Ad Atlanta aspettano tutti la prima vittoria nei Playoffs per Matt Ryan

A poco più di due settimane dal primo kickoff serio, concentriamo oggi la nostra attenzione sulla NFC South, division da cui recentemente sono usciti quelli che sono stati i campioni del 2009, quei New Orleans Saints che si giocano anche quest’anno la leadership divisionale, sottratta loro dagli Atlanta Falcons nella scorsa stagione: pur con le loro differenze di gioco, sembrano essere queste due le principali candidate al ruolo di prima forza, e saranno molto probabilmente i due scontri diretti stagionali a decidere chi sarà predominante.

Non bisogna in ogni caso sottovalutare i Tampa Bay Buccaneers, capaci di ottime cose nella scorsa stagione e sempre concentrati in uno sviluppo di giovani giocatori che quest’anno vanteranno un anno in più di esperienza da mettere a disposizione della squadra, con risultati potenzialmente molto interessanti.

A chiudere i Carolina Panthers che hanno deciso di puntare per il secondo anno consecutivo su un QB al draft: quest’anno è toccato al controverso Cam Newton, atleta dall’enorme potenziale ma che offre anche molti dubbi sull’adattamento al mondo dei professionisti.

Andiamo dunque ad analizzare squadra per squadra cosa ci può offrire questa stagione.

Atlanta Falcons

Iniziamo per un mero discorso di ordine alfabetico con i vincitori divisionali della scorsa stagione, in seguito sconfitti molto nettamente nel Divisional round dai Packers poi vincitori del Super Bowl di Dallas: la scorsa annata è stata molto proficua per la franchigia georgiana, e tutto sembra far pensare che anche quest’anno i Falcons possano ambire con pieno diritto alla postseason.

La quarta stagione al timone per Mike Smith è iniziata con il botto al draft, quando sono state date ai Cleveland Browns la prima, la seconda e la quarta scelta di quest’anno, più la prima e la quarta del prossimo anno per salire di 21 posizioni e poter scegliere alla numero 6 il WR Julio Jones, proveniente da Alabama: quello che per i Falcons era un need fondamentale, trovare cioè un ricevitore capace di impattare immediatamente nel mondo NFL, è stato così soddisfatto.

Sempre dal draft sono arrivati anche Akeem Dent (Georgia, LB), Jacquizz Rogers (Oregon State, RB), MattBosher (Miami FL, P), Andrew Jackson (Fresno State, LG) e Cliff Matthews (South Carolina; DE).

Le chiavi del gioco dei Falcons saranno detenute anche per questa stagione da Matt Ryan: per il ventiseienne alla quarta stagione tra i pro è forse giunta l’ora di dimostrare di avere il potenziale per andare oltre un misero 0-2 nella postseason, e le statistiche sempre in miglioramento (28 TD e 9 INT lo scorso anno) fanno ben sperare in tal senso. A coprire le spalle al prodotto di Boston College nel malaugurato caso in cui serva (Ryan ha saltato solamente due gare in tre stagioni), è pronto Chris Redman.

Già detto di Julio Jones come WR, il suo principale compagno di reparto sarà Roddy White, capace di grandi cose lo scorso anno (115 ricezioni, per 1389 yards – secondo di tutta la NFL – e 10 TD) e chiamato anche al compito di aiutare nell’inserimento il suo giovane collega. Sarà importante anche il contributo che arriverà dal TE Tony Gonzales, che a 35 anni suonati ha ancora voglia di combattere e mantenere il suo posto.

Dietro a Matt Ryan, il compito di portare palla spetterà di nuovo principalmente a Michael Turner, reduce da una stagione terminata come terzo corridore assoluto della lega (1371 yards e 12 TD) ed uno dei migliori specialisti in assoluto a livello di yards guadagnate  dopo il primo contatto. Per il ruolo di primo backup di Turner è stato rifirmato per un anno Jason Snelling, mentre come secondo potrebbe trovare spazio il già citato Jacquizz Rogers. Con il compito di bloccare e trovare spazio per i suoi corridori, Ovie Mughelli ricoprirà anche quest’anno il ruolo di fullback titolare.

