La Nfc East si presenta ancora una volta come una division particolarmente dura e combattuta, la quale anche l’anno scorso ha visto una lotta all’ultimo sangue che ha mandato ai playoff una sola squadra, i Giants, i futuri campioni Nfl.

Nonostante tutto quell’equilibrio, molti hanno sottolineato il fatto che nessuna delle appartenenti abbia concluso l’anno con almeno 10 vittorie, anche se la seconda affermazione dei Big Blue nel giro di quattro anni ha messo in secondo piano tutte queste considerazioni.

Gli uomini di Tom Coughlin partono obbligatoriamente da favoriti per la division, ma sono poco accreditati per accedere nuovamente al Super Bowl, fatto che potrebbe motivarli ancora di più.

Saranno tallonati dai Cowboys, che hanno messo a posto la difesa nelle retrovie e che posseggono un attacco più che adeguato per garantirsi vittorie a doppia cifra, un passo indietro sono Eagles e Redskins.

I primi sono reduci da un’annata disastrosa nonostante il grande talento a roster e per Andy Reid, ferito dalle tragedie personali, è l’ultima possibilità. I secondi continuano i loro piccoli progressi sotto Mike Shanahan, ed il futuro appare tutto luminoso grazie all’arrivo di Robert Griffin III. Prima, però, c’è dell’altro lavoro da svolgere.  

DALLAS COWBOYS

La stagione 2011 ha visto i Cowboys concludere la corsa con il medesimo epilogo, ovvero senza riuscire a mantenere le promesse fatte intravedere dal loro potenziale, ennesima fonte di delusione per un proprietario come Jerry Jones, che da sempre desidera abbinare costantemente la parola successo al proprio nome. Dallas è arrivata al 50% di vittorie dopo un inizio che avrebbe fatto presagire qualcosa di diverso, ha sprecato il vantaggio acquisito nei confronti dei Giants per la prima piazza della Nfc East fino alla beffa finale, giunta tramite una sconfitta patita all’ultima giornata di regular season contro i rivali di division in un playoff anticipato, sciupando le 7 vittorie ottenute nelle prime 11 gare e decretando l’ennesimo nulla di fatto. I Cowboys hanno sfatato un tabù nel 2009 quando hanno vinto la loro prima gara di post season degli ultimi 13 anni, ma chiunque pensi che togliersi la cosiddetta scimmie dalla spalla sia di benché minimo interesse per Jones si sbaglia di grosso. Il proprietario ha fatto sapere all’head coach Jason Garrett che vuole vincere il premio grosso. Possibilmente subito.

Attacco

Tony Romo

Sembra grottesco pensare ai Cowboys e ad alcuni dei loro recenti fallimenti, e collegare tale pensiero alla figura prominente di capro espiatorio che moltissimi addetti ai lavori hanno ritagliato e cucito addosso a Tony Romo. Il quarterback ha le sue responsabilità ed è apprezzabilissimo il fatto che non si sia mai tirato indietro di fronte ad esse, ma va detto che ha sempre giocato in qualsiasi condizione fisica gli permettesse di farlo dimostrando dedizione per la causa e coraggio, ed è doveroso considerare alcune falle difensive per le quali Romo non può essere tirato in mezzo.

Il suo 2011 è stato numericamente molto concreto, per la seconda volta in carriera Tony ha raggiunto i 30 passaggi da touchdown limitando a 10 il numero di intercetti, superando le 4.000 yards e gestendo uno degli attacchi più bilanciati e produttivi della Nfl.

Al di là di qualche turnover determinante per le sconfitte nella seconda parte del campionato, Romo è stato il terzo quarterback più preciso della lega, ha deciso molte gare in positivo, ed è stato produttivo pur essendo spesso sotto pressione (36 sack subiti) grazie alla sua capacità di non perdere la calma nella tasca. Qualora dovesse soffrire nuovi infortuni che lo costringessero a guardare da fuori, Dallas si è cautelata con l’acquisto di Kyle Orton, che offre un backup di altissima qualità, di esperienza, una soluzione potenzialmente migliore rispetto al ritirato Jon Kitna.

Il produttivo gioco aereo dipende molto dalle prestazioni di Miles Austin, falcidiato dagli infortuni durante lo scorso campionato dopo che era riuscito a dimostrare di essere un wide receiver capace di grandi numeri in stagioni consecutive, ed il tandem con Dez Bryant sulla carta è addirittura esplosivo, non fosse per i problemi fuori dal campo che il buon Dez continua a portarsi appresso per via di un carattere a volte incomprensibile, fatto che consegue continue distrazioni. La battaglia per il ruolo di terzo ricevitore è aperta dopo la partenza di Laurent Robinson per Jacksonville, con Kevin Ogletree, Dwayne Harris ed il rookie Danny Coale a combattere per il posto.

Il bersaglio preferito di Romo resta innegabilmente il tight end Jason Witten, che ha capeggiato la squadra per numero di ricezioni arrivando ad un passo dalla tripla cifra, e che sta recuperando meglio del previsto da un brutto colpo alla milza derivato da un placcaggio rimediato in pre season.

Il suo backup sarà John Phillips, che sarà utilizzato per gli schieramenti a doppio tight end, in quanto Martellus Bennett, che offriva tante garanzie quale bloccante, ha firmato per i rivali Giants. La linea offensiva è stata assoggettata a parecchie modifiche dopo le molte insoddisfacenti prove dello scorso campionato, quando sono stati concessi 39 sack totali alle difese avversarie. Il miglior elemento è stato sicuramente il rookie Tyron Smith, che è stato posizionato da tackle destro ma che in questo nuovo campionato è pronto per fare il salto a sinistra, posizione nella quale Doug Free si pensava giocasse meglio di come ha fatto.

