Dopo i defensive lineman, un altro reparto che si prospetta molto profondo in questa edizione del Draft è quello dei linebackers. A mio modesto parere il ruolo del linebacker è il più difficile della difesa, forse secondo per difficoltà dietro il quarterback, perché i giocatori si incaricano sia di contrastare le corse sia di coprire il campo, oggettivamente non proprio cosetta da niente.

L’evoluzione del gioco ci ha portato ad avere giocatori definibili come perfetti “ibridi” perché capaci di giocare sia da linebackers oppure da defensive end. E’ il caso di questa classe dove ben tre prospetti del ruolo proiettati nelle prime venti, hanno i mezzi fisici e tecnici per ricoprire il ruolo di outside LB o di giocare con una mano a terra.

Ecco perché c’è il rischio di non focalizzare con particolare attenzione prospetti di indiscusso talento ma chiusi dai così detti ibridi, che visti i passati nel college avrebbero potuto essere inseriti nei defensive lineman.  Per darvi l’idea, Mingo di Lsu ha giocato come end al college ma fisicamente non sembra in grado di essere un lineman professionista, salvo una notevole aggiunta di peso, per cui la sua analisi toglie spazio a un talento come Alec Olgletree.

hi-res-6691822_crop_exact[1]Dion Jordan, Strong Side LB, 6’6”, 248lbs, Oregon

Jordan mi ha sorpreso per il lavoro svolto in previsione della Combine, aggiungendo peso e conservando la notevole velocità che l’ha reso protagonista di una carriera con i Ducks di tutto rispetto. Tutto questo ha fatto salire le sue valutazioni fino ad essere il migliore del reparto, approfittando dei dubbi legati alla salute di Jarvis Jones.

Seppure abbia iniziato la carriera ad Oregon come tight end, Jordan ha dimostrato di avere istinti eccellenti per la palla, unendo tenacia, forza e tecnica al fine di diventare un placcatore di primo livello. Dotato di una corsa fluida, è capace di ricoprire benissimo le tracce dello slot wr e dei tight end.  Come solida base di partenza mette un eccellente lavoro di mani che potrebbe renderlo un pass rusher davvero temibile.

Quindi il ruolo che meglio dovrebbe interpretare sarebbe quello dello strong side LB in un fronte 4-3, dove potrebbe allo stesso tempo cacciare il quarterback, far valere le doti di placcatore e coprire il campo. Purtroppo l’altezza gli complica il lavoro di placcaggio contro half back più piccoli, per di più deve ancora imparare a leggere prima i buchi formatosi nella linea, affinare la tecnica delle mani e non sembra essere un giocatore predisposto per il gioco a zona.

Il futuro di Jordan sembra essere dipinto di rosa, però molto dipenderà anche dal peso che riuscirà a raggiungere essendo ancora sottosviluppato nella parte media del corpo.  La mentalità forte e le eccellenti basi atletiche ne fanno un talento interessante con molto potenziale, sempre che si riesca in tempi brevi a trovargli il ruolo definitivo.

Previsione: Top 5 (Jacksonville alla seconda?)

 

50ac5664b0be8.image[1]

Barkevious Mingo, Outside LB, 6’4”, 241lbs, Lsu

Il talento dei Tigers è l’esempio lampante di quanto detto nell’introduzione: defensive end al college ma che al piano di sopra sembra avere le caratteristiche per essere un outside LB da fronte 3-4 dato che, rispetto a Jordan, sembra molto meno predisposto alla copertura del campo.

Mingo è un pass rusher vero e proprio: lungo di schiena, tecnica di mani di ottimo livello, velocità impressionante e primo passo bruciante. Legge bene i blocchi di fronte a lui per cercare la migliore incursione al fine di mettere immediatamente pressione al Qb avversario; inoltre a Lsu è stato spesso raddoppiato riuscendo lo stesso a creare situazioni favorevoli per i compagni. Giocatore istintivo nella copertura contro gli screen pass riuscendo sempre a trovare lo spazio necessario per afferrare il running back.