La linea che dovrà proteggere Ryan e creare varchi per il backfield vedrà al suo centro Todd McClure, a sinistra la guardia Justin Blalock, mentre a destra c’è un ballottaggio fra due giocatori non di primo livello come Garrett Reynolds e Mike Johnson, entrambi alla seconda stagione in squadra, con il primo favorito in questa competizione.

I tackle saranno infine Sam Baker, di qualità non eccelsa ma solido se non colpito da infortuni, e Tyson Clabo, ottimo nella scorsa stagione. In generale, a parte Blalock e Clabo, non sembra esattamente il reparto più solido della squadra.

Il defensive coordinator Brian VanGorder applicherà la difesa 4-3 ed i principali interpreti del sistema saranno, sul fronte, Ray Edwards (preso come FA da Minnesota), Jonathan Babineaux, Corey Peters e John Abraham, reduce dai ben 13 sacks della stagione scorsa. Alle loro spalle Kroy Biermann, che ha perso lo spot da titolare a favore di Edwards sarà utile rincalzo come difensore sulle corse.

Linebacker saranno Sean Weatherspoon, la prima scelta del draft 2010 che ha dimostrato di valere la chiamata con una stagione da 52 tackles ma con ancora evidenti problemi di copertura sulle corse, Stephen Nicholas e Curtis Lofton. Nel caso di problemi con i titolari, buon rincalzo potrà risultare il veterano Mike Peterson.

Le secondarie saranno formate dai cornerback Dunta Robinson e Brent Grimes: molto buona è stata la stagione di quest’ultimo, molto cercato dai QB avversari per la sua statura (5’10), con ben cinque intercetti e la prima chiamata al Pro Bowl. Le safety saranno William Moore, che arriva da un 2010 da più di 100 tackles dopo un anno da rookie passato in infermeria, e Thomas DeCoud.

Il kicker sarà ancora Matt Bryant (28/31 la scorsa stagione), mentre il punter sarà Matt Bosher. Arma in più potrebbe essere il PR e KR Eric Weems, autore di 3 TD sui ritorni lo scorso anno.

Può essere giunto il momento per i Falcons di poter aspirare a qualcosa di più di un titolo divisionale, traguardo peraltro non certo sicuro: l’impressione è che molti giovani giocatori stiano maturando l’esperienza necessaria per proseguire la stagione anche dopo le 16 partite di regular season. La conditio sine qua non affinchè questo avvenga è però necessaria una certa integrità fisica, in quanto, personalmente, sono convinto che la franchigia in certi ruoli sembri difettare di profondità.

Carolina Panthers

Se c’è una franchigia che risponde pienamente al concetto di mina vagante, questa è senza dubbio Carolina, alle prese con nuovi assetti sia a livello di coaching staff che di giocatori, frutti di buone acquisizioni in free agency e di scelte al draft anche piuttosto criticate.

Ma andiamo con ordine: l’head coach sarà Ron Rivera, alla sua prima esperienza da capo allenatore dopo l’ultima esperienza da DC a San Diego, che inserirà una difesa 4-3 ed un attacco basato sulla West Coast offense.

Al draft, senza per il momento addentrarci nel merito sono stati scelti, come già detto, con la prima scelta assoluta Cam Newton (Auburn, QB), ed a seguire Terrell McClain (South Florida, DT), Sione Fua (Stanford, DT), Brandon Hogan (West Virginia, CB), Kealoha Pilares (Hawaii, WR), Lawrence Wilson (Connecticut, OLB), Zachary Williams (Washington State, C) e Lee Ziemba (Auburn, OT).

Dovessi giocarmi il classico euro su chi inizierà come QB titolare nella prima partita stagionale sarei in difficoltà, ma alla fine probabilmente punterei su Newton: il prodotto di Auburn porta però con se molte incognite legate principalmente al fatto che in NFL non avrà quello strapotere fisico che al college aveva, ed inoltre al college ha giocato per una sola stagione ad alto livello, quindi emergono anche dubbi sulla sua esperienza.

