Manuel,scomessa di Buffalo

Manuel, scomessa di Buffalo

Non cerchiamo scuse o di arrampicarci sui vetri, si sapeva benissimo che la classe di quarterback 2013 non era la più brillante delle ultime annate. Però, alzi la mano chi mai avrebbe immaginato un simile picco da parte dei registri offensivi, la maggior parte non ancora pronti per essere la guida stabile di una squadra ma arricchiti di un potenziale e un talento piuttosto interessanti.

Invece no, molto squadre hanno deciso di non rischiare i loro pick più alti, prendendo giocatori già formati per essere titolari o almeno inseribili nelle rotazioni fin dalla week one, la giornata in cui si comincia a fare sul serio. Come si può spiegare un simile flop?

Proviamo a rispondere: per primo l’abbondanza di talento generale che in più posizioni ha permesso ai GM di pescare ragazzi di ottimo valore tagliando i Qb ancora liberi. Non si esclude la strana danza dei quarterback già professionisti, autrice di spostamenti nei vari team più bisognosi. Ne sono esempio i Chiefs, i Cardinals i Raiders, tre squadre nella Top 10 tutte mossosi per prendere rispettivamente A.Smith, C.Palmer e M.Flynn, non proprio degli eroi ma neppure gli ultimi arrivati.

Da aggiungere rimane il dato che può aver insinuato più dubbi nelle teste degli scout: nessuno di questi talenti è una certezza, ne presente ne futura. I prospetti più interessanti vengono da college si di prima categoria, ma che da soli sono riusciti a combinare ben poco in termini di vittorie concrete, raccogliendo statistiche per poi cedere il passo nelle partite che contano.

Matt Barkley, sicuro Top 10 dell’anno scorso, è stato messo k.o da un infortunio alla spalla e ha sbagliato alcune partite che l’armata di Usc avrebbe dovuto non vincere, stravincere. Altro è Geno Smith, il più chiacchierato, perché capace si lanciare infiniti td e yards, però quando doveva varcare la soglia dei principi si è fermato. Complice il livello della squadra? Ci può stare anche se è l’attacco che dipende dal registra, e se lui non gira c’è poco da fare.

Così alle luci dei riflettori, nella notte del Day One c’era una squadra veramente bisognosa di un quarterback: i Buffalo Bills. Firmato Kolb, il figliol prodigo di Philadelphia, dovevano di prendere al più presto un giocatore capace di essere un domani l’immagine dei Bills. Con la pick numero otto si poteva sperare in Geno Smith, il migliore del ruolo nonostante le voci dei vari Nassib e Barkley. La risposta fu trade down con i Rams per il pick numero sedici e uno più sotto.

Visto l’andazzo della serata in cui nessuno sembrava voler prendere uno dei nostri ragazzi, l’idea è sembrata esser davvero buona, ottenendo un pick supplementare e lo stesso giocatore. Tuttavia sapete che il Draft è strano – e parecchio – quindi c’è stata una gran bella sorpresa per gli appassionati di football.

Ad essere chiamato fu si un quarterback, seppur non uno dei sopra elencati: with the sixteen pick… Bills select, E.J. Manuel, Florida State. Immaginate i fischi del pubblico dato che Manuel era dato a fine terzo giro e sotto. Giocatore fisicamente dominante con problemi nelle letture,spesso in difficoltà sotto pressione e qualche infortunio di troppo. Perché proprio lui?

Ci ho provato più volte a rispondere e faccio ancora fatica: l’arrivo di Doug Marrone porta un sistema vicino alla West Coast, fatto di letture rapide, rilascio veloce e palloni precisi. Caratteristiche ideali più per Geno che per Manuel, anche se rimane da dire che il prodotto di FSU ha un potenziale interessante e per qualcuno potrebbe essere un nuovo Cam Newton, quindi adattabili al sistema di Marrone, mirato a sfinire le difese con pochi attimi di riposo tra uno snap e l’altro.

Il ragionamento dei Bills è perverso, fatto sta che ha lasciato fuori dal primo giro possibili titolari, regalandoci uno scenario del secondo giorno poco pronosticabile. E li è cominciato il bello!

Geno, il nuovo volto dei Jets?

Geno, il nuovo volto dei Jets?

