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Round 1, pick 15: Ryan Shazier, LB, Ohio State Buckeyes
Ryan ShazierVeloce e aggressivo, il giocatore che serviva per ringiovanire e ravvivare la mediana degli Steelers, un reparto esperto ma che comincia a sentire il peso delle migliaia battaglie combattute; cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni fino a diventare uno dei linebacker più produttivi del college football, Shazier potrà inserirsi fin da subito senza alcuna difficoltà nella 3-4 di Pittsburgh, dove dovrebbe essergli affidato uno dei due starting spot interni, nonostante abbia maturato esperienza per giocare anche come outside. Istintivo, dotato di una buonissima tecnica di placcaggio, il prodotto dei Buckeyes deve cercare di migliorare sulle coperture, anche se la rapidità con cui riesce a portarsi nella zona in cui si sta sviluppando l’azione, gli permette comunque di mettere una pezza in ogni occasione; valido blitzer, potrebbe essere utilizzato per mettere pressione al quarterback avversario, vista la velocità nel scendere sulla linea di scrimmage e gettarsi negli spazi apertigli dai lineman.

Round 2, pick 46: Stephon Tuitt, DE, Notre Dame Fighting Irish
Stephon TuittTalento incredibile, in grado di tenere in piedi la linea difensiva quasi da solo, ma che troppo spesso si concede pause, e ti fa maledire il giorno in cui hai deciso di puntare su di lui; Tuitt è così, e lo è sempre stato, un attimo prima ti fa una giocata da manuale del football, un attimo dopo rimane fermo e si lascia travolgere dai lineman avversari, senza mezze misure, per questo gli Steelers dovranno lavorarci sopra parecchio per ottenere sempre il massimo da lui. Se ci riusciranno, senza ombra di dubbio, si troveranno tra le mani un giocatore capace di dominare come pochi altri sull’esterno della linea difensiva grazie ad una potenza, un’esplosività, e una rapidità di passo decisamente di altissimo livello. Validissimo pass rusher, riesce a mantenere una buonissima produzione sia contro le corse che contro i passaggi, e se in vena non ha problemi a spingere via il bloccatore che ha di fronte, intercettarne un altro e gettarsi con tutta la forza che ha in corpo sul portatore di palla. Una vera e propria forza della natura, che però andrà addomesticata ed educata a dovere.

Round 3, pick 97 (Compensatory): Dri Archer, RB, Kent State Golden Flashes
Dri ArcherProspetto che ricorda da vicino l’ex Chiefs Dexter McCluster, piccolo, agile, veloce, capace di grandi guadagni in campo aperto e utilizzabile sia come runningback che receiver, ruolo dove dovrebbe trovare una propria dimensione, probabilmente nella posizione di slot, tra i professionisti, dove può certamente riciclarsi in un giocatore di situazione, utilizzabile quando è necessario imprimere un’accelerata alla partita oppure confondere le difese avversarie; dotato di buone mani, di un discreto controllo del corpo, può essere anche allineato nel backfield e poi mandato fuori a ricevere, anche se va tenuto conto del fatto che, fisicamente, non può essere di alcun aiuto in fase di bloccaggio. Devastante quando riesce ad innestare il turbo ed accelerare in campo aperto, aumenterà l’imprevidibilità offensiva di Pittsburgh, alternandosi nel ruolo di returner e in quello di runningback/receiver.

Round 4, pick 118: Martavis Bryant, WR, Clemson Tigers
Martavis BryantTalento pazzesco che preoccupa non poco per i tanti segni di immaturità dati durante tutto l’arco della sua carriera collegiale, che probabilmente gli sono stati fatali per essere tra i top receiver di questa classe, uno status che avrebbe meritato di diritto per quanto fatto vedere sul campo, dove ha confermato di essere un’arma complementare a Sammy Watkins nell’attacco di Clemson guidato da Taijh Boyd; veloce, esplosivo, dotato di ottime mani, Bryant intriga tantissimo per la sua capacità di disegnare tracce verticali pressochè perfette e far suoi i palloni lanciatigli in profondità dal proprio quarterback. Una caratteristica che unita alle sue misure fisiche lo rende un fit ideale per il passing game degli Steelers, che dovranno comunque cercare di sgrezzarlo e aiutarlo a migliorare sotto alcuni aspetti, come il controllo del corpo, che nonostante sia già ad un buon livello potrebbe permettergli di mettere a segno ancora più ricezioni, magari andando a prendere le ovali nel punto più alto, anticipando così i difensori avversari; una cosa che troppo spesso l’ex Tigers si dimentica di fare, concedendo una facile difesa del pallone al proprio marcatore. Da tenere costantemente d’occhio durante l’estate, visto che già nei giorni successivi al Draft, dal coaching staff di Pittsburgh è trapelata l’intenzione di concedergli la possibilità di concorrere per uno degli starting spot in depth chart.

Round 5, pick 157: Shaquille Richardson, CB, Arizona Wildcats
Shaquille RichardsonCornerback longilineo e capace di lavorare bene nella difesa sui passaggi, avrà bisogno di mettere su qualche chilo per ritagliarsi un po’ di spazio in una difesa fisica come quella degli Steelers, dove, almeno inizialmente, faticherà parecchio a farsi largo visti i tanti problemi che presenta ancora in fase di lettura e, più in generale, nel fronteggiare il gioco di corsa; poco aggressivo, spesso assente ingiustificato, Richardson è un altro talento sul quale il coaching staff dovrà lavorare parecchio per tirarne fuori un valido giocatore che sappia adattarsi al mondo del football professionistico senza incorrere in errori gravi. Le basi atletiche da cui partire ci sono, peccato che attualmente manchi un po’ tutto il resto.

