BOWLING GREEN FALCONS (East Division) by davelavarra

Oramai da qualche anno i Falcons sono ospiti fissi della parte alta dei ranking della MAC, sono d’altro canto una delle squadre più organizzate della Conference e nonostante i cambi di personale vissuti, sia nel coaching staff che nell’ovvia sostituzione dei vari giocatori, hanno spesso saputo portare a casa risultati molto soddisfacenti.

Nel 2014 le cose non sono magari andate esattamente come preventivato, dato che l’obiettivo era nientemeno che il titolo della MAC e le carte erano perfettamente in regola per riuscire negli intenti, ma infortuni ed imprevisti vari hanno contribuito ad uno svolgimento leggermente differente del campionato.

Il quale è comunque terminato con il raggiungimento della finale di Conference, nella quale i Falcons hanno ricevuto una vera e propria lezione di football da Northern Illinois, e sommando quanto accaduto durante l’anno, tale risultato è stato considerato ugualmente soddisfacente dalla direzione atletica della squadra.

Matt Johnson

Matt Johnson

Il secondo anno di coach Dino Babers parte all’attacco del terzo titolo consecutivo della MAC East, un traguardo che sembra essere alla portata di una squadra che a livello offensivo sa come essere versatile e che potrà ripresentare 11 dei vecchi titolari, recuperando anche il regista Matt Johnson dall’infortunio al fianco che ne accorciò considerevolmente la stagione un anno fa.

Quella riguardante il quarterback è già una decisione impegnativa da prendere: Johnson fu l’eroe di squadra nel 2013, quando i Falcons vinsero, sempre contro gli Huskies, il titolo di Conference dirigendo un attacco pieno di ritmo ed altamente produttivo in termini di punti e yard, chiudendo una gloriosa annata che lo vide tenere il 70% di completi in sei differenti occasioni, mettendo contemporaneamente a segno 25 passaggi vincenti a fronte di soli 7 intercetti.

Johnson, che può anche correre con costrutto, dovrà tuttavia fronteggiare l’insidia rappresentata dal suo sostituto James Knapke, il quale ha traghettato la squadra durante il suo percorso verso la finale di Detroit sorpassando le 3.000 yard su lancio e registrandone, in singola partita, più di 300 in cinque occasioni diverse, terminando con 15 passaggi da TD e 12 intercetti, quest’ultima la statistica che più lo ha differenziato dal vecchio titolare, oggi suo concorrente.

L’attacco è rimasto in buonissima salute ritmica nonostante l’imprevisto cambio in regia, grazie anche ad una coppia di ricevitori a dir poco sensazionale per questi livelli. Il sophomore Roger Lewis possiede le caratteristiche giuste per lo schema Falcon Fast – il nomignolo della offense – dato che risulta bravissimo nello smarcarsi in qualsiasi situazione ed è adatto a raccogliere passaggi corti trasformandoli in grandi guadagni,proprio come attestano le 1.093 yard guadagnate usufruendo di 73 ricezioni, ed i 7 touchdown messi a segno possono solamente aumentare con quel tanto di esperienza in più in saccoccia.

L’altra metà dell’arcobaleno si chiama Ryan Burbrink ed è un senior, un altro pezzo del puzzle tutto velocità di questo attacco capace di mantenere una media di yard per ricezione in doppia cifra (11.8), oltre che a fornire un’arma tagliente per gli special team, datigli eccellenti risultati forniti come punt returner.

Il reparto è versatile perché può riuscire a gestire una gara cambiando il piano di gioco a seconda dell’avversario affrontato, un risultato che il gioco di corse ha già dimostrato di poter ottenere quando i lanci perdono il loro ritmo.

La star del backfield è l’ultimo anno Travis Greene, che pur avendo messo addosso parecchie libbre di muscoli in più risulta sempre magrolino per i requisiti del ruolo, ma la vera qualità su cui fare affidamento è la sua velocità in verticale e la rapidità nel mettere assieme qualche movenza orizzontale per mandare al bar qualche difensore, fatto che gli ha permesso di raccogliere poco più di 2.500 yard in due anni di carriera collegiale.

L’alternativa è Fred Coppet, che si è rivelato essere un giocatore produttivo quandone ha avuta l’occasione, quindi sia concedendo a Greene l’opportunità di rifiatare, e sia quando il medesimo si è infortunato ad una gamba saltando una manciata di partite, occasioni nelle quali il gioco di corse non ha sofferto grossi disagi proprio grazie alla capacità di Coppet di garantire con una certa costanza più di 5 yard a portata.