Free verrà riportato a destra, la sua posizione più naturale, mentre per il ruolo di guardia ci si è rivolti alla free agency, acquisendo Mackenzy Bernardeau dai Panthers e Nate Livings dai Bengals, che andranno a completare lo schieramento frontale assieme al centro Phil Costa, uno dei giocatori meno efficienti della linea dello scorso anno.

Il backfield ha trovato una gradevolissima sorpresa in DeMarco Murray, esploso con le 253 yards corse in faccia alla difesa di St. Louis e dimostratosi in grado di prendersi i gradi di starter pur essendo solo un rookie, soffiando il posto a Felix Jones prima di fermarsi per un infortunio alla caviglia. I due running back rientrano ai loro posti a posizioni invertite nella depth chart, in quanto Dallas si aspetta altri exploit dall’ex giocatore di Oklahoma. Da non sottovalutare l’addizione di Lawrence Vickers quale nuovo fullback, che porta a roster un giocatore giovane e molto solido, che ha bloccato con grande successo per Arian Foster e Ben Tate.

Difesa

DeMarcus Ware

L’assunzione di Rob Ryan aveva l’intenzione di costruire una difesa di rendimenti vicini a quelli dei solidissimi reparti tradizionalmente messi in campo da lui e dalla sua famiglia (è gemello di Rex Ryan, e figlio del grande Buddy Ryan), ma questo non è stato possibile soprattutto per le gravi problematiche sofferte nelle secondarie. L’idea generale era quella di prendere un defensive coordinator già pratico della 3-4 installata a suo tempo da Wade Phillips, che durante la sua permanenza ai Cowboys era riuscito a fare di questo reparto una sicurezza.

Dallas ha giocato benissimo contro le corse forzando presto gli avversari a divenire mono-dimensionali, ma quanto concesso per vie aeree non ha consentito alla squadra di prendere vantaggio da questo. Così si spiegano i milioni di dollari utilizzati per strappare l’ex Kansas City Brandon Carr alla concorrenza durante la free agency, e la mossa con tanto di punto esclamativo che ha visto la dirigenza salire di posizioni al draft per acquisire il grande talento di Morris Claiborne, il meno pubblicizzato dei corner back di Louisiana State, ma nettamente il più forte. Claiborne prenderà il posto da starter che Mike Jenkins ha perduto per via di prestazioni altamente discontinue che ne hanno minato la fama dopo che pareva essere destinato ad emergere mantenendo fede al suo status di prima scelta, ora giocherà le situazioni di nickel assieme all’altrettanto deludente Orlando Scandrick, sempre che non si decida di trovargli un’altra destinazione attraverso vociferate trade.

Se tutto quadra, i Cowboys possono essere molto forti anche nelle retrovie e diventare così quella difesa completa e dominante che serve a vincere le partite che contano, una difesa che si nutre delle giocate del miglior pass rusher della lega, DeMarcus Ware, un vero e proprio terrore che negli anni non ha smesso di produrre ad altissimi livelli piazzando 19,5 sack durante il corso del 2011. Il reparto linebacker ha fatto un deciso passo in avanti grazie all’introduzione di Sean Lee da  partente in una delle due posizioni centrali (oltre 100 placcaggi, ma soprattutto 4 intercetti), il quale farà coppia con l’ex compagno a Penn State Dan Connor, che a Carolina faceva la riserva, lasciando andare i veterani Bradie James e Keith Brooking. Anthony Spencer completa il quartetto al rientro da un campionato con 6 sack, rappresentando una buona, ma non buonissima come si pensava, alternativa alle scorribande di Ware, mentre Bruce Carter, scelta di secondo giro dello scorso anno, è il principale backup.

La resa contro le corse, come detto in apertura, è stata particolarmente soddisfacente grazie alla presenza di Jay Ratliff, nose tackle utilizzabile pure da defensive end, e di una rotazione comprendente Jason Hatcher e Kenyon Coleman.

Gli special team sembrano aver trovato affidabilità nel piede di Dan Bailey, autore di 32 field goal a segno sui 37 tentati, e perfetto all’interno delle 40 yards. Finita l’era di Matt McBriar, disturbato da un problema al piede per tutto il 2011, ci si affiderà a tempo pieno a Chris Jones, che aveva già vestito l’uniforme per tre gare ottenendo una media di 42,6 yards per punt, mentre i ritorni di calcio saranno affidati a Felix Jones e Kevin Ogletree. Presumibile che Dez Bryant venga utilizzato meno sui punt return, vista la sua maggiore importanza in quello che è il suo ruolo primario.

Considerazioni finali

Nonostante Dallas abbia accumulato solo 14 vittorie negli ultimi due campionati c’è ampio spazio per avere successo, resta il solo fatto – di non poco conto – di riuscire a restare con i nervi saldi al momento della verità ed evitare quelle debacle che sono ormai proprie dei Cowboys nei mesi di dicembre. L’attacco potrebbe aver trovato la stabilità che cercava grazie a Murray, ed ha in Romo un quarterback veterano, duro ed affidabile, cui serve un miglior livello decisionale in determinati momenti delle partite. Se la difesa, al secondo anno sotto le direttive di Rob Ryan, fornirà un livello superiore di prestazioni per quanto riguarda le secondarie Dallas saràla prima antogonista dei Giants nella Nfc East, nonchè squadra in grado di fare una corsa profonda durante la post season.

