1379912765000-USP-NFL-New-York-Giants-at-Carolina-Panthers[1]Si chiamano Giants non per caso, ci hanno abituati a regular season sonnecchianti salvo poi svegliarsi nei mesi più freddi giusto in tempo per staccare il biglietto dei play off. Siamo a più di un anno e mezzo da quella notte del Febbraio 2012, serata in cui si celebrò un altro Super Bowl vinto dopo l’ennesima dimostrazione d’orgoglio in una post season agganciata all’ultimo ma poi assolutamente dominata. Un anno fa ripartivano da campioni, il loro viaggio però si spense con un 9-7 e il negato accesso alla terra promessa ed ora, dopo un off season descrivibile come uno sbadiglio, la situazione è preoccupante.

Perché partite con un record di 0-3 quando hai una squadra costruita ancora sull’ossatura di giocatori trionfatori nell’edizione 2011 significa una cosa semplice: attorno a questi soggetti il roster è stato assemblato male, troppa la fiducia nei giocatori chiave e troppa è ora la pressione sulle spalle dell’head coach Tom Coughlin, chiamato a rispondere alle critiche dei media newyorkesi e a risollevare lo spirito dei suoi uomini, usciti abbattuti dopo il secco 38 a zero patito nel caldo di Charlotte. C’è chi lo attacca, dicendo che è magari è arrivato il momento di farsi da parte a 67 anni, e probabilmente la dirigenza se ne sta accorgendo pur conscia che il suo sistema ha portato a due titoli nel giro di quattro anni.

Il primo a finire sulla carta degli imputati è il quarterback Eli Manning: 931 lanciate contro Cowboys, Broncos e Panthers sono un bel bottino, ciò nonostante è il minimo indispensabile per sopperire all’assenza di un running game assente, quindi i 5 touchdown pass diventano troppo pochi per restare attaccati alla partita. Però a pesare seriamente sono gli intercetti, ben 8 in tre uscite, troppi, ben più della metà rispetto al 2012, qui i Giants hanno da lavorare sodo seppure alcuni siano causati da un continuo sforzo del braccio di Eli, costretto a lanciare già 114 volte. Può essere l’assenza di un corridore di livello il motivo di tutto questo?

1297470345764_ORIGINAL[1]Diciamo che parte delle responsabilità ce le ha Manning e i suoi recivitori, soggetti spesso a indecisioni o confusione nel percorrere la traccia. Victor Cruz come suo solito si è infiammato contro i rivali di Dallas segnando tre volte, poi quasi niente, e Hakeem Nicks sembra troppo fuori dagli schemi mentre Rueben Randle sta cercando di soffiargli il posto sfruttando la sua stazza seppure ci sia ancora del lavoro tecnico da fare. L’arrivo del tight end Brandon Myers sta dando una mano al braccio di Manning, però pure qui si è trascurato il dettaglio dei bloccaggi, quasi assenti nelle situazioni di corsa.

La prima impressione è che il GM Jerry Reese abbia trascurato le corse preoccupandosi solo del gioco aereo, quindi ora l’offensive coordinator Kevin Gilbride sta gestendo un attacco privo di un running game credibile seppure la presenza di David Wilson, uno che dovrebbe prendere in mano la squadra accanto a Eli tra qualche anno, il quale stenta a prendere il via, commettendo i soliti fumble sprecando possessi preziosi. Pure la linea sta fallendo lasciando passare spesso numerosi difensori e aprendo pochi varchi; unica nota positiva in tutto questa è l’aggiunta di Justin Pugh al draft nel primo giro, il quale ha già dimostrato di avere la stoffa per stare titolare su un campo Nfl.

Chase-Blackburn-vs.-Giants-David-Wilson-22[1]Pure dall’altra parte del campo la situazione sembra poco stabile perché la dirigenza non si è preoccupata di sostituire dignitosamente giocatori del calibro di Michael Boley e Osi Umenyiora ed adesso ci si sta leccando le ferite. La linea difensiva sta tutto sommato contenendo gli avversari seppure Jason Pierre-Paul sia lontano dalla fantastica annata del 2011, e dietro di lui il reparto linebacker ha perso Dan Conner, un acquisto buono se non fosse per la sua predisposizione agli infortuni che lo ha messo out pure quest’anno trovandosi così a giocare con un reparto composto da Keith Rivers ,Mark Herzlich e Spencer Paysinger, non proprio il sogno degli allenatori.

E se la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo e ha messo out persino la safety Stevie Brown, la sorpresa dell’anno passato, tornando ad avere problemi in copertura dato che Corey Webster comincia ad essere anzianotto e Prince Amukamara è ancora lontano dal prospetto visto al college. Una sorriso lo fa strappare Aaron Ross capace di piazzare un intercetto a Newton regalando l’unica gioia di una partita dove, a tratti, sembrava che la squadra non ci fosse in campo. Se la situazione non dovesse migliorare potrebbe essere l’ora di dare fiducia ad alcuni giovani presenti nel roster come Johnathan Hankins e Demontree Moore, due lineman dalle belle speranze.

Però se fossi un tifoso dei Big Blue a spaventarmi di più sarebbe la mancanza di orgoglio messo in campo dai giocatori in questo inizio di campionato: apparentemente poco motivati, hanno avuto le loro occasioni per indirizzare le partite dalla loro parte come nel primo tempo contro i Panthers e all’esordio in casa dei Boys ma non le hanno sfruttate, sintomo che l’impronta di quella squadra capace di rapinare ogni occasione sta pian piano scomparendo.

181571926_8La stagione è appena iniziata e c’è tutto il tempo per raddrizzarla, si sa che nella Nfc East con un 9-7 probabilmente sei in lista per vincere la Division, anche se è tutto da vedere come scenderanno in campo a cominciare dall’insidiosa trasferta in casa dei sorprendenti Chiefs. Il tempo per recuperare c’è: Washington è ferma a zero vittorie, Philadelphia ha sfruttato l’effetto Kelly vincendo la prima ma perdendo le successive due e Dallas è davanti con due vittorie ma sempre preoccupata dal Tony Romo di dicembre, se i Giants riuscissero a ripartire con un successo si potrebbe sperare ma le sensazioni sono quelle di una squadra aggrappata a un filo, un filo chiamato Eli, che si sta trovando solo con una squadra non all’altezza delle sue ambizioni. Riuscirà a ritrovare se stesso oppure trascinerà nel baratro con se tutti i suoi compagni?

Riuscirà Tom a tirare fuori la voglia ai suoi giocatori salvando la stagione oppure è davvero cominciato il declino della sua era? Molti dubbi, non a caso si chiamano Giants e in un battito di ciglio te li puoi trovare tra i piedi seppure quest’anno l’ombra di un record negativo sembra oscurare il sole su  East Rutherford.

2 thoughts on “New York Giants: una sconfitta che pesa e l’ombra di una stagione negativa

  1. nel frattempo il record è già diventato 0-4 :) e adesso domenica i miei Eagles spero li facciano sprofondare nel 0-5 cosi il loro capitolo è già bello che chiuso ahaha

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