Il ragazzo si può inserire nel West Coast system, sicuramente, ma sono anche alte le possibilità che il suo impatto non sia rilevante. Nel caso Newton fallisca, potrebbe toccare a Jimmy Clausen, prima scelta del draft 2010 dei Panthers che non ha avuto la stagione che ci si attendeva, con circa il 50% dei passaggi completati, 3 TD e 9 INT: numeri non eccelsi che hanno fatto propendere la dirigenza dei Panthers anche per la firma di Derek Anderson, free agent da Arizona, che se non altro può vantare esperienza in NFL nel ruolo, anche se con risultati discutibili.

Nella stagione passata il gioco sui passaggi è risultato essere l’ultimo della lega per efficienza, vantando solamente 143 yards per partita: il principale pericolo per le difese avversarie nella scorsa stagione è stato il WR David Gettis, capace di 508 yards e 3 TD, per rendere l’idea di quanto poco sono stati sfruttati i ricevitori.

Gettis non avrà neanche la possibilità di iniziare la stagione, in quanto si è rotto il legamento crociato anteriore in allenamento: a sostituirlo saranno quindi Steve Smith, veterano di lungo corso e, probabilmente, Brandon LaFell, capace nel suo anno da rookie di far intravedere un discreto potenziale.

Principale sostituto di questi sarà Armanti Edwards, anch’egli alla seconda stagione, ma che nella prima non ha praticamente visto il campo se non negli special teams. Viene da pensare che un grande contributo sarà richiesto ai due TE firmati quest’anno in free agency, e cioè Jeremy Shockey (provenienza Saints), probabile destinatario del ruolo di titolare, e Greg Olsen (Bears).

Il backfield non vivrà grandi scossoni rispetto allo scorso anno, partendo dalla riconferma per 5 anni del RB che lo scorso anno era titolare, prima che un infortunio al piede destro lo togliesse di mezzo per le ultime 10 partite: stiamo parlando di DeAngelo Williams, oramai sicurezza del reparto, sempre che riesca a tenere lontani i problemi fisici.

Sua principale alternativa sarà Jonathan Stewart, che ha sostituito discretamente Williams la scorsa stagione. Fullback titolare sarà Tony Fiammetta, anche lui al ritorno dopo un infortunio al ginocchio e buon creatore di varchi per i RB la scorsa stagione.

Due conferme di ottimo livello per la linea offensiva, che ha tutti i crismi di un reparto solido e pronto a garantire la necessaria protezione al QB che si sistemerà dietro di essa: non si può che partire dal C Ryan Kalil, pro bowler lo scorso anno; nei ruoli di guardia toccherà a Travelle Wharton, fuori per mezza stagione nello scorso campionato, e Mackenzy Bernadeau, che si giocherà il posto partendo leggermente favorito su Geoff Schwartz.

La grossa scommessa sarà nel ruolo di right tackle, dove Jeff Otah non ha visto il campo causa infortunio per tutto lo scorso anno, anche se dovrebbe essere ormai recuperato. Dall’altra parte della linea toccherà a Jordan Gross, probabilmente uno dei migliori left tackle della scorsa stagione.

Defensive coordinator dei Panthers sarà quel Sean McDermott licenziato dagli Eagles e che Rivera non si è fatto sfuggire: il principale rinforzo per il reparto poteva e doveva essere l’esperto DT Ron Edwards (Chiefs), ma uno strappo ad un tricipite lo ha messo fuori per la stagione.

Il fronte difensivo sarà quindi composto di base da Eric Norwood (che dovrebbe aver avuto ragione di Everette Brown), Corvey Irvin, dalll’inamovibile Charles Johnson e da Kentwan Balmer, appena arrivato a Charlotte dopo il taglio da parte di Seattle, che prende il posto di Sione Fua, rookie che sembrava essersi guadagnato il posto nella formazione titolare.

Anche i LB si sono dimostrati essenzialmente elementi di livello, e le riconferme di Jon Beason, seppur a rischio per la prima stagionale a causa di un intervento chirurgico al tendine d’Achille, e James Anderson, rifirmati dalla free agency entrambi per cinque anni ed in particolare il primo a cifre non modeste (50 milioni di cui 21 garantiti), stanno a dimostrare che la dirigenza crede fortemente nei suoi uomini, o almeno in questi.

