Previsioni rispettate nelle semifinali CFP, con New Orleans che si appresterà ad ospitare una battaglia tra tigri per la conquista del titolo nazionale. Attenzione però, se LSU ha proseguito l’imbarazzante dominio offensivo, col quale ha sbaragliato ogni antagonista in stagione, Clemson si è dovuta affidare ad una rimonta che rimarrà negli annali! Classe sbarazzina per Burrow e soci ma forza mentale e compostezza per Lawrence e compagni. Di una cosa siamo certi: lo spettacolo sarà assicurato!

(4) Oklahoma Sooners (12-2) vs (1) LSU Tigers (14-0) 28-63

Difficile da analizzare un risultato tanto netto per una semifinale dei College Football Playoff, nel quale un talento di gruppo straordinario, perfette skill positions e uno dei migliori quarterback universitari generazionali l’hanno fatta da padrone! Certo che così le possibilità di ampliamento degli inviti a questa fase del torneo subiscono un forte stop.

Burrow ha concluso con 21 completi su 27 per 403 yards e sette touchdown solamente nel primo tempo, iniziando il secondo con una corsa in meta! I Sooners si sono però rivelati deludenti come nessuno avrebbe mai immaginato, lasciando al portentoso regista tempo e open space per trovare i propri target, pagando numerosi errori, come ammesso da Lincoln Riley, e arrendendosi al nervosismo con l’espulsione di Radley-Hiles, che anziché coprire una corsa da primo down di JB#9 andava a colpire Clyde Edwards-Helaire. Chiarificatrice di poca concentrazione difensiva per Oklahoma la possibilità di Justin Jefferson di droppare un primo tentativo di lancio per realizzare la segnatura nel successivo.

Oltre al regista anche un altro leader, il receiver Terrace Marshall Jr, si è dimostrato sicuro di sé nel postgame e non sorpreso del risultato, trasudando ottimismo e sicurezza d’intenti pure per la finalissima! Tale atteggiamento era palese durante il match ed è stato rimarcato altresì dal DC Dave Aranda, i cui uomini erano costantemente costretti a rientrare nel prato dopo la terribile successione di punti dei colleghi, sempre tranquilli e sorridenti nel primo parziale. I 21 punti incassati dopo l’half (td su corsa di Jalen Hurts e TJ Pledger) da una solida retroguardia, sono sopraggiunti a risultato in cassaforte.

Le circa 500 yd di Burrow hanno reso felici oltre a Jefferson (ben 226) e Marshall ((80) anche Thaddeus Moss (99) e Ja’Marr Chase (61) e il game plan poliedrico e variopinto è stato sfruttato al massimo pure dal gioco di corsa, con ben 160 yd totali, con Chris Curry il più produttivo a 91.

(3) Clemson Tigers (14-0) vs (2) Ohio State (13-1) 29-23

Clemson si conferma team solido e costante, anche se la celeberrima difesa di Dabo Swinney, sempre al top nei frangenti close e ricca di superstar, patirà l’iniziale verve dei rivali, risultando però, e dati statistici alla mano, decisiva ancora una volta, in Isaiah Simmons e nella safety Nolan Turner, autori di un intercetto a testa, e nella pressione dei vari Smith, Kendrick, Skalski, Terrell, Spector e Wallace, che con 4 sack e ben 55 solo tackle, doppieranno pressappoco i rivali, che deluderanno in Chase Young!

JK Dobbins è l’unico che sfuggirà a tali satanassi – accusando poi problematiche fisiche – creando un monstre play originario di 70 yd, prima che la retroguardia poc’anzi ampiamente decantata metterà delle pezze all’iniziale dominio offensivo avversario, incassando solo field goal.

Saranno le corse a riaprire un match statico sullo 0-16 e con un attacco asettico al lancio per Clemson; due ottimi drive, 10 giochi, 75 yd in 4 minuti e mezzo il primo, caratterizzato più che altro dal rushing mode di Lawrence ed Etienne, concluso da quest’ultimo in end zone, e il secondo con la prima intuizione vera del qb che si fa 67 iarde in autonomia, rimettono la partita in un binario di equilibrio (14-16), portando maggior fiducia ai Tigers, fino ad allora fuori fase ma consci di aver limitato i danni in modo decisivo. Il ritmo ritrovato comporterà difatti un iniziale sorpasso, grazie alla splendida combo tra i due assi offensivi di Clemson (passing td di 53 yd), per poi chiudere i conti a 1:50 dalla fine alla stessa maniera (touchdown da 34 yd), superando l’impasse che le giocate tra Fields, Dobbins e Olave avevano attuato per riportare sopra i Buckeyes.

I ragazzi di Swinney devono sistemare l’approccio alla gara, questo è sicuro, ma la forza mentale di restare attaccati all’incontro e la progressione nell’aumentare i giri è da franchigia matura e vincente. La finalissima sarà uno spettacolo per gli occhi!

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