USC TROJANS

RECRUITING:
Dopo le note sanzioni della NCAA che hanno limitato il reclutamento di nuovi talenti, i Trojans hanno provveduto a recuperare il tempo perduto, il nuovo head coach Steve Sarkisian ed il suo staff si sono messi subito al lavoro per coprire i tasselli mancati nel roster, alla fine del processo i nomi di rilievo sono innumerevoli, tanto che si rischia seriamente di far torto a qualcuno di essi tralasciandone il nome per esigenze di spazio. Il primi nomi della lista sono certamente i WR, JuJu Smith e Rahshead Johnson, un gruppo che rappresenta non solo quanto di meglio ci sia in tutti gli Stati Uniti, ma indubbiamente il futuro di Southern California per i prossimi 5 anni, in attacco non possiamo tralasciare il TE Bryce Dixon, talento sopraffino sia come ricevitore che come bloccatore.

In difesa ci si aspetta tantissimo dal CB Adoree Jackson, talento incredibile che nonostante un fisico non propriamente appariscente, sopperisce con un istinto fuori dal comune tanto da renderlo tre i migliori 5 nel ruolo a livello nazionale.

ATTACCO:
Se immaginiamo che i Trojans hanno letteralmente dominato negli anni dal 2002 al 2008 combinando ben 82 vittorie complessive e ben 7 apparizioni consecutive tra le prime cinque del ranking AP e giungendo settimi nel 2011, le prospettive future potevano portare la franchigia californiana a disputare un campionato di alto livello ed una postseason prestigiosa, ma nel football come nella vita, mai dare nulla per scontato, perché i problemi capitano quando meno te li aspetti.

La vicenda Kiffin (defenestrato dopo solo 5 partite, sostituito da Orgeron), le sanzioni NCAA che hanno ridotto notevolmente il reclutamento, l’avvicendamento tra i QB Wittek e Kessler a metà stagione, hanno certamente influito negativamente sulle prestazioni della squadra come dimostrano le brucianti sconfitte contro Washington State e UCLA nelle quali hanno subito ben 82 punti, e la debacle contro Arizona State con 62 punti subiti, ma se siete sfegatati tifosi di USC avete di che essere ottimisti per la prossima stagione.

Steve Sarkisian

Steve Sarkisian

L’arrivo di Steve Sarkisian dagli arci-rivali di Washington, ha trasformato un ambiente moribondo e al limite del panico semplicemente con la sua presenza, il coach ha lasciato un ricordo splendido a Los Angeles quando era coordinatore sotto Carroll, torna all’ovile come capo allenatore ben conscio che la strada che dovrà affrontare è in piena salita.

Uno dei protagonisti della scorsa stagione, il QB Cody Kessler, sarà ancora in cabina di regia, ma dovrà guardarsi le spalle dal super recruit Max Browne, considerato unanimemente il miglior prospetto della nazione; dopo un inizio di stagione disastroso (59% di completi, 1977 yards, 9 TD e 9 intercetti nelle prime 8 partite), Kessler è stato il primo a beneficiare dell’allontanamento di Kiffin e del suo gioco offensivo considerato non ha torto troppo conservativo, da quel momento il biondo quarteback ha cambiato marcia inanellando una vittoria dietro l’altra, escludendo UCLA, completando oltre il 70% dei passaggi, lanciando 1500 yards, con 11 mete e solo 2 intercetti.

Presumendo che il vero Kessler sia quello ammirato nel finale di stagione, il supporting cast ha perso elementi importanti come il RB Redd e soprattutto il WR Marquise Lee, nel reparto running back Tee Madden e Javorius Allen saranno chiamati ad assumere un ruolo rilevante nell’attacco dei Trojans, con il duplice ruolo di protezione del QB dai blitz laterali, sia correre con efficacia (ben 9 yards di media a portata lo scorso anno) per togliere pressione allo stesso Kessler.

Se c’è un reparto che più di tutti ha necessita di un lavoro extra, quello è proprio la linea offensiva, a dispetto di giocatori con oltre 30 partite disputate e numeri in netto calo in quasi ogni statistica, come pure il settore ricevitori ha subito avvicendamenti di non facile lettura, passando dall’elettrizzante duo Woods-Lee, ad un roster che al momento del camp estivo non ha affatto un target primario, può lasciare perplessi. Ma il potenziale c’è eccome, Nelson Agholor ha ben figurato la scorsa stagione dopo l’infortunio di Lee diventando rapidamente il bersaglio preferito di Kessler, in aggiunta vi sono 2 sono five stars (Ju Ju Smith anche se schierabile come S e George Farmer) e due 4 stars (Rahshead Johnson e Steve Mitchell) i tifosi di USC hanno di che essere ottimisti per il futuro.

DIFESA:
Da tempo immemorabile nel mondo del football esiste un vecchio adagio: buon coordinatore difensivo, buoni risultati, perché sì, anche nel panorama del college football la difesa ha un ruolo fondamentale (vedere Alabama, LSU, e in parte Florida State) se si intendono raggiungere traguardi prestigiosi.

Lo stesso Kiffin lo aveva capito assumendo prima il padre Monte (ricordate la stratosferica difesa di Tampa Bay?) poi affidando la difesa di USC ad uno tra i migliori coordinator della nazione come Clancy Pendergast che tanti risultati aveva ottenuto con California (dal 80° posto nel 2010 portando i Golden Bears costante mente tra le prime 40 nei tre anni successivi) e l’attesa è stata ben ripagata portando i Trojans fino al 5 posto in total defense.

