Siamo giunti alla decima giornata di questa appassionante, sorprendente, stagione di Nfl.

La schedule di questa domenica presenta alcune sfide interdivisionali, che a detta di molti potrebbero decidere il futuro di tante squadre, come di alcuni allenatori.

Archiviato il Thurdsady Night che ha visto impegnate Atlanta contro Baltimore, domenica avremo la possibilità di assistere ad alcuni tra i match più sentiti e ricchi di storia: tra questi, da non perdere-in tutti i sensi, Dallas-NY Giants, Minnesota-Chicago, Kansas City-Denver, e nel Monday Night, Philadelphia che farà visita a Washington.

A questo punto però vediamo dettagliatamente cosa ci potrà riservare questa domenica il campo.

Tennessee Titans – Miami Dolphins
In queste ultime settimane Randy Moss ha movimentato e non poco l’ambiente Nfl: il ritorno a Minnesota non è stato dei migliori, e complice un coach Childress piuttosto deciso, è stato caldamente invitato a trovarsi una nuova squadra. E l’ha trovata anche in fretta.

Infatti i Titans si sono prontamente offerti di affidarsi ad uno dei più forti Wrs della storia della Nfl, per continuare nella grande stagione che stanno costruendo, e anche più pragmaticamente, per sostituire l’infortunato Britt.

Tennessee arriva da un open date, e questa domenica vola a Miami, dove la attenderà innanzitutto una squadra che presenterà un “nuovo” Qb: coach Sparano ha deciso infatti di sostituire Henne con l’esperto Pennington, per trovare la giusta quadratura ad un attacco che nelle ultime settimane non ha proprio brillato.

Ad ogni modo, la sfida si presenta piuttosto ravvicinata, soprattutto se si guarda il record dei due team: Tennessee è 5-3, in testa in codominio con gli acciaccati Colts, mentre Miami è a 4-4, saldamente terza. Tuttavia, a parte il pronostico che sembra pendere per i Titans visti fin quì, il match sarà quantomai godibile.

NY Jets – Cleveland Browns
I Browns, nelle ultime due partite giocate, hanno sorpreso tutti, e in particolare, hanno dato due grandi dispiaceri a due grandi squadre, tra l’altro ex campioni Nfl.

Contro tanto New Orleans, quanto New England, i ragazzi di coach Mangini hanno dato semplicemente spettacolo: trick plays, un attacco efficacissimo, una difesa, nel complesso che ha concesso davvero poco-10 punti ai Saints, 14 ai Patriots.

Ciò che ha più e favorevolmente sorpreso è stata la leadership di un rookie come McCoy, la “vena” di giocatori fino a qualche settimana fa un po’ apatici-a Detroit diciamolo, i Browns non sono scesi in campo.

Dopo quella batosta, nei Browns è scattato qualcosa: precisiamo, 3-5 non è un record che possa assicurare i playoffs, comunque, i ragazzi dell’Ohio stanno almeno dimostrando impegno, volontà, e, lo ribadisco, queste due vittorie possono essere un bel viatico per una fine stagione quantomeno vicino al 50%.

Domenica i Browns ospitano un’altra squadra che aveva iniziato la stagione alla grande: infatti i Jets si sono issati al comando della AFC East, spodestando i Patriots, battendoli anche, ma la sconfitta patita contro i Packers ha fatto scricchiolare qualche certezza; e a Detriot la vittoria è arrivata al fotofinish, contro una squadra che almeno sulla carta, era molto più debole.

In ogni caso, con questi Browns è plausibile aspettarsi di tutto. E di sicuro, parafrasando Nfl.com, la partita sarà quantomai vicina al “Memorable”.

Minnesota Vikings – Chicago Bears
A Chicago va in scena l’annuale e storica disfida tra queste due rivali della NFC North. Questa è una rivalità che si rinnova dal 1961. Nel complesso Minnesota conduce per 53 vittorie, a fronte delle 44 di Chicago, con due pareggi. Nei playoffs, i Bears hanno vinto l’unico scontro diretto.