NEW YORK GIANTS

L’ultimo ricordo della stagione 2011 sono loro, i New York Giants dell’ennesimo miracolo, ovvero quella squadra che ha ripetuto l’exploit di quattro anni prima effettuando un’improbabile cavalcata al titolo Nfl dopo aver disputato una stagione regolare altalenante e spesso neanche all’altezza di una squadra da playoff. Stiamo parlando dei campioni in carica e sembra strano che la franchigia non possa essere presa in considerazione come la più forte in assoluto in sede di ripartenza del campionato, ma i ragazzi di Tom Coughlin ci hanno abituati a questo, a conclusioni inaspettate sia dal punto di vista positivo che negativo.

Questa idea generale che gli addetti ai lavori hanno fatto scaturire potrebbe essere la vera chiave di interpretazione della nuova annata dei Giants, che vorranno a tutti i costi mettere a tacere le critiche, saranno motivati al massimo per tentare di bissare il successo visto che, come noto, giocano meglio quando partono da una posizione di svantaggio.

Attacco

Eli Manning

I progressi registrati da Eli Manning tra il 2010 ed 2011 sono stati di grande, grandissimo spessore, ed il quarterback si è ulteriormente consacrato tra i migliori in assoluto della Nfl. Ha dimostrato ancora una volta un gran senso di freddezza nei momenti caldi, la sua quieta leadership ha tirato fuori i Giants dalle secche di una stagione che stava andando alla deriva dimostrando una volta in più il trend recente percorso nella Nfl, dove vince chi si trova più in forma nel momento determinante del campionato. Manning ha ridotto notevolmente il numero di intercetti lanciati, frutto questo di un’intesa migliore con i ricevitori dovuta alla maggiore esperienza accumulata nell’esecuzione dei difficili schemi dell’offensive coordinator Kevin Gilbride.

La off season ha portato delle perdite importanti, Mario Manningham, emerso definitvamente come playmaker nel 2011 ha difatti firmato con San Francisco, ma le armi a disposizione di Manning non mancano di certo. Hakeem Nicks è il principale punto di riferimento del reparto a patto che riesca a stare lontano da infortuni che l’hanno tenuto lontano dal campo non per estesi periodi di tempo ma comunque più spesso del dovuto, il quale forma una coppia di invidiabile sostanza e spettacolarità assieme a Victor Cruz, la grande storia dello scorso campionato, passato dall’essere una sensazione di pre-stagione allo scrivere numeri impensabili, incredibili. La sua capacità di farsi trovare smarcato nei momenti decisivi di tante gare ha fatto tutta la differenza del mondo, così come la sua propensione a produrre grandi guadagni e mete a lunga gittata ha letteralmente spezzato in due molte difese, che nell’imminente campionato guarderanno il giocatore con maggiore attenzione, facendo della missione principale di Cruz il riuscire a ripetersi ora che non avrà più l’effetto sorpresa dalla sua parte.

Per sostituire Manningham è stato preso Reuben Randle al draft, una selezione che pare fatta apposta per questo tipo di attacco e che  restituisce una terza opzione pericolosa, in grado di sfruttare l’ottimale combinazione tra fisico e velocità per dare nuovi mal di testa agli avversari, oltre che fornire al reparto un ragazzo che ha effettuato tante giocate decisive ad alto livello durante la militanza a Lsu. Domenik Hixon rientra invece dall’ennesimo infortunio, e ci sarà spazio pure per l’oggetto misterioso Ramses Barden, gran fisico, e per il secondo anno Jerrell Jernigan, che deve dimostrare di essere più che un semplice special teamer. Una strana mossa del general manager Floyd Reese, che ha male utilizzato il funzionamento del waiver wire per creare un posto in più a roster, ha privato la squadra del tight end Jake Ballard, una delle sorprese più positive ed inattese della scorsa annata, ma già prima, visto il grave infortunio riportato da Ballard al Super Bowl, ci si era premuniti firmando Martellus Bennett, ex rivale divisionale che ha passato tutta la sua giovane carriera a Dallas senza mai mantenere le enormi promesse che il suo fisico e le capacità in ricezione avevano fatto intravedere, per colpa di un  comportamento spesso inadeguato nei confronti del professionismo richiesto in Nfl.

Il numero maggiore di snap dovrebbe vederlo comunque Bear Pascoe, capace di allinearsi anche da H-Back e bravo a sfruttare le poche opportunità avute massimizzandole al meglio. Il backfield ha perso i muscoli di Brandon Jacobs e pone dei legittimi dubbi sulla tenuta fisica di Ahmad Bradshaw, titolare indiscusso in fase di partenza di stagione ma storicamente soggetto ad infortuni delicati a caviglie e piedi, ragione per la quale si è deciso di investire la scelta di primo giro sull’ex Virginia Tech David Wilson, un running back dinamico e fisico che in caso di nuove assenze di Bradshaw avrebbe la possibilità di diventare il nuovo feature back. La linea offensiva è interamente confermata e vede il rientro al proprio posto del centro David Baas, delle bandiere Chris Snee e David Diehl a comporre il lato destro, e della prima scelta 2009 William Beatty quale tackle a sinistra, al quale si affiancherà l’ex riserva Kevin Boothe, che ha dimostrato di meritare i gradi di titolare.

