Previsioni rispettate nella semifinale del Rose Bowl, per le restrizioni Covid non californiano ma texano, in quell’AT&T di Arlington amico di Alabama (4-0 in questo impianto), invaso da 18.373 persone, quasi le stesse presenti per il Cotton, coi Crimson Tide (12-0) partiti a spron battuto e poi saggi nel tenere a bada dei Fighting Irish (10-2 e alla seconda presenza da Final Four) comunque generosi e dignitosi nel 31-14 finale.

Ian Book e i suoi compagni di reparto offensivo cercheranno con lunghi drive di tenere lontano dal campo i satanassi rivali, dominando il clock control nell’iniziale frazione: unica arma per tentare il miracolo. Il problema – non da poco – sarĂ  nella qualitĂ  distante anni luce fra i due schieramenti d’attacco, con quello giĂ  tatticamente poliedrico di Nick Saban a sfruttare inoltre la tecnica del Big Three Jones-Harris-Smith, che in pratica andranno quasi sempre a segno alle prime occasioni, per l’allungo decisivo!

Il quarterback di Alabama, rispetto all’avversario, può difatti usufruire in primis di una linea sia mastodontica che abile a svariati cambi laterali, per liberare visuale al regista e metri di verde, e di yard after catcher micidiali, limitandosi quando a corto di spazio sul profondo a sezionare il campo con short pass laterali, avendo a disposizione un running receiver spaventoso in Najee Harris, determinante nel superare ogni ostacolo sotto forma di placcaggio e alla fine responsabile di 125 iarde su corsa, e l’ingestibile DeVonta Smith all around, pazzesco playmaker senza palla e probabilmente vero numero uno stagionale NCAA e a nostro avviso favorito Heisman: gara terminata con 3 ricezioni da touchdown su 4!

Per Bama, il viaggio verso il Grande Ballo di Miami, rappresenta la quinta apparizione negli ultimi 6 campionati, grazie a una difesa oggi di ferro che non ha sfigurato di fronte a quell’attacco spaventoso da 50 punti medi in stagione. Saban, senza l’infortunio a Tagovailoa, probabilmente sarebbe arrivato a giocarsi il championship pure lo scorso torneo, unica macchia di una meravigliosa striscia partita nel 2015.

A testa alta esce Brian Kelly, che riporta nel gotha collegiale Notre Dame, sconfitta consecutivamente per sette volte nei New Year’s Six Game dal 2000, ma arreso in stagione solo ai Tide e Tigers, dopo però aver sconfitto quest’ultimi ad inizio anno! Il precedente qui all’AT&T Stadium è relativo al Cotton Bowl di due anni fa, perso facilmente con Clemson, mentre è stato il primo showdown contro Alabama dal BCS National Champioship (14-42 nel 2012-13). Inoltre, altra soddisfazione per il coach del Massachussetts, quella di aver tenuto a 437 yard totali i rivali, mai così poche dall’opening day con Missouri, e a 31 punti totali, cifra più bassa dalla sfida a Clemson per il titolo di due anni fa (16).

Ian Book sarà onorevole nel 27-39 per 229 yd, costretto a numerosi scramble dalla retroguardia avversaria, e concluderà alla grande un’annata da soli tre intercetti – quello di ieri sanguinoso sul 7-21 nel secondo tempo e seguito dalla terza presa da td di Smith– che lo ha confermato quarterback più vincente nella storia della franchigia (30-5).

I Crimson Tide segneranno touchdown in ognuno dei primi tre possessi, incluso un drive da 97 yard caratterizzato dal salto di Harris sopra i 183 cm di Nick McCloud e corsa da 53!

Per Mac Jones ordinaria amministrazione con simili portenti al suo fianco, e statistiche finali da 297 yd al lancio, 25 su 30 e td pass anche verso il tight end Jahleel Billingsley.

Devonta, pregevole nei 16 TD ricevuti nelle ultime sette gare, finirĂ  con 130 yard in sette prese.

Saranno loro tre e una difesa arcigna le armi alle quali il guru Nick Saban si affiderĂ  per alzare il sesto trofeo in 14 stagioni sotto la sua memorabile gestione!

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