Contratto esteso di cinque anni anche per il probabile terzo LB, Thomas Davis, che deve dimostrare di essere tornato in buone condizioni dopo il pesante infortunio subito nel 2010 che ha fermato una stagione la quale poteva essere potenzialmente quella della definitiva consacrazione.

Analizzando l’ultimo reparto che resta, le secondarie, si vede che a parte il CB Captain Munnerlyn, autore di una ottima stagione da sophomore con tre intercetti, si punta su giocatori con più esperienza, almeno alla quarta stagione tra i pro: l’altro cornerback sarà Chris Gamble, mentre, a chiudere, si sono confermati nel ruolo di safety titolari Charles Godfrey e Sherrod Martin.

Dopo 15 anni a calciare per i Panthers non ci sarà più John Kasay: il kicker è stato rilasciato, ed al suo posto è arrivato l’altrettanto esperto ma meno preciso (83% nella scorsa stagione) Olindo Mare da Seattle. Punter confermato sarà Jason Baker, mentre come ritornatori dovrebbero alternarsi Armanti Edwards e Mike Goodson.

Ritornando al concetto iniziale, non si sa cosa ci si possa aspettare da Carolina, se non che superi le misere due vittorie della passata stagione: la West Coast è un sistema sconosciuto sia a Newton che a Clausen, e ciò non potrà che creare problemi, mentre l’assenza di un reparto ricevitori all’altezza limiterà ancora di più le opzioni offensive.

Ci si può forse attendere, anche alla luce di un calendario con alcune partite abbordabili in casa, di arrivare a quattro vittorie, e di vedere se Newton riuscirà a far ricredere gli scettici (sottoscritto compreso) dimostrando di essere quarterback da NFL.

New Orleans Saints

Due anni fa i Saints vincevano il primo Superbowl della loro storia, lo scorso anno invece una inattesa e prematura uscita di scena addirittura nella Wild Card contro i tutt’altro che irresistibili Seahawks: cos’è cambiato in questo lasso di tempo?

Non è cambiato il capo allenatore, Sean Payton, il quale sta per iniziare la sua sesta stagione in Louisiana, e di conseguenza non è cambiato il sistema di gioco, fatto di un’alternanza di formazioni e di giochi teso a confondere le difese rivali.

Non è cambiato Drew Brees, sempre stella della squadra ed autore di un’altra stagione ad altissimo livello. Quello che è mancato è stato il gioco di corse, che a causa di infortuni sparsi ed articolati è sprofondato agli ultimi posti della lega.

Nonostante il ritorno dei tutti i running back di rilievo, al draft è stato ritenuto opportuno dotarsi di una nuova arma, ed è stato scelto Mark Ingram, da Alabama. Insieme a lui sono stati selezionati Cameron Jordan (California, DE), Martez Wilson (Illinois, LB), Johnny Patrick (Louisville, CB), Greg Romeus (Pittsburgh, DE) e Nate Bussey (Illinois, LB).

Come detto sarà nuovamente, e non poteva essere altrimenti, Drew Brees ad orchestrare l’attacco dei Saints: reduce da una stagione da 4620 yards e 33 TD, anche se si sono anche registrati 22 intercetti, l’idolo della città avrà il compito di portare la franchigia al titolo divisionale perso a favore dei Falcons nel 2010: l’obiettivo è ampiamente alla portata, così come un viaggio ai playoff più lungo di quello dello scorso anno.

Riserva di Brees sarà Chase Daniel, che è sceso in campo per scampoli di partita per 13 volte nella scorsa stagione e che sta maturando la necessaria esperienza: a meno di infortuni di Brees, per lui quest’anno ci saranno di nuovo le briciole.

Con una così dominante macchina da lanci, molte sono le possibilità che si offrono ai WR del team: a dividersi gli snap saranno principalmente Marques Colston (l’unico a superare le 1000 yards, mettendone a referto 1023) e Lance Moore (il migliore per numero di TD, 8): quest’ultimo sembra aver le giuste qualità per sopravanzare Devery Henderson nelle gerarchie interne della squadra.

