Cam Newton, il numero 1 fra i QB in uscita dal college quest'anno

Privata del nome che poteva essere la stella assoluta, quell’Andrew Luck che ha deciso di restare un ultimo anno al College, la classe QB del 2011 è un corposa carrellata di nomi, con parecchi interrogativi legati al successo o meno nel professionismo.

Di fronte al carisma e all’esplosività, ma al contempo anche all’inesperienza dei QB Junior, si contrappone la maturità, forse meno spettacolare, ma più efficace, dei Senior.

Così pure, si differenziano QB che hanno già solide basi di pro-style Offense ed invece altri che, se bene forse più talentuosi, possono incontrare maggiori difficoltà nel mondo dei “grandi”.

Ciò che sutpisce è che almeno 8 nomi (qui da noi individuati) potrebbero dire la loro significativamente nei prossimi anni e questo rende la classe QB 2011 numericamente e qualitativamente una delle migliori degli ultimi anni.

 

Cam Newton – Auburn Tigers – 6’6”, 250 (Junior)
Esplosivo, vincente carismatico. Tre aggettivi che vengono in mente all’istante pensando a Cam Newton. Con i suoi Auburn Tigers è stato protagonista di una stagione senza subire sconfitte, con la vittoria finale nel BCS, coronata con il successo personale dell’ Heisman Trophy. Ha segnato un totale di 50TD, 30 su passaggio e 20 su corsa. E’ un atleta mostruoso fisicamente, un bestione di circa 2 metri con un braccio molto potente ed una mobilità e dinamicità che lo fanno uno Scrambler d’eccezione. Il successo di Newton si è costruito infatti più come Rusher che come Passer, doti che gli hanno regalato 1.473 yards su corsa, numeri da Running Back puro. Uno degli indiziati principali ad essere prima scelta assoluta. Tuttavia, ci sono da tener presenti alcuni aspetti che potrebbero abbassare le sue quotazioni. L’entrata in NFL può risultare piuttosto impegnativa, specie per uno come lui, che con i Tigers ha giocato un Playbook ridotto all’osso, che lo mettesse in condizione di usare le gambe nell’immediato o di lanciare al sicuro ricevitore libero E’ lontano dall’essere un QB da tasca. Per eludere le scelte difensive di squadre esperte, Newton dovrà crescere mentalmente più che fisicamente e studiare sul campo varietà di schemi che gli consentano di essere poco prevedibile. In questo senso, sarà prezioso il lavoro dei Coach che avrà come maestri. Inoltre, l’ex Tigers pecca di esperienza: se si escludono due anni passati con i Gators (con sole 5 partenze mai da titolare e squalifiche varie dovute a problemi comportamentali) ed una nella JUCO, il 2010 è stato il suo primo anno da protagonista nel College. Facendo i conti, Newton ha giocato 14 gare in FBS da Starter. La domanda per lui è: pur avendo evidenti mezzi fisici per essere un atleta competitivo, Cam Newton è veramente pronto per la NFL?

 

Blaine Gabbert – Missouri Tigers – 6’5”, 234 (Junior)
Gabbert si è conquistato la stima della maggior parte degli esperti di football, perchè visto come prospetto più completo per il ruolo di QB. Pur non essendo esplosivo come Newton, né in campo né nei numeri, Gabbert è capace di regalare alla propria squadra stabilità e sicurezza, senza strafare dove non serve. In ottica futura, è perciò il maggior candidato ad aver successo nella NFL. Possiede una buona mobilità dietro la linea di scrimmage, ma ha giocato un numero elevato di Shotgun Formation e dovrà dunque crescere nelle altre situazioni. Due anni da Starter a Mizzou, può peccare perciò di esperienza, ma i mezzi a disposizione sembrano i migliori, anche per conformazione fisica. L’esiguo numero, rispetto ai diretti rivali, di 16TD nell’ultima stagione di College, può essere imputato anche alla mancanza di un ricevitore di livello, ruolo che l’anno prima spettava a Danario Alexander, poi entrato in NFL. La sensazione è dunque quella che Gabbert per far bene debba avere dalla sua un ricevitore più che sopra la media, con cui possa formare un vero e proprio duo. Per un breve periodo si è accostato alla prima scelta assoluta; più veritiero ritenere che possa essere una Top-10 Pick. Non si prospetta per lui una partenza a razzo, piuttosto uno sviluppo lento, ma costante, passo passo con il Coaching Staff e magari con un’arma offensiva d’elitè a supporto che possa limitarne gli errori iniziali.

