Sembrava ieri quando attendavamo l’inizio della stagione regolare mentre ora siamo già arrivati a metà percorso, complici i mille fattori capaci ogni volta di distarci facendo si che la settimana passi il più in fretta possibile.

Pure quest’anno è andata, siamo alle porte della nona settimana di vero football e comincia a delinearsi un possibile gruppo delle squadre che potremmo vedere quando la Befana sarà passata a lasciarci il solito carbone, scusate caramelle!

E’ terminato il primo capitolo del viaggio dei giovani e inesperti rookies, sempre pronti a farsi notare nel bene o nel male, segno che ogni draft porterà sempre qualcuno di cui ricordarsi e, nonostante l’ultimo non sembra aver offerto giocatori capaci di spaccare in due il mondo fin da subito, pure questa classe di esordienti merita di essere analizzata perché abbiamo trovato alcune piacevoli sorprese seppure ci siano attualmente qualche delusione inattesa.

Kiko Alonso

Kiko Alonso

Partirei da un giocatore che quando era al college non godeva di grande stima, spesso messo in un ruolo non di suo appartenenza e ritenuto tra quei ragazzi che avrebbero avuto poco spazio tra i pro, invece i Buffalo Bills ci hanno visto più lungo di tutti trovando in Kiko Alonso il loro middle linebacker ideale dopo due mesi letteralmente magici, otto giornate dove ha messo a segno 81 placcaggi e pure 4 intercetti prendendosi meritatamente il premio di Rookie difensivo del mese di Settembre, oltre a una considerevole posizione per esordiente dell’anno.

Placcatore duro, attento in copertura, sta diventando sempre più leader di un reparto da cui Buffalo punta a ricostruire sperando che sull’altro fronte la crescita segua il passo della difesa.

Perché proprio dall’altra parte c’è EJ Manuel, il primo quarterback chiamato nella notte del 26 Aprile in mezzo a critiche in quanto ritenuto ancora acerbo per un ruolo da titolare in Nfl. Però dopo un’estate di lavoro si è fatto trovare pronto, limitando i turnovers e migliorando la precisione nei passaggi; peccato per una contusione al legamento laterale del ginocchio che lo sta tenendo fuori dalla week 5,  i tifosi lo aspettano perché continui a migliorarsi dopo aver già guadagnato un briciolo di fiducia iniziando bene il suo viaggio da professionista.

L’altro nome tra i quarterback non poteva essere che quello di Geno Smith: liberatosi del fantasma di Mark Sanchez, ha alternato buone cose ad altre pessime come il passaggio dietro la schiena mentre subiva un placcaggio, facendo intravedere spiragli incoraggianti seppur commettendo i classici errori da rookie che lo hanno portato a concedere 16 TO a confronto di 10 scores. Sta comunque andando meglio di quanto si pensasse, ha un braccio potente e preciso mentre dovrà lavorare meglio nei momenti di pressione dove spesso si è fatto fregare da solo. Comunque i tifosi bianco verdi possono essere contenti visto il record di 4-4 su cui sono!

Tra i corridori che lo fanno di mestiere ci sono due giocatori che mi hanno particolarmente colpito: Eddie Lacy dei Packers e Andre Ellington dei Cardinals. Il primo, dopo essersi curato da un problema al piede, ha abbassato la testa macinando 395 yards e due touchdown con una media di 4 yards a portata, dando nuova linfa a un running game dei Packers finalmente sulle ombre di quando c’era un certo Vince Lombardi a guidare la strada. Attenzione alla squadra del Wisconsin, se Lacy continua così e recuperano qualche infortunato potrebbero essere un avversario davvero scomodo.

L’altro volto è, appunto, Andre Ellington, ragazzo silenzioso e volenteroso che nel deserto dell’Arizona sta facendo tutto quello che gli sta venendo chiesto alla perfezione ricevendo 198 yards e producendo in 43 portate ben 333 yards oltre a segnare tre volte.