A questo match, il primo stagionale, i Bears e i Vikings arrivano con record opposti: 5-3 per la squadra dell’Illinois, 3-5 per i Vikes. Ma più che il mero record, a determinare la distanza tra queste due squadre è nel complesso l’andamento della stagione: Minnesota, fermatasi ad un FG dal Superbowl, era una delle candidate alla corona della NFC, invece, vuoi per un Favre che comincia a sentire gli anni sulle spalle-e che ancora, ad oggi, continua a dire e smentire di volersi ritirare, vuoi per un Childress che non intende farsi sovrastare da gente troppo orgogliosa-leggi alla voce “Moss waived”, ebbene, Minnesota naviga in non proprio tranquillissime acque.

Eppure, settimana scorsa contro i Cardinals, Favre e compagni hanno orchestrato una furiosa rimonta che ha portato un po’ di ossigeno all’ambiente di porpora vestito.

Domenica salgono nella Windy City, contro una Chicago, che anch’essa, dopo un ottimo inizio, ha trovato alcune difficoltà a proseguire sulla retta via intrapresa nelle prime giornate. In ogni caso, la sfida è accesa, sentita, e oso sperare che non deluderà le attese.

Carolina Panthers – Tampa Bay Buccaneers
Carolina-Tampa Bay è una sfida piuttosto “giovane”, si gioca infatti dal 1995; la serie vede in vantaggio Carolina 10-7. Anche se bisogna aggiungere che è dal 2002-dopo un riallineamento delle conferences-che le due squadre si ritrovano di fronte due volte all’anno.

Per quanto riguarda questa stagione, per i Panthers, è bene dimenticarla e in fretta. A parte l’indecisione del coach Fox nei riguardi della posizione di Qb titolare, ciò che ha falcidiato la stagione dei giocatori della Carolina, sono stati i molti infortuni.

E questa domenica, a Tampa Bay, dovranno far fronte ad una squadra, che sebbene venga da una sconfitta contro i Falcons, è tornata ad ottimi livelli. I Bucs sono per ora terzi nella division, ma compice l’open date dei Saints, e una quantomeno pronosticabile vittoria, possono aspirare alla seconda posizione. I punti fermi possono essere trovati nell’ottimo Qb Freeman, e in un back-field molto valido.

Houston Texans – Jacksonville Jaguars
Sfida all’interno della AFC South. Sfida tra due squadre piuttosto giovani. Entrambi i team arrivano a questo delicato match con record pari, 4-4. Soprattutto Houston deve far fornte ad un’infermeria piuttosto affollata, ma per fortuna di coach Kubiak, la maggior parte degli infrtunati sono tutti “Probable”, quindi potrebbero scendere in campo.

Per Jacksoville, ritorno in campo dopo un open date, ma soprattutto l’occasione di replicare l’ottima prova mostrata a Dallas-una Dallas veramente arrendevole, comunque, la vittoria è di prestigio. I capofila Colts e Titans sono avanti in classifica, ma i Jaguars sembrano i più pronti ad un rush finale di tutto rispetto.

Cincinnati Bengals – Indianapolis Colts
Anche Indianapolis ha una lista infortunati parecchio lunga, con il Rb Collie-commozione cerebrale, e la Safety Sanders OUT per questa domenica. Tuttavia, Manning e soci hanno sempre saputo rimediare alle assenze, anche perchè il meccanismo Colts è alquanto oliato, e anche se manca un giocatore, la panchina è sempre in primis lunga, in secundis, di ottimo livello.

