MEMPHIS

Non sarà semplice per coach Justin Fuente, giunto alla quarta stagione alla guida dell’università del Tennesssee, replicare la straordinaria season 2014, che lo ha portato a vincere prima la Conference, e poi il Miami Beach Bowl, battendo 55 a 48 i Brigham Young Cougars; un punteggio piuttosto alto che ancora una volta ha confermato come il punto di forza dei Tigers sia l’attacco, affidato al sapiente braccio di Paxton Lynch, ormai diventato la stella indiscussa di un team del quale è stato starter fin dalla freshman season.

Tra i quarterback più precisi e decisivi della AAC, ha concluso il passato torneo con 3,031 yards, 11 TD pass e 9 INT all’attivo, aiutando il reparto a sopperire all’infortunio dello starting RB Doroland Dorceus, infortunatosi ad un ginocchio dopo aver corso per 237 yds e 4 touchdowns, con le proprie gambe, chiudendo, addirittura, come secondo miglior runner del team con 113 portate per 321 yards e 13 segnature.

Paxton Lynch

Paxton Lynch

Sempre pronto a mettersi in moto e provare a sorprendere le difese avversarie con delle giocate palla a terra, gli è stato chiesto, proprio per sfruttare maggiormente le sue abilità di dual threat, di lavorare in palestra durante l’offseason, per mettere su chili indispensabili a sopperire, meglio, i colpi cui potrebbe essere esposto; missione che pare sia stata affrontata con impegno da Lynch, parso già più tonico durante lo spring game, nel quale, in mancanza di Dorceus, sono stati il powerback Jarvis Cooper, 378 yds, 4 touchdowns, e il tuttofare Sam Craft, 331 yards e 3 TD, a dividersi il lavoro nel backfield.

Quest’ultimo, listato in depth chart come WR, verrà utilizzato nuovamente in più ruoli dall’OC Darrell Dickey, che intende sfruttarne la versatilità per mettere in difficoltà le difese affrontate durante la prossima regular season; ad aiutarlo, nello sviluppo del gioco aereo, ci sarà una folta pattuglia di receiver, composta da alcune vecchie conoscenze, il senior Mose Frazier, 506 yds, 3 mete, il sophomore Anthony Miller, al rientro da un infortunio, e diversi volti nuovi, tra i quali spiccano Roderick Proctor e Phil Mayuhe, due dei migliori freshman giunti a Memphis quest’anno.

A completare il novero di opzioni a disposizione di Lynch, Alan Cross, tight end undersized che potrebbe diventare uno dei terminali preferiti del proprio QB, viste le ottime mani che ha dimostrato di avere nel corso della sua carriera universitaria e che lo hanno portato a chiudere la passata stagione con 373 yards e 4 TD all’attivo; piuttosto valido anche come bloccatore, il suo apporto renderà ancora più solida una linea offensiva che cambia un solo elemento, Ryan Mack, che si inserirà, come RT, al fianco delle guardie Zach Collins, Tyler Uselton, del centro Gabe Kuhn, e dell’altro tackle Taylor Fallin, il prospetto più valido del gruppo.

Decisamente diversa la situazione in cui versa il reparto difensivo, costretto a cambiare parecchi uomini in vista della prossima stagione, nonché condizionato a ripartire dai pochissimi starter tornati a Memphis quest’anno, il linebacker Jackson Dillon, che si candida a diventare il placcatore più produttivo del team dopo aver concluso con 43 stops e 9.0 tackles for loss lo scorso torneo, e il strong safety Reggis Ball, 36 tackles, 1 intercetto, giocatore su cui si poggeranno delle secondarie pronte a mandare in campo tre underclassemen, Dontrell Nelson, Chauncey Lanier, e DeShaun Terry, che lo affiancherà nel back-end.

Davanti a loro un front seven che dovrà trovare una nuova amalgama prima della partenza della regular season composto dai DE Latarius Brady, Ernest Suttles, e dal NT Donald Pennington, autore di 1.0 tackle for loss l’anno passato; in mediana, invece, spazio a due senior, Wynston McManis, 20 placcaggi, Leonard Pegues, 36 stops, 2.0 sacks, e ad un interessantissimo sophomore, già visto all’opera nel corso del 2014, Noah Robinson, che ha messo a segno 25 tackles nei minuti che gli sono stati concessi.

