Per questa volta, il campo ha detto meglio Brady... fino al prossimo incontro!

E’ meglio Tom Brady o Peyton Manning? Maradona o Pelè?
Stucchevoli disquisizioni da bar sport che spesso si ripropongono per superare pomeriggi oziosi (soprattutto da questa parte dell’oceano), ma che non mi hanno mai interessato più di tanto.

Alcuni possono preferire un quarterback che ha saputo condurre il suo team per tre volte (sfiorando la quarta) alla vittoria finale, altri la maestosità e la freddezza di un regista come non se ne vedranno per molti anni a venire. Sono scelte, sempre condivisibili.

Questa premessa per buttarci a capofitto nelle migliori prestazioni e nelle peggiori figuracce personalmente assemblate per voi, a nostro insindacabile giudizio (anche se, almeno qui, il contraddittorio è ben accetto…), in questa settimana numero 11 che ha visto principalmente uscire vittoriosi i Patriots di uno scintillante Brady contro i Colts feriti di un rabbioso (e insolitamente impreciso) Peyton Manning, che si è comunque fermato a pochissimo da un incredibile rimonta.

Vediamo cosa siamo riusciti a raccattare in giro per la NFL.

TOP 3

BUFFALO BILLS
Così come era ingiusto fare una tragedia greca per le otto sconfitte consecutive di una squadra in (perenne) ricostruzione, non dobbiamo eccedere nei trionfalismi dopo il conto aperto di due vittorie consecutive messo insieme dalla squadra di New York nelle ultime due settimane. Però i tifosi dei Bills possono ricominciare timidamente a sorridere.

Parliamo dei protagonisti dell’irresistibile rimonta contro una squadra in netta difficoltà come i Bengals, che molti pronosticavano a questo punto in tutt’altra situazione di classifica: di Steve Johnson, per esempio, già segnalato qualche tempo fa, sempre su questa rubrica.

Occhio al numero 13: 3 TD anche domenica contro la martoriata secondaria di Cincinnati, che fanno 9 negli ultimi 8 incontri.
Ryan Fitzpatrick è alla sua seconda prestazione stagionale da 4 TD lanciati, è 18/9 sul conto totale TD lanciati/intercetti, oltre ad essere riuscito a coinvolgere quasi tutto il parco ricevitori che aveva a disposizione, lo stesso che ad inizio stagione sembrava uno, se non il peggiore, di tutta la NFL: qualcuno si ricorda ancora che nei primi match disputati, era stato sacrificato per Trent “ectoplasma” Edwards?

Fred “FredEx” Jackson, contro la squadra dell’Ohio, ha per la prima volta stagionale varcato per 2 volte la linea di meta nella stessa sfida. Inoltre, il running back, nelle ultime due uscite, ha superato in entrambe le 100 yards corse: statistica vuole che ne siano venute fuori le uniche due vittorie della squadra in queste occasioni, che qualcosa vorrà pur dire.

Tre scelte tre anche per il reparto difensivo, uno per reparto: Dwan Edwards, il solo positivo dell’insufficiente linea difensiva dei Bills, il quale ha già superato il suo record personale di tackle.

Paul Posluszny non è un giocatore tecnicamente raffinato, ma è il leader indiscusso della difesa ed è in dirittura d’arrivo per la sua terza stagione oltre i 100 tackle totali.

Donte Whitner, la strong safety, è il gioiello di una secondaria che propone buoni interpreti, ma che insieme al resto del reparto difensivo concede 27.6 di media agli avversari, quarto peggior rendimento di tutta la Lega.

Coach Gailey può godersi la settimana grazie alla più grande rimonta registrata negli ultimi tredici anni, poiché i Bills a metà partita lamentavano uno svantaggio di 17 punti, poi ribaltato nel 49 – 31 finale.

Rimangono naturalmente delle ombre nel record attuale di 2 vittorie e 8 sconfitte, una delle quali sembra ancora il mancato inserimento di C.J. Spiller, running back per cui si è speso una scelta al primo giro nello scorso draft, avulso dai meccanismi di squadra e attualmente infortunato. Non nascondo che se fossi un head coach, per esempio Mike Tomlin, prossimo avversario di Buffalo, non affronterei più i Bills con la stessa leggerezza con cui si sarebbero potuti affrontare un mese fa.