Ciò che macchia di più il talento di Mingo è una costituzione fisica non particolarmente impressionante con fianchi stretti che difficilmente lo renderanno un end. Tende spesso a perdere di vista la palla guardando solo il blocco e come placcatore sembra ancora acerbo; durante la sua esperienza al College non ha dato grandi segni di miglioramento non divenendo il pass rusher da oltre dieci sacks, quindi è giusto aspettarsi una crescita ma anche un blocco perenne.

Il talento di Mingo integra parecchio: se affinate le varie tecniche di placcaggio potrebbe essere un outside da 3-4 spaventoso, godendo di maggiore libertà per operare nella pressione al quarterback. Se si scommettesse su di lui come end, si potrebbe aver sbagliato in pieno la chiamata.

Previsione: Top 10 (Jets alla nona?)

 

11784645[1]

Jarvis Jones, Outside LB, 6’2”, 245lbs, Georgia

L’avventura collegiale di Jones è stata segnata da risultati davvero notevoli sul campo – due volte All-American – e da bollettini medici contrastanti tra loro. Reclutato inizialmente da Usc, si infortunò il collo e lo staff medico lo valutò non idoneo per giocare; responso medico inverso per i dottori dei Bulldogs di Georgia, la sua terra natia, che ne hanno fatto uno dei linebackers più promettenti del college.

Giocatore eccezionale per impegno ed etica lavorativa, complessivamente dotato di ottime abilità che gli conferisco la possibilità di ricoprire più ruoli nell’allineamento. Jones ha un primo passo bruciante, ha una velocità tale da coprire bene tutta la linea inseguendo i portatori di palla o tappando i buchi, si presenta come un placcatore solido e molto tecnico, per di più dotato di istinti pregevoli per la caccia al quarterback e per la copertura del campo.

Il difetto tecnico più evidenti è un uso delle mani non ancora appropriato, tuttavia ciò che più preoccupa gli scout Nfl è la salute della sua colonna vertebrale. I vari via libera dei medici non hanno tolto tutte le preoccupazioni, lasciando perplessi chi si aspettava un percorso quindicennale tra i pro del talento di Georgia.

Il problema è semplice: quanto può scendere un talento così cristallino ma forse costretto a smettere tra pochi anni? Domanda difficile, specialmente bisognerà capire i suoi potenziali a seconda del ruolo; attualmente Jones sembra essere un outside da 3-4 perché è dove potrebbe crescere maggiormente, ma potrebbe essere tranquillamente uno strong side da 4-3.

La previsione è nelle prime dove Steelers e Saints hanno chiamate nel medio giro che permetterebbero di assumersi il rischio, potendo allo stesso tempo scommettere su un giocatore che potrebbe smentire ogni dubbio e diventare una star della Nfl.

Previsione: Top 20 (Saints alla quindici?)

 

Manti-Why I care[1]

Manti Te’o, Inside LB, 6’1”, 241lbs, Notre Dame

Il linebacker interno più talentuoso del progetto resta Manti Te’o, reclutato nel 2009 come five stars da Notre Dame e protagonista di quattro annate davvero convincenti e sempre in crescendo riguardo la comprensione del gioco. Numerosi premi e una stagione da Senior da incorniciare perdendo l’Heisman trophy solo per colpa del folletto Johnny Football.

Però la favola si è interrotta: un National Championship sottotono, complice la debolezza della linea dei Irish, una combine poco soddisfacente e lo strano episodio della fidanza inesistente. In seguito diversi analisti hanno postato articoli polemici sul suo impatto nella Lega, definendolo monodimensionale e con alcuni punti negativi che potrebbero metterlo in seria difficoltà di fronte ad avversaria ben diversi da quelli incontrati al college.

Te’o, originario della Hawaii, è un giocatore aggressivo con eccellente fiuto per la palla, sa leggere bene lo svolgimento del gioco inserendosi nei varchi lasciati dalla linea, placca con sicurezza, buona tecnica e si è dimostrato capace di gestire la copertura del campo, sia a zona sia a uomo. Nel complesso tutto quello che serve per essere un inside a livello superiore, ma ci sono dei contro piuttosto scomodi.