Affidabili, infine, gli special team, che possono contare su uno dei migliori kicker della Conference, Jake Elliott, praticamente infallibile quando deve mettere a segno un punto addizionale, 57 su 57 in stagione, e autore di un FG da 54 yards che ha contribuito alla conquista del Bowl giocato a Miami lo scorso inverno; ai suoi piazzati, e ai punt di Spencer Smith, i Tigers affideranno parte della speranza di centrare un back-to-back che gli sfugge dal biennio 2007-08, l’era di Tommy West, uno dei migliori ad aver allenato a Memphis.

Una città, un’università, dove, dopo la parentesi negativa Larry Porter, coach Fuente è riuscito a riportare entusiasmo, ricostruendo un programma in grado di lottare per i traguardi importanti, il primo dei quali potrebbe essere, ancora una volta, il titolo della Conference.

HOUSTON

Mettere alla porta un allenatore, Tony Levine, reduce da due season vincenti e altrettante partecipazioni ad un Bowl, non è per nulla facile, ma l’università texana pare più che mai decisa a costruire un programma che possa permettergli di entrare stabilmente nell’elité del college football e, perché no, farsi trovare eventualmente pronta se la Big XII dovesse decidere di aumentare il numero di team affiliati, tornando nuovamente a dodici.
Pista che i Cougars intendono tenere calda affidandosi all’ex OC di Ohio State Tom Herman, convinto sostenitore della up-tempo offense che cercherà di installare a Houston con la collaborazione di Major Applewhite, anche lui reduce da un’esperienza come coordinatore d’attacco dei Texas Longhorns.

I due, tra l’altro entrambi ex QB a livello universitario, si troveranno a dover fronteggiare una ricostruzione quasi completa del reparto WR, fondamentale per la trasposizione sul campo del playbook ma decisamente a corto di giocatori esperti, se si esclude il returner, nonché ACC co-Special Team Player of the Year Demarcus Ayers, 335 yards e 2 TD; velocissimo, difficilmente arginabile in campo aperto, sarà probabilmente affiancato nello starting lineup dal redshirt freshman Isaiah Johnson e dall’ex Oregon Chance Allen, tornato nel natio Texas per disputare l’ultima stagione collegiale.

A consegnarli l’ovale tra le mani ci penserà Greg Ward Jr., 2,010 yds, 12 touchdowns, 7 intercetti, ex receiver che si è comportato piuttosto bene nella posizione di quarterback lo scorso anno, e che ha conquistato la conferma in depth chart durante gli scrimmage primaverili, battendo la concorrenza del transfer da Utah, Adam Schulz; in suo favore ha giocato, oltre alla conoscenza del programma, anche l’abilità di runner, 573 yards e 6 TD nel 2014, che consente a Herman una maggiore imprevedibilità offensiva, potendo contare anche un un runningback di primo livello come Kenneth Farrow, 1,037 yds e 14 segnature.

Aiutato nel backfield anche dal valido backup Ryan Jackson, 610 yards e 5 TD, completerà, con la coppia di TE formata da Rusty Clark e Tyler McCoskley, il novero di opzioni a disposizione del proprio QB, che sarà protetto da una linea ancorata intorno ai tre senior, la guardia sinistra Ben Dew e i tackle Alex Cooper e Zach Johnson, quest’ultimo al rientro da un infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio.

Adrian McDonald

Adrian McDonald

Sulla linea opposta, il solo rientro del versatile B.J. Singleton, giocatore in grado di posizionarsi sia all’interno che all’esterno, offre pochissime garanzie ad un front three che, alla ricerca di atleti adatti al nuovo sistema, si vedrà costretto a promuovere nella depth chart titolare il sophomore Nick Tucker, nel ruolo di DT, e lo junior Cameron Malveaux in quello di end.

Un’ex DE, Tyus Bowser, 3.0 sacks, sarà invece spostato in mediana, dove andrà ad affiancare, nel delicato ruolo di OLB, il miglior placcatore del team, Steven Taylor, autore di 76 stops, 9.0 tackles for loss, e 4.0 sacks nel torneo 2014; mossa che consentirà a Matthew Adams, già protagonista da freshman con 40 placcaggi all’attivo, di sistemarsi all’interno del campo, spalla a spalla con l’esperto Elandon Roberts, che partirà presumibilmente titolare nel suo ultimo anno universitario.