Difesa

Jason Pierre-Paul

L’innalzamento improvviso della qualità difensiva dei Giants è stasto registrato soprattutto grazie alle prestazioni della linea, che ha messo enorme pressione agli avversari nei momenti più importanti della stagione ed è tornata a dominare partendo dal fronte, proprio come aveva fatto quattro anni prima sotto le direttive di Steve Spagnuolo. I concetti di Perry Fewell non sono poi così diversi, come dimostra il successo negli scorsi playoff, quando l’efficacia della pass rush ha annichilito Matt Ryan, Aaron Rodgers e Tom Brady, condottieri di tre dei più esplosivi attacchi di tutta la Nfl.

La rotazione dei defensive end fa paura solo a leggerla, composta come sempre da Justin Tuck, versatile nel portare pressione sia all’esterno che dal mezzo, dal fenomenale Jason Pierre-Paul, letteralmente esploso nel 2011 con una stagione dove la sua presenza è stata determinante praticamente in ogni snap difensivo (e non solo per i 16,5 sack), e di Osi Umenyora, che ha messo da parte i litigi con il management e che se in salute è un giocatore eccellente. Nel mezzo i titolari saranno il veterano Rocky Bernard ed il più giovane Linval Joseph, mentre i progressi di Marvin Austin, già fuori per tutto il 2011 per infortunio, sono stati rallentati da un nuovo infortunio alla schiena. Chris Canty comincierà l’anno nella PUP list in seguito alla lunga riabilitazione dall’infortunio al ginocchio, quindi per allungare la rotazione è stato messo sotto contratto pure l’ex Broncos Marcus Thomas, mossa resa necessaria anche dal grave problema al polpaccio che terrà fuori il nuovo acquisto Shaun Rogers per tutto il campionato.

L’efficenza del fronte dovrà aiutare nuovamente il settore più debole della difesa, quello dei linebacker, per il quale non è stato trovato un giocatore in grado di fare la differenza nel mezzo. Lo schieramento titolare prevede l’ottimo Mathias Kiwanuka, una sicurezza in termini di pass rush, e l’esperto Michael Boley quali esterni, mentre la posizione centrale è attualmente proprietà di Chase Blackburn, membro dell’edizione vincente del 2007 letteralmente ripescato dalla strada nel corso del campionato passato per finalizzare la seconda cavalcata al Super Bowl. Il mercato ha portato a bordo Keith Rivers, giocatore che ha tradito le attese a Cincinnati dopo una bella carriera a Usc, che aggiunge un elemento in rotazione all’esterno ma che non risolve il problema nel mezzo.

Durante la off season Aaron Ross ha salutato la compagnia per le più calde temperature di Jacksonville, lasciando le secondarie in affidamento all’esperienza del veterano Corey Webster e contando sul contributo del secondo anno Prince Amukamara, i cui progressi sono stati finora frenati dagli infortuni. Interessante sarà vedere di nuovo all’opera Terrell Thomas, la cui scorsa stagione è andata in frantumi assieme ai legamenti del ginocchio proprio nell’annata in cui si sarebbe dovuto confermare come uno dei corner emergenti più bravi di tutta la lega. Kenny Philips ed il playmaker Antrell Rolle occuperanno le due posizioni di safety, mentre la formazione nickel potrebbe vedere presto l’utilizzo del rookie Jayron Hosley, che al college gè stato un defensive back di grande impatto.

Lawrence Tynes è un kicker sicuro ed affidabile, che ha trovato conferma per il settimo anno consecutivo avendo risolto con il suo piede numerose partite, soprattutto nei playoff. I Giants hanno goduto di un notevole miglioramento quando, l’anno scorso, hanno firmato il punter Steve Weatherford, mentre i ritorni saranno affidati alla velocità di Jernigan e del backup running back Da‘Rel Scott.

Considerazioni finali

I Giants hanno scritto ancora una volta la storia del football, hanno creduto fermamente in loro stessi anche quando nessuno dava loro credito, hanno invertito la rotta della nave al momento giusto, e nessuno è più riuscito a fermarli. Tutti sostengono che non si ripeteranno, che una dinastia non è possibile. Se Manning gioca ancora da Mvp, se la difesa rimane in salute, e se i nuovi pezzi aggiunti per sopperire alle perdite della free agency rendono da subito, è possibile che arrivi un’altra cavalcata molto profonda nei playoff. Di sicuro, saranno motivatissimi nel riuscire in questo ennesimo sovvertire i pronostici.

PHILADELPHIA EAGLES  

Gli Eagles questa storia se la porteranno appresso finché non riusciranno a tenere fede alle (false) promesse che il mercato di off season mette in piedi ogni anno, perché si sa, il football americano è uno sport fatto di disciplina a coralità, e la semplice addizione di molteplici talenti da sola non ba
sta a rendere una squadra favorita per il titolo. L’obbiettivo è quello di mettersi da parte i titoloni dei giornali e dei siti internet dove l’antipatico epiteto Dream Team è stato utilizzato fino allo sfinimento, molto spesso anche a vanvera, girare pagina e ricominciare la rincorsa ai playoff che sono mancati nella scorsa stagione nonostante le chiare potenzialità della squadra, tanto forte quanto indisciplinata.

Andy Reid ha quella che potrebbe essere la sua ultima possibilità di guidare Philadelphia alla terra promessa nonostante sia l’allenatore Nfl in attività con più anni sulla stessa sideline, ed il suo compito sarà difficilissimo in virtù dei gravi problemi personali che lo hanno coinvolto recentemente, quando ha dovuto affrontare la tragedia della morte del figlio Garrett, il peggiore di una serie di problemi familiari che non gli hanno mai dato pace. Se questo sarà motivo di distrazione definitiva, o presupposto per stringere la forza della squadra attorno al coach, questo ce lo dirà lo svolgimento del campionato che sta per iniziare.