I Jaguars sembravano seri candidati a prendersi Geno a questo punto, invece hanno virato su John Cyprien, safety di FIU. Così hanno fatto i Cardinals lasciando spazio ai Chargers per Manti Te’o e poco prima Philadelphia aveva rinunciato a un Qb per il tight end Zach Ertz. Insomma la situazione rimaneva in piedi stallo fino a quando comparsero per la terza volta i Jets(39).

Proprio loro hanno chiamato il nome di Geno Smith, tornato a sorpresa dopo alcune voci che lo davano diretto a casa dopo lo smacco della sera prima, passata interamente a giocare con il telefonino. Salendo sul palco con un maglioncino giallino, è sembrato liberarsi di un peso enorme, accendendo fin da subito i riflettori per lui licenziano il suo agente con la scusante di cattive strategie prima del draft. Poco dopo il guerriero Tim Tebow verrà tagliato dai bianco verdi.

Uragano in città, l’arrivo di Smith a New York apre una dura competizione con Mark Sanchez, ora aggredito da uno che è seriamente un quarterback,motivato a fare bene, vendicarsi di coloro che lo hanno snobbato e diventare qualcuno che si ricordi. Le skills ci sono tutte, l’etica lavorativa pure, ora toccherà a lui giocarsi le sue carte per provare a insidiare quello che un tempo sembrava dover essere il presente e futuro dei Jets.

Con il pezzo più pregiato posizionato restavano liberi Glennon, Nassib, Barkley e Wilson. Quattro ragazzi molto intriganti, con qualità molto diverse e basi di partenza abbastanza solide. Se presumeva che Matt Barkley fosse il terzo del progetto ad essere scelto, invece nel terzo giro fu Mike Glennon a sentire pronunciare il suo nome dai Tampa Bay Buccaneers(73).

Noto per la sua stazza, letture di gioco e lentezza, Glennon sembra essere il pick ideale per i Bucs contando che Josh Freeman non ha dato le risposte cercate in termini di letture, la dove il prodotto di N.C. State sembra essere focalizzato a crescere. Paragonato a Joe Flacco, Glennon nel giro di un anno potrebbe essere la nuova guida di Tampa Bay contando su un livello generale della squadra in continua crescita. Tutto passerà dai risultati di Josh e lecito sarà aspettarsi una dura competizione fin dai primi allenamenti.

Ad inizio terzo giorno si parte subito con il botto: Philadelphia(98) si trova nelle mani il biondo Matt Barkley, ragazzo già studente di un sistema offensivo Pro-Style in quel di Usc e talento cristallino mascherato da un anno non all’altezza delle aspettative. Personalmente è il pick più interessante di tutto il draft, perché da a Chip Kelly un ragazzo con un potenziale da franchise quarterback in tutti i sensi, essendo un leader naturale e con ottime letture pre-snap. Dovrà vincere la concorrenza con Foles, ma chissà che domani l’attacco dei Eagles non poggi sulle spalle di colui che ha fatto sognare invano un ateneo.

Manca ancora qualcuno? Ebbene si, Ryan Nassib, pronosticato anche ai Bills nel primo giro, è stato preso dai Giants al pick 110 dopo una trade up. Con Eli Manning davanti, Nassib troverà un ottimo maestro e allo stesso tempo uno che il campo gli lo farà vedere poco. Realisticamente l’idea più probabile sembra una permanenza per due stagioni come back up, per poi cercare qualcuno disposto a spendere una trade e farlo giocare da titolare. Le aspirazioni per l’ex Orange ora non sembrano quelle sognate prima di giovedì notte.

Finendo il giro, Tyler Wilson potrebbe trovare qualche soddisfazione a Oakland(112) se Matt Flynn dovesse dimostrarsi un fiasco. I più sognatori hanno pensato a un paragone con R.Wilson dei Seahawks, solo che a Seattle c’era una squadra ampiamente più attrezzata che quella che Wilson si troverà nel Golden State. Il talento c’è, però il recente passato a Arkansas non lo presente come una delle soluzioni più adatte per una squadra in completa evoluzione.

Sempre nel quarto giro Landry Jones di Oklahoma ha trovato fiducia da parte di Pittsburgh(115), decisa a farne un back up affidabile visti i continui problemi fisici di Big Ben. Chissà se Jones ne sarà l’altezza, comunque rimane una soluzione parecchio interessante, tanto quanto quella di Zac Dysert ai Broncos nel settimo giro. L’ex Miami(OH) sembra l’esatto clone del sopra citato numero sette dei Steelers, magari dietro a Manning, Peyton questa volta,potrebbe diventare un giocatore affidabile da provare in un livello ben diverso da quello della MAC.

