L'intercetto di Ladarious Webb

Esiste un modo corretto di fare le cose ed un modo sbagliato di fare le cose, e poi c’è il modo dei Ravens di fare le cose. Queste sono state le parole scelte dal linebacker Terrel Suggs per descrivere la vittoria ottenuta da Baltimore contro gli Houston Texans nel Divisional round.

Ed effettivamente i Ravens hanno giocato secondo la tradizione che li contraddistingue sin da quando sono nati, con una difesa solidissima a trascinare la squadra e l’attacco a capitalizzare le occasioni chiave del match.

La partita, come indica chiaramente il risultato finale di 20-13, non è stata spettacolare e piena di colpi di scena come lo show mostrato a San Francisco dai Saints e dai 49ers, né sorprendente come Giants-Packers al Lambeau field, ma si è caratterizzata per una tensione molto alta, una guerra di posizione in cui ogni yard guadagnata o persa poteva avere un effetto rilevante sul risultato finale.

Si scontravano due difese super, le migliori in assoluto della American Football Conference, e due attacchi similari, basati sulle corse e sulle play-action.

Da una parte Joe Flacco, primo quarterback nella storia dell’NFL a partire titolare nei playoff in ognuno dei suoi primi quattro anni di carriera, il rb Ray Rice e la feroce difesa capitanata dai leader storici Ray Lewis e Ed Reed. Dall’altra c’era il quarterback rookie T.J.Yates, i fenomenali Arian Foster e Andre Johnson e la giovane difesa guidata ottimamente da Wade Phillips, il defensive coordinator ex coach dei Dallas Cowboys.

Baltimore partiva con i chiari favori del pronostico, sia per una qualità del roster apparentemente superiore, sia perché durante la stagione non aveva ancora mai perso in casa, al M&T Bank Stadium, ma i Texans avevano iniziato molto bene.

Subito sul calcio d’inizio la safety Danieal Manning, che a Chicago tolse a Devin Hester il ruolo di kick returner, aveva riportato il pallone in territo nemico, permettendo all’attacco di aprire in fretta la marcature con un field goal di Rackers . Il drive seguente dei Ravens si chiude in fretta con un 3 & Out e con il susseguente punt.

L’inerzia sembra essere tutta a favore della franchigia del Texas, ma il punt returner Jacoby Jones commette un errore madornale, cercando di fermare la palla che stava per entrare rimbalzando in end zone. Forse per colpa del sole fastidioso che puntava negli occhi, oppure per la pressione applicata dallo special team avversario, Jones riesce solo a sfiorare il pallone, e gli avversari conquistano il possesso a sole due yard dalla end zone. Tre azioni dopo Flacco, criticatissimo per le prestazioni sotto tono di questa stagione, trova il rookie tight end Kris Wilson per il primo touchdown della giornata.

Houston non sembra essere capace di reagire, le difese prendono il sopravvento e i punter vengono chiamati in causa spesso e volentieri. Yates non riesce a muovere le catene, Flacco fa poco meglio ma grazie ad una strepitosa ricezione di Anquan Boldin i Ravens riescono a portarsi almeno in zona field goal, e il kicker Cundiff fissa il risultato sul 10-3.

Sul drive successivo Yates riesce finalmente a conquistare un primo down, ma subito dopo lancia un brutto intercetto su un passaggio in direzione di Andre Johnson. L’ ottimo cornerback Lardarious Webb capisce tutto e si inserisce, riconquistando il possesso e avanzando fino alla linea delle 40 yard texane. Ray Rice guadagna subito più di 30 yard con una corsa centrale, e successivamente su azione di play-action Flacco centra Boldin per il touchdown del 17-3.

Termina così un primo quarto disastroso per Houston, e si ha quasi la sensazione che la partita potrebbe essere già chiusa. Ma è nel momento di estrema difficoltà che i veri campioni splendono di più, e Arian Foster è sicuramente un campione.

Con un secondo quarto da fenomeno riesce a riportare i Texans a contatto, coadiuvato da una difesa molto attiva, capace di collassare la tasca quasi ad ogni snap, in particolare con i defensive end Connor Barwin e soprattutto J.J.Watt , rookie a tratti dominante. Baltimore è costretta ad una lunga striscia di punt, mentre Foster ammassa yard su yard sia su corse in mezzo alle tackle che con ricezioni all’esterno del backfield.

In soli due quarti il running back texano stabilisce il record per yard corse contro la difesa dei Ravens, che resisteva da dieci anni e apparteneva a Eddie George, ex running back dei Tennesse Titans, e riporta il match in equilibrio con Houston sotto di sole quattro lunghezze.