Attacco   

LeSean McCoy

Il reparto offensivo di Phila ha tutte le carte in regola per eccellere e produrre al meglio, a patto che i protagonisti più attesi tornino a compilare le statistiche di un paio di stagioni fa (Jackson) e riescano a stare lontani dagli infortuni (Vick). Michael Vick resta la chiave di volta, il giocatore chiave dalle grandi capacità atletiche che deve migliorare le proprie decisioni e gestire meglio i palloni in suo possesso, uscendo da un campionato dove ha lanciato 14 intercetti e perso 4 fumble, fermandosi per infortunio per l’ennesima volta in carriera. Al quarterback è chiaramente mancata l’interazione con DeSean Jackson, sicuramente uno dei suoi bersagli più prolifici e soddisfacenti da colpire per grandi volate in profondità, ma è necessario un innalzamento delle percentuali di completi ed una gestione migliore di alcuni drive, che spesso sono stati produttivi grazie anche alle 7.8 yards di media registrate su corsa da Vick, ma che sono talvolta terminati anzitempo per via dei sopra citati turnovers.

Il giocatore offensivo più atteso è Jackson medesimo, ovvero colui che ha finalmente ammesso di non aver giocato al massimo delle proprie potenzialità ed ha trascorso un 2011 da separato in casa prima di ricevere un nuovo contratto quinquennale, un attestato di fiducia enorme nei confronti di un ragazzo dal dubbio comportamento etico. Se lui e Vick connettono per molto più dei soli 4 touchdown segnati lo scorso anno, l’attacco prende tutta un’altra piega e diventa davvero difficile da fermare presupponendo un’annata di ulteriore crescita per Jeremy Maclin, altra arma pericolosissima in profondità che ha sofferto di numerosi problemi di salute all’inizio dello scorso campionato. Con la difesa perennemente concentrata a non farsi infilare dalla velocità dei due ricevitori esterni, si potrebbero aprire nuovi ed interessanti spazi per Jason Avant, slot receiver specializzato in conversioni di terzo down, e Brent Celek, tight end che ha affinato l’intesa con Vick arrivando a collezionare 62 ricezioni, secondo miglior risultato di squadra, dopo un 2010 nel quale era stato sostanzialmente ignorato.

La grande star del reparto è però LeSean McCoy, running back solido e velocissimo, abile nel leggere i varchi ed esplodere in campo aperto dove poi diventa imprendibile. Il rusher arriva da un anno nel quale è andato a segno in 20 diverse occasioni (17 su corsa, 3 su ricezione), collezionando 4.8 yards di media a portata e più di 1.600 yards totali, comprese quelle raggranellate proponendosi fuori dal backfield. McCoy correrà dietro una linea che ha perso Jason Peters, uno dei migliori tackle sinistri della Nfl, per un doppio incidente al tallone d’Achille, l’ultimo dei quali occorso in maniera bizzarra proprio durante la riabilitazione.

Il suo sostituto sarà il vincitore della battaglia che sta avendo luogo tra l’ex Buffalo Demetrius Bell ed il quarto anno King Dunlap, con quest’ultimo in leggero vantaggio, mentre dal lato opposto rientrerà Todd Herremans, una sicurezza che da anni esegue il suo lavoro in maniera impeccabile. I secondo anno Jason Kelce, centro, e Danny Watkins, guardia, hanno potuto usufruire della fortuna di partire titolari da subito un anno fa accumulando preziosa esperienza. Gli Eagles hanno eseguito un draft offensivo molto interessante selezionando il quarterback Nick Foles, che ha giocato una buonissima pre season e rischia di scalzare Mike Kafka quale backup primario di Vick, ed il wide receiver Marvin McNutt, un sesto giro che potrebbe valere più di quello che sembra, il quale ad Iowa ha riscritto diversi record d’ateneo.

Difesa

Jason Babin

Il lato difensivo della squadra è composto da numerosi talenti individuali che non sempre hanno dato l’impressione di trovarsi a proprio agio in questo schema, specialmente nelle retrovie. Sia Nnamdi Asomugha che Dominique Rodgers-Cromartie hanno disatteso le alte aspettative dopo che i loro acquisti erano stati salutati come parte integrante di quel Dream Team che un ingenuo Vince Young si fece scappare davanti alla vorace stampa, tuttavia quest’anno avranno anche una distrazione in meno vista la risoluzione del problema Asante Samuel, scontento di quelle scelte di mercato e lasciato andare durante questa off season in direzione Atlanta, eliminando un ego molto alto dallo spogliatoio.

La linea difensiva di problemi invece non he ha mai avuti molti, ed è stata spesso distruttiva fornendo una pass rush devastante. Jason Babin ha fatto vedere di non essere una meteora registrando altri 18 sack, Trent Cole è stato un partner più che adeguato nonostante gli infortuni l’abbiano tenuto fuori per qualche gara, e la netta maggior parte dei 50 sack messi a segno ha portato la firma di uno dei membri del fronte. La rotazione come al solito è molto ampia, il roster propone giocatori che permettono di tenere alto il livello della pressione come Cullen Jenkins, Darryl Tapp e Antonio Dixon, mentre dal draft è arrivato il tackle Fletcher Cox, il quale prima della fine del campionato potrebbe già essersi preso un posto da starter fisso.

