Victor Cruz è il motivo per cui i Giants faranno la post season.

I New York Giants sono stati certamente una tra le squadre più discontinue ed incomprensibili della Nfl di quest’anno. La settimana prima sembrano sull’orlo di una crisi irreparabile di spogliatoio destinata a frantumare la squadra in mille pezzettini, quella dopo una franchigia capace di non perdere la calma e rimontare situazioni che la vedono con le spalle al muro.

L’unico aspetto decifrabile del’intera faccenda riguarda la loro capacità di vincere quando richiesto. Magari se la sono presa un pò comoda, tra una sconfitta bruciante ed una prestazione incolore, ma alla fine si sono aggiudicati ogni singola sfida che contava per l’accesso alla post season, questo grazie anche alla collaborazione dei loro avversari di ieri, i Dallas Cowboys, che hanno perso le ultime due gare di campionato ed hanno, per l’ennesima volta, dato l’idea di non possedere le qualità per maturare in un collettivo vincente a lungo termine.

Da Dallas ci si attendeva difatti molto di più in un palcoscenico del genere, questo nuovo passo falso con in palio la possibilità di proseguire la stagione rappresenta un altro finale amaro in volata, che racconta di una squadra capace di rimontare fino a prendersi la vetta divisionale dopo un inizio incerto, tenerla fino all’ultimo momento, per poi rovinarsi con le proprie mani. Padroni del loro destino, i texani non sono riusciti ad imporsi in una division raramente così poco competitiva come la Nfc East (i Giants l’hanno vinta a quota 9-7), che ha vissuto nell’incertezza e nell’incostanza più totale, ed ora, ancora una volta, la pazienza di Jerry Jones sarà probabilmente terminata.

Questo soprattutto perchè i Cowboys si sono presentati al nuovo Meadowlands senza mostrare la benchè minima grinta necessaria per portarsi a casa una partita di playoffs anticipata, senza domani, incapaci come sono stati di fermare l’attacco guidato da un ancora ottimo Eli Manning (24/33, 346 yards, 3 TD) in particolar modo in fase di conversione di terzi downs per tutta la prima parte del confronto. Manning ha confermato, casomai ve ne fosse ancora bisogno, di essere un regista di grande valore, maturato a tal punto da essere più che affidabile in gare di questo tipo, capace di scrutare gli schieramenti difensivi e colpirne i punti deboli, tutte qualità sviluppate a tal punto da avergli fatto disputare la miglior stagione di carriera.

Quando tutti si sarebbero aspettati l’esplosione definitiva di Hakeem Nicks, comunque puntuale come un orologio svizzero con l’appuntamento con la endzone, ecco invece esplodere prepotentemente l’emergere di Victor Cruz, che per quanto fatto vedere nell’ultimo mese di regular season meriterebbe una statua celebrativa fuori dal suo impianto di gioco. Ricezioni circensi ma non solo, perchè la spettacolarità delle sue prese è stata abbinata ad una caratteristica che non si può insegnare: il farsi trovare pronto quando la situazione si fa molto difficile per tirare fuori dalle secche la propria squadra.

Ahmad Bradshaw non ha registrato statistiche eccelse, ma ha segnato due mete.

Non contento di aver appena pareggiato un record Nfl con la nota ricezione di 99 yards effettuata contro i Jets, Cruz ha affossato le secondarie di Dallas collezionando altre 178 yards, un touchdown di 74 dove la maggior parte della percorrenza tra il punto di ricezione e la endzone è stata farina del suo sacco, e due conversioni di terzo down che hanno alimentato altrettante serie nelle quali New York stava a dir poco arrancando, rischiando di concedere il rientro in gara ai Cowboys in più momenti del secondo tempo.

Le due linee hanno disputato un’eccellente gara complessiva: dal lato offensivo Manning ha avuto un’eternità per cercare i suoi ricevitori, Chris Snee ha annullato DeMarcus Ware nei primi due quarti, e Kevin Boothe, l’ultimo arrivato a causa degli infortuni, ha dimostrato di essersi inserito a dovere negli schemi di bloccaggio e di essere tranquillo nel gestire un compito di alta responsabilità. Il pauroso fronte difensivo, che ha ritrovato un Osi Umenyora responsabile di due atterramenti del quarterback, ha mandato Tony Romo per le terre in 6 separate occasioni, rompendo il ritmo offensivo ad una squadra che faticava già di suo a trovarne.

Nei primi due quarti la difesa dei Cowboys ha concesso ben 21 punti mentre l’attacco restava completamente all’asciutto, e Dallas non ha complessivamente saputo incidere nel computo dei turnovers. Pur provocando due fumbles agli avversari non sono riusciti a ricoprire il pallone per prenderne possesso sprecando preziose opportunità per spostare l’inerzia dalla loro parte, rendendosi contemporaneamente colpevoli di due palle perse, tra cui un intercetto di Romo (29/37, 289, 2 TD, INT) nella ripresa su un drive che avrebbe potuto riavvicinare il punteggio. Dallas è arrivata ad una sola meta di distacco grazie alla doppia segnatura a firma di Laurent Robinson, ma problemi in difesa, turnovers, ed un quarto ed uno non convertito hanno fatto il resto.

Tony Romo non ha giocato male, ma è stato pressato in molteplici occasioni.

Così, mentre Eli Manning diventava il primo giocatore della storia a segnare 15 passaggi da touchdown nel quarto periodo in singola stagione producendo la meta del definitivo k.o., montava sempre più l’ira di un Jerry Jones che durante la lunga pausa che separa dal prossimo kickoff dovrà pensare a quali mosse effettuare sia tra il coaching staff e sia a roster, due settori dell’organizzazione che presentano problematiche che potrebbero essere risolte anche decidendo di licenziare qualche nome grosso.

Troppe volte Jason Garrett è arrivato nel quarto periodo in vantaggio uscendo poi con una sconfitta a fine partita, in diverse occasioni la difesa di Rob Ryan ha interpretato male gli schemi avversari, fatto confermato dagli ampi spazi concessi a Cruz per incorretta copertura a zona, oppure ai numerosi passaggi elargiti a Manning in direzione di Pascoe ed Hynoski, h-back e fullback titolari che hanno avuto ampia libertà d’azione ed hanno recitato un ruolo più vario rispetto a quello tradizionalmente riservato loro in fase di bloccaggio.

I numeri dicono che Romo non vince sotto pressione, quest’anno ha lui stesso gettato al vento alcune gare che sarebbero servite per qualificarsi ai playoffs senza scontri diretti, ma ieri sera di più non poteva fare contro una pressione difensiva incontenibile. Inoltre, per la seconda volta in campionato, è rientrato in fretta da un infortunio, un atteggiamento comunque lodevole e positivo per lo spogliatoio. Purtroppo per lui, vincere conta più di tutto, e l’appuntamento è stato mancato anche stavolta anche se, evidentemente, la responsabilità è di tutta la squadra.

I Giants di Tom Coughlin rendono invece al meglio con le spalle al muro, lo dimostrarono già pochi anni fa quando, intrufolandosi nei playoffs dalla porta di servizio proprio come quest’anno, vinsero il Super Bowl. Domenica affronteranno gli Atlanta Falcons al Metlife Stadium, con il pubblico amico a sostegno, e passare il turno – a patto che la concentrazione non cali troppo in fasi salienti della gara – potrebbe anche non rappresentare un ostacolo irresisitibile.

 

 

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