La linea offensiva ritrova i cinque titolari dello scorso campionato e questa è una gran notizia per l’affiatamento della trincea e per il fatto che non saranno dovuti adattamenti per inserire nuovi giocatori, di sicuro una carta vincente per una squadra che punto verso l’alto.

Un fattore molto importante per il reparto d’attacco sarà quella di aumentare il tempo di possesso, dato che spesso i Falcons hanno segnato troppo velocemente lasciando scoperta una difesa che ha concesso molto più del dovuto anche per problemi di eccessiva stanchezza. Tyler Tate è infine un ottimo kicker, affidabile anche da oltre le 40 yard di raggio, il che a livello collegiale rappresenta una grande arma in più.

Per raggiungere il titolo di Conference saranno obbligatori dei miglioramenti difensivi, dato che le secondarie hanno elargito più di 4.000 yard e 25 segnature facendosi infilare con regolarità preoccupante, con il reparto a ritrovare la sola esperienza del sophomore Nick Johnson, l’unico titolare del quartetto ancora disponibile per quest’anno.

Johnson, nonostante la relativa esperienza, può essere già considerato il miglior esponente della difesa per come ha saputo contrastare i palloni giunti dalla sua parte, mostrando doti di velocità molto interessanti relazionate alla sua statura (6’2’’).

Non sembra esserci un pass rusher affermato e questo è sicuramente un ostacolo alla tranquillità delle secondarie, che non possono mai prendersi pause, ragione per la quale si punta molto sulla crescita dei due defensive tackle, Taylor Royster e Gus Schwieterman, due ragazzi sotto-dimensionati che hanno comunque l’opportunità di migliorarsi ed incidere portando la necessaria pressione dal mezzo, aiutando chi sta  a fianco.

Uno dei giocatori più importanti del sistema sarà sicuramente James Sanford, linebacker molto rapido di piedi in grado di schierarsi pure da safety, un’arma da utilizzare per confondere gli attacchi soprattutto in marcatura contro i passaggi data l’opportunità di poterlo posizionare più o meno ovunque. Dato che sia Gabe Martin che D.J. Lynch hanno terminato l’eleggibilità, il ruolo di linebacker risulta attualmente poco fisico, per cui ci sarà da puntare tutto sulla rapidità.

Il calendario non è tra i più facili, proponendo quattro delle prime cinque partite in trasferta, anche se questa prima parte di cammino è completamente extra-conference e non inciderà sulle classifiche interne della MAC. Particolare attenzione andrà data al mese di novembre, che riserverà ai Falcons tutta la parte essenziale degli scontri in virtù delle economie della East Division, Bowling Green affronterà difatti in successione tre delle avversarie più forti della West, ovvero Toledo, Western Michigan e Ball State.

NORTHERN ILLINOIS HUSKIES (West Division) by davelavarra

Dalle parti di DeKalb, Illinois, ci si è abituati alla sensazione di dominio. Da cinque anni, difatti, la West Division è proprietà assoluta degli Huskies nonostante il turnover nella figura di head coach e nel ruolo di quarterback, il sistema è collaudato e vincente, significa contare altrettante partecipazioni alla finale della MAC con due titoli conquistati, tra i quali l’ultimo in ordine cronologico, quello del 2014.

Northern Illinois sta in ogni caso cominciando a farsi un nome a livello nazionale, riportando prestigiose vittorie anno dopo anno, l’ultima delle quali ottenuta contro Northwestern durante lo scorso campionato, il che aggiunge valore alla continuità che il programma di football sta mostrando all’interno del proprio raggruppamento, e l’obiettivo, neanche a parlarne, è quello di partecipare per la sesta volta consecutiva alla finale e vincere un terzo trofeo, mettendosi magari in vetrina per la prossima Conference di quelle grosse che desiderasse ampliare il proprio roster di contendenti.

Non sarà facile collezionare l’ennesimo numero di vittorie in doppia cifra, dato che Ohio State e Boston College costituiranno sfide proibitive, ma per il resto gli Huskies sono nettamente favoriti qualunque squadra incontreranno.

