0ap2000000122349_gallery_600[1]Sono iniziati ufficialmente i play off con la sfida tenutasi a Houston tra i Texans e i Bengals in un Reliant Stadium completamente esaurito. La terza e la sesta dell’American Football Conference a confronto in una sfida che già l’anno passato vide le due formazioni affrontarsi nella stessa cornice e con il medesimo esito.

I Texans si presentavano all’appuntamento con una sconfitta rimediata in casa dei sorprendenti Colts e un periodo di forma non proprio rassicurante che ha portato a perdere la prima e la seconda seed della Afc. I Bengals come l’anno scorso sono entrati con l’ultima porta disponibile vantando un record di dicembre quasi perfetto approfittando anche del momento non proprio epico di Pittsburgh.

Questa poteva essere una breve presentazione della Wild Card; tuttavia va ricordato che i play off sono un mondo a parte dove gli equilibri sballano in continuazione e le sorprese sono dietro l’angolo.

Il primo tempo ha confermato la regola con l’attacco aereo di Cincinnati costretto a chiudere in passivo complice uno splendido lavoro della difesa dei padroni di casa. Marvin Lewis si è trovato così sotto di due lunghezze all’intervallo dopo un primo tempo dove entrambi gli attacchi hanno combinato poco o nulla.

Infatti il tabellone dopo trenta minuti di gioco fissava il punteggio sul 9 a 7 a vantaggio dei Texans capaci di esprimere del buon gioco specialmente via terra ma colpevoli di non concretizzare nei momenti caldi dell’incontro dove un insolito drop di Andre Johnson ha ammutolito tutti i presenti alla stadio.

Per fortuna ci hanno pensato il piede preciso di Shayne Graham e la prestazione di una difesa semplicemente perfetta a tenere in vantaggio i suoi lasciando a zero punti l’attacco delle tigri; a sbloccare il tabellino degli ospiti ci ha pensato il corner back Leon Hall riportando in end zone un intercetto messo a segno approfittando di un discutibile lancio del quarterback texano.

Fino a quel momento l’attacco dei Bengals era stato impalpabile anche per merito dello strapotere fisico di J.J. Watt – il nome più caldo per il titolo di Defensive Player of the Year – e delle secondarie attente e reattive, rispondendo alle critiche di chi le accusava di essersi rilassate contando sul lavoro svolto dal lavoro fatto dal front seven. Tutto era pronto per la prima segnatura pesante dei padroni di casa.

E così fu: al rientro dagli spogliatoi i Bengals effettuano un punt dopo l’ennesimo terzo down non convertito, il ricevitore chiama il fair catch ma stupidamente un giocatore del kicking team interferisce la ricezione e concede quindici yards di campo. Sulle 43 di Cincinnati Schaub si affida ad Arian Foster, semplicemente elettrizzante nel primo tempo con cambi d’angolo e letture da vero maestro, che macina yards su yards fino a marcare il touchdown del più nove.

Ma scusate ci stiamo dimenticando di qualcuno? In effetti nel primo tempo non aveva ricevuto un pallone mentre in stagione era stato immarcabile divenendo uno dei top 10 wr; si è proprio A.J. Green che nel secondo tempo riceverà 80 yards in una serata piuttosto deludente per il suo compagno Andy Dalton.

Il qb ex Tcu non sempre è stato capace di risolvere la partita quando il suo target preferito veniva isolato dalla difesa, e infatti ha terminato la sfida completando neanche la metà di passaggi ottenendo un bottino molto magro. Green ha provato a riaccendere l’entusiasmo dei suoi con un big play da 45 yards ma a nulla è valso.

La partita è in mano ai Texans, Cincinnati sigla solo due field goal e Foster raggiunge la modesta cifra di 140 yards corse in 32 portate contro una difesa arcigna come quella presente in campo. Tutto si chiude con l’intercetto di Johnathan Joseph bravo ad approfittare di una mancata intesa tra Dalton e Green congelando il risultato a favore dei suoi. La partita finisce con il punteggio di 13 a 19 ma bisogna guardare oltre i numeri.

Houston ha dominato la partita in difesa limitando a 207 yards totali l’attacco dei Bengals mettendo continuamente sotto pressione Dalton e marcando in modo stretto gli avversari più ostici. Poi l’attacco ha fatto il resto con le solite play action capaci di mandare in confusione anche una difesa energica ed esplosiva come quella delle tigri.

Ai Bengals è mancato il supporto di Dalton, dimostratosi ancora acerbo nei momenti delicati della partita, e i numerosi minuti giocati dalla difesa non hanno di certo aiutato permettendo a Schaub di accumulare punti preziosi. Proprio questo successo è il primo nei play off per il quarterback originario di Pittsburgh, soddisfatto e con piena fiducia per le prossima sfida.

I prossimi avversari si chiamano Patriots, quelli che qualche settimana fa fecero registrare una brutta sconfitta alla squadra allenata da Gary Kubiak. Il talento offensivo per giocarsela c’è tutto: linea potente, running back formato play off e un quarterback affidabile. Rimane l’incognita del vice Johnson anche se il sistema offensivo ideato da Kubiak e dai suoi assistenti permette di sopperire a questa assenza pescando ogni tight end rimasto libero dopo la finta di corsa.

Cincinnati esce a testa alta: sono giovani, hanno talento e con qualche innesto di qualità unito a un anno in più di esperienza potranno confermarsi impensierendo i quotati Ravens.

Houston we have got a problem si diceva di solito ma adesso i Texans non sembrano averne di problemi e l’ira di Watt in ogni placcaggio sottolinea quanto la sua squadra desideri questo Super Bowl.

3 thoughts on “Come l’anno scorso, Houston batte Cincinnati

  1. Houston non avrà pure problemi, ma anche solo pensarli alla pari dei Patriots mi sembra irriguardoso…
    Credo che a Boston sarà il solito massacro…

  2. Houston deve fare un grosso salto di qualità per poter impensierire New England. Il lato positivo della medaglia è che avrebbe anche le potenzialità per farlo. Molto dipenderà dal suo gioco di corse e dalla giornata di Matt Schaub. Deve riuscire ad andare avanti nel punteggio e scatenare JJ Watt alla caccia di Brady costretto a recuperare, allora può vincere. Credo alla fine però non ci riuscirà e prevedo New England al championship

  3. ho visto solo i primi due quarti in un bar all’aeroporto JFK di new york …poi volo per milano …confesso che mi ha sorpreso leggere il play-by-play del second half …pensavo ci sarebbe stata partita …. o forse era solo la speranza di vedere cincinnati al mile high stadium anziche i piu temibili ravens….

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