Accanto a Palmer sta avendo un’importanza spaventosa, se dovesse continuare così potrebbe far rimpiangere parecchi GM che lo hanno fatto passare prima di essere scelto dai Cardinals nel sesto giro.

Delude per il momento Montee Ball, chiuso dal risorto Moreno, mentre sia Giovani Bernard che Le’Veon Bell stanno dando il loro contributo in due squadre con obiettivi opposti, facendoci intravedere momenti di grande classe che potrebbero renderli componenti essenziali per il futuro di Cincinnati e Pittsburgh.

Spostandoci sull’out bisogna partire menzionando Tavon Austin: il prodotto da West Virginia è, per il momento, una delle delusioni principali tra i rookies arrivando a sole 207 yards e due touchdown in otto partite disputate, troppo poco per uno che è stata spesa una trade up.

Forse condizionato dalla statura, forse perché i Rams non hanno un QB affidabile – tra l’altro Bradford si è strappato il crociato anteriore – o forse perché non si è meritato ancora la fiducia sufficiente come target numero uno, rimane tra le delusioni ma dobbiamo avere la pazienza di aspettarlo quando possibilmente sarà nelle condizioni ideali.

Eddie Lacy

Eddie Lacy

Chi, a contrario, sta facendo bene è il tight end Jordan Reed dei Redskins, che ha superato Fred Davis per il ruolo da starter e ha collezionato 388 yards e 2 marcature in 31 ricezioni, aiutando i Redskins a ripartire dopo un brutto inizio.

Ragazzo non imponente fisicamente, si sta esprimendo allo stesso modo di Aaron Hernandez, ovvero giocando spesso nello slot e mettendo in difficoltà i diretti rivali. L’unica speranza è che non faccia la fine del giocatore a cui ho paragonato per movenze e interpretazione del ruolo! Menzione d’onore per l’altro tight end Joseph Fauria dei Lions, attualmente leader della categoria “touchdown” con ben cinque marcature.

Piacciono e parecchio DeAndre Hopkins e Keenan Allen: il primo ha iniziato alla grande sfruttando alla grande gli spazi creati da Andre Johnson producendo 416 yards molto utili, peccato che il momento no dei Texans lo stia un po’ condizionando. Allen sta uscendo nelle ultime giornate proponendosi come possibile steal essendo un talento da primo round capitato al terzo dove i Chargers lo hanno accolto a braccia aperte, ed ora li sta ripagando con 400 yards e giocate importantissime.

Andamento simile a Terrance Williams, attualmente tra i più positivi nei illeggibili Cowboys, grazie a 4 marcature importantissime a 17.1 yards per ricezione; la sua presenza rimane fondamentale vista l’assenza di Austin, chissà che a fine anno non sia tra i candidati al premio offensive rookie of the year.

Un po’ deludenti gli offensive linemen, ben cinque nella ultima Top 10 del draft; peccato che Luke Joeckel, seconda assoluta, si sia rotto la caviglia, e Jonatahan Cooper la stagione manco l’ha iniziata perché pure lui out in preseason per un infortunio alla gamba. Lane Johnson sta commettendo qualche errore di troppo ma per uno convertitosi tardi al ruolo di tackle, ci stanno! Eric Fisher, stabile a destra, ha faticato all’inizio però sta ben recuperando e dubito che l’anno prossimo non sarà sul lato sinistro di Smith essendo un left tackle naturale.

Ora come ora chi ha dato maggior impatto stati Kyle Long, guardia dei Bears, da subito una sicurezza in protezione e un trattore nell’aprire i buchi a Matt Forté, e Larry Warford, stesso ruolo di Long ma nei rivali di Detroit. Caduto più in basso di quanto si credesse nelle notti del draft, si è guadagnato il ruolo da titolare giocando bene in ogni partita e dando una mano notevole all’attacco di Detroit. Rientra certamente tra le sorprese di questa annata.