Round 5, pick 173 (Compensatory): Wesley Johnson, C, Vanderbilt Commodores
Wesley JohnsonGiocatore versatile in grado di giocare in tutte e tre le posizioni interne della linea, potrebbe crearsi un buon futuro in NFL come centro, ruolo ricoperto nel suo ultimo anno a Vanderbilt, dopo aver giocato come guardia offensiva in precedenza; non eccelso in pass protection, rivedibile anche come bloccatore sulle corse, in suo favore giocano l’esperienza maturata nel corso delle 51 partite giocate in NCAA, l’atletismo e l’intelligenza tattica, nonchè il valore delle difese affrontante nel corso della sua carriera universitaria, svoltasi per intero all’interno della SEC, una delle Conference più difficili e ostiche della nazione. Ancora da sviluppare anche sotto l’aspetto fisico, avrà bisogno di irrobustirsi se vuole reggere il confronto con lineman professionisti, Johnson ha le carte in regola per essere sviluppato come un ottimo backup.

Round 6, pick 192: Jordan Zumwalt, LB, UCLA Bruins
Jordan ZumwaltTipico linebacker fisico e aggressivo che ama far sentire il proprio peso quando impatta contro un avversario, Zumwalt è un grandissimo colpitore, capace di mettere a segno tackle spettacolari trovando il giusto mix tra violenza ed esplosività; purtroppo, in molte occasioni, questa voglia irrefrenabile di punire il portatore di palla che si trova ad affrontare, gli costa errori madornali, causati principalmente dalla sua poca reattività laterale, che lo costringe a bersi le finte ed andare a vuoto anche quando ormai sembrava averlo messo nel mirino. Un problema che ha limitato parecchio la sua produzione nel corso degl’anni passati ad UCLA e che andrà assolutamente risolto se vorrà avere un futuro tra i professionisti, dove inizialmente dovrebbe comunque trovare spazio nelle squadre speciali, l’ideale per esaltare le sue caratteristiche attuali.

Round 6, pick 215 (Compensatory): Daniel McCullers, DT, Tennessee Volunteers
Daniel McCullersImponente e difficile da spostare, McCullers ha le misure fisiche ideali per giocare nose tackle nello schieramento a tre di Pittsburgh, dove potrebbe trovare spazio in rotazione già in questa sua prima stagione NFL, quando dovrà cercare di accumulare esperienza e imparare a fronteggiare meglio i passaggi, il suo tallone d’achille e, molto probabilmente, il motivo per cui è sceso così in basso durante il Draft; solidissimo nel fronteggiare le corse, oltre ad individuare velocemente lo spostamento della palla riesce a scrollarsi altrettanto facilmente di dosso il proprio bloccatore, il prodotto di Tennessee può diventare davvero devastante se prende fiducia nei propri mezzi e gli sale l’adrenalina durante la partita. Ovviamente, toccherà al coaching staff degli Steelers, che potrebbe decidergli di concedergli anche una piccola chances come starter, tenerlo sempre caldo e pronto a seminare il panico sulla linea di scrimmage.

Round 7, pick 230: Rob Blanchflower, TE, Massachussets Minutemen
Rob BlanchflowerClassico tight end bloccatore che può fornire un grandissimo supporto alla linea offensiva sia nello sviluppo dei passaggi che nelle corse; ben strutturato fisicamente, reattivo, Blanchflower difficilmente non trova qualcuno da colpire una volta partito lo snap, e nonostante non sia velocissimo, riesce spesso a portare dei blocchi in campo aperto, favorendo la conquista di ulteriori yards da parte dei compagni. Quasi mai in grado di creare separazione tra lui e il proprio marcatore, il prospetto proveniente da UMass può dare un contributo relativo in fase di ricezione, anche se potrebbe far suoi diversi palloni gettati appena al di là della linea di scrimmage, dove il suo fisico dovrebbe permettergli di difendere bene l’ovale dall’aggressione dei linebacker avversari.

Undrafted free agent:
Stanford DB Devon Carrington; Youngstown State OL Chris Elkins; Wisconsin DE Ethan Hemer; UAB OT Kaycee Ike; Shepherd LB Howard Jones; Cincinnati QB Brendon Kay; Stanford DE Josh Mauro; Louisville DT Roy Philon; East Carolina OL Will Simmons; Missouri TE Eric Waters.

Voto Finale: 7,5
Qualche scommessa di troppo per gli Steelers, che hanno deciso di puntare su diversi giocatori problematici ed ancora da sviluppare anche in ruoli chiave per la squadra, che vuoi per la perdita di alcuni giocatori importanti, vuoi per le carte d’identità di alcuni protagonisti che iniziano ad ingiallirsi, aveva un assoluto bisogno di trovare giocatori in grado di dare un certo contributo già nell’immediato; cosa che molti dei draftati non è detto che riescano a fare, anche se ad onor del vero a garantire per loro, e per il raggiungimento di una loro maturazione definitiva, c’è la serietà di un’organizzazione come quella di Pittsburgh, dove difficilmente non sono riusciti a tenere a bada i talenti più ribelli. Tuitt e Bryant, quelli che indubbiamente preoccupano di più sotto questo aspetto, potrebbero addirittura ottenere un minutaggio importante già nel corso della stagione 2014, idem Archer e McCullers, senza contare Shazier, probabile titolare fin dal primo giorno di training camp, mentre per tutti gli altri servirà forse un po’ più di tempo per scendere in campo con la divisa della franchigia della Pennsylvania, anche se non è da escludere, a patto che riesca a risolvere alcuni problemi fisici, un utilizzo serrato di Blanchflower negli schemi in cui servirà un TE capace di bloccare.

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