Giovedì notte, Peyton Manning e i suoi Broncos hanno letteralmente surclassato i Baltimore Ravens campioni in carica. Domenica, Colin Kaepernick e i suoi 49ers, sconfiggendo per 34 a 28 i Green Bay Packers, hanno gettato il guanto di sfida agli uomini in arancione, sfidandoli apertamente per la corona di campione.

Pur se siamo solo alla prima giornata di campionato, la partita giocata al Candlestick Park di San Francisco ha fornito molti spunti di analisi e, soprattutto, ha dimostrato come i ragazzi di coach Jim Harbaugh abbiano tutte le carte in regola per tornare subito all’assalto del titolo.

kaepColin Kaepernick, dopo una prima annata spettacolare da starting quarterback, si è visto attribuire gran parte del successo avuto alla sua abilità di utilizzare la “read option”, in particolar modo dopo aver corso 183 yard proprio contro i Packers, nel divisional round degli scorsi playoff. Domenica, con 428 yard lanciate e appena 22 corse, Kaepernick ha ricordato a tutti che non sono solo le sue gambe a renderlo temibile e i 3 touchdown su passaggio lo dimostrano ampiamente. Nelle interviste post-gara, riferendosi al duro colpo di Clay Matthews ricevuto ormai fuori dal campo, ha dichiarato che non si farà intimorire dall’usare più spesso lo scramble. Difficilmente giocherà tante partite da più di 400 yard lanciate e meno di 25 corse, ma contro team come i Packers, che hanno una buona difesa sulle corse, Kaepernick ha dimostrato di essere salito di livello, soprattutto mentalmente, riuscendo a leggere bene le mancanze della difesa avversaria e sfruttandole a suo favore. E’ stato in grado di prendere le giuste decisioni, giocare bene nella tasca e sfruttare il suo braccio potente per lanci precisi e profondi, oltre ad aver fatto ricredere molti dei suoi denigratori. L’attacco dei Niners è multidimensionale, con un gran numero di soluzioni a disposizione, e la mente che lo comanda è un Kaepernick che appare ben più pericoloso della scorsa stagione.

No Michael Crabtree? No Mario Manningham? Nessun problema, c’è Anquan Boldin. Giocando una partita mostruosa, in cui ha ricevuto 13 palloni per 208 yards e un touchdown, Boldin ha fatto presto dimenticare i problemi del receiving corp rosso-oro. L’ex Raven non ha perso tempo ad affermarsi nell’attacco di Frisco e ha realizzato un gran numero di big play, una dopo l’altra. Difficilmente ritornerà alle prestazioni di quando giocava in Arizona, quando raggiunse tre volte il Pro Bowl, ma sembra davvero ringiovanito, risultando rapido e veloce come ai vecchi tempi ed è in un punto della sua carriera dove esperienza e talento si mischiano. Boldin sarà sicuramente il receiver numero 1 dei Niners, come dimostrato dalle 17 volte in cui è stato cercato, il doppio rispetto ad ogni altro suo compagno di squadra. Se confermerà la prova di domenica anche nel week 2, contro la forte secondaria dei Seahawks, dominata da Sherman e Thomas, Boldin risulterà esser stato il colpo più azzeccato dell’intero mercato, un vero e proprio “steal of the year”.

reidI 49ers non hanno vinto solo grazie ad una grande prova dell’attacco, anzi, un giocatore della difesa ha contribuito in maniera decisiva al successo: Eric Reid. In estate, il front-office ha dovuto rimediare alla perdita del miglior elemento della secondaria, il safety Dashon Goldson (finito a Tampa Bay), decidendo di puntare fortemente sul prodotto di LSU, come dimostrato dal trade-up eseguito all’ultimo draft per chiamarlo con la diciottesima scelta assoluta. Dopo una bella preseason, il ragazzo ha attirato i riflettori su di sé anche in un palcoscenico prestigioso come quello della sfida contro Green Bay. Impegnato nel proteggere il profondo del campo, ha risposto mettendo a segno 7 tackle, 1 passaggio deviato e 1 intercetto. Molti dei tackle sono risultati decisivi nel fermare pericolose azioni e l’intercetto su Rodgers è stato una vera giocata da “ballhawker”. Aspettiamoci grandissime cose da Reid per il resto della stagione.

Non è tutto rose e fiori sulla baia però. Due punti negativi saltano all’occhio analizzando la prova di domenica: Nnamdi Asomugha e il pass rushing.

Il defensive coordinator Vick Fangio, in preseason, aveva già posto l’accento sul fatto che Asomugha potesse o meno far parte dei 53 uomini del roster. Dopo la gara contro i Packers, la sua posizione risulta molto traballante. A parte che è stato costantemente battuto da Jordy Nelson, che ha finito con 7 prese e 130 yard guadagnate, ha sbagliato un numero corposo di tackle e molte letture di gioco. Per un cornerback con un gran fisico, ma non dotato di velocità o abilità con la palla, l’unica arma a sua disposizione rimane la forza fisica, e il fatto che abbia terminato la gara con 0 tackle è un dato sconcertante. Se non era Nelson, era Cobb a sfuggire ai suoi tackle di braccio, molli ed inefficaci, ed inoltre alcuni di questi errori hanno permesso dei guadagni notevoli ai Packers. Se la settimana prossima ripeterà una prestazione pessima come questa, l’ex Eagles potrà dire addio al suo posto in squadra.

Il secondo punto è più una carenza di condizione che un vero elemento negativo, dopotutto da una squadra che schiera Justin Smith, Aldon Smith e Ahmad Brooks tra i suoi linebacker bisogna aspettarsi il massimo, senza contare il resto dell’eccellente front-seven, uno dei migliori NFL. Contro la linea dei Packers, che l’anno scorso ha concesso ben 51 sacks ed era senza il tackle sinistro titolare, Bryan Bulaga, ci saremmo aspettati che Aaron Rodgers fosse sotto pressione per tutto il pomeriggio, ma i Niners hanno totalizzato appena 2 sack. Un’attenuante potrebbe essere la classe immensa di Rodgers, che gli permette di eseguire passaggi rapidi e precisi, neutralizzando molte azioni di pass rushing. Aldon Smith a parte, tutto il resto del reparto ha bisogno di entrare presto in sincronia per dominare più agevolmente i prossimi avversari.

Non è stato un bel week-end per molti dei migliori team NFL. Brady e i Patriots hanno faticato moltissimo ad uscire dalle grinfie di Buffalo, salvandosi solo a pochi secondi dal termine, i Ravens sono stati asfaltati da Peyton Manning, e anche le altre candidate alla post season non hanno certo brillato. I 49ers invece hanno dimostrato lampi di grande gioco e un margine di miglioramento superiore ad ogni altro team della lega. La strada per New York è tracciata, bisogna solo percorrerla fino in fondo per raggiungere il Vince Lombardi Trophy.

2 thoughts on “San Francisco 49ers: Chasing the Crown

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