Tyrann Mathieu

Tyrann Mathieu

Veniamo ora alla difesa. A St.Louis Alec Ogletree ha già dato prova di che pasta sia fatto: veloce, placcatore duro e con parecchio potenziale ancora da scoprire, sbaglia come tutti i rookies ma si è fatto trovare pronto placcando 53 volte e segnando un pick six con un intercetto da 98 yards.

Personalmente non mi dispiacerebbe vedere, un giorno, Eric Reid e Tyrann Mathieu coprire il campo assieme: placcatori duri, fiuto per gli intercetti e tanta voglia di lavorare, tre elementi che si sposano alla perfezione che potrebbero farne dei grandi interpreti nei prossimi anni. Soprattutto per Mathieu finire in Arizona è stata la cosa migliore, togliendosi i problemi fuori dal campo per dare il meglio di se in campo; in due hanno segnato 80 placcaggi e 5 intercetti, numeri che fanno solo ben sperare le loro squadre per l’anno che viene e il futuro che verrà.

Sulla linea ci sono due ragazzi che hanno avuto un impatto tremendo: Sheldon Richardson sta contribuendo in modo esponenziale nella difesa Jets, placcando 37 volte con 2.5 sacks, e spesso autore di importanti penetrazioni nel back field che portano a una perdita di yards. Forse quella scelta numero 13, i tifosi non dovevano tanto fischiarla!

L’altro è Star Lotulelei dei Panthers: con 20 placcaggi ha dato la marcia in più al front seven di Carolina, portando una pressione continua nella tasca seppure spesso sia contro due avversari.  Si sta confermando come tra i migliori della classe grazie a un’abilità da pass rush sottovalutata in sede di draft, ed ora i Panthers possono solo ringraziare chi lo ha fatto arrivare fino a metà primo giro.

L’impatto della difesa di Cleveland è anche dovuto a Barkevious Mingo, che nel ruolo di outside linebacker si sta trovando alla perfezione portando a termine già 4 sacks anche se spesso limitato da lievi problemi fisici.

Se continuasse così potremmo avere un pass rusher da 10 o più sacks a stagione. L’ultimo nome della lista è quello di Marcus Cooper, cornerback dei Chiefs: scartato da San Francisco dopo essere stato preso al settimo round, si sta prendendo una bella rivincita grazie a 2 intercetti e tanta presenza contro i receiver più alti grazie a 188 cm che per un cornerback sono oro che cola. Giocare nella difesa di Kansas City potrebbe averlo agevolato vista la continua pressione del front seven di Andy Reid, però lui ci ha messo certamente del suo e sembra poter crescere ancora da qui alla fine della stagione.

Termina qui la nostra analisi dei rookies di maggior impatto nelle prime otto settimane di football. Possibile che troviate altri nomi da inserire, per me questi sono quelli che hanno inciso di più sull’andamento della squadra. A inizio Gennaio potremmo trovare qualche altro nome, certo che pure questa classe di esordienti non sta affatto deludendo, del resto il futuro è loro.

3 thoughts on “NFL Rookie: conferme di metà stagione

  1. Uno dei tanti interessi legati ad una stagione nfl è vedere come si comportano i nuovi arrivati, quindi complimenti per aver fatto il punto della situazione al giro di boa. Da parte mia aggiungerei Cordarrelle Patterson, ottimo wr e splendido ritornatore, finora uno dei pochi raggi di luce nella stagione dei Vikings.

  2. Immagino che questo articolo sia stato scritto prima dell’ultima giornata, adesso non terrei fuori dal discorso un RB come Zac Stacy che sta macinando dei numeri da paura a St Louis… Poi una menzione la darei anche a Glennon che nell’inferno di Tampa non sta demeritando affatto, a Tyler Eifert che contribuisce più di quanto dicano i numeri all’attacco dei Bengals e a Vaccaro, ormai titolare inamovibile nella forte difesa dei Saints, ha cominciato così così ma adesso è una sicurezza

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