Altro giocatore d’esperienza il SS Adrian McDonald, playmaker difensivo che guida l’intero reparto dal back-end e che sfrutta un passato da QB liceale per leggere il gioco avversario ed anticiparne lo sviluppo; veloce, intuitivo, rapido a colpire il portatore di palla, è entrato nel First Team All-Conference totalizzando 75 tackles e 5 intercetti; al suo fianco, a difendere la porzione più profonda del terreno di gioco, il senior Trevon Stewart, 56 placcaggi, 2.0 tackles for loss, 3 INT, che con i cornerback Brandon Wilson e Williams Jackson, 37 stops, completa il reparto migliore dell’intero team.

Tra le compagini più solide e complete dell’American Athletic, i Cougars di coach Herman, che negli special team annoverano pure un finalista del Lou Groza Award, il kicker Kyle Bullard saranno una delle outsider più accreditate per concorrere fino all’ultimo alla conquista della West Division, che si giocheranno, molto probabilmente, con Memphis e Navy, altri due programmi in crescita e piuttosto agguerriti; per Houston sarà di fondamentale importanza arrivare con il record più positivo possibile al rush finale della stagione, visto che proprio nelle ultime tre week, affronteranno, in casa, i loro diretti avversari, Tigers e Midshipmen.

NAVY

Dopo una vita passata da Indipendentes, l’accademia navale statunitense ha deciso di legarsi alla American Athletic Conference, aprendo nuovi orizzonti per un programma che ha vinto almeno 8 partite in undici delle ultime dodici stagioni NCAA, sette delle quali passate sotto la proficua guida di Ken Niumatalolo, degno erede del suo predecessore Paul Johnson e della Triple Option che, da tempo, è legata a doppio filo ai Midshipmen.

Guidati sul campo da Keenan Reynolds, playmaker indiscusso del team che chiuderà tra i migliori giocatori di sempre ad aver difeso i colori di Navy, i ragazzi di Annapolis cercheranno di imporsi fin da subito nella sua nuova casa, dove partono certamente come outsider accreditati alla conquista del titolo AAC al termine della regular season, l’ultima che il QB numero 19, 843 yards lanciate, 6 TD pass, 3 INT, e 1,191 yds corse, 23 touchdowns,disputerà in NCAA, prima di tentare un salto nel football professionistico, in cui, molto probabilmente, cambierà ruolo.

L’idea, concreta, è che nel suo futuro ci sia una posizione ibrida di runningback/receiver che gli consenta di mettere in mostra tutte le ottime qualità mostrate durante la carriera universitaria, nella quale è stato il perno centrale del gioco di corse sviluppato dai Midshipmen, pronti a lanciare in orbita tre nuovi rusher, l’halfback Demond Brown, 113 yards, 1 TD, lo scattante slotback DeBrandon Sanders, 298 yds, 4 segnature, e il fullback Chris Swain, 693 yards, 5 TD, nella stagione alle porte.

Keenan Reynolds

Keenan Reynolds

I tre senior, che andranno a sostituire i teammate laureatisi al termine del passato torneo, comporranno con il sophomore WR Brandon Colon e il talentuoso Jamir Tillman, leading receiver con 386 yds e 3 touchdowns all’attivo che ha mostrato una certa propensione per i big play nel 2014, la starting formation dell’attacco, affidato alle cure dell’offensive coordinator Ivin Jasper, ancora una volta intenzionato a fare un ampio uso di tutte le armi a sua disposizione, dando spazio a buona parte degli atleti presenti nel roster.

Una rotazione che ha permesso a Navy di riciclarsi in continuazione e trovare, man mano, i sostituti necessari per sopperire alla partenza dei vari titolari giunti al capolinea della loro carriera universitaria; tra questi, anche tre elementi della linea offensiva, che ripartirà dal RT Joey Gaston e dal LG E.K. Binns, starter esperto che fungerà da guida per i “nuovi”, il centro Blaze Ryder, il LT Blake Copeland, e il recuperato Ben Tamburello, guardia destra che dovrà guardarsi, al pari dei compagni di reparto, dall’avvento del freshman Andrew Wood, ragazzo che ha rinunciato alle offerte pervenutegli da importanti programmi della Division I-A per perseguire il suo sogno di studiare ingegneria aeronautica e diventare un pilota.