Da non sottovalutare, e ci mancherebbe altro, anche Robert Meachem, che lo scorso anno ha messo insieme la più alta media di yards per ricezione (14,5). Molto utile risulterà anche la figura del TE, ruolo che probabilmente toccherà a Jimmy Graham, capace nel finale della scorsa stagione di sconfiggere la concorrenza di Jeremy Shockey (poi ceduto ai Panthers) e di David Thomas, la sua principale alternativa anche quest’anno.

Già appurato che il reparto corse sarà molto affollato quest’anno, resta da vedere chi porterà più volte la palla in stagione: alla luce della partenza di Reggie Bush per i lidi della Florida ed alla luce delle prestazioni dello scorso anno, logica direbbe che sarà Chris Ivory a regnare nel backfield, ma i postumi di un’operazione al piede da cui non è ancora completamente guarito lasciano dubbi sulla sua presenza alla prima parte di stagione.

Spazio dunque a Darren Sproles, fresca acquisizione da San Diego, e Pierre Thomas, mentre il succitato Ingram dovrebbe occuparsi delle situazioni di corto yardaggio. A creare varchi per questa impressionante batteria di corridori, saranno i FB Korey Hall, arrivato da Green Bay, ed il rookie Jed Collins.

Salutato Jonathan Goodwin, partito per la California, sponda San Francisco, il ruolo di centro verrà preso Olin Kreutz, giunto nella free agency dai Bears ed elemento di comprovata esperienza e durezza.

Al suo fianco due guardie di assoluto valore, che compongono forse sulla carta una delle migliori coppie della NFC: Jahri Evans, che dovrà riprendersi da una stagione un po’ sottotono, e Carl Nicks. Ai loro lati chiuderanno la linea, rispettivamente, Zach Strief (non sicuro del posto ed in competizione con Charles Brown) e l’affidabile Jermon Bushrod.

Con Gregg Williams confermato nel ruolo di defensive coordinator, l’aggressività sarà nuovamente la chiave di volta per la difesa dei Saints e per il suo sistema 4-3. Il fronte probabilmente sarà composto ai lati da Alex Brown e Will Smith: oltre al loro contributo sul campo, la loro esperienza (18 anni in due) servirà anche per la crescita della prima scelta Cameron Jordan. In mezzo ai due toccherà a Sedrick Ellis e Aubrayo Franklin, con Shaun Rogers come ottima e costante alternativa ai due.

Con la perdita di Danny Clark, rilasciato alla vigilia della stagione, le prestazioni dei linebacker dipenderanno in gran parte da Jonathan Vilma e dalle sue prestazioni, finora ottime nonostante la stazza piccola per il ruolo. Ai suoi lati Scott Shanle e Will Herring (arrivato in offseason da Seattle) non sembrano avere la necessaria capacità per essere gli OLB di una squadra che anela all’anello.

Le secondarie dipenderanno molto da ciò che riuscirà ad offrire la SS Roman Harper, capace di coprire bene ogni zona del campo e di guidare i compagni a forzare 25 turnovers nel 2010. Con Darren Sharper divenuto free agent e non rifirmato, compagni di reparto del prodotto di Alabama dovrebbero essere tre fra Tracy Porter, Jabari Greer, Malcolm Jenkins, Pierson Prioleau e Patrick Robinson.

Non è stata la miglior stagione per il kicker Garrett Hartley (20/25, 80%) e in questa stagione anche lui dovrà cercare una maggiore continuità di rendimento, che non è mancata al punter Thomas Morstead, sesto nella lega come yards per punt. Oltre che ricevitori di livello, Devery Henderson e Lance Moore saranno anche i ritornatori della squadra.

A parte alcune carenze difensive, la franchigia di New Orleans sembra avere tutte le carte in regola per un’altra stagione ai massimi livelli, guidata da una linea di attacco con pochissimi eguali della lega. Quella che è stata la principale pecca dello scorso anno, la mancanza di profondità, sembra stata ridotta con innesti mirati e di qualità.

Personalmente, l’attesa è per una stagione di vertice che, con una piccola dose di fortuna, può portare fino ad Indianapolis.

