Il field goal è una componente imprescindibile del football americano, il quale è fortemente attrattivo anche per le varie modalità con cui si possono mettere a referto dei punti.

A seconda della situazione di gioco queste differenti possibilità fanno propendere un head coach nel procedere in un modo piuttosto che in un altro, e si sa, quando il tempo sta per scadere, che sia il primo od il secondo tempo poco importa, è necessario trovare una soluzione per segnare e mettere la propria squadra nella miglior posizione possibile per vincere.

A ridosso degli intervalli, accade spesso che non si sia nella possibilità di segnare una meta, e ci si affida dunque alla gamba preziosa del proprio kicker per aggiungere tre punti che alla fine della gara possono fare la differenza.

nfl_g_prater_b1_600x400Domenica i Broncos non avevano giocato un grande primo tempo contro Tennessee, ritrovandosi sotto per 21-10 a metà del secondo quarto contro una squadra dal record nettamente inferiore rispetto a quello di Manning e soci.

I quali avevano finalmente reagito con una no-huddle spietata, partita dalle proprie 19 yards e terminata dritta in meta nelle competenti mani del tight end Julius Thomas. 81 yards in cinque minuti di possesso, ed i Broncos erano tornati in partita come se tutto fosse finalmente cominciato a funzionare per il verso giusto, fatto convalidato subito dopo da una difesa che aveva forzato un 3 & out a Ryan Fitzpatrick costringendo i Titans al punt, usufruendo di una serie di giochi extra rispetto alle previsioni, con il cronometro della prima frazione che indicava la necessità di dover comunque agire di tutta fretta.

Cinquantuno secondi da giocare, Denver schiacciata nelle proprie 15 yards. Tanti incompleti consecutivi, la difesa di Tennessee attenta a non farsi prendere dai multipli talenti a disposizione di Peyton, e nonostante un primo down automatico concesso per interferenza difensiva, la situazione sembrava in stallo. Poi Manning trova Demaryus Thomas per un guadagno di 18 yards, e subito dopo lo spike per fermare il tempo, chiama una traiettoria ad uscire dal campo per Jacob Tamme, arrivano altre 7 yards, ma l’attacco è ben distante dalla endzone.

Momenti come questo sono davvero particolari. Da spettatore neutrale ci si comincia a chiedere che cosa sia meglio fare, e spesso la risposta è sempre quella: perché non provarci?

C’è sempre il rischio che un field goal troppo lungo cada troppo distante dai pali e possa essere ritornato dal difensore (vero Alabama?), una strategia che non sempre paga dazio per chi la attua. Il rovescio della medaglia è che in quei pochi e magici secondi, si tifa per il kicker, per il record, per assistere dal vivo ad un grande pezzo di storia, per vedere ancora una volta l’uomo che supera se stesso ed i propri limiti, iniettando una dose di adrenalina che solo situazioni come questa riescono a dare.

Il cuore batte forte davanti al pc, figuriamoci in campo e con quel freddo polare: John Fox la pensa come noi ed ha appena ordinato a Matt Prater, uno dei migliori kicker della Nfl già prima di domenica scorsa (20/26 in carriera da 50 o più yards) di entrare in campo e provare i tre punti. Niente di anormale, non fosse per la distanza, 64 yards, un calcio che se messo a segno andrebbe a cancellare il precedente record di 63, che tante volte abbiamo sperato di vedere infranto, e che per tre volte abbiamo avuto la fortuna di vedere pareggiato.

E’ il record del famoso Tom Dempsey, kicker dei New Orleans Saints, nato con il piede destro deforme (gli mancavano le dita) e per questo costretto a calciare con uno scarpino imbottito in maniera speciale, ma non per questo impedito a scagliare la conclusione allora più lunga della storia per vincere una gara contro i Detroit Lions.

L’avrebbero eguagliato tre giocatori nei tempi recenti, due dei quali avrebbero centrato l’impresa proprio a Denver, nell’aria rarefatta. Jason Elam c’era riuscito nel 1998, Sebastian Janikowski l’aveva rifatto nel 2011, e David Akers aveva ripetuto il record in quel di Green Bay l’anno scorso, giocando con l’uniforme dei 49ers.

matt_praterLo special team dei Broncos si sistema in tutta fretta per evitare che scadano i quaranta secondi dati tra un’azione e l’altra, Prater si posiziona, il long snapper Aaron Brewer e l’holder Britton Colquitt non commettono errori.

Matt arriva sulla palla convinto, sa di averle impresso un’ottima forza e guarda mentre il suo calcio si avvia verso i pali, chiedendosi semmai ce la farà a compiere quel lungo viaggio verso la gloria.

Il pallone è lungo, lungo a sufficienza, il difensore che campeggia sotto i pali non può che restare impassibile ad osservarlo, con il naso per aria.

I pali sono centrati, il record di 64 yards è realtà. Ci ritroviamo lì, con la notte che avanza, con il pugno stretto a mò di vittoria, per una squadra per la quale neppure teniamo (la bellezza del football è soprattutto questa), felicissimi di vedere Matt Prater esplodere per quanto ha appena fatto ed ottenuto, percorso da un brivido alla schiena che sicuramente sarà dieci volte più forte del nostro.

Denver vincerà poi la partita per 51-28, distruggendo i Titans in lungo ed in largo, probabilmente spinta dalla carica di quella singola azione, che altra pretesa non aveva, nei confronti del punteggio, se non quella di accorciare ad una lunghezza lo scarto di quel momento di gara.

Peyton Manning sta accingendosi a togliere John Elway dal libro dei record dei Broncos, e potrebbe presto riprendersi il primato per passaggi da touchdown in singola stagione che Brady gli tolse qualche anno fa. Denver ha quattro ricevitori con almeno otto mete, e prima di fine anno potrebbero essere tutti e quattro (tre lo sono già, manca solo Decker) in doppia cifra.

Oggi, hanno pure un kicker da record.

Complimenti ancora, Matt!

2 thoughts on “Under Review: il record di Matt Prater

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