Drew Hare

Drew Hare

La base dell’attacco, come di consueto, sarà il gioco di corse, ovvero ciò che fa funzionare ogni singolo ingranaggio di questo sistema offensivo. Andando ad analizzare ogni sconfitta dello scorso anno si evince che il fatto è coinciso non troppo casualmente con il malfunzionamento del backfield, la principale fonte di produzione offensiva (sedicesima miglior media a partita a livello nazionale per yard corse) e la principale causa del funzionamento del gioco aereo, grazie all’arsenale di finte a disposizione e alla sempre costante attenzione che le difese debbono dare ai running back di questa squadra.

Il timone offensivo sarà gestito per il secondo anno consecutivo da Drew Hare, junior, colui che ha sostituito con successo la leggenda vivente locale Jordan Lynch, dimostrandosi un quarterback eccellente nella cura del pallone. Hare si è reso responsabile di 900 yard e 8 mete su corsa centrando il traguardo primario del sistema, scrivendo poi ottimali statistiche anche dal punto di vista aereo collezionando 18 passaggi vincenti contro soli 2 intercetti, tenendo il 60% di completi per poco più di 2.300 yard.

Il ruolo di running back vedrà, come da precetti del sistema di coach Rod Carey, una rotazione a tre giocatori, ognuno dotato delle proprie caratteristiche, la quale sarà capeggiata dal nuovo starter, Joel Bouagnon, al quale si chiederà di confermare quanto di buono fatto vedere durante la scorsa campagna in apparizioni limitate dalla presenza dell’oggi laureato Cameron Stingily.

Parliamo di 5.8 yard per portata e 5 touchdown (4 tuttavia ottenuti in una sola partita) per una produzione totale di 655 yard e qualche spicciolo su ricezione, buonissimi numeri se rapportati al conteggio delle situazioni in cui è stato chiamato in causa per sfiancare le difese avversarie, dall’alto delle sue 222 libbre molto difficili da placcare al primo tentativo.

Il reparto offensivo ritrova un protagonista molto atteso lo scorso anno, da egli tuttavia perso a causa di un infortunio. Stiamo parlando del wide receiver Tommylee Lewis, un folletto di 155 libbre che riesce a sgattaiolare più o meno dappertutto, il quale due stagioni fa aveva scritto numeri interessantissimi con 86 ricezioni per oltre 700 yard e 3 mete, e che l’anno passato si sarebbe dovuto erigere quale playmaker principale di un attacco che aveva appena salutato il già citato Lynch.

Il suo rientro in salute significa ulteriore dinamismo in campo, in quanto non è raro vederlo correre travestendosi da running back situazionale aggiungendo confusione alle difese, già sufficientemente impegnate a pensare a come prenderlo. Il bilanciamento è garantito dalla presenza del fisico collega di reparto, il canadese Juwan Brescacin, 6’2’’ per 227 libbre in grado di aprire il campo con una velocità superiore alle attese se considerato il peso che si porta appresso.

La linea offensiva sarà ancora una volta capitanata dal centro Andrew Ness, un giocatore molto tecnico ed intelligente che grazie alla sua versatilità atletica può posizionarsi dappertutto, mentre c’è molta attesa per il nuovo tackle sinistro Levon Myers, il quale dovrà confermare i progressi fatti come pass protector e dimostrare di valere il posto delicato che dovrà occupare.

I traguardi delle difese in contesti di questo tipo sono solitamente quelli di limitare il più possibile i danni, dato che gli attacchi sono in grado di sopperire a qualsiasi lacuna.

Gli Huskies hanno genericamente giocato meglio contro le avversarie di Conference, ovvero quelle meglio conosciute, mettendo moltissima pressione sui registi avversari e collezionando giocate importanti per perdite di yard, lasciando tuttavia scoperto un nervo molto importante come quello delle statistiche racimolate difendendo i terzi down. In ben 6 partite Northern Illinois ha concesso il 50% o più di conversione in tale fase del gioco all’avversario di turno, dimostrando una semi-cronica impossibilità di fermare chiunque nell’avanzare il campo.

La crescita esponenziale del defensive end Perez Ford sarà uno dei punti di forza del fronte, l’ex running back a livello di high school si è ritagliato un ruolo molto importante grazie alla costanza nelle sue prestazioni, che l’ha portato a collezionare 5 sack e 9 placcaggi dietro alla linea di scrimmage, cifre che dovranno aumentare data l’assenza del leader statistico Jason Meehan.

