CINCINNATI BEARCATS

(di Dave Lavarra)

Quello di Tommy Tuberville è stato un esordio niente male sulla panchina di Cincinnati, in un’annata conclusa con nove affermazioni ed un 6-2 all’interno della conference, seppure minato da sconfitte contro Louisville e South Florida. Passo falso shock il primo, demoralizzante il secondo, in quanto entrambi hanno sancito uno status particolare per i Bearcats, ovvero quello di squadra di medio-alto livello fuori d’un soffio dalla Top 25, ma nulla più. Si può fare meglio? I presupposti ci sono, e molti esperti hanno posto l’ateneo in cima alle preferenze per la vittoria del raggruppamento ora che Blake Bortles e Teddy Bridgewater, le guide delle squadre più forti, sono in Nfl.

A Cincinnati invece un quarterback fisso ancora non c’è, ed il favorito sembrerebbe essere Gunner Kiel, un promettente ragazzone che ha lasciato Notre Dame in quanto chiuso nel ruolo e che possiede tre anni di eleggibilità rimasti, il che equivale a stabilità e programmazione futura se le cose dovessero andare per il meglio. Gran braccio, fisico massiccio, precisione sul profondo, Kiel ha molte qualità positive, ma al di là di alcuni aspetti meccanici di rifinire, su tutti lo spin del pallone quando lancia in corsa, il regista non ha esperienza sul campo, ed è proprio questa la preoccupazione principale per una squadra che cerca di puntare in alto. La concorrenza è folta, e vede partecipare il transfer Jarred Evans, apprezzato per il rilascio rapido ed in arrivo dal junior college, ma non ci si dimentichi dello sfortunato Munchie Legaux, il più mobile del lotto, che subì un tremendo infortunio al ginocchio all’inizio della scorsa stagione il quale ancora non gli ha restituito tutta la dinamicità dei suoi movimenti, lui che era un corridore molto temibile.

Un aiuto dovrebbe sicuramente arrivare da un backfield attrezzato per produrre, che avrà due protagonisti anziché i tre utilizzati un anno fa. Questo perché Ralph David Abernathy è così minuto che il coaching staff ha pensato di convertirlo a slot receiver piuttosto di rischiare di esporre troppo le sue 161 libbre, lasciando quindi il palcoscenico al più adatto Hosey Williams, reduce 655 yards e 4 mete, ed al backup Tion Green, che ha chiuso con 412 yards e 7 touchdowns. Il settore ricevitori è ricco e profondo, ritornano al loro posto i titolari Chris Moore, entrato in endzone per ben 9 volte, e Shaq Washington, ricercato possession receiver che ha catturato 78 palloni, trasformandone tuttavia solo uno in sei punti, con lo schieramento base a tre concluso  dalla presenza di Mekale McKay, che sarà starter per la prima volta in carriera.

Profondità è la parola chiave anche per la linea offensiva, a Tuberville piace costruire reparti che possano godere di un’alternativa valida possibilmente per ciascun titolare. Il gruppo è senza dubbio capeggiato da Eric Lefeld, nettamente il miglior left tackle della conference e prospetto Nfl per il 2015, seguito dal centro Deyshawn Bond e dal junior Parker Eringher, che da tackle destro passerà nella posizione interna di guardia sul medesimo lato.

Il reparto difensivo ha giocato in maniera eccellente classificandosi al nono posto nazionale per yards concesse di media e quattordicesimo per punti elargiti, anche se desta curiosità il fatto che l’artefice di questo successo, il coordinator Art Kaufmann, si stato lasciato libero. In sua sostituzione arriva Hank Hughes, che dividerà i compiti con con Robert Prunty, scelti da Tuberville per via delle loro migliori connessioni locali, un aiuto in più per la delicata fase di recruiting.

Nick Temple

Nick Temple

Una linea forte contro le corse dovrà rimpiazzare entrambi i tackles, ma potrà contare su una vera e propria forza della natura in fase di pass rush grazie alla presenza dell’end Silverberry Mouhon, autore di 9.5 sacks e fratello di quel Kevin giunto al campus proprio questa primavera, pronto per contribuire quale linebacker da true freshman. Il rendimento della linea sarà fondamentale per ripetere gli ottimi numeri di un anno fa, in quanto il trio di linebackers per cui creare spazi d’intervento è notevole, e vede il rientro di Jeff Luc, ex Florida State, spostato nel mezzo dove potrebbe anche raddoppiare i 43 placcaggi del 2013, affiancato al più leggero Nick Temple (80 tackles), con il più giovane dei Mouhon a combattere per il terzo posto contro Eric Wilson.

Il miglior elemento a disposizione delle secondarie è il cornerback Howard Wilder, che ha ancora spazio di crescita tecnica e forma un’adeguata coppia con Leviticus Payne, al punto da indurre lo staff a muovere Adrian Witty a safety, dando ulteriore qualità atletica al reparto. Il problema sta nei pacchetti nickel, i quali vedranno la presenza di elementi assolutamente privi di esperienza, che è anche il problema della posizione di safety qualora Witty non dovesse portare a termine la sua conversione.

Gli special teams sono niente meno che pessimi. Il kicker Tony Milliano proviene da un 7/17 nei tentativi di field goal che lo classifica tra i peggiori della nazione, così come è stato fallimentare l’apporto del punter John Lloyd, il quale non ha aiutato la squadra a creare cattive posizioni di partenza per l’attacco avversario. Qualora vi fossero gare vicine nel punteggio, Cincinnati, sulla carta, ha un chiaro svantaggio psicologico.

I Bearcats usufruiranno di un calendario abbastanza magnanimo anche quest’anno, per cui non è da escludere una ripetizione dei nove successi del 2013. Evitando capitomboli come quello patito contro South Florida si può mirare ad una vittoria in più, tenendo conto che le gare più difficili sono fuori dalla conference con Ohio State e Miami (FL), ma serve battere Houston ed East Carolina per avere la supremazia che conta, sfruttando il fatto che quest’anno UCF non andrà affrontata e che Louisville si è trasferita nella ACC.

UCF KNIGHTS

(di Dave Lavarra)

Inutile girarci attorno, la domanda che attanaglia il campus di Orlando, nell’umida Florida, è sempre la stessa: c’è vita dopo Blake Bortles? E ci mancherebbe altro che non ci si ponesse un quesito come quello, dato che soprattutto grazie alle evoluzioni dell’oggi (provvisorio) backup di Chad Henne a Jacksonville si è arrivati ad uno storico record di 12-1, il che ha portato alla vittoria della conference ma anche all’affermazione, da leggenda, nel Fiesta Bowl contro Baylor, trofeo cementato dal 52-42 con cui i Knights si sono imposti nella loro impensabile presenza BCS, un traguardo da incorniciare per sempre.

Ora si volta pagina. Coach George O’Leary, al decimo anno in loco, ha il compito di rimpiazzare il principale meccanismo offensivo decidendo quale sarà il candidato più idoneo, un’impresa non esattamente facilissima. Il sophomore Justin Holman sembra avere quel pizzico di vantaggio in più, ma la sua esperienza in campo si riduce a 14 passaggi tentati nel garbage time, e durante le esibizioni primaverili non è avvenuto quel distacco che serviva a dargli il posto sicuro. A dargli battaglia ci sono tutt’oggi il redshirt freshman Pete DiNovo ed il true freshman Nick Harris, senza contare fuori il transfer da Boise State, Nick Patti, il quale è arrivato solo in estate al campus e deve recuperare dimestichezza con il playbook.

