Under Review vive oggi la sua prima pubblicazione online.

Era partita in offseason sotto forma di esperimento, senza chiamarsi in questo modo, trattando tre o quattro argomenti alla volta in forma sintetica per dare la possibilità ai lettori di leggere un pezzo diverso dal solito, più discorsivo, basato su impressioni personali, teso a cogliere le questioni più calde del panorama Nfl e perché no, dare spazio a tutte quelle squadre o ai personaggi che per un motivo o per l’altro si fa fatica ad approfondire, solo perché magari non stanno giocando un football degno di cronaca.

Non sarà una rubrica fissa, i pezzi non saranno accumulati assieme ma spezzati per una lettura più confortevole, e comparirà più volte la settimana, a seconda delle notizie meritevoli di approfondimento. saltuariamente potrebbe prendersi una bye week, pur cercando di fare il possibile per evitare che ciò accada.

In ognuno dei casi sopra citati, auspichiamo un gradimento da parte dei lettori. Buon viaggio!

 

rex-ryanArduo a dir poco il compito di prevedere che cosa faranno i Jets di settimana in settimana. Nei ranking pre-stagionali di mezza America a Rex Ryan era stato definitivamente levato il sorriso dalle labbra, in quanto la voglia di scherzare tipica dell’head coach bianco-verde era stata presto  soppiantata da un muso duro a mo’ di “ora vi faccio vedere io”. Il motivo? Tutti davano questa sponda di New York tra le peggiori squadre Nfl da guardare nella stagione in procinto di cominciare, ed oggi ci troviamo una franchigia che ha molto volentieri ceduto il posto ai cugini territoriali vestiti di blu. I Jets vivono dall’inizio dell’anno sulle spalle della matricola Geno Smith vista la per alcuni provvidenziale assenza forzata di Mark Sanchez, e sono altalenanti proprio come queste prime prestazioni professionistiche dell’ex quarterback di West Virginia, che un momento pare infallibile e decisivo, e nell’istante successivo è capace di combinare in un disastro dietro l’altro.

Osservando i Jets all’opera e comprendendo che cosa siano riusciti ad ottenere fino a questo momento in una Afc East dove può ancora succedere di tutto, è bene pensare alla natura stessa con cui è stata costruita questa squadra, e quali strumenti aveva utilizzato nel recente passato per sostenere un Mark Sanchez giunto per due volte in fila al Championship della Afc, gli stessi che sono divenuti un marchio di fabbrica di Rex Ryan e del suo modo di pensare football. In silenzio, senza mettere nomi altisonanti a roster ed operando delle interessanti scelte al draft, i Jets hanno ricostruito una difesa che ha letteralmente dominato negli anni gloriosi delle impensabili cavalcate ai playoffs, e senza che in molti se ne accorgessero, hanno svecchiato un reparto che nonostante il cambio della guardia sa ancora come fare la differenza. E quale miglior modo è mai conosciuto nel mondo del football professionistico per togliere la pressione da un giovane in procinto di imparare chiamate, letture e segnali, di un ottimo gioco di corse impostato sulla potenza e sul guadagno sistematico?

Back to basics.

Sì. Geno sta lanciando con nemmeno il 60% di passaggi completati ed ha scagliato 8 passaggi vincenti a fronte di 13 intercetti, linee statistiche che potrebbero benissimo essere confuse per quelle di Sanchez, ma come il buon Mark ha occasionalmente saputo tenere il campo in modo più che dignitoso vivendo anche dei momenti di alta esaltazione, pur dovendo fare i conti con i suoi limiti tattici, prima o poi destinati ad assottigliarsi mano a mano che la capacità di leggere le situazioni ed effettuare gli aggiustamenti entrerà a far parte del suo modo di interpretare il football. Nonostante ciò i Jets sono tornati a vincere come facevano quattro o cinque anni fa, correndo pesantemente e difendendo alla grande contro le corse, due aspetti basilari del gioco di Rex Ryan, uno che è cresciuto con la difesa nel DNA (papà Buddy, per quanto cafone ed antipatico, fu uno degli strateghi difensivi più riconosciuti nella storia della lega grazie alla sua 46 defense con otto uomini nel box, contro la quale NON si correva) ed a cui piace giocare con i blitz cosiddetti esotici, ovvero mischiare i compiti dei linebacker contando su un fronte a tre molto consistente, in grado sia di tenere occupati uomini che di effettuare giocate di persona.

