Lo abbiamo sostenuto più volte tra le righe di questo sito, ma il concetto va ricordato ugualmente: Jim Harbaugh è arrivato a San Francisco per vincere, ed è approdato nella baia con un piano già chiaro sul come muoversi per ottenere il risultato desiderato. I fatti non gli hanno certo dato torto, e la recente storia perdente che si era appiccicata a San Francisco allontanandola dai tempi delle dinastie è diventata solamente un pallido ricordo nel giro di un solo anno di esperienza.

05jim-blog480Tanto poco infatti ci ha messo Harbaugh per rivoltare la franchigia come un calzino e restituirle il palcoscenico spettante, trasformando la squadra da grande sorpresa del 2011 a concreta contender per il Super Bowl per il 2012 ed ora, nonostante la sconfitta contro i Ravens, la stessa previsione viene già fatta per l’anno venturo, e la composizione della squadra sostiene questa candidatura con molta forza dato l’esiguo numero di titolari che tra qualche settimana diventerà disponibile per il mercato libero e data la gioventù del roster. A due anni da un 6-10 e dall’ennesima mancata qualificazione alla post-season, i Niners hanno perso un Championship fortemente condizionato dai turnovers di Kyle Williams andando ad un minuscolo passo dal giocarsi il Super Bowl con i Patriots, quest’anno hanno centrato l’approdo alla finalissima perdendola negli ultimi minuti, per cui il traguardo che Harbaugh ha stabilito prendendo in mano la squadra è davvero vicino e, sulla carta, concretamente realizzabile. Manca solo l’ultimo passettino.

Tante volte si sente nominare la terminologia finestra delle opportunità, che mano a mano che gli anni passano, diventa sempre più piccina. Questo perchè accade che tanti giocatori chiave siano giunti ad un’età tale da trovarsi troppo vicini al ritiro, oppure perchè il gruppo non può più essere tenuto assieme in quanto si pensa che già abbia dato quel che poteva, ed altre volte ci si mette in mezzo la free agency stessa, e qualche giocatore fa l’errore di trasferirsi altrove per prendere più denaro, ma solo per vedersi drasticamente diminuite le possibilità di approdo al Grande Palcoscenico.

ImageProcessorAlla fine dei conti, Harbaugh la strada giusta l’aveva senza dubbio trovata, e lo stesso gruppo di giocatori che gli ha permesso questo grande successo – nonostante la sconfitta – rimarrà pressochè intatto negli anni a venire, questo perchè l’organizzazione ha costruito molto bene con il draft ed eseguito scelte corrette sul mercato dei veterani, senza privarsi di risorse importanti. Il nucleo che l’head coach medesimo ha plasmato rientrerà in blocco e con una maggiore esperienza, Colin Kaepernick avrà l’opportunità di disputare un intero campionato da titolare da leader della squadra con la conseguenza che l’attacco potrà utilizzare ancora in maniera creativa ed efficente la Pistol Offense quando lo riterrà opportuno, sfruttando a 360 gradi le qualità del Kaepernick corridore e passatore, e la metodologia vincente conterà non solo sui sue due pilastri sacri, difesa e corse, ma possiederà quindi un gioco aereo divenuto molto più dinamico ed imprevedibile da quando l’ex quarterback di Nevada è stato promosso al posto di Alex Smith, che di certo giocherà il 2013 con un’altra uniforme addosso.

L’attacco di San Francisco ha trovato l’equilibrio giusto, l’inserimento di Kaepernick non ha sacrificato le corse di un Frank Gore sempre imprescindibile, ha visibilmente migliorato le prestazioni di un Michael Crabtree che sta finalmente regalando fatti e non parole, e, fattore tra i più importanti, è tornato d’attualità Vernon Davis, che ha evidentemente trovato la corretta intesa con il nuovo quarterback strada facendo, ma che ha concluso il campionato con più di 200 yards combinate tra Championship e Super Bowl, e l’anno venturo potrà fare nuovi disastri contando appunto su questa maggiore amalgama.

culliverIl Super Bowl della domenica appena trascorsa ci ha sottolineato però un aspetto fondamentale, quello della bontà delle secondarie, ed è qui che l’organizzazione dovrà mettere mano con priorità. Pensando allo svolgimento della gara diventa chiaro come sia stato questo il problema principale che ha afflitto i 49ers, che avevano già dimostrato nel recente passato (vedi contro Atlanta) di possedere un attacco capace di rimontare uno svantaggio iniziale consistente, di saper effettuare gli opportuni aggiustamenti difensivi durante l’intervallo, qualità delle quali la squadra è conscia, ragion per cui con calma sa riprendere in mano la situazione e portare pian piano l’inerzia dalla propria parte per poi sfoderare il colpo finale. Possono essere stati più d’uno gli episodi determinanti per la sconfitta, come quella trattenuta sospetta su Crabtree o il fumble di LaMichael James, ma la partitaccia di Chris Culliver, il costante subire lo strapotere fisico di Anquan Boldin e la generale mancanza di comunicazione nelle retrovie – aspetto già duramente scoperto da Matt Ryan e Julio Jones – hanno avuto un peso generale molto più incisivo rispetto agli episodi isolati citati in precedenza, se non altro per i momenti e le circostanze in cui sono avvenuti.