Il gioco di passaggi è stato senza dubbio il piatto forte del menu, grazie alla presenza di ricevitori solidi come Rannell Hall e Breshad Perriman, che hanno totalizzato assieme qualcosa come 1.697 yards, cui verrà affiancato il senior J.J. Worton, il quale ha preso 47 palloni per 721 yards confermandosi quale parte integrante del terzetto titolare del pacchetto base. Il backfield potrebbe invece destare le maggiori preoccupazioni, dato che la produzione già non era eccelsa e Storm Johnson ha lasciato anzitempo per la Nfl, quindi si punta sul modo di giocare più fisico e meno atletico del nuovo titolare, William Stanback, senz’altro più adatto ad un ruolo di feature back in grado di assorbire colpi e chiamato a confermare le 4.2 yards di media a portata rimediate l’anno passato.

I dubbi sono invece reali quando si parla di linea offensiva, che assieme al quarterback rappresenta la parte più soggetta a cambiamento di tutto l’attacco. Hanno terminato difatti la loro eleggibilità i gemelli Jordan e Justin McCrary, e c’è un vuoto in tre posizioni, con i soli Joey Grant, centro, e Torrian Wilson, la chiara star del gruppo, a tornare ai posti di combattimento. Wilson dovrebbe schierarsi da tackle sinistro grazie alla sua notevole esperienza, dopo che lo staff aveva quasi deciso di muoverlo a guardia.

Non dimentichiamo che una consistente fetta del successo dei Knights è pervenuta anche dalla difesa, la quale ha concesso solo 21.3 punti a gara ed è risultata nella Top 20 nazionale contro le corse. La bella notizia è che il reparto ritrova ben otto titolari dello scorso anno, per cui vi sono buonissimi presupposti perché le cose vadano ancora per il verso giusto. Il settore difensivo più colpito dai cambiamenti sarà il fronte a quattro, l’idea è quella di confermare da titolari l’end Thomas Niles ed il tackle Demetris Anderson, e di far ruotare altri cinque o sei giocatori attorno a loro per cercare di trovare una pass rush più fresca nelle situazioni di terzo down, cercando contemporaneamente di fermare le corse con la stessa consistenza di prima.

Terrance Plummer

Terrance Plummer

Il back seven è completamente intatto con la sola eccezione di un elemento, ed ecco la ragione per cui questa difesa è considerata la migliore della AAC. Terrance Plummer guida i linebackers dall’alto del suo rendimento costante ed incisivo che lo ha portato a superare i 100 placcaggi con diverse scorribande dietro alla linea di scrimmage, e Troy Gray sembra essere un contraltare perfettamente in simbiosi con il compagno, dopo un’annata di esordio da starter a tempo pieno dove ha sorpreso molto positivamente, raccogliendo pure un paio di intercetti. Le secondarie sono molto affidabili, il corner Jacoby Glenn sarà solo un sophomore ma ha già mosso onde in passato facendo in modo di alzare il livello di considerazione nei suoi confronti in maniera evidente, ed il pacchetto safety è una sicurezza, in particolar modo nella difesa contro le corse, grazie all’apporto del forte Clayton Geathers e del duttile Brandon Alexander.

Continuità ed affidabilità sono concetti chiave pure per gli special teams, che vedono in Shawn Moffitt un kicker capace di infilare 21 dei 23 field goals tentati, ed in Caleb Houston un punter da oltre 42 yards di media per calcio. I ritorni non sono un problema ma un valore aggiunto, grazie alla qualità offerta dai ricevitori Rannel Hall e J.J. Worton, i quali hanno sempre assicurato ottime posizioni di ripartenza al loro attacco.

L’unica soluzione per attuare un’idonea difesa del titolo di conference è cominciare con il piede giusto, anche se l’impresa non sarà esattamente agevole. Si presuppone che il nuovo quarterback sia in grado di prendere ritmo da subito e che la linea offensiva sia coesa sin dai primi momenti ufficiali, non dovrebbero esserci grossi problemi a muovere il pallone, e la difesa è solida come una roccia. Si comincia a Dublino contro Penn State, e nelle prime settimane vi saranno gare molto impegnative contro Missouri e la rivale Houston, ma la rimanenza del calendario può permettere ai Knights di elevare non poco il bilancio tra vittorie e sconfitte, e puntare nuovamente al primo posto. 

EAST CAROLINA PIRATES

(di Dave Lavarra)

Situazione curiosa, quella dei Pirates, che nel loro ultimo anno di permanenza in Conference Usa hanno raccolto la bellezza di 10 vittorie, impresa che nella loro storia avevano centrato solamente in un’altra occasione, per poi andare a misurarsi con una nuova collocazione, più tosta della precedente. Capita forse a puntino l’abbandono di Louisville per la ACC, un’avversaria forte in meno da combattere, ed ora East Carolina desidera misurarsi in un raggruppamento nel quale, se si trovassero risultati continui, potrebbe esserci la qualificazione per un Bowl molto importante.

Shane Carden

Shane Carden

L’attacco è più che attrezzato per avere successo anche a questi livelli, grazie alla presenza di un quarterback molto forte, Shane Carden. Il senior ha lanciato per 318 yards di media a partita l’anno scorso, contribuendo a fare del gioco di passaggi dei Pirates l’undicesimo della nazione e mettendo il proprio sigillo personale su molti dei 40 punti ad incontro messi a segno, cifre abbastanza impressionanti anche se ottenute contro avversarie non sempre di livello. Carden ha piena padronanza del sistema spread utilizzato da coach Ruffin McNeill, che schiera quattro ricevitori nel suo pacchetto base, ed il talento abbonda pure tra questi ultimi, che formano un settore ricco e profondo di alternative da mettere in campo, e capeggiato dall’ottimo Justin Hardy, bravo nel collezionare 114 ricezioni per 1.284 yards e 8 mete, numeri da capogiro. A lui si affiancherà il rientrante Isaiah Jones, che ha preso 62 lanci per oltre 600 yards, ed esordiranno da starters Cam Worthy e DaQuan Barnes, i quali hanno raccolto cifre soddisfacenti se proporzionate al loro utilizzo.

Il backfield sarà gestito da due giocatori, Breon Allen e Chris Hairston, impegnati a dare un minimo di imprevedibilità offensiva in un attacco votato al gioco aereo, ma il punto debole del reparto non è certo questo, bensì la linea offensiva, che ha protetto Carden molto male facendolo andare per le terre in ben 30 occasioni. Durante la primavera sono emersi parecchi problemi fisici che potrebbero aver ritardato la coesione del gruppo, che punterà sull’anno in più di esperienza per il tackle sinistro Ike Harris e per il centro C.J. Styruk, ma in ogni caso non c’è un talento lampante su cui fare affidamento.