Il lavoro della linea è di fondamentale importanza per il personale che gli Huskies hanno a disposizione tra i linebacker, dove spesso giganteggia il senior Boomer Mays, un giocatore che sa come muoversi molto bene negli spazi, possiede un buonissimo intuito e soprattutto possiede un’ottima tecnica di placcaggio, difficilmente sbaglia un colpo se un avversario si avventura nelle sue zone di competenza.

Una delle chiavi del back seven è rappresentata da un altro linebacker efficace in fase di tackle come Rasheen Lemon, che ha un fisico strutturato da defensive back a cui contrappone forza e totale assenza di paura nel piazzare il colpo all’avversario, per lui si parla di un maggiore utilizzo in blitz se non altro per sfruttarne la velocità, e può fornire 70/80 placcaggi abbastanza sicuri.

Al suo fianco il terzetto è completato da un giocatore in crescita come Sean Folliard, passato un pochino in sordina viste le sonanti prestazioni dei già citati colleghi, ma non certo meno consistente rispetto ad essi. Le secondarie, che non sempre hanno tenuto botta contro i passaggi, sono ancorate dal grande talento del corner Paris Logan, cresciuto fino a divenire una sicurezza contro i ricevitori avversari più pericolosi, puntuale negli interventi (8 passaggi battuti a terra) e grande arma per gli special team come ritornatore di punt.

Dunque, aspettative molto alte da rispettare, e molti pezzi inseriti al posto giusto per riuscire nella missione. Sembra proprio questa la previsione che si staglia all’orizzonte per gli Huskies, una squadra sbalorditiva per la continuità dimostrata e capace, ricordiamo, due anni fa di ottenere la chiamata per l’Orange Bowl.

L’etichetta di netta favorita per la vittoria della West Division andrà corredata da una nuova dimostrazione di consistenza quando il calendario lo renderà necessario, in particolare modo nel terribile mese di novembre, quando la squadra affronterà in sequenza Toledo, contro cui ha vinto per cinque volte di fila, seguita da un’insidiosa trasferta contro Buffalo e da un’altra insidia come Western Michigan.

TOLEDO ROCKETS (West Division) by davelavarra

Quella dei Rockets sembra essere una continua rincorsa verso la gloria, quello che costituirebbe un giusto premio dopo anni di consistenza sotto le cure di coach Matt Campbell, 26-13 da quando guida questo programma di football, e ben presente sul radar di alcune squadre delle Top 5 Conference che un giorno vorranno cambiare i loro destini scommettendo su questo rampante trentaseienne.

A Toledo basta un ultimo passo, ovvero sconfiggere Northern Illinois per la supremazia della West dopo cinque tentativi di fila andati male, per togliersi di dosso quella scomoda etichetta di squadra buona,ma non capace di agguantare la finale di Conference. L’obiettivo minimo stagionale, dunque, è già prefissato, ed avere ragione delle potenti concorrenti che appartengono alla West Division è una sfida già di per sé molto affascinante, alla quale i Rockets sentono di poter rispondere positivamente.

Kareem Hunt

Kareem Hunt

Il fulcro di questo attacco è semplicemente uno, ed è rappresentato dal fortissimo running back Kareem Hunt, un giocatore di grande talento che può mettere in campo una produzione davvero fuori dall’ordinario. Stiamo parlando di un corridore che attualmente detiene una striscia aperta di 11 gare con 100 o più yard percorse, difficilmente fermabile quando passa all’interno dei tackle e dotato di movenze sufficientemente atletiche per scappare pure all’esterno, una combinazione di caratteristiche che gli ha permesso di sorpassare le 1.600 yard stagionali pur perdendo 3 partite per infortunio.

Attorno a Hunt esiste un gruppo di grande spessore che ha prodotto 6 yard per portata di media, sorretto tra gli altri da Terry Swanson, un secondo anno che si è distinto per l’elemento di velocità che è in grado di fornire all’attacco quandosi deve cambiare ritmo, e che ha collezionato singole partite da 172 e 124 yard mostrandosi utile anche ricevendo fuori dal backfield.

Il ruolo di quarterback è oramai stabilmente occupato dal junior Logan Woodside, che si è preso il posto di titolare durante lo scorso anno per poi non lasciarselo più scappare. Il giovane regista ha confermato le qualità intraviste in fase di reclutamento e si è dimostrato essere un giocatore più che adatto alla distribuzione del pallone a più avversari, dimostrando velocità ed abilità in fase di lettura dei giochi.