La velocità è il suo punto critico perché non ha il primo passo per attaccarsi a uno slot e nel lungo ha problemi a restare vicino al suo uomo. La statura è un altro punto negativo dato che non ha i cm per contendere palloni a tight end, in più l’eccesso di aggressività lo porta a sbagliare placcaggi tranquillamente alla sua portata. Il dubbio più grande sembra quello di un potenziale limitato, frutto di una velocità media che difficilmente gli permetterà di rimediare completamente ai difetti sopra elencati.

Te’o sembra essere un inside perfetto per il fronte 3-4, occupandosi prevalentemente delle corse e di intervenire in copertura con un adeguato sostegno dei defensive back. C’è da dire che porta con se ottima leadership, dettaglio non da poco se si vuole puntare su un giocatore d’impatto morale per aggiustare uno spogliatoio, e in questo momento sembra essere uno dei sottovalutati del draft! Occhio a non farselo scappare perché potrebbe essere uno dei interpreti migliori del ruolo se messo nelle condizioni adeguate.

Previsione: Fine primo giro (Bengals alla ventuno?)

 

hi-res-6694408_display_image[1]

Arthur Brown, Inside LB, 6’0”, 241lbs, Kansas St.

Dopo aver trascorso i primi due anni a Miami, Brown è passato ai Wildcats imponendosi come uno dei leader della squadra registrando 95 placcagi, 2 sacks e un pick nell’anno da junior, per poi confermarsi nella stagione da Senior terminando con altrettanti intercetti, 91 placcaggi e la nomina di Big 12 Defensive Player of the Year.

Giocatore istintivo, placcatore micidiale che colpisce duro, con efficacia e che abbatte anche i più pesanti ballcarriers. Veloce e dinamico nell’inserirsi nella linea anticipando bene il gioco di corsa e, nonostante la statura, è un combattente anche sui palloni alti. In copertura gestisce bene lo spazio inseguendo gli slot wr e i tight end tenendosi attaccati a loro; utilizza la sua velocità per sorprendere il quarterback con improvvisi bliz.

Purtroppo l’altezza sembra essere un problema per conservare la posizione di middle linebacker da 4-3, divenendo facilmente attaccabile seppure sia un grandissimo combattente. Ha problemi nella comprensione del gioco pre snap dove sicuramente ci sarà da lavorare parecchio, in più sembra avere margine di miglioramento molto ristretto. Potrebbe crescere come weak side nello stesso fronte del college anche se sarebbe molto più a suo agio se messo in una 3-4 senza occuparsi delle chiamate.

Brown è esploso in queste due stagioni e ha fatto parlare molto di se. Attualmente sembra uno dei prospetti più talentuosi ma oscurati ai riflettori per via dei vari Te’o e Jones. Potrebbe diventare un giocatore molto affidabile ma avrà bisogno di allenatori capaci di procedere passo per passo senza affrettare la maturazione, rischiando di commettere passi falsi. E il non essere un leader naturale potrebbe influenzare parecchio il suo giudizio nella sera del 25 aprile.

Previsione: Fine primo giro (Texans alla ventisettesima?)

 

CamFederico Sleeper: Damontre Moore di Texas A&M ha chiuso l’anno con 12.5 sacks e un inserimento nelle prime dieci chiamate. Dopo la deludente combine è caduto parecchio in basso – fine secondo inizio terzo – ma dentro di se questo ragazzo ha mezzi tecnici e fisici per essere un pass rusher puro da Nfl. Mobilità davvero impressionante, continua nella sua ricerca al Qb o al running back e con molto potenziale da sfruttare. Ha delle basi di copertura interessanti che potrebbero farne un outside da 3-4 davvero notevole, sempre che il giocatore non si trascuri e riprenda quanto fatto di buono durante la regular season.

Menzioni:

Alec Olgletree, Georgia, ha una velocità tale da essere una minaccia in ogni situazione, istintivo in copertura e placcatore efficace. Potenziale per essere un middle LB titolare.

Kevin Minter, Lsu, placcatore efficiente, ottime basi nella lettura del gioco e munito di ottima leadership. Non una velocità da far impazzire ma sa arrangiarsi a dovere.

Termina qui l’analisi dei linebackers: profondità e qualità non mancano con molti prospetti che potrebbero, un giorno, diventare dei defensive end. A inizio terzo giorno o fine secondo sarà facile trovare tanti nomi già pronti da inserire nelle rotazioni fin dalla week uno.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.