La difesa è migliorata tanto nel quadriennio in cui McNeill è stato qui, ed in particolare il fronte a tre sembra essere il settore più consistente della squadra. Non ci sono nomi altisonanti o statistiche eccellenti da citare, ma solo un gruppo di sette/otto ragazzi pronto a ruotare dando freschezza alla pass rush e garantendo una solida presenza contro le corse, un aiuto fondamentale per il back seven.  Terrell Stanley è stato l’end più produttivo con i suoi 7 sacks, mentre il gigantesco Terry Williams, 350 libbre, è il nose tackle che serve per aprire la strada agli interventi dei linebackers. Questi ultimi presentano gli inside Zeek Bigger e Brandon Williams, dimostratisi puntuali nei placcaggi, mentre il compito principale dell’outside Montese Overton sarà quello di andare in blitz con efficacia, magari replicando i 6 sacks del 2013.

Le secondarie hanno scarsissima esperienza, e questa è una fonte di sicura preoccupazione, dati gli attacchi che ECU andrà ad affrontare nella AAC. Il corner Detric Allen è il solo veterano presente, e si debbono fare i conti con una coppia nuova di safety, mai collaudata prima in partite ufficiali.

Gli special teams non sono la specialità di casa, se da un lato il tuttofare Justin Hardy è pericoloso nei ritorni grazie alla sua velocità, la squadra non ha nè un kicker né un punter di grande affidabilità, soprattutto considerando il 15/25 che il rientrante Warren Harvey si porta in dote dall’anno passato.

Quindi, tirando le somme, East Carolina dovrà riprodurre in tutto e per tutto i 40 punti a gara con cui ha illuminato gli scoreboard di tutta la Conference Usa l’anno scorso per avere successo in questa nuova avventura, e per sopperire a delle secondarie che hanno elargito 250 yards ad uscita, le quali troveranno avversari ancora più attrezzati. Subire tanto e segnare di più, sembra questo il mantra dei Pirates del 2014, e l’idea è che con Carden e Hardy si possa davvero puntare in alto, nonostante le chiare lacune dall’altra parte della barricata. 

HOUSTON COUGARS

(di Dave Lavarra)

A Houston si attendeva il salto di qualità, e forse, nel 2013, il primo passo è stato compiuto nella direzione corretta. Da sempre conosciuta come una squadra offensiva, la compagine allenata da Tony Levine – uno cresciuto sotto Kevin Sumlin, per intenderci – ha confermato di possedere grandi potenzialità come dimostrano gli ottimi numeri racimolati sui passaggi, uniti ai 33.2 punti segnati a gara, ma la differenza l’ha qualitativamente fatta la difesa, un lusso che i Cougars prima non avevano quasi mai avuto, ed è proprio questo il reparto che potrebbe elevare lo status dell’ateneo da buona squadra a team capace di insidiare i primi posti della classifica.

John O'Korn

John O’Korn

Un po’ per caso, Houston ha scoperto di avere una piccola stella in casa quando il quarterback David Piland è stato costretto a lasciare la carriera collegiale per l’ennesimo trauma cranico, lasciando spazio inatteso all’allora true freshman John O’Korn, gettato nella mischia senza troppi complimenti ed autore di una stagione maiuscola, conclusa con 28 passaggi da touchdown in 11 partite da starter, secondo in conference al solo Bridgewater. Se il ragazzo dovesse confermare la sua attitudine a sbagliare poco migliorando nel contempo le percentuali, i Cougars potrebbero aver trovato un degno successore ai grandi del passato come Keenum, Ware e Kolb.

O’Korn ha sviluppato una connessione eccellente con l’altra star delll’attacco, il wide receiver Deontay Greenberry, il quale ha preso 82 palloni per oltre 1.200 yards dando alta efficienza al fitto gioco di passaggi che da queste parti non è moda, è tradizione.  Houston attaccherà ancora una volta con quattro ricevitori spesso in campo assieme, e qui vengono senza dubbio in aiuto i numeri di seconde opzioni importanti come Daniel Spencer, 768 yards in 52 prese, mentre la velocità e potenziali giochi a lunga gittata saranno le qualità principali in dote a Greg Ward Jr. e Demarcus Ayers, ambedue scattanti e rapidissimi nello spazio breve.  Al backfield sarà semplicemente sufficiente ripetere le prestazioni dello scorso anno, quando la coppia formata da Kenneth Farrow e Ryan Jackson ha totalizzato 1.175 yards ricevendo un numero di chiamate sensibilmente inferiore nei confronti dei lanci, ambedue fornendo alternative di tutto rispetto in fase di ricezione.

La linea offensiva ha perso il tackle sinistro Zach Johnson, il suo elemento più forte, per la rottura del crociato anteriore riportata in primavera, per cui la leadership passa nelle capaci mani del centro Bryce Redman e della guardia destra Rowdy Harper, due dei migliori di tutta la conference nelle rispettive posizioni. Harper ha già esperienza da tackle e potrebbe essere spostato di conseguenza sul lato cieco del quarterback, ma si stanno valutando tutte le opzioni, compresa quella di far esordire il junior Alex Cooper.

I progressi conseguiti sotto le direttive del coordinator David Gibbs sono stati innegabili, ed hanno fatto della difesa di Houston un qualcosa di finalmente rispettabile. Ritornano sette degli undici protagonisti di un anno fa, uno dei cambiamenti più delicati sarà rappresentato dall’inserimento di Gavin Stansbury, un transfer da Texas A&M, nel ruolo di end al posto dell’infortunato Eric Braswell, il quale salterà l’anno per la rottura del crociato anteriore. Il fronte ritrova la rapidità dell’end Trevor Harris, sotto dimensionato ma molto efficace, e godrà di una rotazione che può arrivare addirittura a nove uomini.

I linebackers sono nettamente i migliori che si possono trovare nella AAC. Lo spostamento della star Derrick Matthews nel mezzo ha portato benefici a tutti, lui ha terminato l’anno con 118 placcaggi e 7 sacks trovandosi più coinvolto nello sviluppo delle azioni, ed il suo vecchio posto all’esterno è stato preso da Efrem Oliphant, che è letteralmente esploso con 134 interventi e 12 placcaggi dietro allo scrimmage, lasciando che Steven Taylor rimanesse il meno produttivo del terzetto con “soli” 82 tackles. I linebackers non superano le 230 libbre, un altro segno dell’impostazione difensiva, che vuole ragazzi snelli e velocissimi, in grado di raggiungere un determinato punto del campo in pochissimi secondi aumentando l’efficenza del secondo livello.

E questo è un bene, perché le secondarie tendono a concedere moltissimo, quasi 270 yards a gara, ma questa generosità non si è vista nei tabellini dei punti fortunatamente, perché i Cougars hanno spesso interrotto gli assalti avversari, come dimostrano i 43 turnovers recuperati. I safety Trevon Stewart e Adrian McDonald hanno combinato per 10 intercetti, ma le secondarie devono rimpiazzare entrambi i corners titolari del 2013, con le nuove leve subito sotto pressione per cercare di arginare dei guadagni che gli avversari faranno inevitabilmente pervenire.

Qualche dubbio lo lasciano gli special teams, che hanno perso un tuttofare come il capace Ritchie Leone lasciando il posto di kicker a Kyle Bullard, 6/6 nel 2013 in utilizzi parziali, e quello di punter a Dylan Seibert, all’esordio e quindi mai testato ufficialmente. Per i ritorni, ci si affiderà nuovamente al già citato receiver Demarcus Ayers.