Una di queste situazioni si è rivelata essere parte della differenza nel punteggio, nel senso che evitando un tale pasticcio San Francisco avrebbe potuto affrontare il secondo tempo con più calma e mettersi in posizione per vincere la partita con più agio, senza trovarsi davanti ad un quarto down da convertire che se non trasformato sarebbe significato sconfitta certa. L’episodio in oggetto è il touchdown di Jacoby Jones sul finire del primo tempo, un’azione nella quale il ricevitore/ritornatore dei Ravens è sfuggito alle coperture ritrovandosi solissimo a ricevere la bomba di Flacco, e la mancanza di concentrazione delle secondarie dei rosso-oro ha fatto sì che Jones medesimo potesse rialzarsi (non era stato placcato quindi poteva riprendere la corsa verso la meta), evitare un goffo tentativo di placcaggio ed infine varcare la endzone pressochè indisturbato, nonostante la presenza di ben tre uniformi avversarie nel giro di pochissimi metri.

j smithIl Super Bowl ha anche evidenziato quanto siano state importanti e determinanti per tutta la difesa le prestazioni positive di Justin Smith, autore di una stagione superlativa che dal suo infortunio al tricipite non è più stato in grado – comprensibilmente – di fornire o stesso rendimento precedentemente registrato. L’inefficacia di Smith è stata fin troppo negativa per uno dei migliori pass rushers della Nfl, Aldon Smith, che fino a poche settimane dalla conclusione della stagione regolare aveva distrutto ogni tasca avversaria accumulando 19.5 sacks, e l’assenza di produzione emersa successivamente testimonia chiaramente la sua necessità di potersi muovere negli spazi abilmente creati dal compagno. Con Justin anche solo vicino al top della forma, la possibilità che Flacco fosse stato maggiormente sotto pressione sarebbe potuta diventare una concreta realtà.

Ad ogni modo, il passato è passato, ed ora è già tempo di spostare il pensiero alla prossima stagione, la cui offseason è già vicina. Saranno solamente tre i titolari in scadenza di contratto (Randy Moss, Isaac Sopoaga, Dashon Goldson), il blocco principale della squadra è formato da giocatori giovani che sono sotto contratto ancora per parecchi anni e che quindi garantiscono l’apertura della famosa finestra di opportunità ancora per un lungo periodo, ed ora che Harbaugh ha felicemente sperimentato il quarterback che può garantire una grande flessibilità offensiva, anche il ruolo chiave dell’attacco è coperto a dovere. Con il tempo il roster riaccoglierà elementi importanti come Kendall Hunter e Mario Manningham, finiti anzitempo tra gli infortunati da stagione finita, e finalmente si potrà fare luce sul futuro ruolo del wide receiver A.J. Jenkins, all’attualità ancora oggetto misterioso nonostante la scelta di primo giro investita nello scorso draft per assicurarsi i suoi servigi. La franchigia avrà l’opportunità di accaparrarsi numerosi talenti usciti dal college in quanto si trova in possesso di 14 selezioni, parte delle quali sono state accumulate attraverso scambi avvenuti nel draft 2012, senza contare le cosiddette compensatory picks che potrebbero pervenire qualora venissero perduti i tre free agents già menzionati.

Un anno è appena terminato ad un soffio dal traguardo, ma un altro si sta già per aprire, e da qui partirà la lunga preparazione per il mese di settembre 2013, quando il campionato riaprirà ed i San Francisco 49ers ripartiranno con i favori dei pronostici per poter ottenere un’altra qualificazione per il Super Bowl, che stavolta si terrà nel freddo di New York. Fino ad allora possiamo scommettere che l’implacabile sguardo di Jim Harbaugh sarà fisso sul premio, e che il sanguigno head coach sarà concentrato al massimo per portare a compimento un obbiettivo già sfiorato per due volte, e che sarà maniacale al punto giusto nell’apportare le corrette modifiche per riuscire a sollevare il trofeo più importante di tutti.

L’amarezza è ancora tangibile per una sconfitta così vicina nel punteggio al Super Bowl, sia per i giocatori, che per l’organizzazione e non ultimo per i fans. Nonostante siano passati solamente tre giorni, è già tempo di rialzare la testa e guardare avanti, perchè il futuro, anche se adesso non sembra, potrebbe portare ciò che domenica non è arrivato.

 

3 thoughts on “49ers, la mente è già al 2013

  1. complimenti lo stesso niners , in particolare a colin , sono sicuro ke avrà l’occasione di riprovare a vincere il superbowl

  2. certo che se ogni tanto riuscissero a svegliarsi prima di essere sotto di due touchdown magari le cose andrebbero meglio…

    • Non hai torto, ho notato che è una loro caratteristica concedere vantaggi gratis per poi affannarsi per recuperare, ma credo che questo sia a “causa” dell’inesperienza del nuovo QB e del necessario rodaggio e confidenza ed empatia tra QB e il suo attacco. Kaepernick ha disputato solo 10 partite di cui una direttamente nel super bowl, è praticamente un rookie..vediamo il 2013…GO Niners!! :P

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