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COLORADO BUFFALOES

La vittoria 44-7 contro Colorado State all’esordio nella bella cornice del Mile High Stadium era stata un ottimo inizio di stagione, quella contro Idaho State un obbligo e la sfida contro Michigan era stata, nonostante la sconfitta dopo essere stati per larghi tratti in vantaggio, una indicazione che i Buffaloes questa stagione fanno sul serio: ad esempio, nemmeno Penn State è riuscita ad impensierire i Wolverines così come hanno fatto i ragazzi di Boulder. A sigillare questo ottimo momento di forma per CU è arrivata la vittoria, in trasferta, contro Oregon: 41-38 il punteggio finale, con Colorado che si presentava senza QB e K titolari, più il migliore elemento del front 7, il LB Derek McCartney (torn ACL per lui, stagione finita). I Ducks potranno non essere più la squadra che erano fino ad un paio di anni fa e mancava loro il RB Royce Freeman (nonché qualcuno che crei divise almeno decenti, ma questa è altra storia) ma questa vittoria vale molto per i Buffs, che non ottenevano una vittoria in questa sfida dall’Aloha Bowl di Honolulu del 1998 e che dall’ingresso in Pac-12 del 2011 non avevano ottenuto altro che mazzulate pesanti (43 punti di scarto nel 2011, 56 nel 2012, 41 nel 2013, 34 nel 2014 e più onesti 17 nel 2015). Anche in questa sfida, così come con Michigan, Colorado ha avuto più volte un vantaggio importante (10-0; 23-7; 33-17) con una ottima prestazione del QB di riserva, Steve Montez, ma i Ducks avevano recuperato fino al 38-33 a fine terzo quarto. I Buffs trovavano ancora la forza di ritornare davanti con una ricezione a una mano, in giravolta e strettamente marcato del WR Bryce Bobo (non parente dell’HC di Colorado State, Mike, né dell’orsetto dei Simpson), che poi si rivelava la segnatura decisiva. A meno di un minuto dalla fine Oregon arrivava fino alle 7 di Colorado ma il lancio di Dakota Prukop veniva intercettato da Ahkello Witherspoon e la partita terminava. La Pac-12 non offre partite facili per nessuno, mai, però se i Buffs continueranno a giocare con la grinta che hanno messo in campo finora potranno togliersi delle belle soddisfazioni.

EASTERN MICHIGAN EAGLES

Per iniziare, le tre vittorie conquistate (in 4 partite) dagli Eagles in questa stagione sono già un risultato migliore di 17 delle 42 stagioni giocate dagli Eagles in FBS. Se ne vincessero ancora una saremmo già nel terzo delle stagioni migliori della squadra, le cui stagioni con record positivo sono esattamente 6. Si può sempre sostenere che le vittorie siano arrivate contro Mississippi Valley State (61-14 contro una delle peggiori squadre FCS) e Charlotte (37-19), ma l’ultima contro Wyoming, 27-24, è importante in quanto dimostra i progressi contro una squadra che ha un buon attacco con un RB ottimo come Brian Hill, progressi anche caratteriali in quanto gli Eagles erano sotto 17-3 e poi anche 24-20 a meno di due minuti dalla fine, prima che il RB Ian Eriksen con una corsa da 15 yards riportasse tutto a favore dei suoi. Al suo terzo anno sulla sideline ad Ypsilanti, Chris Creighton ha già ottenuto quanto nei due anni passati, e i protagonisti di ciò sono almeno improbabili: il QB Todd Porter è un transfer JUCO che aveva giocato solo in una partita nel 2013 a Western Kentucky che ha preso il posto del QB titolare Brogan Roback, sospeso, e non lo ha più ceduto, Ian Eriksen è un sophomore che ha avuto ragione di Shaq Vann (poi infortunato) nel ruolo di RB, i WR sono un gruppo di JUCO transfer a loro volta e il K Paul Fricano è un redshirt freshman che ha precisione assoluta sotto le 40 yards. In generale è una squadra che non è composta solamente da senior, l’allenatore è competente e le condizioni economiche dell’università sono migliori di tante dirette concorrenti della MAC: che sia la volta che anche da queste parti possano avere la loro felicità?

WAKE FOREST DEMON DEACONS

Effettivamente i top della settimana hanno il minimo comune denominatore di essere squadre che nel recente passato non si sono comportate benissimo e che stanno cercando una resurrezione anche solo di una sola stagione: quindi perché non parlare anche di Wake Forest, che alla terza stagione di coach Dave Clawson a Winston-Salem (North Carolina) ha messo insieme i pezzi e viaggia con un record di 4-0? Detto fatto. A differenza di Eastern Michigan (che però va detto partire da un livello più basso) le vittorie dei Demon Deacons sono arrivate contro avversari di spessore maggiore, Come Tulane (7-3), Duke (24-14 contro i Blue Devils che in questa giornata, tra le altre cose, hanno battuto una pessima Notre Dame), Delaware (FCS, 38-21) ed Indiana, in trasferta all’ultima giornata (33-28): quest’ultima è stata forse la migliore partita delle 4, con una partenza shock con un TD pass da 75 yards subito a cui sono però seguiti 24 punti consecutivi prima di un graduale ma controllato ritorno degli Hoosiers. Wake Forest non ottiene una stagione positiva dal 2008 ma quest’anno può seriamente ritornarci, essendo ancora da affrontare Army, Virginia e Boston College: l’unico problema è che non arriveranno subito e nell’immediato ci sono North Carolina State, Syracuse e Florida State ad attendere.