 

Jake Locker – Washington Huskies – 6’3”, 231 (Senior)
Locker mescola struttura fisica, esperienza e grande capacità di lancio. Insieme a Gabbert, indiziato principale a fare la strada più lunga nel professionismo. Al termine della sua stagione da Junior, era in cima a tutte le classifiche come miglior prospetto del ruolo. Il suo nome è stato accostato anche a quelli di Steve Young e John Elway. Meno esplosivo degli altri Top QB, specie nei numeri, con un record in carriera negativo di 15-25 con gli Huskies, statistica insolita per un QB che verrà scelto piuttosto in alto nel draft. Locker è un’atleta completo, addirittura scelto in un Amateur Draft di baseball due anni fa, ma anche schierato come DB durante l’High-School. Può facilmente lanciare uscendo dalla tasca, sa correre bene con le gambe e riesce ad essere preciso e ad avere un ottimo timing anche in movimento. Ha una potenza nel braccio ideale per un QB, che può sfruttare per qualunque tipo di lancio: non ha particolari punti deboli né sul corto né sul profondo. Deve migliorare le letture difensive e far meglio come QB da tasca puro. Ha comunque accumulato esperienza come QB pro-style. Diversi problemi di infortunio per lui nel corso degli anni, che spesso però gli hanno consentito ugualmente di essere in campo. Locker ha dichiarato di pensare ad un ritorno al baseball, se dovesse esserci il Lockout. Per questo qualche team potrebbe non fidarsi delle sue parole, interpretandole come un non totale interessamento nei confronti del football. Per lui si attende la chiamata in NFL intorno al tardo primo giro.

 

Ryan Mallett – Arkansas Razorbacks – 6’6”, 240 (Junior)
Mallett rappresenta il classico esempio di giocatore dotato di ottime qualità, ma con una mentalità fuori dal campo più che discutibile. Molti i rumors a suo carico per sospetto uso di droghe, che uniti ad un arresto, a comportamenti poco professionali e ad un infortunio al piede sinistro, lo hanno fatto scendere di diverse posizioni nei Ranking dei QB. Mallett dispone di uno dei migliori bracci tra i diretti rivali Rookie, sia per forza che per capacità di lanciare profondo, ma ha giganteschi problemi legati alla mobilità e alla rapidità, basti pensare che il suo tempo sulla prova delle 40-yards Dash è stato di 5.37 secondi. La scelta migliore nel suo caso, si attesterebbe in una squadra con una linea offensiva effiface che possa consentirgli di giocare a suo modo pur rimanendo fermo sul posto. Nelle 3.869 yards lanciate nel 2010 con Arkansas, colorite da 32TD, Mallett ha avuto anche la fortuna ed il merito di poter giocare con successo in schemi offensivi pro-style (sotto Coach Bobby Petrino), più vicini ai corposi Playbook della NFL. Un sicuro vantaggio che potrebbe consentirgli di partire con un piede avanti rispetto ai rivali, pur avendo skippato la sua stagione da Senior. Per quel che riguarda una previsione al Draft, Mallett è una sicura mina vagante: se qualche franchigia non vorrà tener conto dei problemi del QB fuori dal campo, l’ex Razorbacks può essere una Top-20 Pick ; in caso contrario, non prima delle 32 scelte iniziali. La fortuna di Mallett è legata ad un filo molto sottile.

 

Colin Kaepernick – Nevada Wolf Pack – 6’4”, 233 (Senior)
Il secondo più esperto QB della classe 2011 (dietro solo a Dalton) con 4 stagioni da Starter con i Wolf Pack, un periodo che gli ha consentito di lanciare per 10.098 yards complessive, con 82TD solo su passaggio (ma si possono aggiungere anche i 59TD su corsa). Basta leggere tali numeri per capire che Kaepernick è un’atleta completo e abilissimo, l’unico che si può paragonare a Newton per mobilità e freschezza e c’è addirittura chi azzarda a fargli vincere il confronto diretto con il QB di Auburn, atleticamente parlando. Alle Combine ha dimostrato di essere il più veloce di tutti i QB (4.53 sulle 40-Yards Dash). Pur non avendo una tecnica di lancio delle migliori, possiede anche un braccio molto potente ed una capacità elevata di passare in corsa, uscendo dalla tasca. Non gli manca neanche resistenza fisica e salute: mai saltata una gara durante 4 stagioni. Kaepernick ha tuttavia sperimentato maggiormente la “Pistol Offense”, un formazione mix tra Shotgun e Singleback, che gli ha consentito di lanciare immediatamente dopo lo snap sul sicuro, accumulando quindi numeri maggiori di molti altri QB. Non ha dunque una formazione pro già impostata e il rischio è quello che possa restare solo un appassionante QB da College. Per i fanatici delle statistiche, ha totalizzato un altissimo 37 al Wonderlic. Dovrebbe andar via durante il secondo giro.