Houston, fermo restando che l’attacco sarà produttivo come sempre, dovrà puntare tutte le sue carte sulla difesa, il vero barometro della squadra. E’ fondamentale partire bene e riuscire a provocare altri e numerosi turnovers proprio come un anno fa, fattore che più di altri ha determinato la migliore efficienza difensiva, ed il match del prossimo 2 ottobre contro UCF sarà già determinante per la corsa al titolo.

 

LE ALTRE SQUADRE

(in collaborazione con Football Nation)

SMU MUSTANGS (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

smu-08-Football Study Hall Ranking: n. 76

Head Coach: June Jones (7th year, 36-41)

Record 2013: 5-7

Match da non perdere: at North Texas (Sep. 6), vs. Texas Christian (Sep. 27)

Punto di forza: la linea difensiva è molto valida ed esperta, grazie al ritorno di tutti e tre gli starter della passata stagione, guidata dal nose tackle Darrian Wright, un senior, fiancheggiato dalla solida coppia di end formata da Beau Barnes, 45 placcaggi, 13.0 tackles for loss, 5.0 sacks, e Zach Wood, che ha terminato il 2013 con 49 stops, 6.0 tackles for loss e 2 forced fumbles; un front three che dovrà dare sicurezza a tutto il reparto.

Punto debole: terminata la carriera di Garrett Gilbert, come auspicabile, i Mustangs si trovano dinnanzi al problema relativo al suo successore nella posizione di quarterback; Neal Burcham, un sophomore visto in campo già lo scorso anno, quando il titolare era rimasto fermo per infortunio, sembra godere ancora dei favori del pronostico e del coaching staff, ma l’arrivo dell’ex pitcher di Texas A&M Matt Davis, dopo una sola season passata in un JUCO College, ha mescolato un po’ le carte, e la corsa, a due, dovrebbe quindi svilupparsi per l’intero mese di Agosto, con il vincitore che, a questo punto, verrà nominato solo prima dell’esordio stagionale.

First look offense: il backfield ha perso il suo miglior giocatore, Traylon Shead, ma a sorpresa SMU si è ritrovata in casa un talento che potrebbe stupire tutti, Kevin Pope, secondo miglior placcatore della squadra la scorsa stagione nel ruolo di ILB che in primavera ha dimostrato di sapersi divincolare anche sul lato opposto della palla, disputando ottimi scrimmage e proponendosi come nuovo leader dei runningback; giunto al sesto anno di eleggibilità, che la NCAA gli ha concesso per i vari infortuni subiti in passato, proverà a chiudere in bellezza la sua avventura universitaria, facendosi aiutare dall’interessantissimo fullback Daniel Gresham, che al signing day ha rinunciato all’accordo raggiunto in precedenza con Texas per vestire al divisa dei Mustangs.
Ben assortito il reparto ricevitori, con il senior Der’rikk Thompson, 459 yards e 2 TD, che e il sophomore Jeremiah Gaines che si occuperanno dell’esterno, e i junior Stephen Nelson e Darius Joseph, il miglior prospetto offensivo rimasto a Dallas, dove ha chiuso l’anno passato con 808 yds e 5 touchdowns, a cercare di fare la differenza all’interno, magari supportati dal lavoro che dovrà svolgere la linea; reparto, quest’ultimo, che può contare sulla permanenza di tre starter, il solido centro Taylor Lasecki, e i due tackle Chauncey Briggs e Kris Weeks.

First look defense: in mediana vedremo spesso utilizzato il già citato Pope, che in estate ha comunque continuato ad esercitarsi nella posizione che è stata sua fino all’anno scorso, alternandosi all’interno del gruppo con Nick Horton e Caleb Tuiasosopo, un JUCO transfer che sembra già pronto per concorrere per lo starting spot di inside LB, lasciando così a Sanders e a Jonathan Yenga, che ha concluso con 49 placcaggi, 11.0 tackles for loss e 6.0 sacks la freshman season, la gestione dell’outside.
Da ricostruire le secondarie, dove l’unico giocatore con una certa esperienza rimasto a roster è il FS Hayden Greenbauer, senior che prima di fermarsi per infortunio, aveva messo a segno 40 tackles e 3 pass defended nel 2013; a lui dovrebbe spettare il delicato compito di guidare i giovani compagni, ovvero i tre, quasi, omonimi, Darrion Richardson, l’altro S, Horatio Richardson e J.R. Richardson, due corner in rampa di lancio.

Stephon Sanders

Stephon Sanders

NFL Prospect to watch: per una squadra solitamente caratterizzata da un reparto linebacker veloce e sottodimensionato, avere un giocatore fisicato, ma comunque rapido, come il senior Stephon Sanders è la classica eccezione che conferma la regola; istintivo, versatile, in grado di giocare senza problemi sia all’interno che all’esterno, la sua buona visione e l’ottima tecnica di placcaggio gli hanno permesso di chiudere al terzo posto del team con 86 placcaggi e 13.5 tackles for loss.
A questi ci ha aggiunto 3.5 sacks, 1 intercetto, e 2 forced fumbles ch dimostrano tutta la sua efficacia nelle varie situazioni di gioco, sia quando è chiamato a portare pressione sulla linea offensiva avversaria, sia quando deve fermare una corsa o coprire su un passaggio; prospetto completo, dopo essere entrato in pianta stabile nel First Team All-AAC cercherà di giocarsi bene le sue carte in vista del prossimo Draft.

TEMPLE OWLS (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

temple-11-Football Study Hall Ranking: n. 95

Head Coach: Matt Rhule (2nd year, 2-10)

Record 2013: 2-10

Match da non perdere: at Connecticut (Sep. 27), at Penn State (Nov. 15)

Punto di forza: il reparto linebackers è di primo livello, guidato dal junior Tyler Matakevich, leader del terzetto completato dall’altro terzo anno Nate D. Smith, 66 tackles e pressione costante sul backfield avversario nella scorsa stagione, e dal sophomore Stephaun Marshall, che andrà nuovamente ad occupare la posizione di ibrido, a metà tra LB e safety; a loro tre il compito di mantenere la produzione medio-alta che ha caratterizzato gli Owls nel torneo 2013, quando la rushing defense è stata una delle poche note positive.

Punto debole: la linea offensiva che cambia ben 4 dei suoi elementi potrebbe incontrare parecchie difficoltà, nonostante possa ancora contare sull’apporto dell’ottimo centro Kyle Friend, che giunto alla sua terza stagione a Temple metterà la sua esperienza al servizio del gruppo, cercando di supportare i nuovi compagni, tra i quali spicca il nome di Aaron Ruff, un four-star prospect che potrebbe conquistarsi uno spot durante il training camp estivo.