AARON RODGERS

Si sa, ormai la rituale sfida contro i Minnesota Vikings viene vissuta sempre in maniera un po’ particolare dai tifosi dei Packers: primo, perché si affronta un’avversaria che negli ultimi anni ha duellato assiduamente per il controllo della NFC Central e secondo, beh, secondo perché i Minnesota Vikings sono da due anni la squadra di Brett Favre, prima amatissimo poi odiatissimo.

Per Rodgers, il match contro i Vikes ultimamente ha l’aria del banco di prova, per vedere a che punto è l’allievo nei confronti del maestro, mettere contro il passato e il futuro del club giallo-verde.

Ecco, non c’è fotografia migliore di quest’ ultimo match per raccontare il passaggio di consegne tra i Vikings di Favre, che lasciano vacante il trono di division e incerto il proseguimento della carriera del loro leader e i Packers di un superlativo Rodgers, autore di 4 TD pass nonostante il team del Wisconsin sia in emergenza infortuni dall’inizio dell’anno.

Fin dall’inizio, la linea difensiva di Minnesota ha cercato di pressare il quarterback avversario, ben consci delle difficoltà altrui nello strutturare un rushing game degno di nota. Il numero 12 di Green Bay ha utilizzato il suo atletismo per smarcarsi dalla pressione avversaria, trovando un valido bersaglio in Greg Jennings, che ha scherzato i corner back viola-oro con 152 yards ricevute e 3 TD realizzati; difficile trovare, oggi come oggi, ricevitori più affidabili del prodotto di Western Michigan.

La vittoria permette ai Packers di appollaiare al vertice della division i Chicago Bears con 7 vittorie e 3 vittorie, ma già viene l’acquolina in bocca per la sfida di settimana prossima, quando Rodgers dovrà superare l’ennesimo ostacolo che gli ha riservato il calendario, quando andrà a far visita ai Falcons nel fortino del Georgia Dome, nel quale Matt Ryan è praticamente imbattuto.

SANTONIO HOLMES
L’arma in più dei New York Jets in questa parte centrale di stagione.
Dopo la decisiva ricezione che aveva affossato le speranze di upset dei Browns, Santonio nostro si è ripetuto questa domenica decidendo ancora una volta il finale thrilling a favore della squadra bianco-verde di NY, che aveva dilapidato un vantaggio di 16 punti nell’ultimo quarto.

Le quattro partite di squalifica che il talento ex Ohio State aveva dovuto scontare ad inizio campionato aveva posto più di un punto interrogativo sulla capacità del numero 10 di adattarsi ad un gioco già collaudato quando questi fosse ritornato abile ed arruolato

L’ex Steelers ha dimostrato che non si vince il premio di MVP di un Superbowl per caso, così dopo un graduale inserimento, è già diventato il terminale preferito di Mark Sanchez, tenendosi, tra l’altro, lontano da “tentazioni extrasportive” che avrebbero potuto distoglierlo dalla giusta concentrazione con cui si affrontano le partite.

Dopo le 126 yards e i 2 TD segnati ai Texans, già giovedì Holmes tenterà di ripetere una grande prestazione cercando di mettere a ferro e fuoco la fragile retroguardia dei Bengals.

MENZIONI D’ONORE

DANNY WOODHEAD
Brady versus Manning, dicevamo, ma anche la favola di Danny Woodhead.
Disoccupato a settembre, quando i Jets l’avevano tagliato, questo piccolo running back proveniente da un college di Division II ha accettato immediatamente la proposta di Belichick di aggregarsi ai Patriots, la squadra del cuore.
Tuttofare dotato di grande spirito di sacrificio, domenica ha siglato il gap di 14 punti nel terzo quarto che ha costretto Indianapolis ad una furiosa rimonta, con una corsa a velocità supersonica da 36 yards conclusasi con il massimo risultato possibile.

MATT CASSEL
La vittoria contro Arizona dice poco o niente, a parte sognare di poter contendere la vetta dell’AFC West fino alla fine.
Va però valorizzata la stagione fin qui condotta dall’ex Trojans, che ha saputo rilanciarsi dopo un brutta stagione, la prima, con i colori rossi dei Chiefs ed ha saputo sfruttare le opportunità concesse dalle difese avversarie, costrette a contenere il letale gioco di corse del team del Missouri.
Lo score parla di 18 TD e solo 4 intercetti, di un QB che non sparacchia mai l’ovale e che insieme al ricevitore Dwayne Bowe forma uno degli assi più affiatati della Lega.

WORST 3

CINCINNATI BENGALS
‘Na tragedia.
Scivola a 2 vittorie e 8 sconfitte una delle squadra più accreditate a concorrere fino all’ultimo per un posto nei playoffs e, come se non bastasse, viene scortata fuori dal campo dai fischi del proprio pubblico.