 

WORST

LOS ANGELES

Ad inizio stagione molto ci si attendeva dalle due squadre di Los Angeles, UCLA e USC: i Bruins speravano nella crescita del QB Josh Rosen e sembravano essere forti di una solida difesa, i Trojans confermavano l’HC Clay Helton a lungo termine dopo l’addio di Steve Sarkisian per problemi di salute. Già la week 1, come detto già in altra occasione, non è andata come si sperava: UCLA perdeva di 7 in trasferta a Texas A&M, mentre USC prendeva una legnata fortissima da Alabama. Parallela era anche la week 2, con due vittorie con due avversarie più deboli, rispettivamente UNLV e Utah State, e si poteva pensare che la storia potesse ancora essere aggiustabile. Alla week 3, invece, mentre UCLA otteneva una risicatissima vittoria contro BYU, USC andava a perdere contro Stanford, portando il suo record in negativo e peggiorandolo in questa settimana con una sconfitta a 16 secondi dalla fine contro Utah, 31-27. UCLA non voleva essere da meno ed a sua volta è stata sconfitta da Stanford, la quale non ha fatto cose straordinarie in attacco ma ha saputo controllare i Bruins ed ha vinto 22-13. Entrambe le squadre di LA sono alle prese con problemi di identità offensiva, che trovano il loro inizio nei QB: Rosen lancia quasi 300 yards per partita ma è molto incostante ed ha già 4 intercetti a fronte di 5 TD pass, mentre Helton non ha avuto molto dall’alternanza tra Max Browne e Sam Darnold e contro Utah ha puntato solo su quest’ultimo, freshman, con discreti risultati.

ARKANSAS STATE E NORTHERN ILLINOIS

Dopo quattro settimane di regular season sono ancora 6 le squadre che a fine partita non hanno alzato i caschi al cielo urlando per una vittoria: se per Rice, Miami (quella dell’Ohio, la quale ha perso 3 partite di 7 o meno punti), Florida International (che ha appena licenziato l’HC Ron Turner per questa partenza)e Georgia State (che paradossalmente ha rischiato di vincere con l’avversaria più forte, Wisconsin, e non con le altre) poteva essere un fatto possibile, se non pronosticabile, vedere due squadre come i Red Wolves e gli Huskies frequentare queste zone di classifica fa quantomeno strano, essendo state entrambe protagoniste delle loro conference negli ultimi anni. Arkansas State ha vinto il titolo della Sun Belt per 4 volte negli ultimi 5 anni ma sta pagando un pesante rebuilding offensivo, con novità assolute in tutti i reparti esclusa la OL però anche difensivamente continua a subire tanto, ma in questo 2016 al momento non c’è attacco che copra le altre magagne. Northern Illinois forse ancora di più sorprende, in quanto da sei stagioni consecutive arrivava a giocarsi il Championship della MAC, vincendone 3: qui il discorso è ancora peggiore in quanto non c’erano molte perdite importanti ed elementi come il QB Drew Hare o il RB Joel Bouagnon sono elementi di interesse semi-nazionale, ed infatti l’attacco si pone in media FBS, se non leggermente meglio. L’elemento collassato è la difesa, passata dai 25 punti subiti nel 2015 ai quasi 40 di questa annata. Con i calendari di conference ancora da iniziare o quasi c‘è tutto il tempo per recuperare, ma se la stagione inizia male fin da subito raramente viene raddrizzata.

LSU TIGERS

Sono stato dubbioso fino all’ultimo tra LSU e Michigan State per quest’ultimo spot, poi sono arrivate le notizie da Baton Rouge, dove LSU ha licenziato l’HC Les Miles ed il suo OC Cam Cameron dopo la pessima sconfitta contro Auburn, che fa il paio con quella ottenuta contro Wisconsin alla week 1, con un record che al momento dice 2-2. Miles era già stato a rischio licenziamento nella scorsa annata, quando dopo 7 vittorie consecutive ad aprire il calendario erano arrivate 3 sconfitte di seguito che avevano rovinato la stagione. Va ricordato che Miles era sulla sideline dei Tigers dal 2005, dopo 4 anni trascorsi ad Oklahoma State, e che sotto la sua guida nelle passate 11 stagioni LSU aveva vinto due titoli di SEC, un titolo nazionale (2007), perso una finale (2011) e giocato un Bowl ogni singolo anno, con un record di 7-4. Miles paga un avvio stentato ma anche un canovaccio di gioco caratterizzato da una solidissima difesa ma da un attacco inconcludente e ripetitivo, senza possibilità sui passaggi (anche per colpa di QB almeno mediocri) e troppo affidato alle intuizioni di Leonard Fournette. Al posto di Miles è stato nominato, momentaneamente, Ed Orgeron, ex HC di Ole Miss e USC, che era a Baton Rouge come allenatore della DL.

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