Sulla linea opposta, fondamentale il ritorno di Will Anthony, defensive end dirompente e produttivo che ha messo a segno 11.0 tackles for loss e 2.5 sacks lo scorso autunno, e che con il nose tackle Bernard Sarra, altro senior, darà continuità ad un gruppo che ha perso per strada un solo starter, sostituito dal junior Amos Mason.

Decisamente più complicata la situazione riguardante la mediana, dove il DC Buddy Green sarà costretto a lavorare parecchio in estate, per istruire a dovere i nuovi linebacker esterni, William Tuider, 30 placcaggi, che andrà a coprire la posizione di Striker, e D.J. Palmore, sophomore, già visto all’opera nel corso della freshman season, che invece verrà promosso titolare in quella di Raider; in mezzo a loro, l’esperto Daniel Gonzales, unico reduce dello scorso anno, chiuso con 86 tackles e 3 intercetti all’attivo, farà da chioccia al suo nuovo collega, Micah Thomas, interessantissimo prospetto giunto alla sua seconda stagione ad Annapolis.

Quasi del tutto invariate, invece, le secondarie, in cui Brandon Clements, 58 placcaggi, 4 broken pass, e Quincy Adams, 74 stops, 1 INT, continueranno a difendere le sideline, lasciando al senior Kwazel Bertrand, 53 tackles, 1 intercetto, e alla new entry Lorentez Barbour, il compito di trincerare, e controllare, la zona profonda del campo, confermando un’efficienza nella passing defense che ha permesso a Navy di concludere al trentunesimo posto della nazione l’anno passato.

Confermatissimo Austin Grebe nella posizione di kicker, ricoperta con successo nelle ultime sei partite del torneo 2014, i Midshipmen, dopo aver scelto come nuovo punter il senior Gavin Jernigan, si concentreranno sulla ricerca di un long snapper in grado di sostituire Joe Cardona, forse la perdita più grande subita durante l’offseason, nella quale, il lineman, è stato selezionato dai New England Patriots nel corso del quinto round del Draft NFL.

Tra i leader vocali del team, per Navy sarà fondamentale trovare un giocatore dotato dello stesso carisma, e comunque in grado di dare manforte a Reynolds, che come vincente, non pare essere secondo a nessuno; buona parte delle fortune recenti di questo programma, sono infatti, anche merito suo, e della sua propensione a lottare fino al fischio finale di ogni partita, sia che si stia affrontando Colgate, sia che si stia combattendo con “l’odiata” Army per la conquista dell’ambitissimo Commander-in-Chief’s Trophy.

TULANE

Linea verde che riprende ampiamente il nickname, Green Wave, dell’università di New Orleans, che si presenta al via con solo due senior in depth chart, il DE Royce LaFrance, sacking leader del team con 6.0 sacks messi a segno lo scorso anno, e il left tackle Arturo Uzdavinis, uomo esperto di una OL composta interamente da junior e sophomore; proprio questi ultimi compongono la spina dorsale del team guidato da coach Curtis Johnson, che dopo aver ingoiato bocconi amari l’anno passato, è pronto a consegnare le chiavi del team ai tanti giovani reclutati da lui stesso, e guidati sul terreno di gioco dal QB Tanner Lee, 1,962 yards, 12 TD pass, 14 INT, alla sua prima season in NCAA.

Gettati nella mischia anch’essi da freshman, il WR Teddy Veal, 405 yds e 2 touchdowns, il TE Charles Jones II, 12 prese per 192 yards e 3 TD, e il RB Sherman Badie, 688 yds corse e 3 realizzazioni, saranno gli attori principali di una offense che potrà inoltre contare su un validissimo power runner come Lazedrick Thompson, 533 yards e 4 mete, il receiver Tanner Encalade, e su un tuttofare estremamente produttivo, 696 yds e 4 touchdowns, come Dontrell Hilliard, utilizzato con costanza sia dentro che fuori dal backfield.