P.J. Walker

P.J. Walker

First look offense: il backfield poggia su due solide basi, rappresentate dal senior Kenneth Harper, che ha chiuso con 631 yds e 9 touchdowns all’attivo la season 2013, e dal sophomore, nonché suo backup, Zaire Williams, talento in divenire che ha conquistato 531 yards, e segnato 3 TD, nei ritagli di tempo in cui è stato impiegato al posto del compagno; lavorando in coppia, i due runner dovranno far tutto il possibile per togliere pressione dalle spalle del quarterback, posizione nella quale è stato confermato il sophomore P.J. Walker.
Spedito in campo a farsi le ossa a metà della sua stagione da matricola, il ragazzo si è distinto per la maturità con la quale ha guidato l’attacco, completando per 2,084 yards, 20 touchdowns e 8 intercetti, nelle otto partite cui ha preso parte, cambiando, di fatto, il volto della squadra; il suo problema maggiore potrebbe essere rappresentato dalla mancanza di validi target a roster e, più in generale, un receiving corp che non sembra essere molto valido. Il giocatore più esperto è senza dubbio Jalen Fitzpatrick, 429 yards e 3 TD un anno fa, ma coach Rhule spera di tirare fuori qualcosa dai tanti volti nuovi giunti a Temple quest’anno.

First look defense: le secondarie sono molto dubbie, l’unico giocatore che sembra fornire garanzie perlomeno accettabili è il cornerback Tavon Young, senior che ha chiuso la passata regular season con 51 placcaggi e 1 intercetto messi a segno; sulla sideline opposta dovrebbe sistemarsi invece Anthony Robey, salvo sorpresa dovuta alla promozione sul campo dell’interessante redshirt freshman Artel Foster.
Un po’ di incertezza anche sul profondo, dove a partire titolari saranno Alex Wells, potenzialmente un talento da First Team All-Conference, e Shahid Lovett, con il sophomore Jhaad Pretlow e il transfer da Virginia Tech Boye Aromire pronti a subentrargli; diversa la situazione in cui invece versa la linea, ancorata intorno all’ottimo DT Matt Ioannidis, tornato a Temple, dopo i 7.5 tackles for loss e 3.0 sacks totalizzati lo scorso anno, per mettersi al servizio di un front four rinnovato che potrà contare sull’esplosività dei sophomore Brian Osei e Sharif Finch all’esterno.

Tyler Matakievich

Tyler Matakievich

NFL Prospect to watch: confermatosi leading tackler degli Owls nel 2013, con 137 placcaggi, 11.5 tackles for loss e 3 forced fumbles, il linebacker Tyler Matakevich continuerà ad attirare su di sé le attenzioni degli scout NFL entrando in questa nuova stagione come leader indiscusso del reparto difensivo; ottimo colpitore, aggressivo, dotato di una buonissima tecnica, ha scalato le classifiche di rendimento da quanto è entrato in pianta stabile nella depth chart di Temple nel 2012, in quello che era il suo secondo anno nel college football.
Considerato una macchina da tackles dalla maggior parte degli esperti, sarà il valore aggiunto del gruppo guidato dal defensive coordinator Phil Snow, che su di lui costruirà le fortune di un reparto che, nonostante i tanti cambi, farà di tutto per restare ai vertici della American Athletic Conference.

CONNECTICUT HUSKIES (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

UConnFootball Study Hall Ranking: n. 93

Head Coach: Bob Diaco (1st year)

Record 2013: 3-9

Match da non perdere: vs. Brigham Young (Aug. 29), at South Florida (Sep. 19)

Punto di forza: le secondarie sono ben strutturate, costruite intorno all’esperto senior cornerback Byron Jones, playmaker difensivo che ha chiuso con 60 placcaggi, 11 broken pass e 3 intercetti la passata stagione risultando decisivo in diverse occasioni, e mettendo più di una pezza quando la situazione si faceva critica; sulla sideline opposta il valido sophomore Jhavon Williams, mentre sul profondo la SS Andrew Adams affiancherà l’interessantissimo sophomore Obi Melifonwu, distintosi già nel corso della freshman season con 70 tackles, 5 pass defended, 2 pick e 2 forced fumbles.

Byron Jones

Byron Jones

Punto debole: l’uscita improvvisa dal programma del runningback Lyle McCombs dovrà essere gestita nella maniera più consona da coach Diaco, ma la sua assenza creerà certamente dei problemi alla offense, che sarà costretta a puntare maggiormente sulle giocate del quarterback e sui runner rimasti a roster, con l’ex backup Max DeLorenzo, 349 yds l’anno passato, che andrà a ricoprire il ruolo di starter; alle sue spalle occhi apertissimi sul true freshman Arkeel Newsome, prospetto completo che potrebbe trovare tantissimo spazio in questa sua prima stagione a Storrs.

First look offense: c’è ancora un po’ di indecisione nella posizione di QB, anche se il sophomore Casey Cochrane pare essersi conquistato i favori del coaching staff dopo le buone prove fornite nei camp primaverili, che hanno confermato quanto di buono fatto sul finire della scorsa regular season, quando dopo aver ereditato lo starting job da Tim Boyle, ha condotto UConn alle sue uniche tre vittorie stagionali; a convincere della bontà della scelta di schierare lui dietro il centro al posto di Chandler Whitmer, giocatore che era partito titolare nel 2013 prima di infortunarsi, l’ottimo legame che ha costruito con il miglior ricevitore del team, il senior Geremy Davis.
Da solo, il target all’ultimo anno negli Huskies, ha dimostrato di poter fare la maggior parte del lavoro, ma avrà indubbiamente bisogno di ricevere un aiuto dai suoi compagni in un reparto rimasto orfano della seconda opzione Shakim Phillips, tornato a Boston College; sull’altra sideline proverà così a dargli una mano il senior Deshon Foxx, 43 prese per 534 yds, con i giovani Brian Lamelle, Dhameer Bradley e il TE Sean McQuillan pronti a sfruttare gli spazi e le occasioni che gli verranno concesse. Lo stesso McQuillan cercherà poi di tornare utile anche in supporto alla linea, che nonostante i tanti cambiamenti ha ancora a disposizione il suo perno centrale, il senior center Alex Mateas, colui che avrà la responsabilità di caricarsi sulle spalle un gruppo che non ha ancora giocato un singolo snap insieme.

First look defense: oltre alle secondarie gli Huskies annoverano un reparto linebacker di prim’ordine, composto dai due junior Graham Stewart e Marquise Vann nel mezzo, dal terzo anno Jefferson Ashiru, 58 placcaggi e 8.0 tackles for loss, e dal senior Reuben Frank all’esterno; quest’ultimo occuperà in una posizione ibrida, splittando, a seconda delle richieste di coach Diaco e del defensive coordinator Anthony Poindexter, tra quella di outside linebacker e quella di defensive end quando il team passerà dallo schieramento 3-4 al 4-3.
In questo troverà sul lato opposto al suo Julian Campenni, che coprirà l’altra estremità lasciando agl’esperti tackle B.J. McBride e Angelo Pruitt il compito di occuparsi della parte centrale, dove dovranno fornire un apporto costante per permettere alla pass rushing di essere decisamente più efficace rispetto al recente passato.

Geremy Davis

Geremy Davis

NFL Prospect to watch: giocatore fisico ed esplosivo, Geremy Davis si è rivelato al mondo del football universitario sul finire della scorsa stagione, quando con l’avvento di Cochrane ha impresso l’accelerata decisiva alle sue prestazioni raggiungendo quota 1,085 yards ricevute, miglior risultato di sempre per un receiver degli Huskies da quando UConn è entrata a far parte della FBS; autore anche di 3 touchdowns, ha concluso anche al primo posto del team per ricezioni messe a segno, completandone 71, 27 in più rispetto alla sua junior season, che aveva chiuso con appena 613 yds all’attivo.
Dotato di buonissime mani e di un eccellente controllo del corpo, con lui in campo la squadra guidata da coach Diaco acquisisce certamente più pericolosità, soprattutto grazie alle sue caratteristiche fisiche e tecniche, che gli permettono di lavorare bene sia se schierato all’esterno, sia quando gli viene chiesto di andare a ricevere nel traffico; abile a farsi rispettare dai difensori avversari quando deve raggiungere l’ovale, cercherà di mantenersi sulla strada tracciata nel 2013 per conquistarsi una certa notorietà in vista del prossimo Draft.