Il secondo tempo ripropone gli stessi temi tattici del primo, con le difese a dominare in lungo e in largo e gli attacchi incapaci di produrre granchè. Foster supera il muro delle 100 yard, ma Yates non riesce a compiere nessuna giocata importante, mentre i Ravens riescono a muovere un po’ di più la palla, grazie anche ad una buona dose di fortuna in occasione di due fumble persi banalmente e sempre recuperati, ma non riescono a sfondare il muro biancorosso, venendo fermati su un quarto&goal a pochi centimetri dal touchdown.

L’iniezione di fiducia non basta a cambiare le carte in tavola nel gioco offensivo, ma Watt è mostruso e Baltimore è incapace di chiudere il discorso, fornendo ai Texans numerose occasioni per passare in vantaggio. Occasioni non sfruttate, poiché Yates non riesce a trovare uomini smarcati a fondo campo, e quando prova a forzare la palla su Johnson viene immediatamente punito da Webb, che registra il secondo intercetto di giornata e consente a Flacco di portare la squadra almeno in zona da calcio. Cundiff non sbaglia e regala un touchdown pieno di vantaggio alla sua franchigia.

Le chances di rimonta ci sarebbero ancora, ma per il quarterback proveniente da North Carolina non è proprio giornata, e dopo essere avanzato fino dentro la metà campo avversaria, con meno di due minuti sul cronometro, spara l’ennesimo intercetto di giornata, questa volta nelle mani della free safety Ed Reed, perdendo ogni speranza di pareggiare e portare la partita all’overtime.

I Baltimore Ravens si aggiudicano quindi l’incontro, pur senza impressionare, dimostrando di essere più disciplinati dei Texans, alla prima esperienza in post season. Le squadre sono quasi equivalenti nella composizione del roster, e non stupisce quindi che la chiave della partita siano state le palle perse. Baltimore non ha commesso turnovers, mentre Houston non è riuscita ad evitarli, pagandoli a caro prezzo soprattutto nel primo quarto.

Per la franchigia del Maryland la corsa al Super Bowl continua, all’orizzonte c’è il Championship Game a Foxborough contro i New England Patriots con in palio l’ambito biglietto per Indianapolis, in una sfida che dovrebbe essere molto equilibrata. Sebbene i Ravens siano 1-6 contro Brady e compagni, nelle ultime tre sfide hanno sempre dato filo da torcere alla squadra di Belichick, perdendo una volta all’overtime e addirittura vincendo in trasferta nei playoff di due anni fa, oltretutto con un perentorio 33-14 che non ammetteva repliche.

Per i Texans resta l’amaro in bocca per l’occasione sprecata, oltre al rammarico di aver dovuto giocare senza il quarterback titolare Schaub e senza il leader della difesa Mario Williams. Nonostante ciò la stagione è comunque da considerarsi un successo, visto che per la prima volta nella storia della franchigia è arrivato il titolo divisionale e una vittoria nei playoff.

Inoltre, il futuro appare roseo per questa squadra, visto che l’attacco annovera una linea offensiva di primissimo livello, un running back da Pro Bowl e un ricevitore del calibro di Andre Johnson, che prima degli infortuni che lo hanno limitato quest’anno era considerato tra i migliori se non il migliore in assoluto.

La difesa è ancora più impressionante: il tandem di linebackers costituito da Brian Cushing e Demeco Ryans è uno dei migliori della lega, Connor Barwin ha avuto una stagione strepitosa e i rookie J.J.Watt e Brooks Reed hanno dimostrato di avere la stoffa per dominare gli attacchi avversari, in particolare Watt sembra a volta una forza della natura.

Non ci sarà da stupirsi quindi se fra un anno Houston sarà nuovamente protagonista nella post season, mentre per i Baltimore Ravens la finestra da titolo è chiaramente ora, visto che da tempo non avevano un’occasione grossa come quella di quest’anno per portare a casa il secondo Lombardi Trophy dell’era Lewis.

2 thoughts on “Baltimore supera Houston e vola al Championship Game

  1. è una banalitĂ  ma con schaub avremmo visto sicuramente un’altra partita; yates è troppo acerbo ad ha scarsamente supportato il gioco aereo.
    nonostante questo houston ha dimostrato di essere una squadra tosta che, finalmente (e meritatamente), dopo anni ha raggiunto i PO avendo buone prospettive per il futuro.
    la partita non è certo stata entusiasmante ma comunque, senza entusiasmare, i ravens l’hanno portata a casa…per il championship non partono assolutamente sconfitti…occhio patriots!!!

  2. Concordo appieno con Otter. Con Shaub, i Texans erano sicuramente da titolo finale, semplicemente irrefrenabili sulle corse, ottimo qb (se Shaub giocasse a Baltimora o nei Jets, queste, avrebbero vinto sicuramente molto di piĂą) e difesa terribile.
    Per Baltimora…..tutto dipenderĂ  da come si alza dal letto Flacco. Li vedo comunque vincenti.

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