Ha superato le 2.200 yard lanciando il 63% di completi corredandoli con 19 passaggi da touchdown a fronte di 8 intercetti, numeri che se ripetuti possono davvero aiutare moltissimo la causa, la vera sfida sarà la maggiore costanza da dimostrare,in quanto il quarterback ha alternato gare dai ritmi pazzeschi a situazioni in cui si è trovato in estrema difficoltà. Un punto di domanda potrebbe essere rappresentato dalla protezione garantitagli dalla linea offensiva, dato che tutti i componenti titolari dello schieramento lo scorso anno erano dei backup.

Per rendere maggiormente dinamico ed imprevedibile l’attacco serve in ogni caso l’apporto consistente del reparto wide receiver, e qui Corey Jones, minuto ma velocissimo, può essere utilissimo alla causa. Composto da 165 libbre di pura esplosività che fanno saltuariamente comodo anche agli special team, Jones ha la preziosa abitudine di rappresentare l’ancora di salvataggio nelle situazioni più difficili, ed è chiaramente il bersaglio principale a disposizione. Il leader rientrante in termini di mete è però il possente Alonzo Russell, un senior di 6’4’’ per 205 libbre entrato per 8 volte in endzone con il pallone saldo nelle proprie mani che potrebbe anche migliorare le 770 yard con cui ha terminato un buonissimo 2014.

La specialità difensiva è senza dubbio il contrasto al gioco di corse, sono solo poche più di 1.500 le yard concesse in tutto l’anno, una qualità che tornerà sicuramente d’attualità dato il fronte a quattro di base ritroverà la stessa identica rotazione di nove elementi rispetto allo scorso campionato.

Coach Campbell mischierà le carte alternando lo schieramento base alla 3-4, mossa resa possibile dalla duttilità di giocatori come Trent Voss, un defensive end che gioca spesso da outside linebacker e che produce statistiche utili alla squadra in qualsiasi delle due posizioni lo si schieri (77 placcaggi con 15 interventi dietro allo scrimmage nel 2014).

La coppia di defensive tackle titolari è a dir poco solida, Orion Jones è un nose tackle solo sulla carta in quanto la sua capacità principale è quella di anticipare lo snap con movenze rapide, ed è capace di portare tanta pressione dal mezzo; Treyvon Hester è leggermente più pesante ed ha giocato alla grande contro le avversarie più prestigiose – soprattutto Northern Illinois – alzando in maniera evidente i propri numeri rispetto alla comunque promettente annata da freshman di due stagioni fa.

L’esperienza giocherà una parte determinante per le secondarie, il grande punto debole di questa squadra. Le 3.800 yard aeree e di 37 touchdown su lancio concessi sono numero ovviamente insufficienti per ambire ad un titolo di Conference, ed il salto di qualità passa soprattutto da qui. I Rockets hanno concesso 35 mete all’interno della redzone durante lo scorso campionato, quasi il 65% delle penetrazioni avversarie nelle ultime 20 yard, una mano arriverà sicuramente dal re-inserimento di Cheatam Norris e Cameron Cole, infortunatisi a campionato in corso, ma la maggior parte delle speranze navigano su Chris Dukes, un corner in grado di giocare in maniera fisica e dotato di ottima velocità negli spazi stretti, qualità che allarga il suo campo di competenza. Sono altresì attesi progressi dal safety DeJuan Rogers, molto bravo a difendere le corse ma ancora lacunoso contro i passaggi, una sua maturazione in tal senso, unita a qualche giocata decisiva, potrebbe davvero fare la differenza.

Anche per Toledo il calendario è particolarmente faticoso nella sua parte conclusiva, e se le previsioni manterranno le premesse tali partite saranno certamente decisive per l’assegnazione del titolo. La buona notizia è che i Rockets disputeranno 7 gare all’interno delle mura amiche,quella cattiva è che l’ultimo mese di campionato propone, dopo una settimana di pausa, la supersfida contro Northern Illinois per placare una copiosa sete di vendetta che perdura da cinque anni, facendo però attenzione a non sprecare tutte le energie in vista dei successivi impegni contro Bowling Green e Western Michigan, che chiuderanno la regular season determinando il grado di maturazione di questo programma di football.