MEMPHIS TIGERS (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

memphis-99-Football Study Hall Ranking: n. 90

Head Coach: Justin Fuente (3rd year, 7-17)

Record 2013: 3-9

Match da non perdere: vs. Middle Tennessee (Sep. 20), at Temple (Nov. 7)

Punto di forza: Memphis può contare sul miglior front three della American Athletic Conference, con, nel mezzo, il possente nose tackle Terry Redden, giocatore non esageratamente produttivo ma difficilissimo da superare, e all’esterno l’assortita coppia di end formata dal fenomenale Martin Ifedi e dall’esplosivo Ricky Hunter, junior che ha chiuso la scorsa stagione con 36 placcaggi, 12.5 tackles for loss e 4.5 intercetti; un gruppo affiatato e molto solido in cui potrebbero inserirsi, facilmente, anche alcuni dei nuovi prospetti giunti in Tennesssee quest’anno, come il transfer da Nebraska Ernest Suttles, altro end che vedrà il campo con costanza una volta entrato stabilmente nella rotazione.

Punto debole: sono tante le armi a disposizione del quarterback dei Tigers, ma tra di loro manca, assolutamente, il classico go to guy cui affidarsi nei momenti del bisogno, quando la partita è vissuta sul filo di lana e servirebbero mani sicure verso le quali lanciare l’ovale; in primavera, il receiver più in forma è sembrato essere Keiwone Malone, ex Alabama arrivato a Memphis in cerca di rilancio, ma coach Fuente pare parecchio interessato allo sviluppo del JUCO transfer Greg McKillon, ricevitore fisico che può dare una mano anche nel mezzo, dove il team ha faticato parecchio a muovere la catena, nonostante la presenza di un valido tight end quale il senior Alan Cross. Questi tre potrebbero rappresentare le prime tre opzioni per il passing game dell’OC Darrell Dickey, che terrà comunque in considerazione anche gli starter della passata stagione, il sophomore Sam Craft, lo junior Tevin Jones e, soprattutto, il senior Joe Craig, 338 yards e 1 TD nel 2013.

Paxton Lynch

Paxton Lynch

First look offense: nel ruolo di quarterback sarà confermato, pur con qualche remora, il secondo anno Paxton Lynch, già visto sul terreno di gioco nel corso della scorsa stagione, quando ha completato per 2,056 yards, 9 touchdowns e 10 intercetti; proprio la tendenza a farsi pizzicare dai difensori avversari ha avanzato qualche dubbio sulla sua presenza dietro il centro in autunno, alla partenza della nuova regular season, ma le buone prove fornite in primavera gli hanno fornito un nuovo slancio, che gli ha permesso di mantenere un certo vantaggio su Jason Stewart, altro giocatore trasferitosi da un Junior College.
In favore di Lynch han giocato, oltre alla crescita mostrata sul campo, anche il legame che è riuscito a costruire con i ricevitori e il runningback titolare della squadra, Brandon Hayes, tornato a Memphis per la sua sesta stagione universitaria dopo aver ricevuto il lascia passare dalla NCAA, che gli ha riconosciuto un ulteriore anno di eleggibilità a causa dei continui infortuni; il senior punterà a migliorarsi, superando il career high, 867 yds e 5 touchdowns, fatto registrare nel 2013. Alle sue spalle, pronto a farlo rifiatare, l’intrigante Doroland Dorceus, che come il collega cercherà di sfruttare il lavoro svolto da una linea profondamente rinnovata, costruita attorno al versatile Al Bond, guardia offensiva che quest’anno dovrebbe essere utilizzato nel ruolo di tackle destro.

First look defense: la grandissima pressione sviluppata dalla linea difensiva ha un unico scopo, ovvero quello di favorire l’intervento dei linebackers dei Tigers, che con la loro velocità possono rivelarsi fatali per ogni attacco che si trovano ad affrontare; dopo un inizio stentato nel passato torneo, il reparto su cui punta tantissimo il DC Larry Odom, ha infatti iniziato a mettere su numeri importanti, più o meno nel momento immediatamente successivo a quando lo stesso coach ha deciso di rispedire in campo il valido Tank Jakes, che ha trasportato sul terreno di gioco tutta la rabbia accumulata dopo essere stato a lungo sulla sideline a vedere i compagni giocare.

Pur giocando solo spezzoni di gara ha raccimolato 71 placcaggi, 8.5 tackles for loss e 3.0 sacks, chiudendo in prossimità del titolare Charles Harris, senior che ha condotto la squadra con 74 tackles all’attivo; nelle secondarie, Memphis alterna a delle solide ed esperte sideline, dove operano i senior Andrew Gaines e Bobby McCain, ottimo ball hawk con 6 intercetti, 2 dei quali riportati in meta, messi a segno nel toreno 2013, un back end decisamente poco esperto, composto da Fritz Etienne che rientra dopo un brutto infortunio al legamento anteriore del ginocchio, e Reggis Ball, visto poco, sul manto verde, nelle passate season.

Martin Ifedi

Martin Ifedi

NFL Prospect to watch: incredibilmente produttivo, 52 placcaggi e 14.5 tackles for loss, il defensive end Martin Ifedi è il giocatore più in vista nel roster di Memphis, soprattutto dopo aver guidato la nazione con 11.5 sacks totalizzati nel corso della regular season 2013; una statistica importante, che certifica, unita alle altre, la propensione di questo ragazzo nel portare una pressione costante sul backfield avversario, e principalmente sul quarterback che si trova davanti, cosa resa possibile da una rapidità sul primo passo che spesso gli consente di anticipare il movimento degli offensive lineman.

USF BULLS (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

south-florida-greenFootball Study Hall Ranking: n. 86

Head Coach: Willie Taggart (2nd year, 2-10)

Record 2013: 2-10

Match da non perdere: vs. Connecticut (Sep. 19), vs. Central Florida (Nov. 28)

Punto di forza: nonostane coach Willie Taggart cercherà di veicolare, quanto prima, i Bulls verso la sua ideale offense run oriented, a Tampa continuano a possedere una qualità elevata nel reparto ricevitori, dove alle spalle dell’ottimo Andre Davis, South Florida può contare sull’atletico Chris Dunkley, dal quale è attesa una maggiore produzione nel 2014, e sull’esperto senior Deonte Welch; oltre a questo trio, un buon gruppo di giovani, divisi tra redshirt e true freshman, e la valida coppia di tight end formata da Mike McFarland, secondo nelle ricezioni l’anno passato con 23 prese per 288 yards e 5 TD, e Sean Price, fornirà ulteriori opzioni di passaggio al nuovo starting QB.