Più propenso ad un gioco tradizionale, spesso addirittura orientato a puntare su formazioni con due tight end, schierando Trey Scott al posto del FB, Johnson cercherà di lavorare sulla crescita dell’attacco e sul sensibile miglioramento degli special team, decisamente inguardabili la scorsa stagione e, in alcuni casi, addirittura decisivi, in negativo, di alcune sconfitte subite da Tulane; in difficoltà sia quando dovevano ritornare l’ovale che arginare i returner avversari, le squadre speciali non hanno per nulla brillato durante il torneo 2014, costringendo offense e defense a partire, spessissimo, in pessime posizioni di campo.

Tra i peggiori, il kicker Andrew DiRocco, che oltre ad aver sbagliato 7 dei 15 field goal calciati e 2 trasformazioni, è riuscito anche nell’incredibile impresa di commettere una false start su un extra point, diventando uno dei pochi giocatori nella storia del football universitario ad incappare in questo genere di sanzioni; episodio che ulteriormente incrinato la fiducia del coaching staff nei suoi confronti, tant’è che fino alla partenza della prossima regular season, per lo starting spot concorreranno anche il senior Trevor Simms e la matricola Zachary Block.

Royce LaFrance

Royce LaFrance

Un altro freshman, Robert Kennedy, entrerà in competizione per il ruolo di end sul lato opposto al già citato Royce, per il quale sono in lizza pure i sophomore Daren Williams e Aruna Ade, entrambi già scesi in campo la scorsa stagione, e pronti ad affiancare la coppia di DT composta da secondo anno Sean Wilson e dal junior Tanzel Smart, 6.5 tackles for loss e 2.0 sacks.

Alle loro spalle, in mediana, Eric Thomas, autore di 30 stops nel 2014, prenderà il posto del playmaker Nico Marley sul lato debole; il nipote dell’indimenticabile star del raggae Bob,secondo miglior placcatore della squadra con 82 tackles, 1 intercetto e 3 pass defended all’attivo, cercherà invece di confermare le sue ottime qualità di colpitore schierato come MLB, al centro di un reparto che dipende parecchio dalle sue giocate.
Undersized, come la maggior parte dei componenti dei Green Wave, programma ormai specializzatosi a raccogliere quei talenti che vengono ignorati, proprio a causa delle loro caratteristiche fisiche, dalle grandi università della SEC, sfrutta intuito, velocità, ed esplosività per farsi sempre trovare nel luogo di sviluppo dell’azione e mettere a segno placcaggi spesso decisivi.

Manna dal cielo per una D che ha perso il talentuoso Lorenzo Doss e che avrà bisogno dell’esperienza di Darion Monroe, 73 tackles e 2 INT, per mantenere alta l’attenzione nelle secondarie, dove, oltre agli junior Richard Allen, S, e Leonard Davis, troveranno spazio anche i sophomore Jarrod Franklin, nel ruolo ibrido di NB, e Parry Nickerson, incubo dei QB avversari con 6 intercetti e 6 broken pass messi a segno lo scorso anno.

Altro elemento fondamentale di un gruppo giovane e affamato, il cornerback sarà uno dei giocatori da seguire con maggiore attenzione nel roster di Tulane, squadra finalmente pronta a dire la sua anche nella American Athletic Conference, dove non ha di certo iniziato con il piede giusto dopo il trasferimento dalla C-USA; importantissimo, per l’Onda Verde della Louisiana, il match casalingo contro Maine del 19 settembre, nel quale sarà necessario trovare la vittoria dopo un inizio piuttosto amaro, che la vedrà contrapposta a Duke e Georgia Tech, team, sulla carta, nettamente superiori.

SOUTHERN METHODIST

Il biglietto da visita parla chiaro, gli ultimi due attacchi, Tulsa e Clemson, guidati da Chad Morris, nuovo head coach di Southern Methodist, sono stati letteralmente rigenerati, passando dalle posizioni medio basse alla top 15 del ranking nazionale; cosa che, senza alcun dubbio, l’allenatore texano spera di riuscire a fare anche con l’ateneo di Dallas, crollato fino al centoventicinquesimo posto della nazione per punti messi a segno, di media a partita, 11.1, lo scorso anno.

Un risultato inatteso che equivale come aver toccato il fondo per un programma che non è mai stato a livello così basso da quando gli vennero decimate le borse di studio dalla NCAA, causa death penalty, negl’anni ottanta, e che non può far altro che provare a rimettersi in carreggiata e risalire, magari cominciando un nuovo percorso già quest’anno, quando dovrebbero vedersi i primi, timidi, frutti, dell’intervento di Morris e dei suoi più stretti collaboratori.