Questa domenica al Lucas Oil Stadium arriva una Cincinnati in grave crisi, principalmente di risultati. Il Qb Palmer è anche lui in dubbio, ma dovrebber farcela. Contro Pittsburgh, seppur sconfitti, i Bengals hanno dimostrato una discreta capacità di reazione, ma l’unica nota positiva è stata la prestazione del Wr Terrel Oewns, che con le due ricezioni, ha raggiunto la terza posizione nella classifica all-time di ricezioni per Td.

Tuttavia, quello che doveva essere il suo compagno di segnature, Chad Ochocinco, è, settimana dopo settimana sparito, e per Cincy si è fatto sempre più dura mantenersi in linea di galleggiamento. Inoltre, i Browns si sono destati dal lungo letargo. In conclusione, per i Bengals un altro avversario molto duro da fronteggiare.

Detroit Lions – Buffalo Bills
I Bills di questa stagione nonostante l’impegno e la abnegazione che profondono in ogni partita, non riescono a raccogliere i frutti che meriterebbero di raccogliere. A questo punto si trovano già 0-8, e anche guardando indietro agli anni passati, una squadra con questo bruttissimo record, non è quasi mai riuscita a portare a casa quantomeno una “doppia W” per salvare l’onore.

Domenica arriva a Buffalo una Detroit che nelle ultime uscite ha mostrato grandi progressi: il draft ha portato un Qb con un gran braccio, un Wr che porta profondità alla manovra e ha mostrato un LB come Suh che si sta facendo valere come pass-rusher.

Tuttavia, proprio il Qb si sta rivelando un giocatore “di cristallo”: è infatti dall’inizio della stagione che Stafford deve far i conti con una spalla molto sensibile ai colpi-il giovane Qb infatti ha dovuto assistere dalla side-line a molte partite proprio a causa dei problemi alla spalla.

E domenica scorsa contro i Jets, non è mutato il canovaccio: livellato al suolo, ha accusato una lussazione, che potrebbe pregiudicargli il prosieguo della stagione. Per ora, un grande in bocca al lupo  a Stafford.

Kansas City Chiefs – Denver Broncos
Seconda settimana consecutiva in cui i Chiefs si scontrano con rivali divisionali. Settimana scorsa per i Chiefs è arrivata una sconfitta in Overtime contro dei Raiders redivivi, che stanno costruendo una seconda parte di stagione impressionanate. Per quanto concerne questa sfida interna, la rivalità affonda le radici negli anni ’60 del 1900, e vede Kansas City davanti per 52-43, ma nei palyoffs finora ha prevalso Denver.

Il coach dei Chiefs Haley, nelle prime giornate, sembrava aver trovato una formula magica: i suoi ragazzi infatti giocavano alla grande; poi, dalla sconfitta di Indianapolis, hanno cominciato a vedersi alcune crepe, specie in difesa, e le prestazioni dei ragazzi del Missouri sono decisamente scese di livello. Ad ogni modo, alla sfida interdivisionale i Chiefs arrivano da primi, con un 5-3 di record, di contro, Denver sta forse pensando di dare il benservito al proprio coach Daniels, uno dei colpevoli di una stagione molto negativa per la franchigia del Colorado.

Comunque, per KC può essere l’occasione per staccare i Raiders-che hanno il Bye; per Denver, bisogna almeno provare a risollevarsi.

Dallas Cowboys – NY Giants
Alla partenza della nuova stagione, le due squadre si presentavano come candidate ad un’altra grande stagione, da protagoniste, tanto nella sempre competitiva e decisiva NFC East, quanto per la corona della Conference in sè.

Invece, i Cowboys sono miseramente e fragorosamente naufragati match dopo match: forse il roster non era proprio di primissimo livello, forse, anzi, sicuramente, la riconferma di Philips è stata quantomeno affrettata, poi, complici  infortuni,  involuzioni incredibili di giocatori chiave, e soprattutto una gestione sul campo pessima, tutto ciò ha lentamente ed inesorabilemnte portato i texani in fondo nella graduatoria, ad un imbarazzante 1-7-solo la primissima stagione, 1960, si era chiusa peggio, allora finì 0-11-1.

