Joe Flacco è maturo abbastanza per portare i Ravens al Super Bowl?

La concomitanza della disputa della seconda puntata del derby attualmente più sentito nella National Football League è stata certamente significativa nel far capire quali possono essere le potenzialità dei Baltimore Ravens in ottica del proseguimento della loro regular season e del futuro cammino ai playoffs, che pur non essendo nè matematico nè garantito al momento vista la situazione quantomeno ingarbugliata della Afc North, pare assolutamente probabile.

Finora quella dei Ravens è stata una strada percorsa in maniera irregolare, che ha ulteriormente cementato le certezze difensive ed alimentato le critiche nei confronti di un attacco che di anno in anno pare debba essere rivoluzionato o reinventato; tanta è la fiducia nei confronti di una difesa che costituisce il marchio di fabbrica della squadra da oramai una decade, tanti sono i dubbi che avvolgono tifosi e addetti ai lavori in reazione alle prestazioni offensive di un reparto che ha vissuto in altalena, a volte esaltandosi, altre volte facendo seriamente pensare al motivo per cui non possa essere costante ogni settimana.

Tuttavia, quanto accaduto domenica potrebbe essere un’iniezione di fiducia straordinaria per Joe Flacco, personaggio spesso posto sotto la lente d’ingrandimento e sul quale la giuria è ancora in attesa di verdetto in tema franchise qb. Il regista ha risposto in maniera straordinaria ad una situazione avversa caratterizzata dal dover riaggiustare la situazione in un ambiente ostile e dal vivere una sorta di frustrante dejà vu, fantasmi del passato che sembravano ancora materializzarsi attraverso la figura di Ben Roethlisberger, quello stesso rivale che aveva in altre occasioni – anche nei playoffs – condotto i suoi Steelers alla vittoria con un drive in rimonta.

Baltimore ha affrontato il grande scontro divisionale ritrovando, rispetto alla prima di campionato, un avversario decisamente migliorato, su di giri per via di una serie di affermazioni positive che aveva riportato il team nelle immediate vicinanze della vetta del proprio raggruppamento, Pittsburgh si è dimostrata difatti essere lontana anni luce dalla squadra che si fece umiliare per 35-7, tornando a rappresentare quel duro ostacolo contro il quale si vince di rado, e solo con distacchi risicati. La grande prova di maturità di Flacco si è concretizzata con un eccelso drive conclusivo il quale ha coperto una distanza che con pochi minuti da giocare sembrava infinita, 92 yards, tutte racimolate attraverso i suoi lanci precisi.

Il quarterback, spesso accusato di essere lento e macchinoso, si è invece mosso con disinvoltura nella tasca leggendo gli spostamenti dei suoi ricevitori ed evitando accuratamente una pressione difensiva che in precedenza aveva già fatto danni (3 sacks per James Harrison), i suoi movimenti gli hanno consentito di guadagnare quei secondi extra che gli hanno permesso di trovare per ripetute volte le mani di Anquan Boldin, fino a giungere all’azione decisiva, nella quale – finalmente – il rookie Torrey Smith faceva suo il pallone del definitivo sorpasso dopo aver fatto cadere ben quattro ricezioni a terra, tra le quali un touchdown pressochè sicuro.

Flacco e Cameron a colloquio.

Per una volta Flacco ha fatto il Roethlisberger, si è caricato la squadra sulle spalle ed ha agito ben consapevole di quale fosse la posta in palio. Non si è dato per vinto in una situazione potenzialmente devastante, ovvero in seguito ad un lancio irreale di Big Ben in corsa con tanto di spirale perfetta che aveva trovato Mike Wallace in endzone per uno smacco psicologico di proporzioni rischiosamente grandi, il tutto all’interno di un Heinz Field assai ostile, caricato a molla dalle consuete provocazioni pre-partita tipiche di questa rivalità.

La serata magica del regista dei Ravens ha prodotto 14 conversioni di terzo down, record di franchigia, con statistiche veramente difficili da interpretare, che lo vedevano non troppo efficace nei primi due down, per poi eccellere quando la posta in palio si faceva più pesante. Flacco non ha mollato la presa nemmeno dal punto di vista psicologico, tediato com’è stato dai numerosi drop effettuati da un parco ricevitori ancora molto acerbo, che può contare sulla sola esperienza di Boldin, peraltro anche lui responsabile di una palla lasciata cadere appena prima della meta risolutiva.

Non ha smesso di credere nei suoi compagni e li ha cercati ancora, dando loro nuove possibilità di redenzione, proprio la parola che meglio si addice alla prestazione di un Torrey Smith capace di bruciare la marcatura di William Gay nel gioco decisivo.