Tra questi un ruolo importante lo ricoprirà sicuramente Joe Craddock, offensive coordinator che dovrà trovare un QB in grado di mettere in aria l’ovale con una minima precisione, cosa che, decisamente, hanno dimostrato di non saper affatto fare i pitcher alternatisi dietro il centro l’anno passato, tra i quali il rientrante, da un infortunio, Neal Burcham, che dovrebbe giocarsi lo starting spot con l’intraprendente Matt Davis, favorito dopo le buone cose mostrate in primavera, e il freshman Ben Hicks, giunto a Dallas in offseason.

Pronti a ricevere i passaggi che, si spera, metteranno in aria, i ricevitori guidati dal senior Darius Joseph, 379 yards, 2 TD, prima opzione di un reparto che può contare anche su un nutrito gruppo di giovani, il sophomore Ryheem Malone, il redshirt freshman Courtland Sutton, e il true freshman Kevin Thomas, prospetto interessantissimo che può fare davvero bene in un sistema che sarà improntato sulla up-tempo come quello di SMU.

Deion Sanders Jr.

Deion Sanders Jr.

Playbook che dovrebbe inoltre favorire la definitiva esplosione di Deion Sanders Jr., ragazzo con un nome, ed un cognome, piuttosto ingombrante che sembra aver trovato una sua definitiva dimensione come returner, ruolo nel quale ha totalizzato 1,129 yds nel corso della carriera NCAA, che dovrebbe proseguire come WR interno, schierato nello slot, posizione ideale per fare emergere le sue ottime doti di velocista, scattante e imprendibile per gli avversari.

Il figlio del mitico “Primetime”, potrebbe poi essere impiegato saltuariamente anche nel backfield, per la verità già comunque piuttosto ricco di opzioni, con lo junior Prescott Line, 256 yards, 4 TD, che dovrebbe essere il giocatore più utilizzato, e i colleghi K.C. Niemchi e Daniel Gresham pronti a farlo rifiatare, sfruttando il lavoro di una linea offensiva piuttosto collaudata, ancorata intorno al centro titolare Tyler Lasecki, per strappare qualche yds aggiuntiva.

Rivoluzionato, a differenza di quest’ultima, il front seven dei Mustangs, che recuperano due soli starter della passata stagione, il DT Zach Wood, 6.0 tackles for loss, 4.0 sacks, e il linebacker Jonathan Yenga, 65 placcaggi, 2.0 sacks, atleti esperti che dovranno essere un punto di riferimento per i compagni sul terreno di gioco, per cercare di donare anche una maggiore intraprendenza ad una defense che ha subito passivamente il gioco offensivo avversario lo scorso anno.

Rinnovata la D-line con gli innesti dei DE Andrew McCleneghen, Justin Lawier, e del DT Mason Gentry, e la mediana con gli inserimenti dei senior Shakiel Randolph, 17 tackles, e Robert Seals, 48 stops, a garantire un minimo di esperienza tenteranno delle secondarie rimaste quasi totalmente invariate rispetto allo scorso torneo, con Horace Richardson e Jesse Montgomery, 3 pass defended, pronti a controllare nuovamente le sideline.

Nel back-end, infine, importantissimo il ritorno del junior Darrion Richardson, safety che, più di una volta, ha rimediato agl’errori fatti registrare dai compagni, mettendo una pezza om svariate situazioni di gioco; a lui, autore di 69 placcaggi e 3.0 tackles for loss nel torneo 2014, spetterà il compito di difendere la zona più profonda del campo, dove sarà aiutato dal senior Troy Castle, utilizzato saltuariamente in rotazione lo scorso autunno.

Con così tanti cambiamenti, di personale, uomini, allenatori, e schemi, da affrontare, si preannuncia un fine estate torrido dalle parti di Dallas, dove potrebbero ancora variare diverse cose in vista della partenza della prossima regular season, fissata per il 4 di Settembre, giorno dell’esordio stagionale contro Baylor.

