TOP 3

Gli attacchi di Detroit e Green Bay

Una partita che finisce 45-41 è senza dubbio una festa per gli occhi, un turbinio di segnature, sorpassi e controsorpassi che hanno tenuto i tifosi di entrambe le squadre con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo. Nonostante per i Packers la partita non significasse più nulla, questi ultimi hanno onorato al meglio l’impegno conquistando la vittoria in particolare grazie alla partita stellare di Matt Flynn, QB di riserva dei Packers, free agent a fine stagione, che ha sostituito Rodgers chiudendo con 31/44 per 480 yards, 6 TD (di cui tre per Jordy Nelson, che chiude la sua partita con 9 ricezioni per 162 yards) e 1 INT.

Da qui due riflessioni: da una parte sarà interessante vedere se proprio Flynn accetterà di rinnovare con i Packers e continuare a fare il backup di Rodgers o se si guarderà intorno per un posto da titolare da qualche altra parte (Redskins who?). Inoltre, se questo è il rendimento dell’attacco Packers in contumacia del proprio QB titolare, per il Superbowl c’è una sola favorita.

Dall’altra i Lions con la sconfitta perdono anche il diritto al seed #5 dei playoff a favore dei Falcons vincenti contro Tampa Bay, ed andranno ad affrontare, questo sabato, quella macchina da punti chiamata Drew Brees, in quel di New Orleans. L’attacco di Detroit ha dimostrato di essere pronto alla sfida, con in particolare la coppia Stafford-Calvin Johnson molto ben affiatata: basti pensare che proprio Megatron ha concluso la partita con 11 ricezioni, 244 yards (record in carriera) ed un TD. In ogni caso il problema principale di Detroit sarà la difesa, ma ci arriveremo più avanti.

La conquista della AFC North è passata dalle mani sicure di Ray Rice

Ray Rice

Ci si presentava all’alba dell’ultima week con molte situazioni ancora da risolvere in ottica playoff e division: una di queste riguardava la AFC North, con Ravens e Steelers appaiate a quota 12-3 in testa alla division, ma con la squadra di Baltimore in vantaggio negli scontri diretti e quindi vincente in caso di arrivo a pari record. La situazione si è puntualmente verificata, in quanto entrambe le squadre hanno vinto (24-16 dei Ravens sui Bengals e 13-9 degli Steelers sui Browns): di conseguenza division e #2 del seed playoff (che include una settimana di bye) vanno alla franchigia del Maryland. Di conseguenza Roethlisberger e soci andranno ad affrontare il viaggio in Colorado per incontrare i Broncos di Tim Tebow, piuttosto deludenti nelle ultime settimane ed in linea di massima impegno relativamente abbordabile.

Assoluto protagonista della vittoria Ravens è sicuramente Ray Rice: il RB proveniente da Rutgers chiude con 24 portate, 191 yards e 2 TD, rispettivamente con corse da 70 e 51 yards, che prima hanno dato il vantaggio alla sua squadra e poi lo hanno difeso dal ritorno Bengals. La prestazione del numero 27, inoltre, lo issa al secondo posto della classifica dei runningback stagionali, alle spalle dell’inarrivabile Maurice Jones-Drew (ad onor del vero unica arma dell’attacco Jaguars), con 1364 yards e 12 TD, cifre che indicano la miglior stagione in carriera per lo stesso Rice, per la terza volta consecutiva oltre le 1200 yards in regular season. Possiamo affermare che, quale che sia l’avversario nel divisional, molto passerà dalle mani del buon Ray, che dovrà mantenere alto il livello delle prestazioni per portare Baltimore il più avanti possibile.

Victor Cruz

La partita che vale una stagione, 60 minuti che decideranno chi potrà continuare a giocare e sognare e chi, invece, si leccherà le ferite di una sconfitta che li lascia fuori dalla postseason decretando una stagione deludente. Sono i Giants a vincere la battaglia del MetLife Stadium e ad approdare ai playoff, dove andranno ad affrontare nel pomeriggio di domenica gli Atlanta Falcons. Sarà una sfida interessante, in cui NY parte probabilmente favorita, pur riconoscendo che la franchigia georgiana ha le armi per poter impensierire Manning e soci.

Molti sono stati i fattori che hanno portato i Giants alla vittoria, dalla precisione di un Manning sceso con il piede giusto dal letto, ai 2 TD di Bradshaw (il quale però poco altro ha combinato) ad una difesa con il solito PIerre-Paul sempre di grande impatto: colui che però, come successo più volte in stagione, è stato il vero uomo simbolo è Victor Cruz: il WR ha il merito di aprire le marcature con un TD da 74 yards, liberandosi in un fazzoletto di terra dalla pressione di tre uomini e partire inarrestabile per la endzone, per poi continuare la partita con altre 5 ricezioni che hanno portato il totale a 6, per 178 yards. Aggiungendo queste cifre a quelle accumulate fin qui si arriva a 1536 yards ricevute (con 9 TD) dietro solo a mostri come Calvin Johnson e Wes Welker: non male per uno che fino allo scorso anno non aveva una singola ricezione in NFL.