Andre Davis

Andre Davis

Punto debole: la linea difensiva ha perso i suoi tre migliori giocatori, Aaron Lynch, Ryne Giddins e Tevin Mims, pertanto dovrà trovare velocemente le chiavi di lettura per fornire un supporto in pass rushing che è assolutamente vitale per qualsiasi difesa, ancor più per quella di South Florida, che sotto il DC Chuck Bresnahan potrebbe virare verso una 3-4, schieramento che dovrebbe consentirgli una maggiore produzione contro le corse; il problema sarà quello di trovare gli interpreti adatti, sia per curare questo passaggio, sia per disputare una stagione perlomeno discreta, una cosa non semplice da fare visto che l’unico giocatore con esperienza rimasto a disposizione è Elkino Watson, il senior DE.

First look offense: la lotta per la posizione di quarterback sarà tra il sophomore Mike White, tipico pocket passer, e lo junior Steven Bench, un dual-threat che può invece anche correre la palla, entrambi già visti in campo la scorsa stagione, quando il primo ha faticato parecchio a trovare ritmo chiudendo con 1,083 yards, 3 TD pass e 9 intercetti, una statistica che ha penalizzato parecchio l’attacco dei Bulls, troppo condizionato dai turnovers; leggermente meglio si è comportato il transfer da Penn State, che pur con un impiego limitato, è riuscito a chiudere in attivo, lanciando per 392 yds, 2 touchdowns e 3 INT, ed ha dimostrato di poter svolgere un discreto lavoro al di fuori della tasca, sia quando è costretto a lanciare in corsa, sia quando deve mettere in moto le gambe e cercare di guadagnare qualche yards su corsa.
Il running game potrà inoltre fare affidamento su un nutrito numero di runner, a cominciare dai senior Michael Pierre, che dovrebbe essere scelto come starter ad inizio regular season, e Darius Tice, suo primo backup, fino ad arrivare agli interessantissimi true freshman D’Earnest Johnson e Marlon Mack, talenti che potrebbero ritagliarsi uno spazio importantissimo già in questa loro prima stagione a Tampa; ad aprire spazi per le corse una solida offensive line, costruita intorno al Rimington Trophy prospect Austin Reiter, centro all’ultimo anno che guiderà un gruppo in cui sono tornati altri tre ex starter della passata stagione, la guardia Quinterus Eatmon, e i tackle Darrell Williams e Brynjar Gudmundsson.

First look defense: uscito di scena il miglior tackler del team, DeDee Lattimore, il compito di legare i vari reparti spetterà a Reshard Cliett, senior che ha messo a segno 56 placcaggi e 7.0 tackles for loss nella season 2013, accumulando esperienza in una mediana dove troveranno spazio il second year Nigel Harris, 35 tackles nell’anno da matricola, e uno tra lo junior Tashon Witherhurst e Auggie Sanchez, un ex fullback convertito in LB; nelle secondarie, nonostante la perdita di Kenneth Durden, il miglior CB della squadra sospeso a tempo illimitato dopo essere trovato in possesso di marijuana, il gruppo rimane ben assortito, con il senior Torrel Saffold e il sophomore Johnny Ward, leader della squadra con 5 pass defended, sulle sideline e l’altro secondo anno Nate Goodwin, 43 tackles la stagione scorsa, e il JUCO transfer Jamie Byrd ad occuparsi del profondo.

Marvin Kloss

Marvin Kloss

Menzione speciale, infine, per gli special team, che possono contare sul finalista del Lou Groza Award Marvin Kloss, 18 field goal messi a segno su 23 calciati, 15 extra points, e una precisione che rasenta quasi la perfezione fino alle 49 yards di distanza, e sul valido junior punter Mattias Ciabatti, 40.2 yds di media a calcio lo scorso anno.

NFL Prospect to watch: esplosivo e pronto a far sua ogni ovale messa in aria dal proprio quarterback il senior WR Andre Davis è attualmente l’unico playmaker presente nel reparto offensivo dei Bulls, che spesso si sono cibati oltremodo delle sue giocate, sfruttando le sue qualità e la produzione elevata, soprattutto se confrontata con il resto dei target a disposizione del pitcher, per conquistare importanti porzioni di terreno; dotato di buonissime mani, di un fisico che gli permette di contrastare anche i difensori più pesanti, e di una buona velocità che gli consente di ottenere ottimi guadagni in campo aperto, ha concluso la sua terza stagione a South Florida collezionando 735 yards, e segnando 2 touchdowns, in 49 ricezioni.

TULANE GREEN WAVE (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

tulane-10-Football Study Hall Ranking: n. 91

Head Coach: Curtis Johnson (3rd year, 9-16)

Record 2013: 7-6

Match da non perdere: at Tulsa (Aug. 28), vs. Memphis (Nov. 15)

Punto di forza: il caos, positivo, creato ad arte dalla difesa di Tulane la scorsa stagione è stato indubbiamente fondamentale per chiudere al ventiduesimo posto della nazione, e nonostante la perdita di tanti starter, i Green Wave sembrano intenzionati a replicare quest’anno, sempre sotto l’attenta guida della coppia di defensive coordinator formata da John Summral e Lionel Washington; il reparto migliore rimane quello dei defensive backs, dove oltre all’ottimo corner Lorenzo Doss, opera il produttivo senior Sam Scofield, free safety che ha chiuso da leading tackler mettendo a segno 104 placcaggi nel 2013.

Punto debole: il passaggio di conference, dalla C-USA alla American Athletic, non sarà affatto semplice, a questo si aggiunge anche la linea verde del team, volta a puntare su tanti dei giovani arrivati a New Orleans dopo l’avvento sulla sideline di coach Curtis Johnson, che ha scelto di dare un’impronta precisa alla squadra, puntando tantissimo sui prodotti locali e su prospetti comunque già reclutati da lui; la mancanza di esperienza, in generale, potrebbe rivelarsi problematica, e difficilmente Tulane riuscirà a replicare l’ottima season 2013.

First look offense: il reparto offensivo vive un momento difficile, dovendo fare i conti con la sostituzione del runningback titolare, del miglior receiver della passata stagione, e, molto probabilmente, del quarterback, visto che Nick Montana, figlio del campionissimo Joe, non sarà confermato nello starting spot in vista della regular season 2014; a farlo retrocedere, nel ruolo di backup o forse addirittura third-string, oltre ai tanti problemi fisici avuti, anche l’inaffidabilità mostrata sul terreno di gioco, che ha convinto coach Johnson a puntare con decisione sul redshirt Tanner Lee, uscito dai camp primaverili con i galloni da titolare, a discapito di Devin Powell, già riserva nel 2013.
Un’altra riserva, il runner Sherman Badie, talento su cui il coaching staff punta moltissimo, è stato promosso starter nel backfield dopo che l’ex backup Rob Kelly, 420 yds l’anno passato, non è riuscito a sistemare i propri risultati accademici, mentre il WR numero due della scorsa stagione, Justyn Shackleford, andrà a ricoprire il ruolo di nuovo go to guy del team, in attesa che i tanti volti nuovi giunti nel campus di Tulane si facciano strada in depth chart; tra questi, più di uno potrebbe vedere già il campo con costanza in questa season, soprattutto nella posizione di tight end, dove i Green Waves erano debolucci gli anni scorsi, e dalla quale deve giungere un supporto maggiore alla linea, che potrà ancora contare sui due validi tackle Sean Donnelly e Arturo Uzdavinis.