TULSA

Anno zero per i Golden Hurricanes, che ripartono dal genio offensivo di Baylor Philip Montgomery, assunto per cercare di ridare lustro ad un programma che, dopo aver toccato vette inaspettate un paio di stagioni fa, è inesorabilmente crollato inanellando appena 5 vittorie in due anni; l’ex collaboratore di Art Briles si è posto come obiettivo un rilancio del team puntando con decisione sulla sua collaudata up-tempo offense, rimettendo in discussione molte delle certezze acquisite dai veterani nelle ultime season e aprendo, di fatto, ad una battaglia per lo starting spot che rischia di interessare diverse posizioni.

In primis, ovviamente, quella di quarterback, dove Dane Evans, 3,102 yards, 23 TD pass, 17 INT, dovrà guardarsi, con estrema attenzione, dalla concorrenza di Chad President, ex recruiting dei Bears che lo stesso Montgomery si è portato dietro da Waco come polizza assicurativa in caso di difficoltà di apprendimento da parte del numero; altra situazione controversa, che probabilmente resterà incerta fino alla partenza del prossimo torneo, quella riguardante il backfield, dove il valido Zack Langer, 1,611 yds e 8 touchdowns totali, runner tuttofare che ha dimostrato di saper essere efficace anche in fase di ricezione, lotterà con l’emergente sophomore D’Angelo Brewer, a sua volta incalzato dai nuovi arrivati Ramadi Warren e Tavarreon Dickerson.

Un turbinio di nomi con cui Tulsa proverà a trovare un giocatore in grado di fornire un’alternativa credibile ad un passing game già ben strutturato nel recente passato, e poggiato sulla solida coppia di WR formata da Keevan Lucas, 101 ricezioni per 1,219 yards e 11 TD, e Keyarris Garrett, 698 yds e 5 touchdowns; entrambi con alle spalle una buona esperienza da titolari, saranno affiancati da Joshua Atkinson e Conner Floyd, uno dei receiver con le mani più calde in endzone, come dimostrano le 3 mete realizzate nel 2014, quando ha completato appena 18 ricezioni per 139 yards.

Molto esperta la linea offensiva, che inserisce un solo starter nel quintetto, il sophomore Evan Plagg, nuovo componente di un gruppo che può contare sul solido senior tackle Garrett Stafford, in procinto di essere spostato all’interno per far spazio al giovane compagno di reparto sull’estremità sinistra, lato opposto a quello occupato dai possenti junior Chris Wallace e Blake Belcher.

Michael Mudoh

Michael Mudoh

Un solo inserimento anche nella linea opposta, dove all’esperta coppia centrale composta dai DT Derrick Luetjen e Jerry Uwaezuoke, si aggiunge il secondo anno Jeremy Smith, che cercherà di imparare i segreti del ruolo di defensive end dal collega Derrick Alexander, miglior cacciatore di QB nella passata stagione, con 7.5 sacks all’attivo, tornato a Tulsa per concludere il suo percorso universitario.

Giovani, ma con già alle spalle una regular season giocata da protagonisti, i due sophomore linebacker Craig Suits, 81 tackles, e Trent Martin, 64 stops, cercheranno di porre rimedio ad uno dei grandi problemi che ha attanagliato i Golden Hurricanes lo scorso anno, ovvero il numero, impressionante, di placcaggi mancati; errori che andranno necessariamente ridotti, soprattutto se il nuovo duo di DC, Brian Norwood e Bill Young, ha intenzione di migliorare lo scadente risultato del 2014, quando l’ateneo dell’Oklahoma ha chiuso al centoquattordicesimo posto della nazione.

Per farlo, potranno fortunatamente contare sul ritorno del leading tackler dello scorso torneo, il safety Michael Mudoh, che oltre a guidare il reparto con 113 placcaggi, è l’unico elemento esperto delle secondarie, dove dovrebbero partire titolari i corner Kerwin Thomas, Darrell Williams, e il defensive back Jordan Mitchell, ragazzo cui spetterà il compito di affiancarlo nella protezione della zona profonda del campo.

Attesi ad una stagione piuttosto difficile, gli Hurricanes cercheranno di non soccombere già alla terza settimana di gioco contro i cugini Sooners, provando a limitare i danni in vista di un Ottobre decisamente complicato, in cui, nell’ordine, dovranno affrontare tre dei migliori team della American Athletic Conference, Houston, East Carolina e Memphis; se riusciranno ad uscire con almeno un risultato positivo da questo trittico, la possibilità di tornare a giocare un Bowl di fine anno, potrebbe farsi concreta.

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