richardsonE’ con questi concetti in testa che nel giro di tre tornate di scelte Ryan ed il management hanno dato nuova linfa vitale alla difesa, selezionando prospetti rivelatisi fondamentali come Muhammad Wilkerson, 8 sack giocando da end in una 3-4 dove il primo compito non è quello di mettere pressione, Sheldon Richardson, un muro contro le corse che ha contribuito tantissimo alla prima posizione detenuta dalla squadra nel difendere il rushing game avversario, Demario Davis ed Antonio Allen, non i primi nomi che vi vengono in mente quando pensate ad un linebacker esterno ed uno free safety tra i più conosciuti, ma non per questo non capaci di produrre giocate che contano. Ah, e il buon Richardson ricordiamo essere arrivato dalla trade per Darrelle Revis, e a giudicare dal fatto che il vascello pirata si trova ora nei fondali del mare della Florida, l’affare a mani basse l’hanno fatto ad oggi biancoverdi, con tutto rispetto parlando per uno dei migliori cornerback della lega.

Il giochino regge anche senza un ricevitore primario in un roster offensivo di talento non certo strabiliante. Stephen Hill ha deluso molto e delle quotazioni pre-draft ha mantenuto solo la statura, per il resto ci si arrangia senza Santonio Holmes, infortunato, e con una batteria comprendente David Nelson, Joshua Cribbs, Jeremy Kerley e Greg Salas, e per quanto si cerchi nelle statistiche, nessuno di questi supera le 400 yards su ricezione. Ma i Jets producono quasi 130 yards su corsa a partita pur avendo fatto i conti con la saltuaria capacità delle difese di contenerne il gioco a terra, mostrano versatilità e profondità in un ruolo capitale per le loro economie, e pur avendo effettuato dei cambi in corsa non hanno visto scendere il rendimento del loro backfield, aiutati anche dalle occasionali scorribande di Smith, che due bei piedi per correre li ha sempre avuti, anche ai Mountaineers. Domenica contro i Saints abbiamo visto il motivo per cui la trade con New Orleans stessa per assicurarsi un power back come Chris Ivory aveva un senso, dopo un inizio in cui lo stesso aveva perduto il posto da titolare a favore di Bilal Powell, ricevitore fuori dal backfield sicuramente superiore e maggiormente abituato a girare l’angolo esterno al tackle in velocità, dimostrando che il buon vecchio adagio di mandare l’ariete contro il muro di cinta della fortezza avversaria, funziona anche in tempi di spread offense e read option.

Sono sempre quelli che ne hanno presi 49 dai Bengals, ma pure coloro che hanno battuto Brady e Brees. Discontinui quanto si vuole, ma pericolosi per chiunque, questi sono i Jets di questa metà stagione, e con loro bisogna necessariamente farei  conti.

2 thoughts on “Under Review: Rex Ryan, back to basics

  1. Bell’esordio Dave; complimenti davvero!

    Per quanto riguarda i Jets, Geno sta crescendo, fa grandi proclami, dicendo che lui è la chiave per dare i playoffs alla franchigia newyorkese, ma secondo me di strada da fare ne ha ancora parecchia; non siamo in NCAA e l’ha capito, tant’è che dopo i primi obrobri della preseason si è dato una regolata, però come osservi giustamente tu, non sai mai cosa ti può combinare da un momento all’altro.

    Comunque, zitti, zitti, questi in fondo ci arrivano sempre….

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