LE ALTRE SQUADRE (by Cern)

MASSACHUSETTS MINUTEMEN (East Division)

Ammetto che è un azzardo piazzare i Minutemen come favoriti per la MAC-East, però una serie di fattori tra poco elencati mi fa pendere per questa ipotesi.

Si prenda il 2014: le sconfitte contro Colorado, Penn State e Boston College non erano evitabili (forse quella con Vanderbilt si), ma appena il calendario lo ha concesso sono tornate le vittorie e la sconfitta molto onorevole con Toledo. Solo l’infortunio del QB Blake Frohnapfel (forte contusione al ginocchio) che lo ha tenuto fuori nelle ultime due partite non ha permesso di superare le tre vittorie.

Proprio Frohnapfel sarà ancora il leader di un reparto che si presenta uguale al 2014 e che, sotto l’egida di coach Mark Whipple, riproporrà un attacco principalmente votato ai passaggi (undicesimo della nazione nella scorsa stagione) e che vedrà ancora come target principale il WR Tajae Sharpe, il quale ha terminato un’annata da 1281 yards ricevute. La linea offensiva non perde un singolo giocatore, nemmeno tra i backup, e potrebbe aiutare quindi un backfield che è stato il reparto meno produttivo, anche per le poche possibilità avute: Shadrach Abrokwah e Lorenzo Woodley saranno comunque ancora i due principali RB.

Anche la difesa 3-4 torna quasi nella sua interezza e sarà ancora una delle più aggressive sulle corse: nel 2014, infatti, ben 12 giocatori hanno chiuso con almeno 2 TFL. Il problema, però, sta nella difesa contro i passaggi, attività che è risultata difficoltosa e portatrice di pochi risultati: starà alle secondarie, ancora guidate dalla S Joe Colton e dal CB Randall Jette, fare un deciso passo in avanti. Per il resto, come si diceva, i reparti restano quasi al completo e potrebbe ancora emergere la stella del LB Jovan Santos-Knox, che ha chiuso il 2014 con 98 tackles, di cui 8,5 per perdita di yards.

Colorado, Temple, Notre Dame e Florida International aprono la stagione dei Minutemen: un record di 2-2 potrebbe essere buon viatico per un calendario di conference facile, senza Northern Illinois, senza Western Michigan e senza Ohio. Questo è uno dei fattori importanti per le mie previsioni, unitamente al numero di starter che ritornano e alle problematiche che a vario titolo affliggono a vario titolo le altre squadre della MAC East: perché quindi non immaginare una stagione da 8-9 vittorie e la partecipazione al primo Bowl FBS della loro storia prima dell’abbandono della Conference che avverrà a fine stagione?

WESTERN MICHIGAN BRONCOS (East Division)

Aspettative alte per i Broncos di coach P.J. Fleck, il cui lavoro in fase di recruiting è stato senza dubbio tra i migliori della Conference negli ultimi anni. Solo così si è riusciti a costruire la profondità necessaria a fare della squadra una possibile contender, anche se il calendario previsto in questa prossima stagione non sarà dei più facili.

Offensivamente si può contare sull’apporto di due superstar: il running back Jarvion Franklin, grandioso nell’assemblare oltre 1.500 yard e 24 mete nella stagione d’esordio, ed il wide receiver Corey Davis, un talento che si dice possa arrivare in NFL. La difesa 4-3 ha registrato enormi progressi, tagliando di 10 unità i punti concessi di media. Improbabile dare del filo da torcere a Ohio State, Michigan State, ci si gioca tutto nelle ultime tre gare, con Bowling Green, Toledo e Northern Illinois da affrontare consecutivamente.

CENTRAL MICHIGAN CHIPPEWAS (West Division)

Nuovo coach in casa Chippewas, John Bonamego, ritornato alla sua alma mater dopo la laurea nel 1987, anno in cui fece da allenatore/giocatore anche in Italia, con i Verona Redskins. Al primo ruolo da capo allenatore all’età di 51 anni, Bonamego dovrà dimostrare il suo valore senza top WR, top TE, top RB e due dei più esperti uomini di linea: potrà però contare su una difesa in buona parte riconfermata e sul QB Cooper Rush, giunto alla stagione da junior, ottimo giocatore che già è migliorato molto nel corso della sua carriera collegiale. L’inizio calendario con Oklahoma State, Syracuse e Michigan State è da incubo, poi la strada spianerà: un record in pareggio potrebbe essere qualcosa di interessante.