First look defense: le forti secondarie di Tulane sono completate dal senior cornerback Taurean Nixon e dal SS Darion Monroe per quanto riguarda gli starting spot, ma anche a livello di profondità, a New Orleans, non si scherza, con tanti talenti già pronti a spiccare il volo verso un utilizzo più costante e continuativo nella regular season alle porte; sempre un defensive back, il transfer da Southeast Louisiana Jordan Batiste, andrà ad occupare la BOSS, una posizione a metà tra un DB e un linebacker, allineandosi proprio in quest’ultima, dove affiancherà Eric Thomas e Nico Marley, undersized LB che sfrutteranno la loro velocità per portare pressione sul backfield avversario.
Proprio la mediana è però il reparto che crea più preoccupazioni ai coaches, vista la poca fisicità dei suoi componenti e la mancanza di valide alternative alle loro spalle; per consentire a questi ragazzi di produrre e rendere al meglio, servirà comunque un contributo costante dalla linea difensiva, che riparte dal junior Royce LaFrance, defensive end costruito nel fisico tradizionale di un strongside linebacker che si è dimostrato un valido pass rusher totalizzando 27 placccaggi, 10.0 tackles for loss e 6.5 sacks nel passato torneo.

Lorenzo Doss

Lorenzo Doss

NFL Prospect to watch: il talento da non perdere assolutamente di vista è Lorenzo Doss, ex ricevitore che si è trasformato in un ottimo cornerback, probabilmente uno dei migliori della nazione, che incarna alla perfezione lo stile “No Fly Zone” che la difesa di Tulane ha messo in atto nelle ultime due stagioni; del vecchio ruolo, si porta dietro un bagaglio tecnico invidiabile, che lo porta ad eccellere una volta che l’ovale viene messa in aria dal quarterback avversario.
Dotato di buonissime mani, di un controllo del corpo invidiabile per un difensore, e di un ottimo fiuto per la palla, ha chiuso la scorsa stagione con 7 intercetti messi a segno e 9 broken pass, conquistandosi la nomina nel First Team All-C-USA; in crescita, per aspirare ad un posizione di prestigio nella prossima classe in uscita dai college, dovrà mettere su qualche chilo di muscoli e migliorare il suo supporto nel gioco di corse, dove presenta ancora qualche lacuna.

TULSA GOLDEN HURRICANES (di Andrea Cresta: link all’articolo originale)

tulsa-12-scriptFootball Study Hall Ranking: n. 74

Head Coach: Blake Blankenship (4th year, 22-17)

Record 2013: 3-9

Match da non perdere: vs. Tulane (Aug. 28), vs. Southern Methodist (Nov. 8)

Punto di forza: con il ritorno di Demarco Nelson e la conferma nell’altro spot di safety di Michael Mudoh, leading tackler della C-USA, la scorsa stagione, con 133 placcaggi all’attivo, le secondarie di Tulsa hanno i numeri e il talento necessari per cercare di tenere in carreggiata una squadra partita con ben altre ambizioni l’anno passato e trovatasi a raccogliere i cocci di una season deludente, chiusa con nove, roboanti, sconfitte; su di loro, e sui cornerback Dwight Dobbins e Will Barrow punta moltissimo il DC Brent Guy, che spera, attraverso la difesa sui passaggi, di mantenere gli Hurricanes nelle posizioni nobili della AAC, conference in cui esordiscono quest’anno.

Michael Mudoh

Michael Mudoh

Punto debole: la forza di questo team fino a dodici mesi fa era l’attacco, che con la sua abnorme produzione era riuscito a lanciare in orbita il programma di coach Blankenship, giunto ad un anno decisivo in Oklahoma; molto dipenderà dalla posizione di QB, fondamentale da sempre nel suo sistema gioco, e che quest’anno vivrà sulla lotta tra il sophomore Dane Evans, che nello scorso torneo ha giocato poco e male, 898 yds, 4 TD e ben 10 intercetti, e il true freshman Jabe Burgess, due ragazzi che hanno ancora tutto da dimostrare.

First look offense: il grande backfield che ha caratterizzato da sempre il progetto Blankenship, riparte da un sophomore che nel 2013 ha effettuato appena due portate, James Flanders, prospetto interessante ma che non sembra essere in grado di reggere in solitudine il peso del reparto; per aiutarlo, il coaching staff ha deciso di affidare più tocchi al transfer Tavarreon Dickerson, dimostratosi un buon playmaker in NJCAA, e a Zach Langer, junior già visto all’opera lo scorso anno.
Sulle sideline, invece, spazio ai sophomore Keevan Lucas, secondo nel team con 442 yards e 1 TD all’attivo nella passata stagione, e Keyarris Garrett, buon talento al rientro da un infortunio alla gamba che lo ha tenuto lontano dai campi negl’ultimi dodici mesi, con buone possibilità d’impiego per la matricola Nigel Carter, considerato il miglior recruit della classe giunta a Tulas in primavera; a dar manforte al passing game proverà anche il TE Tyler Wilson, che tornerà utile pure come bloccatore in supporto ad una linea costruita intorno al valido OT Garrett Stafford.

First look defense: solida la linea difensiva, che può contare sul ritorno di tutti i vecchi starter, i tackle Jesse Brubaker e Derrick Luetjen, 49 tackles, 2.0 sacks, e gli end Chris Hummingbeard, 8.5 tackles for loss, 3.0 sacks, e Derrick Alexander, leader della squadra con 6.5 sack all’attivo nel torneo passato; stravolta, invece, la mediana, nella quale però c’è da segnalare un rientro di peso, quello di Trent Martin, uscito di scena dopo appena cinque partite, in cui aveva fatto registrare 29 placcaggi e 4.5 tackles for loss, a causa di un brutto infortunio alla gamba.
Con lui, nelle posizioni di linebacker esterni, si allineeranno i senior Mitchell Osborne, 83 tackles, e Montell Hawkins, che dovrebbero essere inizialmente preferiti ai redshirt freshman C.J. Gooden e Craig Suits; di buon livello, infine, le squadre speciali, dove oltre al solido kicker Carl Salazar, che ha realizzato la miglior percentuale di realizzazione in C-USA pochi mesi fa, troverà spazio il confermatissimo sophomore punter Dalton Parks.

Demarco Nelson

Demarco Nelson

NFL Prospect to watch: dopo un anno lontano dal football per problemi accademici si riprende la sua posizione nel back-end Demarco Nelson, giocatore che, da solo, può cambiare il volto dei Golden Hurricanes; protagonista indiscusso del team che dominò in Conference USA nel 2012, quando mise a segno 80 tackles e 2 intercetti, ritorna per ridare lustro ad una squadra che nel 2013 ha perso smalto e reattività
Veloce, istintivo, buon colpitore in grado di fornire un supporto adeguato contro le corse, è dotato di buone capacità di lettura che gli permettono di risultare decisivo anche nella passing defense; ottimo playmaker, difficilmente passerà inosservato agl’occhi degli scout NFL, soprattutto se dovesse riuscire a centrare la nomina nell’All-American Team, un traguardo che sembra essere ampiamente alla sua portata.

 

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