Nello stesso giorno in cui è stato definitivamente cessato il lockout Nfl, è accaduto un altro avvenimento importante, direttamente correlato alla ripresa delle operazioni della lega.

I tempi sembrano difatti maturi per riportare il football professionistico nell’area di Los Angeles, che un tempo possedeva Rams e Raiders, ma che dalla metà degli anni ’90 si è trovata completamente sguarnita pur essendo uno dei maggiori mercati economici d’America.

Di football a L.A. se n’è parlato davvero tanto, l’ipotesi ad un certo punto pareva addirittura remota ed inapplicabile per i molti ostacoli burocratici da superare, ma quello effettuato lunedì è stato un passo da gigante.

In sostanza, il comune di Los Angeles ha firmato una lettera d’intenti assieme alla AEG, società che per lungo tempo ha promosso l’iniziativa di costruire un nuovo stadio del costo di 1.2 bilioni di dollari da annettere all’attuale L.A. Convention Center, che verrebbe ampliato all’interno dello stesso progetto con un’opera di 275 milioni di dollari, il che significa che lo scoglio forse più grande per cominciare a portare l’operazione nella direzione giusta potrebbe davvero essere stato superato.

Ora il consiglio comunale dovrà votare sulla questione, e le prime indiscrezioni uscite in maniera ufficiosa indicano che non ci dovrebbero essere problemi per ottenere la maggioranza necessaria per far passare il nulla osta e quindi pensare di continuare il percorso che dovrebbe portare all’inizio della costruzione.

Se ci sarà la maggioranza dei voti a favore, si procederà con una valutazione dell’impatto ambientale attraverso uno studio che potrà essere prodotto entro la prossima primavera, ragion per cui è previsto l’inizio dei lavori per il mese di giugno 2012, con una possibile apertura dello stadio, già battezzato Farmers Field, in qualche momento del 2016. L’accordo tra comune e società è però intransigente su un punto particolare, che andrà sicuramente ad impattare l’attuale geografia delle franchigie Nfl: senza l’assegnazione di una squadra professionistica non è difatti possibile alzare nemmeno un piccolo mattoncino, e visti i tempi stretti per cominciare a costruire è realistico pensare che le trattative con una delle cinque squadre attualmente coinvolte in ipotesi di trasloco possano già cominciare una volta avuto l’ok definitivo.

La squadra che raggiungesse l’accordo giocherebbe a Los Angeles già dal 2012 in attesa della fine dei lavori, venendo temporaneamente ospitata dal Rose Bowl o dal Coliseum.

Le cose si stanno ad ogni modo muovendo anche in un’altra direzione, dal momento che un’altra società, la Majestic Reality Co., sta simultaneamente operando per iniziare la costruzione di uno stadio situato 15 miglia ad est del centro di Los Angeles, un impianto di 75.000 posti per il quale già da due anni la società ha ottenuto il permesso di costruire, con i lavori anche in questo caso bloccati per la mancanza dell’impegno di una squadra Nfl esistente a trasferirsi in loco. Il fatto che il lockout sia terminato e la situazione stia lentamente tornando alla normalità permetterà di riprendere i colloqui interrotti in tempi molto brevi, e per questo motivo non è detto che possa essere una franchigia soltanto a decidere i prendere caschi ed attrezzature e riempire i tir per affrontare il viaggio verso la California.

Ma quali sono le squadre potenzialmente soggette ad un trasferimento?

La prima della lista è senza dubbio San Diego, che geograficamente è già appartenente a quell’area e che come noto non ha trovato un accordo per la sostituzione del Qualcomm Stadium, i cui canoni non sono oramai più consoni per le esigenze attuali del mercato. Per i Chargers si tratterebbe di un ritorno sul luogo del delitto, erano infatti nati nel 1960 giocando proprio al Coliseum di Los Angeles, e di ritorno potrebbe trattarsi anche per i Raiders, una delle squadre interpellate dalla Majestic Reality Co., che come noto si spostarono da Oakland a Los Angeles per poi fare marcia indietro.

Problemi similari a quelli di San Diego potrebbero averli i Vikings, che sono in trattativa per ottenere la licenza a costruire un nuovo stadio che possa sostituire il Metrodome (il cui tetto si afflosciò l’anno scorso, costringendo la squadra a giocare le rimanenti gare casalinghe altrove) e che in caso contrario sarebbero costretti a guardarsi attorno; motivazioni invece diverse per Rams e Jaguars, i primi che potrebbero tornare a casa ed usufruire di un mercato molto più appetibile di quello attualmente allocato nel Missouri, i secondi presi da qualche stagione a risolvere i problemi di affluenza allo stadio, calata drasticamente dopo l’entusiasmo dei primi anni seguiti alla fondazione della franchigia che aprì i battenti nella stagione 1995.

Per i tifosi e gli affezionati alle vecchie squadre Nfl di Los Angeles la soddisfazione provata in questo magico lunedì potrebbe essere doppia, data da un potenziale colpo gobbo che se tutto andrà come deve farà ricordare questa data come la riapertura delle operazioni della lega dopo il timore di non veder giocare il campionato, ed il primo passo significativo verso il ritorno del football professionistico nella città degli angeli.

One thought on “La Nfl è pronta a tornare a Los Angeles?

  1. I VIKINGS devono rimanere in Minnesota. Si chiamano così perchè lo stato del Minnesota è da sempre quello con un maggior numero di immigrati scandinavi. A Los Angeles non avrebbero senso di esistere. GO VIKES!

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