookie dolorosissima, fatta di grandi giocate concesse a volontà. Amerson dovrebbe giocare meglio con un anno di esperienza sulle spalle, e potrà dare una mano l’arrivo del veterano Tracy Porter, tuttavia reduce da una pessima stagione giocata ad Oakland, in una rotazione che vedrà di riuscire ad inserire quanto prima il rookie Bashaud Breeland, il quale si psera possa portare l’aggressività necessaria al reparto, qualità per cui era conosciuto a Clemson.

I due safety saranno Brandon Merriweather, a dir poco mediocre nel 2013 ed inspiegabilmente riportato nel ruolo di starter, ed il nuovo arrivo Ryan Clark, che ha 34 anni ed ha esperienza ma poco futuro davanti a sé, e non avrà il lusso di giocare con Troy Polamalu al suo fianco. Dopo aver perso tutto l’anno da rookie per infortunio, c’è curiosità per il ritorno di Philip Thomas.

Sarà una stagione difficile, su questo vi sono onestamente pochi dubbi. Un nuovo head coach, peraltro alla sua prima esperienza, non è un evento facile da digerire per nessuna squadra Nfl. Di sicuro il background di Gruden potrà apportare benefici indispensabili ad un attacco che dovrà segnare tantissimo per sopperire alle carenze di una difesa poco migliorata rispetto ad un anno fa, Griffin avrà la possibilità di tornare ai rendimenti dell’anno da rookie e l’intero reparto ha armi a sufficienza per fare danni in giro, ma l’aspetto sul quale il coach andrà testato sul serio sarà il processo di decision-making a partita in corso, dove serve essere sempre lucidi.

La difesa non mostrerà progressi incredibili tra una stagione e l’altra, si attende con ansia la possibilità di avere Hatcher integro fisicamente e di poter nuovamente usufruire della pass rush mostrata nel campionato scorso, ma le retrovie non danno garanzia alcuna.

Con Griffin di nuovo efficiente potrebbero arrivare tra le cinque e le sette vittorie, difficile immaginarne un numero superiore dato che i Redskins non hanno un grande record divisionale negli ultimi anni, ed il calendario porta avversarie come San Francisco, Seattle, Indianapolis, Minnesota, e la St. Louis che per tre anni ha ottimizzato le numerose scelte che Washington ha dato per avere i servigi di RGIII.

 

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