Sarà Barkley il futuro dei Eagles?

Sarà Barkley il futuro dei Eagles?

Detto questo è tempo di tirare le somme: che draft è stato per i quarterback? Deludente si, perché scesi parecchio in basso rispetto ai pronostici, però la loro caduta ha ulteriormente rafforzato il grade dei pick intermedi. Per fare un esempio, Barkley a Phila nel quarto giro vale 82.0 per Nfl.com a differenza delle altre scelta che di media si avvicinavano al 70.

Poi le prese intermedie/basse non necessitano di un’entrata immediata in squadra, quindi le matricole potranno avere tempo prezioso per maturare e cancellare parzialmente i loro difetti più evidenti. La considerazione è personale, anche se è un ragionamento che molti analisti potrebbero aver fatto una volta chiusosi il Day 3.

Tra l’altro è utile dire che giocatori come Tyler Bray, Matt Scott e Colin Klein sono rimasti fuori, finendo poi rispettivamente a Kansas City, Jacksonville e Houston. Testimone che i dubbi legati al valore di questa classe ci sono e si sono confermati. Ora riusciranno a rifarsi, magari non subito, mettendo a tacere coloro che gli hanno snobbati e criticati? Secondo me solo una parte, e vi spiego il perché!

Manuel a Buffalo è una scommessa, giocatore atletico e acerbo, forse troppo per diventare l’uomo guida di una squadra professionistica, Nassib sembra destinato a scomparire nell’ombra di Eli Manning, idem per Jones e Dysert,finiti in piazze prestigiose con davanti alcuni dei migliori del mondo. Questi sembrano gli indiziati per avere un ruolo secondario nel futuro, sempre che quelli davanti non facciano crack o sprofondino in momenti di buio assoluto.

Invece Geno Smith potrebbe emergere dignitosamente a NY, contando che Sanchez giocherà con molta pressione addosso mentre lui avrà tempo prezioso per affinare i difetti ancora presenti. Ovvio che un’improvvisa risurrezione dell’ex Usc lo potrebbe nascondere, ma sono certo che in futuro sentiremo parlare di lui.

Stesso discorso per Matt Barkley, talento cristallino che con una linea offensiva adeguata potrebbe diventare la prossima guida dei Eagles. Dipenderà molto da Kelly e dal suo sistema di gioco: se presentasse un sistema simile alla West Coast, l’ex Trojans potrebbe essere una rivelazione, magari fin da subito anche se Vick difficilmente cederà il passo.

Glennon e Wilson sono in una situazione simile per il discorso starter/back up, solo che il primo avrà dei compagni più adatti per un inserimento in squadra, mentre il secondo dovrà spesso contare su McFadden, sempre che non si rompa, e basta. Insomma compito difficile per uno che tende a seguire l’andamento generale della squadra. In sintesi Glennon potrebbe essere una piacevole sorpresa, Wilson un po’ meno tuttavia il talento rimane.

Poi il campo dirà tutt’altra cosa perché è il bello del football. Certo, probabilmente non sarà l’anno del rookie quarterback come quest’anno ma di potenziale ce né, spetterà alle squadre sfruttarlo. La fortuna ha assistito qualcuno e altri no, forse era destino che andasse così o è solo il fatto che si tratta di Draft con tutte le sua scienza inesatta.

Pure quest’anno ci ha regalato sorprese e dolori, mentre scalpitiamo per l’inizio della nuova stagione, le giovani matricole sono all’opera sui vari campi con l’obiettivo di conquistarsi il favore dei coach, dei tifosi poi e se c’è spazio dei analisti, sempre pronti a criticare un giocatore in tutti gli aspetti.

Sarà un’attesa dura, chissà se verremo ripagati oppure le nostri opinioni sul loro valore nella notte di giovedì 25 erano fondate. Potremmo parlarne per ore anche se, come sempre, sarà il campo a dire chi ha ragione e chi ha torto, sperando che il torto sia nostro regalandoci altri giovani emergenti per affascinare sempre di più i campi da football.

One thought on “Nfl Draft 2013: Quarterback, le aspettative sono per domani

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