Grandi manovre sono state eseguite per sistemare un problema annoso come quello di possedere dei linebacker in grado di risultare determinanti, la notizia principale è costituita dall’arrivo di DeMeco Ryans, che restituisce un middle linebacker di grande impatto che manca al roster dai tempi di Jeremiah Trotter, giunto attraverso una trade che i Texans si sono sentiti di fare per la minor propensione del giocatore a produrre nella 3-4. Phila ha scommesso molto inserendo il rookie Mychal Kendricks come potenziale titolare nel ruolo di esterno sul lato forte, mentre dalla parte opposta c’è competizione aperta con Brian Rolle in apparente vantaggio su Jamar Chaney ed Akeem Jordan. Il punto più debole della difesa sembra essere il ruolo di safety, dove Nate Allen verrà schierato più vicino al box dimostrando di essersi ripreso dai problemi fisici, e dove Jaiquawn Jarrett, seconda scelta 2011, non sta facendo nulla per dimostrare di essere un’alternativa più efficace di Kurt Coleman, decisamente un buon placcatore tuttavia lacunoso in fase di copertura. Un minimo di contributo lo potrà dare anche il veterano O.J. Atogwe, anche se vi sono seri dubbi sulla sua tenuta fisica.

Gli special team hanno scommesso su due rookie durante lo scorso campionato, e sono stati ripagati con gli interessi. Alex Henery è stato solidissimo concludendo il suo esordio piazzando tra i pali 24 dei 27 field goal tentati senza sbagliare alcuno dei 46 extra point, mentre Chas Henry si è rivelato essere un buonissimo piazzatore di punt, ottenendo nel contempo più di 42 yards di media per calcio. Henry dovrà comunque competere contro il forte veterano Matt McBriar, giunto in città dopo 8 stagioni a Dallas. Nel 2011 gli Eagles non hanno mai segnato su ritorno, una considerazione abbastanza grave se considerata la presenza a roster di specialisti come Jackson, Rodgers-Cromartie, e del backup running back Dion Lewis.

Considerazioni finali

La pressione è enorme per Andy Reid, al quale serve un ottimo risultato per tenersi stretto il lavoro più longevo di tutta la Nfl, altrimenti sarà necessario fare pulizia in un coaching staff che vede Marty Morninwheg ancora a capo dell’attacco, ed il discusso Juan Castillo sorprendentemente confermato in difesa per il secondo anno consecutivo. Ottimo risultato non significa guadagnare la qualificazione ai playoff mancata l’anno passato, vuol dire vincere una, due, o più partite di post season per cercare di vincere quel trofeo che Philadelphia è andata vicina ad ottenere tante volte con Reid a capo delle operazioni. Ancora una volta il roster propone tanto talento, tuttavia alcuni dei vecchi problemi sono rimasti da risolvere, e tanti giocatori hanno molto da dimostrare dopo aver tradito le attese rendendosi responsabili del deprimente 1-4 con cui è partito lo scorso campionato. Le potenzialità sono tante, ma non devono rimanere inespresse. E la concorrenza è spietata.

WASHINGTON REDSKINS

Da quando Mike Shanahan è entrato a far parte dello staff dei Redskins, molte abitudini sono cambiate. Dan Snyder, il frettoloso e spendaccione proprietario, ha fatto un passo indietro facendo un favore a se stesso ed alla franchigia, con la conseguenza che sono state prese decisioni migliori a livello dirigenziale. Shanahan ed il general manager Bruce Allen hanno preso in mano la situazione scegliendo con cautela giocatori adatti al roster, valorizzando la gioventù e mettendo fine agli sperperi conosciuti da tutti, appartenenti ad un passato ancora recente e quindi doloroso da sopportare.

La costruzione del roster pre-draft si era potuta definire intelligente ed ottimale, tuttavia mancava il pezzo finale per completare il tutto, guarda caso il più importante di tutti: il quarterback. Un anno fa, di questi tempi, si discuteva del fatto che Shanahan si diceva soddisfatto del tandem composto da Grossman e Beck, ma era semplicemente ciò che doveva dire alla stampa. Ai Redskins mancava da tempo immemore un quarterback che cambiasse positivamente le sorti di un attacco perennemente improduttivo. A quattro mesi dalla sua selezione con la seconda scelta assoluta, ottenuta con notevole dispendio di scelte, Robert Griffin III è già la faccia della franchigia, e la sua era sta per iniziare.

Attacco

Robert Griffin III

Mike Shanahan voleva a tutti i costi un prospetto in grado di giocare il suo sistema offensivo, dove le capacità atletiche contano moltissimo per un quarterback che deve saper improvvisare, lanciare in bootleg, e risolvere saltuariamente le situazioni con le sue gambe procurandosi primi down personalmente, o allungando il gioco di quella manciata di secondi che basta a far smarcare un ricevitore libero. Per ottenere questo specifico tipo di giocatore serviva preparare una mossa clamorosa ed immediata, perché il tempo delle scuse è terminato e da questa stagione si comincia a determinare il futuro dell’allenatore. Non appena i St. Louis Rams hanno reso disponibile la scelta e dato per scontato l’approdo di Luck ai Colts, Washington ha sacrificato un consistente pezzo di futuro andandosi a prendere l’oggetto del desiderio, l’Heisman Trophy uscente (anche se ciò non è sintomo di successo in Nfl…), il regista in grado di effettuare le giocate che ti cambiano una partita, una stagione, una decade, un giocatore che deve avere le spalle abbastanza grosse per sostenere le aspettative di una città che ama la sua squadra ma che da tanto non la vede eccellere come ai tempi che furono.