OHIO BOBCATS (East Division)

Si respira fiducia in casa Bobcats: poche partenze di peso in ogni reparto e la stella del giovanissimo RB A.J. Ouellette (quasi 800 yards corse nella sua stagione da true freshman) pronta alla consacrazione definitiva sono motivi per sperare in una stagione vincente. E se si troverà un QB che commetta pochi errori (in linea teorica sono ben 4 i pretendenti allo spot di partente nel ruolo) allora si potrà veramente sperare in una stagione ottima, anche con la compiacenza di un calendario che offre tutti gli ostacoli meno competitivi della MAC.

BUFFALO BULLS (East Division)

5 titoli di DIII con Wisconsin-Whitewater in 7 anni ed un record di 109-6: questo il biglietto da visita di Lance Leipold, nuovo HC dei Bulls. Questi però avrà a che fare con enormi perdite a livello di linea offensiva, difesa nella sua interezza, K e P. Il recruit è stato buono ma l’impressione è che la strada sia ancora lunga almeno un altro paio di stagioni per ritornare in positivo. In questo 2015, anche contando un calendario off-conference non facile, si può pensare di replicare le 4 vittorie della scorsa stagione.

AKRON ZIPS (East Division)

Eppur qualcosa si muove in casa Zips? Mettendo insieme alcuni ottimi recruit (per l’importanza dell’ateneo e della conference, ça va sans dire), transfer talentuosi che hanno scontato la stagione di stop e maturazione di alcuni dei migliori giocatori, si può vedere ottimismo per l’operato di coach Terry Bowden. Se a tutto questo si aggiunge, inoltre, quello che probabilmente è il calendario più facile di tutta la MAC, si può seriamente pensare ad una nuova stagione vincente che ormai manca da qualche tempo da queste parti.

BALL STATE CARDINALS (West Division)

Se I Cardinals giocassero nella MAC-East staremmo probabilmente parlando di una delle candidate alla vittoria in quella parte di conference, ma giocando nella West il discorso è diverso, e Ball State probabilmente dovrà ancora soffrire dietro alle tre superpotenze. Rimpiazzare il RB Jahwan Edwards, trovare continuità nel ruolo di QB e sistemare una difesa che più volte ha ballato troppo sono impegni gravosi per il coach Pete Lembo, ed il giocare contro tutte le migliori squadre della conference (le tre della Wast più Bowling Green e Central Michigan) più Texas A&M inciderà molto sul record.

KENT STATE FLASHES (East Division)

I Flashes guardano al 2015 con ottimismo: la difesa ritorna nella sua totalità o quasi e dovrebbero essere recuperati alcuni giocatori che nel 2013 ebbero buone stagioni, come il RB Trayion Durham, fermo per tutto il 2014 per infortunio. Se il QB Colin Reardon riuscirà a limitare gli errori (più intercetti che TD pass nella scorsa stagione) l’attacco molto pass-oriented di Kent State potrebbe fare quello step tanto atteso che potrebbe portarli, dopo la magia del 2012, ad un nuovo ed atteso record positivo, anche contando che molte delle sfide “più dirette” saranno in casa.

MIAMI (OH) REDHAWKS (East Division)

Difficile capire i destini Redhawks nella stagione entrante: sicuramente la squadra è stata sfortunata nelle partite decise da 10 o meno punti (2-7 il record) ma il talento principalmente latita. E se da una parte la difesa vede il ritorno di molti titolari e potrebbe fare un deciso step in avanti, dall’altra l’attacco perde Andrew Hendrix (buon QB titolare nonché top RB), il top WR e tre quinti della linea offensiva. Trovare quindi un’identità potrebbe dunque richiedere tempo, ma in aiuto viene il fatto che le 3-4 partite più abbordabili sono le ultime.

EASTERN MICHIGAN EAGLES (West Division)

Aspettative grigie (come il campo) in casa Eagles, storicamente alle prese con un programma di football che non decolla e che nelle ultime stagioni molto poco ha saputo offrire in termini di soddisfazioni. Anche per questo 2015 la squadra sarà alle prese con un attacco che perde pezzi importanti ed una difesa che ha concesso molto e perde in un colpo quasi tutte le secondarie. Il calendario infine, non offre sfide con trio squadre FCS: attenzione alle sfide casalinghe contro Army e Massachusetts, le uniche due realistiche occasioni per vincere almeno una partita.

 

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