Tampa Bay Buccaneers

Ricostruzione al terzo anno in quel di Tampa, e tutto sembra dar ragione all’opera intrapresa dal general manager Mark Dominik, ben spalleggiato dall’head coach Raheem Morris: con molti giocatori titolari con tre o meno anni di esperienza nella lega, e quindi molto giovani, il futuro sembra sorridere, anche se c’è il lato oscuro della medaglia, dato da una statistica, messa in luce in fase di valutazione della scorsa stagione da diversi esperti, che vede i Bucs con un record di 2-7 contro squadre da playoff.

Questo è stato e forse ancora sarà il principale limite per questo anno ancora, caratterizzato da un draft che porterà, come vedremo, almeno due rookie a partire titolari: le scelte sono state Adrian Clayborn (Iowa, DE), Da’Quan Bowers (Clemson, DE), Mason Foster (Washington, OLB), Luke Stocker (Tennessee, TE), Ahmad Black (Florida, SS), Allen Bradford (Southern California, RB), Anthony Gaitor (Florida International, CB) e Daniel Hardy (Idaho, TE).

Quarterback titolare anche quest’anno sarà Josh Freeman, al terzo anno da titolare: per il prodotto di Kansas State il compito principale sarà quello di confermare le buone statistiche messe in piedi nel 2010 (25 TD e soli 6 INT) come di migliorarsi in aspetti in cui è stato meno brillante, come il gioco rapido sul corto e i fumbles subiti (ben 5).

Se riuscirà a registrarsi in questi aspetti di gioco, allora con la potenza e con l’intelligenza tattica che si ritrova, potrà diventare un problema serio per ogni singola difesa NFL. In diverse occasioni ha visto il campo nella scorsa quello che sarà il backup di Freeman, Josh Johnson, ma se chi gli sta davanti compirà gli ulteriori step di sviluppo previsti, viene difficile pensare che Johnson possa giocare più di pochissimi snap in stagione.

In quello che è stato l’ottavo attacco in stagione sulle corse, la palma di migliore RB della franchigia e, allo stesso modo, di sorpresa della stagione va a LeGarrette Blount: interessante come questo undrafted rookie, firmato inizialmente dai Titans che poi lo hanno tagliato, apparentemente sprovvisto sia di velocità sia di potenza dominanti, abbia iniziato la stagione fuori da ogni depth chart per poi inserirsi di prepotenza fino a toccare le 1007 yards e i 6 TD.

Con la partenza di Cadillac Williams, alla volta di Saint Louis dopo cinque anni di servizio, sarà ancora Blount a ricevere i galloni da titolare, fors’anche per la pochezza delle sue possibili alternative, che secondo i piani di Morris saranno Kregg Lumpkin, nullo nel 2010 anche a causa degli infortuni, e Allen Bradford, draftato al sesto giro quest’anno. Non è quindi da escludere un buon numero di portate per l’esperto Earnest Graham, FB titolare.

Il reparto ricevitori sarà invece dotato di buona profondità e di ottimo talento, a cominciare da Mike Williams, il migliore la scorsa stagione con quasi mille yards guadagnate ed un totale di 11 TD, e sarà ancora lui ad occupare il posto di ricevitore numero uno della squadra, con quasi sicuramente Arrelious Benn, capace di ritagliarsi mano a mano sempre più spazio nella sua scorsa stagione da rookie, a prendere servizio come numero due.

Alle loro spalle avranno sicuramente modo di mettersi in luce Sammie Stroughter, Micheal Spurlock e Dezmon Briscoe. Ruolo fondamentale negli schemi di Morris è il TE, quindi la scelta dell’head coach cadrà ancora (e ci mancherebbe altro) sulla qualità fenomenale dell’ormai esperto – 8 anni – Kellen Winslow: per lui lo scorso anno statistiche ottime per il ruolo, con 730 yards e 5 TD. Alle spalle di quest’ultimo potrà sviluppare il suo talento il rookie Luke Stocker, che con un maestro così può imparare davvero molto.

La linea offensiva, sulla carta, può non essere all’altezza della situazione, in quanto formata da elementi o di non eccelsa qualità o da giocatori reduci o martoriati da infortuni che li hanno bloccati più o meno a lungo: rientra in quest’ultima categoria il centro Jeff Faine, che ha giocato solo la metà esatta delle partite dello scorso anno a causa di diversi problemi fisici.

