hi-res-156942274-drew-brees-of-the-new-orleans-saints-is-pressued-by_crop_northSi è conclusa un’altra giornata nella NFC South e le vittorie di Saints e Panthers lasciano la situazione invariata a livello di classifica, ma allo stesso tempo la modificano un po’. Nonostante i numeri siano sempre gli stessi, i Panthers si stanno avvicinando sempre di più. Escludendo dalla conta il doppio scontro diretto, con la vittoria di domenica sul campo di Miami, Cam Newton e truppa hanno archiviato l’ultimo incontro sulla carta difficile e hanno portato a casa una vittoria maturata da un azzardo incredibile con un lancio completo al 4th & 10. Forse si tratta più di un colpo di fortuna che di strategia e schemi, anche perchè questa volta i Panthers non sembravano proprio in forma da vittoria, ma fatto sta che inanellano la settima vittoria consecutiva. Niente male davvero. Settimana prossima a Charlotte arriva Tamba Bay, sulla carta non c’è storia e dubito proprio che ci sarà, ma non dobbiamo sottovalutare una squadra in subbuglio e ridefinizione come i Bucs, e la forza delle statistiche che dicono: “dopo sette vittorie consecutive, prima o poi dovranno perdere”. Da tifoso nero-oro dico che è meglio prima, ma ad uno sguardo più obiettivo Tampa Bay, dopo una sorprendente vittoria a Detroit, dovrebbe alzare bandiera bianca, e permettere ai Panthers di pareggiare il record di classifica.

Questo ammettendo che i Saints vadano a Seattle e tornino sconfitti. Niente è deciso prima e se Seattle sta giocando un bellissimo football anche i Saints non sono da meno. Giovedì notte infatti New Orleans ha domato Atlanta come da previsione, anche se faticando ben più del previsto. Pochissimi TD ci hanno consegnano una partita dal risultato molto basso, ma hanno mostrano una New Orleans più solida mentalmente e pulita di quelle sbavature che hanno macchiato alcune prestazioni. Il campo poi ha messo in luce un Brees non stratosferico, ma sempre sul pezzo e ben coperto dagli uomini di linea, un Jimmy Graham sempre meno limitato dall’infortunio e che dimostra ancora una volta di essere un ricevitore imprigionato in un corpo da Tight End, e un Darren Sproles a riposo in vista di Seattle.

Il campanello d’allarme arriva però dalla difesa. Come già avevo annunciato, l’infortunio di Jabari Greer sta pesando non poco sulla secondaria agli ordini di Ryan. Senza il CB titolare i Saints schierano il sophomore Corey White nella formazione iniziale, e il risultato non è stato dei migliori. Non voglio assolutamente accusare White di essere scarso, anzi, le capacità per fare bene le ha tutte, ma è solo al suo secondo anno e per la prima volta parte da titolare. Atlanta e Ryan lo sanno e lo hanno fatto diventare il bersaglio preferito: 8 lanci al ricevitore Darius Johnson, coperto proprio da White che hanno portato 67 yards concesse e una pass interference che è quasi costata un TD subito. E il ricevitore non era neppure Julio Jones. Se i cornerback non erano il punto di forza neanche con i titolari, ora i Saints hanno un problema, soprattutto quando si tratterà di fermare Steve Smith, il bersaglio preferito di Cam Newton, e un Tavon Austin in stato di grazia quando si giocherà a St. Louis, e Golden Tate a Seattle. Nessuno di loro è una superstar, ma se non vengono coperti a dovere possono fare molto male alla difesa dei Saints e fare la differenza in partite dai punteggi ravvicinati.

Drew Brees vs PanthersLa risposta a questo problema non è immediata e forse non c’è. White sembra essere la soluzione migliore in ogni caso, ma forse, prendendosi un rischio, si può fare qualcosa, e quel qualcosa risponde al nome di Nnamdi Asomugha. Uno dei più grandi cornerback degli ultimi anni in questo momento non ha squadra, e un veterano di questa portata ha un doppio valore per i Saints di oggi: giocare e coprire l’uomo come solo lui sa fare, e allenarsi ogni giorno accanto a dei giovani talentuosi, “tramandando” così il suo sapere in modo da far sbocciare definitivamente sia White che Lewis. Lo stesso difficile ruolo che proprio Greer avrebbe dovuto ricoprire durante tutta questa stagione e la prossima.

Sono consapevole che lo stato di forma e l’età di Asomugha attualmente lo rendono un giocatore forse non all’altezza dei playoff, e sicuramente ben lontano dall’essere quel campione che era, ma il suo contributo in fase formativa può essere prezioso, perchè i blitz che tanto piacciono a Ryan obbligano agli straordinari i cornerback e uno dei maestri in fatto di copertura uomo a uomo potrebbe essere una risorsa validissima. Non sono certo io il primo a dirlo, anzi: da ogni dove si grida ai Saints di firmare Asomugha. Io mi unisco alle grida, convinto che dando una sistemata alla difesa New Orleans possa battere i Panthers, almeno nella partita al Superdome.

La partita dell’8 dicembre diventa sempre di più uno scontro per la vetta della Division e per la seconda piazza in NFC con conseguente riposo al primo turno di playoff e vantaggio di campo. Indipendentemente dai risultati contro Seattle e Tampa Bay, al Superdome andrà in scena uno spettacolo, tanto che la lega ha “promosso” Saints e Panthers alla domenica sera, sottolineando così come questa sia una delle partite più interessanti e attese di questo finale di stagione.

Michele Comba

2 thoughts on “Saints: cosa manca per il Super Bowl

  1. Sulla carta sarà una splendida gara, QBs in forma, difese ottime al momento, tanta gente in grado di fare la differenza…speriamo mantenga le aspettative di spettacolo, intanto ci godremo le partite della settimana che non sono da meno (gli stessi NO con Seattle)…!!

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