 

Christian Ponder – Florida Seminoles – 6’3”, 228 (Senior)
Con un curriculum prestigioso, che lo vede figlio d’arte sportiva (il padre David giocava DL negli stessi Seminoles) , Ponder si inserisce nella schiera di QB che han giocato una pro-style offense al College, dunque meglio preparati per il salto in NFL. Ha dalla sua molta esperienza, 3 anni da titolare con Florida State nei quali ha sviluppato un ottimo senso della posizione e una capacità discreta di correre con le gambe quando necessario, anche in end-zone. Non ha una potenza di lancio eccelsa, ma è estremamente preciso negli spazi brevi. 61,8 la sua percentuale di passaggi completati in carriera, seconda soltanto a quella di Cam Newton tra i QB uscenti del 2011. Molto intelligente non solo in campo, ma anche nello studio universitario: si è laureato in appena 2 anni e mezzo. Meno esplosivo dei diretti rivali, ma sappiamo quanto la maturità conti nel professionismo, un punto che gioca senz’altro a suo favore. I maggiori dubbi su Ponder arrivano da alcuni infortuni riportati nelle stagioni da Junior e Senior, che gli hanno comportato interventi alla spalla e al gomito e conseguenti gare saltate. Difficile una previsione su di lui: considerando il talento puro, non si dovrebbe scavalcare il secondo-terzo giro, ma le ultime indiscrezioni vogliono Ponder addirittura sotto l’occhio del primo giro, proprio per la sua maturità nello stare in campo.

 

Andy Dalton– TCU Horned Frogs – 6’2”, 215 (Senior)
Dalton non ha rivali per quel che riguarda l’esperienza in campo al College. Starter per tutti e 4 gli anni con TCU ed un bilancio di W/L spaventoso (42-8). Guida quasi tutti i record della sua università. Ha sviluppato una mentalità vincente, potendo contare sempre sulla miglior squadra della Mountain West. Con i suoi 188 cm, è il QB più basso tra quelli disponibili al Draft 2011. Ha giocato prevalentemente una Spread-Offense collegiale, dunque privilegiando la Shotgun, in un sistema che chiamava quasi sempre passaggi corti e di sicura riuscita. Da questo ne deriva una difficoltà maggiore a lanciare sul profondo. Dovesse trovar spazio in NFL, perfetta per lui sarebbe una West-Coast Offense, capace di mettere in risalto le sue qualità. Salvo sorprese dell’ultim’ora, Dalton non dovrebbe esser draftato prima del quarto giro.

 

Ricky Stanzi – Iowa Hawkeyes – 6’4”, 223 (Senior)
La crescita progressiva di Stanzi negli anni del College potrebbe essere un segnale positivo per l’entrata nella NFL. Tre anni da titolare per gli Hawkeyes, dove ha sempre giocato una pro-style offense, con un’ottima produzione e una dominante leadership. Ha un discreto braccio, specie in situazioni di medio-corto, mentre è meno preciso sui giochi lunghi. Ottima costruzione fisica per un QB, che gli dona atletismo e mobilità dopo lo snap. Capace di leggere le difese, ha una invidiabile intelligenza sportiva (e non) che lo rende semplice da gestire dentro e fuori dal campo. Stanzi è il perfetto giocatore “nella media”, un buon QB che si ricorda più per i pregi che per i difetti, ma che ha dei diretti rivali un paio di piedi avanti a lui. Concorrenza infatti agguerrita anche tra i Senior (vedi Kaepernick, Locker, Ponder). Bisogna eccellere e non essere nella media, questo il probabile prezzo da pagare per Stanzi, che lo farà scivolare più indietro nel draft. Con un po’ di fortuna potrà ritagliarsi spazio, magari inizialmente come Backup. Una previsione ottimistica non lo vede nelle grinfie del professionismo prima del terzo-quarto giro.

 

 

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