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– OKLAHOMA SOONERS

Favola a lieto fine per i Sooners, ufficialmente campioni della Big 12 per la nona volta nella loro storia. E tutto questo dopo una sconfitta, quella nella Red River rivalry contro la modestissima Texas, che avrebbe lasciato il segno su qualsiasi squadra. Oklahoma, invece, ha reagito alla grandissima e nelle successive 7 partite ha realizzato uno score medio di 52-19, sconfiggendo tutti i grandi calibri della conference, TCU, Baylor e Oklahoma State. Tre sono gli artefici offensivi principali di questa spettacolare stagione: il QB Baker Mayfield (3389 yards, 35 TD e soli 5 INT) solido candidato all’Heisman Trophy, il RB Samaje Perine (1291 yards e 15 TD corsi) capace di dare un seguito alla spettacolare stagione da freshman, e il WR Sterling Shepard (1201 yards ricevute e 11 TD) esploso in questa stagione. Anche nella sfida contro i rivali statali di Oklahoma State i tre hanno fatto la loro parte (ben coadiuvati, tra gli altri, dal RB “di riserva” Joe Mixon) in una sfida che già dopo due quarti era segnata, 44-20. E le buone notizie non sono finite: senza Championsip da giocare e con il record attuale i Sooners saranno, quasi sicuramente, tra le 4 squadre che si giocheranno il titolo nazionale.

– MICHIGAN STATE SPARTANS E OHIO STATE BUCKEYES

Molte volte abbiamo inserito insieme Spartans e Buckeyes in questa rubrica, sia nel bene che nel male: l’invincibilità mantenuta per diverse giornate, seppur in maniera non convincente, ed ora per le roboanti vittorie in questa ultima giornata di regular season in Big 10. Lo spartiacque è stato ovviamente dato dalla sfida della scorsa settimana, che però per entrambe è stato trampolino per questa week 13. Michigan State ha sconfitto 55-16 Penn State nella partita che ha visto il ritorno di Connor Cook in campo dopo l’infortunio che lo aveva tenuto fuori la scorsa settimana: il senior QB ha salutato il suo pubblico con una ottima prestazione da 19/26 e 3 TD pass. Ohio State ha invece travolto Michigan 45-13, vincendo per la quarta volta consecutiva la sentitissima sfida tra i due atenei, resa quest’anno ancora più infuocata dall’arrivo di Jim Harbaugh, coach dell’Ohio, sulla panchina dei Wolverines. Una nota dolce in un finale amaro, quindi, per i campioni in carica, sempre più vicini dal diventare ex.

– SOUTHERN MISS GOLDEN EAGLES

Scontro equilibrato? Non esattamente. Quella tra Southern Miss e Louisiana Tech doveva essere una sfida tra due delle massime esponenti della C-USA e, allo stesso tempo, una qualificazione al Championship della conference, presentandosi entrambe alla sfida con un record di 6-1. Invece la tensione è durata solo un quarto: i Golden Eagles sono velocemente passati nel secondo periodo da 7-3 a 24-3 e quando i Bulldogs hanno cercato di riaccorciare arrivando fino al 24-17 hanno piazzato una seconda accelerata arrivando al 51-17. L’attacco ha dunque fatto la voce grossa, in particolare con il QB Nick Mullens (386 yards, 3 TD) e con il RB Ito Smith (22 portate, 169 yards, 3 TD) ma va sottolineata la prestazione della difesa, capace di creare ben 7 turnover (3 intercetti del QB Jeff Driskel – qui ammirato nella vecchia versione Florida style – , uno di Ryan Higgins e 3 fumble persi). A questo punto resta ancora il Championship, in trasferta contro Bowling Green: sicuramente i Golden Eagles non partono favoriti, ma dopo le ultime sei partite chi se la sente di darli sconfitti in partenza?

WORST

– NOTRE DAME FIGHTING IRISH

Vittoria. Posizione tra le prime quattro nel ranking. Playoff. L’ennesima corsa ad un altro titolo nazionale. Tutto questo è scivolato come una goccia d’acqua tra le dita degli Irish, che perdono in maniera assurda una partita assurda allo scadere e perdono ogni possibilità di inserirsi tra le prime quattro nella nazione. Contro Stanford, n° 9 del ranking, Notre Dame era riuscita a giocare una partita magari non perfetta in difesa ma molto coriacea in attacco, arrivando ad avere un punto di vantaggio con la corsa di DeShone Kizer e il PAT di Justin Yoon a 30 secondi dalla fine della partita. L’incredibile è però successo ed i Cardinal, complice anche una stupida penalità per facemask ai danni del DL Isaac Rochell, hanno fatto tutta la parte di campo necessaria ad arrivare nel raggio del field goal, prontamente messo a segno dal K Conrad Ukropina. Seconda sconfitta stagionale, quindi, per gli Irish e come si diceva in apertura probabilissimo addio ai playoff, per lo più nel modo più doloroso possibile.

– UCLA BRUINS

Per una PAC 12 che ride ce n’è una che piange amaramente e si parla dei Bruins, i quali nello scontro diretto contro i rivali di USC per la conquista della South division perdono malamente 40-21. Nella sfida del Los Angeles Memorial Coliseum, casa dei Trojans, UCLA regge bene fino al terzo quarto, quando il secondo TD di giornata del RB Paul Perkins ha portato il punteggio sul 21-20 per i suoi, poi però il fumble perso dal QB Josh Rosen, poco protetto nell’occasione dalla sua linea, è stato il primo di tre turnover (sono arrivati in seguito un altro fumble e un intercetto) che poi hanno portato il punteggio sul 40-21. I Bruins chiudono così la conference con un record di 5-4, mediocre forse per le aspettative di inizio stagione ma che deve fare i conti con i moltissimi infortuni patiti, in particolare in difesa (il LB Myles Jack ed il DL Eddie Vanderdoes su tutti).

– GEORGIA E GEORGIA TECH

Si approfitta dell’ultima sfida tra le due rivali per un’analisi separata delle due, entrambe deludenti in questo 2015. Al di là del risultato della sfida, vinta in trasferta 13-7, Georgia ha nuovamente tradito le attese: dopo una partenza 4-0 i Bulldogs si erano presentati alla sfida casalinga contro Alabama, già sconfitta da Ole Miss, quasi da favorita ma erano stati demoliti per 38-10. In rapida successione erano poi arrivate la sconfitta contro Tennessee, l’infortunio del RB Nick Chubb e la sconfitta contro Florida, prima delle quattro ultime sofferte vittorie. Il tutto è costato il posto all’HC Mark Richt, che effettivamente non è stato capace di trarre il massimo da diverse annate di prospetti di primo livello. Georgia Tech, invece, era data ad inizio come fiera contendente alla ACC Coastal ma dopo due partite vincenti è incappata in 9 sconfitte in 10 partite, emergendo solo nell’upset contro Florida State. Nulla è emerso dalla dirigenza su un eventuale licenziamento del coach Paul Johnson, ma senza dubbio la sua posizione non è solida.

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