Domenica scorsa, a GB, i giocatori con la maglia della Lone Star hanno raggiunto un livello di bassezza e disamore per la gloriosa maglia di Dallas incalcolabile.

A questo punto, con colpevole ritardo, il plenipotenziario Jones ha dovuto intervenire: licenziato Philips, e al suo posto, nominato ad interim, nuovo coach Garret-ex giocatore del fu “America’s Team”.

Siamo alla decima settimana, e obiettivamente un cambio sull’1-7 sembra “fin troppo facile”. La situazione stava degenerando, in peggio, già da molto prima. Tutto sommato, meglio tardi che mai.

Domenica, quel che resta dei Cowboys fa visita alla “New York Blu”, che li ospita da capoclassifica e da candidata ad una stagione di primissimo livello. I tifosi dei Cowboys si augurano che almeno questa sfida rinvigorisca i giocatori: infatti questa, insieme a quella contro i Redskins, è una delle sfide più sentite del football: la serie è aperta dal 1960, e vede Dallas in vantaggio nettamente, 55 vittorie, a fronte di 37 vittorie Giants, e due pareggi; nei playoffs NY conduce per 1-0-e ancora brucia a Dallas.

Venendo ai giorni nostri, come detto, NY è lanciatissima: ovunque vada, comanda il gioco e impone la propria forza; Manning sembra quello del 2008, Bradshaw e Jacobs, risolte le divergenze di spogliatoio, remano nella stessa direzione, e in generale il back-field si sta comportando benissimo.

Sia guardando il record, 1-7 per la “Big D”, 6-2 per la “Big Apple”, sia dando una scorsa ai due lineup, si intuisce bene che la partita sarà comunque seguitissima, ma che alla fine il pronostico penderà decisamente per una delle due contendenti.

Seattle Seahawks – Arizona Cardinals
Se vogliamo chiamarla così, “l’andata” è finita con una netta e schiacciante vittoria casalinga per Seattle. Domenica le due squadre arrivano al rematch reduci da due sconfitte.

Principalmente, per Arizona la sconfitta a Minnesota è la dimostrazione che quest’anno la “rifondazione”è quantomai accidentata: infatti a Minnesota la squadra di coach Wisenhunt si trovava in netto vantaggio a pochi minuti dal termine, salvo poi dilapidare il vantaggio in doppia cifra, permettendo a Favre di orchestrare una rimonta insperata, conclusasi all’Overtime in favore dei Vichinghi.

Per Seattle una sconfitta poteva essere messa in conto. Prima di incrociare i caschi con la NY Blu, i ragazzi di coach Carrol avevano collezionato tre vittorie molto convincenti. Invece, Manning e soci li hanno surclassati. Venendo al match in programma, Seattle si trova a parimerito con i Rams in vetta alla division, mentre Arizona si trova nella difficile situazione di 3-5, e con la posizione di Qb titolare non ben definita, e in generale un back-field che sta disattendendo le attese.

Seattle deve inoltre approfittare dell’altro scontro divisionale, che andrà in scena a St. Louis, per portarsi in avanti e iniziare un rush finale di tutto rispetto.

St. Louis Rams – San Francisco 49ers
La rivalità tra questi due team ha radici profonde: Rams e 49ers si scontrano infatti dal 1950, e il computo totale vede St.Louis(più come Los Angeles Rams) in vantaggio 60 a 55, a fronte di due pareggi.

Nei playoffs SF conduce per 1-0. E fino a quando i Rams erano di stanza a Los Angeles, cioè fino al 1995, la rivalità era più accesa. Anche se i 49ers tra il 1981 e il 1998, hanno vinto qualcosa come 5 Superbowls, mentre Los Angles/St.Louis ha dovuto ingoiare sempre bocconi amari.