Difficile dare torto ai tifosi del Paul Brown Stadium, dopo un match che vedeva i loro beniamini saldamente in testa a metà gara contro, non i Patriots di Tom Brady o i Colts di Peyton Manning, ma i Bills di Fitzpatrick, i quali possono essere rientrati in campo nel secondo tempo con tutta la rabbia agonistica possibile, ma che comunque non è sufficiente a spiegare il black out finale.

Black out, perché da lì in poi, i Bengals non hanno più segnato dopo i 31 punti rifilati nel primo tempo e i 24 nel solo secondo quarto.
Marvin Lewis ora dovrà fare in modo di intervenire per frenare l’emorragia che ha colpito le tigri, facendo leva sulle (poche) motivazioni ancora rimaste ai suoi giocatori almeno per finire in maniera dignitosa la stagione.
VINCE YOUNG
I quarterback bizzosi non hanno mai fatto bene allo spogliatoio di un team, tantomeno hanno fatto vincere titoli, per quanto ne so. Ecco, Vince Young mi sembra un quarterback che non farà mai vincere niente alla sua squadra.

Lo “scambio di opinioni vivace” che l’ex Longhorns ha avuto con l’head coach Fisher potrebbe non solo finire la sua stagione (cosa tra l’altro già avvenuta a causa dell’infortunio al tendine di un dito), ma destabilizzare un ambiente che ha ancora possibilità di entrare nei playoff.

Con Young che aveva perso il ruolo di titolare prima ancora della notizia dell’infortunio che gli ha chiuso la stagione anticipatamente e il veterano Collins costretto anch’egli sulla sideline, il ruolo di titolare sarà affidato al rookie Rusty Smith da Florida Atlantic, il quale dovrà giocare le ultime carte in mano al team con l’obiettivo di centrare i playoff. Auguri.
SAN FRANCISCO 49ERS
I 49ers continuano a premiare vecchie glorie prima del match, perché poi durante e dopo la partita ci sarebbe ben poco da festeggiare.

Scherzi a parte, è veramente disarmante la pochezza offensiva della squadra di coach Singletary, il quale sembra sempre di più aver perso la maniglia del team.

148 yards provenienti dai lanci di Troy Smith senza la gemma di un solo touchdown, ma con l’aggravante di un intercetto più 90 yards di corsa sono il misero bottino che San Francisco ha portato a casa in quattro quarti di gioco contro i Bucs.

La difesa dei giovani Bucs ha intimorito gli spauriti Niners manco fosse stata quella terribile di inizio secolo che si aggiudicò un anello sotto coach Jon Gruden. Per gli amanti della statistica, i rosso-oro non pativano uno shoot out tra le mura amiche dal 1977.

DAMNATIO MEMORIAE

OAKLAND RAIDERS
Anche l’attacco dei Raiders esce con le ossa rotte dall’incontro ravvicinato con la difesa degli Steelers.

I padroni di casa “massaggiano” sei volte le ossa ai QB avversari, poco importa che abbiano scritto dietro il nome Campbell o Gradkowski; alla giornata nera, nel senso che arrivavano Steelers da tutte le parti, concorrono i 2 intercetti messi a segno da Polamalu ed Harrison.

La contemporanea vittoria dei Chiefs e la successiva affermazione dei Chargers nel monday night, spinge nuovamente i nero-argento da contender a pretender.

CAROLINA PANTHERS
Toltisi lo sfizio di non finire all’asciutto la stagione regolare, ora possono traghettarsi mollemente verso la fine delle sofferenze, cioè la week numero 17.

La scelta di affidarsi ad un quasi rookie di 30 anni è stata in linea con la guida fallimentare di coach John Fox, che ha comunque preferito il mestierante Saint Pierre piuttosto che provare l’ennesimo true rookie QB della stagione, visto gli scarsi risultati raggiunti con Clausen.

Il running game ha subito un’ecatombe e, nonostante questo, Goodson si sta dimostrando più che un semplice rincalzo, così dovremo aspettare il prossimo anno per capire chi tra lui, Stewart e Williams sarà di troppo.
Sui ricevitori non è possibile dare un giudizio, visto l’età ancora acerba dei più nel ruolo.

La difesa è mediocre, ma potrebbe risultare migliore qualora l’attacco riuscisse a mantenere più tempo il pallone.
Sarebbe già un successo se dalle parti di Charlotte si vedesse ancora una W prima del termine della stagione.

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