RGIII è già il simbolo del nuovo corso di Washington, ma dovrà pagare la sua inesperienza tra i pro e limitare il numero di errori che sicuramente commetterà, effettuare le letture giuste contro le difese, evitare di infortunarsi vista la propensione alla mobilità che fa di questo tipo di giocatori una sorta di bersagli da localizzare e colpire prontamente. A lui il compito di rendere esplosivo un attacco tra i peggiori dell’ultima decade, avaro di yards e punti, di chiamate sensate ed imprevedibili. A collaborare con Griffin vi sarà un reparto ricevitori profondamente rinnovato, che usufruirà dell’esperienza del faro Santana Moss, a Washington dal 2005, per far crescere un’interessante schiera di giovani capeggiata da Leonard Hankerson, fermato da un infortunio proprio quando era riuscito a trovare spazio giocando molto bene, e completata dalle operazioni di mercato che hanno portato a bordo Pierre Garcon e Josh Morgan, con l’ex Colts incaricato di diventare la minaccia in profondità che il roster non ha da anni. Si punta moltissimo sulla posizione di tight end, nella quale Fred Davis ha soppiantato un Chris Cooley oramai perennemente infortunato, anche se questo non eslcude affatto soluzioni schematiche con doppio tight end presente in campo. Davis è reduce da una sospensione di 4 gare giunta sul finire della scorsa stagione, nella quale ha fatto registrare 59 ricezioni per 896 yards e 3 mete, è un bersaglio molto affidabile in quanto combina velocità e fisico, ed ha le caratteristiche per incidere in un ruolo che nell’era moderna è di importanza capitale. Oltre a Cooley, va registrata la presenza di Niles Paul, convertito con successo da ricevitore a tight end specializzato in bloccaggi, ma dotato di mani più che adeguate.

Il gioco di corse vivrà ancora dei caratteristici bloccaggi a zona familiari a Shanahan, i Redskins hanno rifirmato Tim Hightower dopo averlo perso per infortunio durante la scorsa stagione, fatto che ha aperto la porta a due rookie interessanti come Roy Helu Jr. ed Evan Royster, che hanno sfruttato le peculiarità di questo sistema per scrivere buoni numeri a referto. Helu – èeraltro ricevitore più che buono – ed Hightower sono i protagonisti della battaglia per la posizione di starter, in ogni caso si correrà dietro ai blocchi di Darrel Young, fullback titolare da una stagione piena che nel 2011 ha sostituito il veterano Mike Sellers. Il backfield non perderà d’importanza nonostante la grande rivoluzione aerea, in quanto la filosofia offensiva di Mike e Kyle Shanahan resta improntata sulla produzione massiccia del gioco a terra, per predisporre le giocate in playaction.

Uno dei grattacapi dell’attacco è la linea offensiva, da tempo troppo poco stabile e priva di alternative di qualità. Il tackle sinistro Trent Williams deve dimostrare di essere la star del gruppo e rientra anch’egli da una sospensione uguale a quella di Davis (4 partite per fallimento dei test sull’uso di sostanze non consentite dalla Nfl), mentre il resto dello schieramento, peraltro confermato rispetto a dodici mesi fa, vede Jammal Brown all’altro estremo della linea (a patto che riesca a restare in salute), Chris Chester e Kory Lichtensteiger da guardie, e Will Montgomery quale centro. Per aggiungere profondità e creare competizione sono state spese ben tre scelte per aumentare le risorse, inoltre tra i principali backup con esperienza vi sono Tyler Polumbus e Maurice Hurt, i quali hanno già visto il campo a causa dei numerosi infortuni ai titolari. Curiosa la slelezione del quarterback Kirk Cousins durante lo scorso draft, che dà profondità ad un ruolo che vede rientrare Rex Grossman quale backup più esperto.

Difesa

London Fletcher

L’avvento di Shanahan è coinciso con l’assunzione del defensive coordinator Jim Haslett, che al terzo anno di lavoro dopo il cambio alla 3-4 ha visto notevoli miglioramenti, sia perchè i nuovi draftati sono stati presi apposta per giocare lo schema, e sia perché molti dei veterani da adattare hanno appreso tutte le nozioni base con velocità. Il reparto, seguendo un trend costante degli ultimi anni, ha tenuto in piedi la squadra dando innumerevoli opportunità all’attacco di rientrare in gara, possibilità che con preoccupante puntualità non sono state sfruttate.

Determinanti, in alcune situazioni, sono state le chiamate aggressive che hanno fruttato 41 sack totali, sfruttando la velocità di Brian Orakpo (9 sack) e del rookie Ryan Kerrigan (7,5 sack, 4 fumble forzati) agli estremi dello schieramento, fatto che ha concesso opportunità anche ai membri della linea difensiva. Orakpo ha dimostrato di essere un pass rusher continuo, in grado di produrre con costanza, mentre Kerrigan si è rivelato essere il suo contraltare ideale, mantenendo fede alla scelta di primo giro spesa per lui nel draft 2011. I migliori contributi del fronte sono arrivati da Adam Carriker, giocatore recuperato dall’odissea di infortuni occorsigli con i Rams ed autore di una stagione molto solida che gli ha fruttato un nuovo contratto, e dal veterano Stephen Bowen, ex Dallas, che ha chiuso l’anno con 6 sack. C’è molta curiosità per vedere finalmente all’opera Jarvis Jenkins, secondo anno da Clemson che aveva fatto strabuzzare gli occhi al camp prima di perdere tutta la stagione per infortunio, in quanto il suo contributo potrebbe aggiungere farina ad un sacco già ben capiente. Barry Cofield torna ad allinearsi da nose tackle con un anno di esperienza in più, prezioso dopo aver passato la carriera a giocare nella 4-3 dei Giants con altri incarichi.