A destra è stata rifirmata la guardia Davin Joseph, anche lui nel 2010 alle prese con un infortunio al piede che gli ha di fatto ha portato alla chiusura della stagione in anticipo, il quale avrà all’esterno il tackle Jeremy Trueblood, probabilmente non all’altezza del compito richiestogli ma titolare per l’assenza di alternative di spessore.

A sinistra vedremo invece all’opera Ted Larsen, buono nella sua stagione da rookie seppur anche lui sia stato alle prese con gli infortuni, e Donald Penn, lui invece in campo per tutta la regular season passata.

Il miglior tackler della squadra nel 2010 è stato Barrett Rudd. Nel 2011 Barrett Rudd è in Tennessee, ma la sua perdita potrebbe essere ammortizzata da una difesa 4-3 ottima sui passaggi ma rivedibile sulle corse.

La prima linea vedrà impiegati giovanissimi interpreti, pronti fin da subito a dare il loro contributo: da destra a sinistra la prima scelta del draft 2011 Adrian Clayborn, dominante in Iowa, Roy Miller (in dubbio per la prima stagionale per dei piccoli problemi ai legamenti del ginocchio), Gerald McCoy, che ha saltato qualche partita nel 2010 e Michael Bennett.

Per quest’ultimo, secondo anno da Texas A&M, in caso di prestazioni negative si potrebbero aprire le porte della panchina a favore di Da’Quan Bowers, che a causa di un problema al ginocchio (ormai risolto) è sprofondato da una possibile scelta tra le prime 3 posizioni del draft di quest’anno fino alla numero 51: se il fisico tiene questo potrebbe il vero valore aggiunto per la difesa Bucs.

Conferme per i linebacker laterali in questa stagione, che saranno di nuovo Quincy Black e Geno Hayes: il primo ha dimostrato nonostante il fisico non eccelso e una alta propensione agli infortuni (solo 10 partite nella scorsa stagione) di avere le capacità da tackler che servono per questi livelli; il secondo, nonostante una qualità leggermente minore e delle statistiche in calo rispetto al 2009, dovrebbe mantenere il posto anche per questa stagione.

Al posto di Rudd non si sa ancora bene chi ci sarà alla week 1, anche se sembra che il rookie All-American Mason Foster (162 tackles nella ultima stagione al college, Washington), avrà la meglio sul secondo annoTyrone McKenzie.

Tanto diversi quanto complementari tra loro sono i cornerback che vanno ad iniziare (e forse non a finire come vedremo) la stagione: a destra Ronde Barber nonostante i 36 anni è ancora uno dei migliori tackler e specialisti dei blitz in riferimento al ruolo in cui gioca, mentre a sinistra pochi CB riescono ad applicare marcatura sul miglior WR rivale come Aqib Talib, autore tra l’altro di 6 intercetti di cui uno ritornato in TD lo scorso anno. Talib inizierà la stagione con un processo pendente nel 2012 a suo carico per violenze che lo potrebbe portare in carcere nell’anno nuovo.

In mezzo ad essi Sean Jones e Cody Grimm, giocatori nella media ma nulla più (comunque anche nulla meno) saranno le safety titolari.

Connor Barth sarà il kicker della squadra (per lui l’82% circa di precisione la scorsa stagione, in deciso miglioramento dal 73% del 2009) e il punter Michael Koenen. Il ritornatore, per entrambi i tipi di calci, sarà Michael Spurlock, molto efficiente sui kickoff ma molto meno sui punt.

Lecito aspettarsi un altro record positivo per la franchigia della Florida, ma da lì in avanti si entra nel puro campo delle illazioni: la squadra offre personaggi di grande esperienza ma soprattutto molti giovani che devono ancora dimostrare tanto, nonostante il loro indubbio valore.

Molto dipenderà, a mio personalissimo parere, dal grado di maturazione raggiunto dai giocatori al terzo e quarto anno di esperienza in NFL, e sono molti tra i titolari, i quali dovranno e potranno fare il salto di qualità quando l’ovale brucerà sul serio, oltre che a far inserire in fretta i più giovani di loro all’interno del sistema e delle difficoltà del mondo dei Pro.

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