Il regista ha pure risposto presente con addosso una pressione non indifferente, data dal fatto di dover far funzionare il gioco aereo per forza di cose, dal momento che l’arma migliore sulle corse, Ray Rice, è stato tenuto fermo a quota 2.4 yards di media a portata. In passato, la squadra sarebbe diventata prevedibile ed inconcludente. Domenica sera, si è verificato esattamente il contrario, ed il lavoro dell’offensive coordinator Cam Cameron, spesso andato sotto l’occhio del ciclone per l’inconsistenza delle chiamate, è stato di grande rilievo.

Una serata cominciata con un touchdown di 76 yards annullato a Rice per un sospetto holding chiamato a Smith nel primo gioco della partita si sarebbe potuta trasformare in un disastro, nonostante la grande prestazione di un Billy Cundiff capace di infilare un field goal di oltre 50 yards in uno stadio storicamente ostile ai calci lontani, e nonostante l’eccellente giocata di Terrell Suggs, che aveva improvvisamente spento il potenziale drive di 66 yards per il pareggio (o del vantaggio, si era sul 9-6 Ravens) con un intercetto ottenuto grazie ad una lettura molto intelligente ed opportunistica.

Contro Pittsburgh, Flacco ha giocato una delle migliori gare di carriera.

Il copione pareva già scritto quando Pittsburgh andava a segnare 14 punti nell’ultimo periodo, e quando Flacco andava a commettere uno dei pochi errori della sua partita nel momento meno opportuno possibile, un fumble lasciato agli avversari dentro gli ultimi cinque minuti. Poi la rimonta di Roethlisberger, ed un edificio di certezze che sembrava stesse per crollare addosso a Baltimore lasciando ancorauna volta l’amaro in bocca.

Joe Flacco ha però reagito da campione, ed ha scritto una delle pagine più importanti nella storia della sua carriera, poco importa che questa fosse solo una gara di regular season, gli effetti positivi che il quarterback potrebbe portare con sè da qui a fine anno potrebbero essere molteplici.

A patto che si trovi il modo, a gennaio, di giocare quattro partite (o tre, dipende), e non meno, perchè solo attraverso costanza e continuità Baltimore potrà arrivare dove non è riuscita in questi ultimi anni, nonostante l’ottimo livello competitivo che la squadra di Jim Harbaugh ha dimostrato di possedere stagione dopo stagione.

Di pressione da affrontare ce n’è ancora parecchia, i Ravens devono divincolarsi tra un ostacolo e l’altro senza dare troppo peso all’obbiettivo finale, rischiando altrimenti di deconcentrarsi per quelli da raggiungere nel breve termine. Domenica si scontrano Pittsburgh e Cincinnati, e proprio i sorprendenti Bengals – che i Ravens non hanno ancora affrontato quest’anno – potrebbero essere l’ultimo muro da abbattere prima della conquista della division, per poi cominciare una nuova corsa nei playoffs.

Un film già visto in questi ultimi anni, tuttavia, in quanto qualsiasi risultato inferiore al raggiungimento del Super Bowl di Indianapolis potrebbe rappresentare l’ennesima, cocente delusione. A questo ed a molti altri quesiti, dovrà rispondere un Joe Flacco che sembra pronto per spiccare definitivamente il volo, la cui prova di maturità di domenica indica che le potenzialità per essere il franchise quarterback che Baltimore cercava ci sono tutte. Non resta che continuare così.

 

3 thoughts on “Joe Flacco, una prova di grande maturità

  1. Bell’articolo.
    E’ vero, domenica sera ha fatto una bella partita, da tifoso dei Ravens ero ormai disperato, condannato a perdere, come spesso nel passato; invece grazie alla grandissima ed inaspettata prova di Flacco, vittoria a 8 secondi dalla fine!
    Forza Ravens!

  2. Quando penso ai Ravens, mi vengono in mente Tenesse e Jaguars. 2 sconfitte con 2 squadre ridicole. Poi penso al resto della stagione e allora dico grande con le grandi e indecifrabile con le scarse. 2 settimane orsono scrissi, Flacco inguardabile. Ora è giusto dirgli che è stato molto bravo. Ma quale Flacco scenderà la prossima partita, spero che d’ora in avanti sia almeno il 60/70% di quello visto domenica, così facendo Vista la situazione di record, per Baltimora deve essere la stagione del record di conference, Così da poter avere il fattore campo.
    Se non sarà Superbowl….. ennesima grandissima delusione.

  3. Ripeto quanto detto in precedenza:
    nonostante l’ottima ultima prestazione, FINO AD ORA la carriera di Joe Flacco mi pare abbia prodotto più ombre che luci e quindi non credo proprio che al momento si possa parlare di un quarterback da superbowl (anche se in passato al Superbowl sono anche andati pipponi come dilfer e compagnia…).
    Rodgers ha fatto miglioramenti enormi da quando era rookie. Flacco no e pertanto è rimasto quello che appare adesso: un QB medio,a volte mediocre, a volte buono.

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