FLOP 3

Le difese di Detroit e Green Bay

Abbiamo celebrato, in precedenza, gli attacchi di Packers e Lions, autori di mirabolanti avventure e scintillanti numeri, ma non si può non ammettere che buona parte di questo spettacolo è stato concesso dalle difese delle due squadre, decisamente allegre e rivedibili in vista degli impegni che le due franchigie affronteranno di qui a fine stagione. Partiamo dai Lions, che per primi scenderanno nuovamente in campo, come detto contro i Saints: sulle corse i leoncini si sono difesi, concedendo solo 80 yards circa, ma ad atleti di modesto livello come Ryan Grant e Saine.  Sulle secondarie stenderei un velo pietoso: esemplificativo il termine “sagra del cog…ne” coniato per loro nella diretta radio di ieri sera.

Discorso molto simile se non speculare va fatto per la difesa dei Packers, che subisce poco le incursioni di Smith e soci, ma va in panico sui lanci di Stafford su Johnson così come su quelli destinati ai vari Burleson, Young e Pettigrew. Non ci si stupisce, in quanto con questa prestazione la difesa di Green Bay riesce a farsi scavalcare da quella di New England e a prendersi il record di peggiore della lega proprio in questo fondamentale. Finora è stato l’attacco a vincere le partite, ed anche piuttosto brillantemente, ma nell’ipotesi in cui, in una sfida secca, qualche meccanismo dovesse incepparsi (vedi Kansas City, in quanto anche la componente mentale fa parte del gioco), dovrà essere la difesa ad essere compatta, e su questo i dubbi persistono pesanti.

Oakland e Denver

Menzione sia nello specifico per la partita di ieri sera, sia per la stagione, che pur per i Broncos offre ancora un’appendice. Partiamo dai raiders, i quali arrivavano all’ultima giornata ancora in corsa sia per il titolo della AFC West sia, di conseguenza, perun posto ai playoff, per il quale le cose sembravano messesi bene, con la sconfitta dei Jets in quel di Miami. Anche i Bengals, subito sotto il punteggio, aprivano scenari interessanti, che i Raiders non sono stati in grado di sfruttare, perdendo malamente contro i Chargers, a cui va il merito di non aver voluto favorire fino in fondo una loro rivale divisionale. Cosa resta quindi della stagione della franchigia di Oakland? Una difesa ballerina , su cui sarebbero stati utilissimi innesti derivanti da quelle prime e seconde scelte sprecate per arrivare a Carson Palmer, che non è stato in grado di dare quello smalto in più ai suoi compagni, ma anzi a volte è stato principale colpevole delle sconfitte dei suoi.

Ai Broncos, complici le notizie provenienti dalla California, anche una sconfitta sarebbe stata sufficiante per il titolo divisionale e per l’accesso ai playoff, ed in effetti così è avvenuto, con i Chiefs che hanno espugnato Mile High per 7-3. Da qui, logicamente, parte l’analisi dei Broncos, i quali affronteranno come detto gli Steelers nella wild card:nononstant io mi inserisca fra gli estimatori di Tebow, si deve riconoscere che finchè l’effetto novità ed un po’ di fortuna hanno retto il sistema ha funzionato. Quando però poi gli avversari hanno trovato modo di adattarsi al gioco di corse dei Broncos e certi big play che caratterizzavano le prime uscite del numero 15 non sono più riusciti, logicamente l’attacco di Denver è stato più prevedibile, e quindi sono arrivate anche le sconfitte. Molto difficile che riescano a sovvertire il pronostico.

Dallas Cowboys

La partita che vale una stagione, 60 minuti che decideranno chi potrà continuare a giocare e sognare e chi, invece, si leccherà le ferite eccetera eccetera… se da un lato i Giants, come visto, sono stati in grado di cavalcare l’onda ed approdare in postseason, i Cowboys si dimostrano la squadra su cui far meno affidamento in proporzione al talento presente, ottenendo una meritata sconfitta e finendo estromessi dal discorso postseason. La panchina di Jason Garrett non dovrebbe essere a rischio, ma la delusione in Texas è palpabile e sarà necessaria una profonda presa di coscienza di cioò che è successo, al fine che ciò non succeda più e che non siano più commessi gli stessi errori.

Reparto che sicuramente finisce sotto accusa è la difesa, a più riprese responsabile di madornali errori, ed in particolare le secondarie sono state causa di tante sconfitte, non ultima quella di quella settimana: una volta che Romo era riuscito a riportare quasi in partita i suoi (in collaborazione con Laurent Robinson, forse gli unici due a volerci credere fino in fondo), a Manning è bastato incominciare di nuovo a lanciare sul profondo per conquistare yards, tempo e punti che poi alla fine della fiera sono stati quelli della sicurezza.

 

 

One thought on “NFL week 17 – Top & Worst

  1. esaltato per la vittoria dei miei Giants, non vorrei dovermi già pentire con Atlanta… si xchè questa squadra è quanto di più imprevedibile, ti tira fuori una gran prestazione con GB o vittorie importanti con Phila in casa loro e due con Dallas ma ha anche perso due volte con i Redskins, rischiato grosso con i non irresistibili Bills e Dolphins e perso con Seattle in casa! insomma, penso ce ne sia per avere un leggere panico da “piede” che Manning e soci metteranno giù dal letto domenica….

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