Uno dei compiti della linea rimarrà quello di creare varchi per i due linebacker centrali, confermati rispetto al finale di stagione scorso. London Fletcher è stato accolto a braccia aperte per un altro anno, nonostante i 37 anni era uno dei middle linebacker più desiderati sul mercato ma alla fine la dirigenza ha fatto il necessario per assicurarsi la sua longeva attività nel cercare il pallone, localizzarlo, ed atterrare il suo possessore. Dopo la fine dell’esperimento Rocky McIntosh, lasciato andare da free agent perchè poco adatto alla 3-4, il ruolo al fianco del capitano Fletcher sarà tutto di Perry Riley, che da quando è entrato nella starting lineup ha disputato partite di buonissima qualità.

Le secondarie tendono a concedere nonostante la presenza del concreto ma sopravvalutato DeAngelo Hall, corner back che può sempre occuparsi del miglior ricevitore avversario, ma che pecca molto nella difesa contro le corse. A fare coppia con lui ci sarà Josh Wilson, che ha giocato a tratti molto bene dopo un periodo di adattamento, e pronti a subentrare nella nickle defense ci sono il nuovo acquisto Cedric Griffin, ex Minnesota, ed il rientrante Kevin Barnes, anche se la profondità nel ruolo non è affatto eccelsa. Il ruolo di safety non sarà più occupato dalla bestia LaRon Landry, lasciato andare dopo l’ennesimo infortunio, ed il coaching staff sta provando quattro diversi giocatori di esperienza, ovvero Reed Doughty, al sesto anno in città tra partenze da titolare e sostituzioni degli infortunati, ed i neo-acquisiti Madieu Williams, Tanard Jackson, e Brandon Merriweather, quest’ultimo chiamato a riproporsi quale Pro Bowler era stato in passato prima di perdersi quasi completamente. Le secondarie saranno allenate da Raheem Morris, ex head coach dei Buccaneers.

I Redskins non sono convinti dell’efficenza di Graham Gano, kicker giunto al terzo anno di professionismo senza particolari progressi; i suoi kickoff sono sempre potenti, ma la sua precisione e tecnica nei field goal sono elementi rivedibili, come dimostrano i 5 calci bloccatigli durante la scorsa annata. Neil Rackers, veterano dalle quotazioni in discesa, è al camp per dargli battaglia. Sav Rocca, strappato un anno fa dagli Eagles, ha finalmente stabilizzato la posizione di punter mandando la palla per 28 volte dentro le 20 yards, giocando con una solidità che nel ruolo non si vedeva da anni. I ritorni saranno affidati al folletto Brandon Banks, rimasto all’asciutto in termini di mete lo scorso anno ma desideroso di tornare ai livelli del 2010.

Considerazioni finali

Il grande entusiasmo dimostrato dalla tifoseria nel momento stesso in cui è stato chiamato sul palco del draft Robert Griffin III, il nuovo simbolo del football della capitale, potrebbe non essere il medesimo nel mese di dicembre, epoca nella quale si saranno presumibilmente visti alcuni progressi, ma dove i playoff saranno ancora lontani di una o due vittorie, il prezzo da pagare per l’inesperienza. Il programma di Shanahan è molto chiaro, Griffin non vincerà il Super Bowl né quest’anno né il prossimo, ma l’intenzione è quella di metterlo nel più breve tempo possibile nelle condizioni di provare a raggiungerlo una volta che avrà adattato il suo enorme talento al professionismo. Quando questo accadrà, una difesa molto forte sarà ancora giovane, e l’attacco potrebbe fare i fuochi artificiali come accadeva oramai vent’anni fa. Ci vuole altra pazienza, ma le cose sembrano essere state dirette nel modo corretto.

6 thoughts on “Nfc East 2012: Preview

  1. Come al solito la tua presentazione della nfc east è molto interessante. Domanda sul precampionato di Washington dove sono venuti fuori dei nomi interessanti: Cousins ( contro Chicago) e Morris (ieri sera contro Indianapolis), tu che dici?

    • Grazie mille! Su Cousins penso possa diventare un’ottima pedina di scambio per il futuro, così sudue piedi mi sembrerebbe più di un semplice backup di Griffin e con il bisogno costante di qb chec’è in Nfl, prima o poi qualcuno verrà a bussare. Morris aveva la sua chance ieri in quanto ogni RB avrebbe passato parecchio tempo in campo in preseason, il ruolo è parecchio affollato ed il sistema Shanahan funziona per chiunque. Difficile dire se Morris abbia una reale possibilità di ritagliarsi un posto importante.

  2. Pronostico: Lotta incredibile a 3. Come lo scorso anno chi vince la division è certa, la seconda e la terza, salteranno i playoff, per il troppo equilibrio, quindi scarto minimo. Vince la division: Philadelphia. Seconde Dallas e New York. Purtroppo quarta gli indiani ma con record vicino al pareggio, diciamo 7/9.

  3. Bella presentazione di quella che secondo me insieme alla NFC south e la division più tosta della lega, Penso che a dicembre quando comincerà il vero campionato solo le squadre che hanno un top 5 quarterback possono ambire al successo, e in questa division ve ne è solo uno, Manning, Non mi stancherò mai di dire che Romo non è all’altezza ne dei Cowboys ne di Manning, Eagles e redskins sono un passo indietro senza condottieri di nome.
    Penso che i Giants con ogni probabilità arriveranno di nuovo al championship….poi si vedrà.

  4. La Division la vinceranno i cowboys con un record di 12-4 e poi nei play offs se passano il primo turno….. vinceranno il superbowl

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