Come le 17 vittorie consecutive dei ‘Niners tra il 1990 e il 1999. Poi, nel fatidico e fantastico 1999, “The Greatest Show on Turf”, i St. Louis Rams di Warner, Bruce, Holt, Marschall Faulk realizzano il sogno di ogni tifoso  e giocatore di football: vincere il Superbowl.

E tanto per i ‘Niners, quanto per i Rams, gli ultimi dieci anni sono stati piuttosto avari di gioie. La rifondazione per St. Louis comunque sembra ad un ottimo punto: il numero uno del draft Bradford si sta dimostrando un’ottima acquisizione, e ciò che sorprende di più è la naturalezza e la leadership che sta dimostrando in campo. E tra l’altro, quest’anno i Rams si sono già tolte alcune soddisfazioni, il record 4-4 lo sta a dimostrare.

In casa San Francisco, il tempo di Singletary potrebbe avvicinarsi al termine: lo spogliatoio in alcune partite ha platealmente deciso il da farsi-vedi scelta del Qb, lasciando il “povero” Mike Singletary in ambasce, e anche il record 2-6 non è proprio un gran biglietto da visita se avesse intenzione di chiedere un rinnovo. In tutti i casi, la sfida che andrà in scena all’Edard Jones Dome sarà comunque molto interessante.

New England Patriots – Pittsburgh Steelers
Innanzitutto, trattasi di match tra due ex campioni Nfl, anzi pluricampioni Nfl-Pittsburgh tra l’altro detiene ad oggi il record per SuperBowls vinti, ben 6; New England invece può essere annoverata come una delle squadre più forti della prima parte di questo nuovo millennio, avendo vinto tre SBs nei primi anni dopo il 2000.

Comunque, questa sfida non è nuova: va infatti in scena dal 1970, e gli Steelers sono in vantaggio per 13-7, mentre nella postseason NE comanda per 3-1. Domenica si incontreranno queste due grandi rivali della AFC.

E lo spettacolo sarà assicurato: in campo Big Ben contro Brady, che se anche sofferente, di certo non vorrà mancare. E certamente vorrà anche dimenticare la inopinata sconfitta contro i Browns.

Dall’altra parte Big Ben dovrà fare a meno anche del LT Starks, ma potrà contare sul positivissimo apporto di Mendenhall, Wallace in attacco, e del sempre pronto Polamalu. E non a caso, per una partita del genere, l’orario è primetime, 8.20 p.m. orario americano.

Monday Night
Philadelphia Eagles – Washington Redskins

Il Monday Night infine proporrà un’altra sfida della AFC East. Philadelphia contro Washington è un match che attraversa la storia del football, più che della Nfl odierna.

La prima sfida andò in scena nel 1934, e da quel momento, la serie vede in vantaggio Washington 78 a 66, con 5 pareggi. E anche nella postseason Washington vanta un 1-0 di parziale. La storia dice che anche a livello di punteggio la sfida è molto stretta: 22 delle 29 gare giocate tra il 1987 e il 2000 sono state decise da 7 o meno punti.

Venendo ai giorni nostri, “l’andata” ha visto uscire vincitori i Redskins del grande ex McNabb, tra l’altro a livello arbitrale coach Reid aveva avuto da recriminare. due settimane fa coach Shanahan, con i Redskins in vantaggio sui Lions, decide inaspettatamente di lasciare in panchina McNabb “perchè lo aveva visto stanco”: risultato: Grossmann in campo, e, complici errori abbastanza marchiani, Washington esce dal Ford Field sconfitta.

Per Phila, dopo una rigenerante open date, è ritornata in campo con un Vick sfavillante, che ha guidato i suoi compagni ad un’importantissima e prestigiosa vittoria contro i Colts. In conclusione, sara un Monday Night molto caldo, e sicuramente entrambe le contendenti, vorranno a portare a casa un grande risultato, anche perchè i Giants stanno correndo, e non bisogna perdere occasioni così ghiotte.

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