Dopo la cacciata di Lane Kiffin e l’arrivo di Sarkisian, l’aria di cambiamento ha coinvolto lo stesso Pendergast che viceversa si aspettava una conferma, al suo posto Sarkisian ha chiamato il fedelissimo Justin Wilcox che dopo due ottime annate a Boise State nel 2008-09 (4°-14° posto in total defense) ed una fugace esperienza a Tennessee, ha seguito il suo mentore a Washington portando gli Huskies dal 100° al 37°).

Tra tutti i reparti che compongono la difesa, la linea è quella che nonstante buone potenzialità, ha sotto preformato le aspettative, Antwaun Woods ha mostrato buoni progressi nel ruolo di NT, Leonard Williams, nel naturale ruolo di DE, ha messo a segno 52 placcaggi e 5 sack, viste le potenzialità è davvero troppo poco per un coach esigente come Sarkisian. Ci si aspettava davvero molto dal fenomeno Kenny Bigelow, DT di livello eccelso, atleticamente dominante, fisicamente potentissimo, già pronto insomma per il grande salto ma fuori per la stagione per la rottura del crociato anteriore.

Il reparto dei linebacker e la secondaria sono quelli che maggiormente soffriranno le assenze di elementi cardine come Kennard, Bailey, Breslin e Smith, le attese e gli sguardi sono rivolti verso coloro che avranno il compito di sostituire si sopramenzionati giocatori. Se Pullard come inside è una garanzia non solo per i 70 placcaggi messi a segno lo scorso anno, ma anche per i tre anni di esperienza alle spalle, è all’esterno che le garanzie vengono meno, Tavai (elemento davvero versatile e molto apprezzato dal coaching staff), Starr, Ruffin e Powell avranno molto da dimostrare per guadagnarsi un una maglia da titolari.

Nella secondaria ci sono luci ed ombre, perchè se nei ruoli di S Su’a Cravens e Josh Shaw (55 placcaggi, 4 INT e 7 PBU) sono quanto di meglio la franchigia californiana abbia prodotto dai tempi di Mays, ma è nel ruolo di cornerback che occorre lavorare intensamente, Saymour e Shelton hanno certamente le qualità non indifferenti ma in copertura, specie sul profondo, hanno davvero tanto da lavorare in estate. Sarkisian all’occorrenza potrebbe riconvertire McQuay III dal ruolo di S a quello di CB, mentre è in trepidazioni per vedere all’opera il nuovo arrivato Adoree Jackson, considerato tra i migliori 5 CB della nazione, in gran spolvero nel camp estivo.

Predication 9-3

UCLA BRUINS

RECRUITING:
Dall’arrivo di Mora a Westwood i Bruins si sono trasformati da una buona squadra, ad una vera e propria corazzata in grado di affrontare e sconfiggere qualunque avversario, perché a qualunque crisi anche momentanea, non c’è miglior medicina dei risultati e delle vittorie. Mora con il reclutamento a raggiunto traguardi di notevole importanza, portando a Westwood autentici fenomeni; i linebackers Kenny Young e il texano Zach Withley sono i prospetti migliori a livello nazionale, il RB Nathan Starks sarà il futuro Jonathan Franklin.

Anche la difesa non è stata affatto trascurata, il S Jaleel Wadood, seppur fisicamente un po’ scarso, ha notevoli qualità atletiche, il CB Adarius Pickett potrebbe subito essere titolare alla prima uscita contro Virginia, nella linea difensiva non è da trascurare il DT Ainu Taua e il DE Jacob Tuoti-Mariner, entrambi ancora fisicamente acerbi, ma quanto a talento puro siamo ad altissimo livello.

ATTACCO:

Brett Hundley

Brett Hundley

Per il terzo anno consecutivo l’accoppiata Hundley-Mora, il che significa che UCLA è pronta ad affronatre il campionato con un allenatore affamato di successi dopo le delusioni tra i professionisti, e unodei QB più entuisiasmanti di tutta la lega.
Finalmente libero da infortuni, Brett Hundley è letteralmente esploso, non solo per il gioco aereo nel quale ha prodotto 3074 yards con 24 mete e 9 intercetti, ma nelle corse con cui il ragazzone ha sbaragliato le difese avversarie con quasi 1000 yards corse e 11 mete realizzate.

Merito non solo delle indiscutibili qualità atletiche di Hundley, la linea offensiva lo ha protetto adeguatamente concedendo solo 35 sack, e contemporaneamente lavorando alacremente per aprire varchi per il running game nel quale, a causa di alcuni infortuni, Mora ha schierato anche il LB Myles Jack con ottimi risultati viste le 7 mete realizzate, molto ci si aspetta anche dal freshman Nathan Starks, ma al momento è difficile ipotizzare che da questo gruppo possa emergere un RB da 1000 yards.

Tra i ricevitori, nonostante la partenza di Evans, sono presenti almeno 3 four star come Jordan Payton, Devin Fuller e Thomas Duarte, quest’ultimo ha fisico imponente (6’3, 230 libbre) e ottime mani che potrebbero ben presto trasformarlo nel bersaglio preferito di Hundley.

DIFESA:
Se l’attacco ha beneficiato della presenza di un autentico fuoriclasse coe Hudley, anche la difesa ha potuto schierare il suo asso a nome Anthony Barr, d’altronde la difesa dei Bruins ha messo a segno 35 sack lo scorso anno, di cui 22 sono stati messi a segno da Senior.
Il defensive coordinator Lou Spanos ha concentrato tutte le sue attenzioni sulla linea difensiva, i DE Eddie Vandedoes e Ellis McCarthy ne sono i cardini principali, ma è il NT Kenny Clark la cerniera dell’intera linea, colui che fa da collante per il resto della difesa, ci si attende molto dal DE Owamagbe Odighizuwa, dopo il grave infortunio all’anca patito lo scorso anno.

Con la partenza di Zumwalt e Barr, il reparto di linebackers potrà contare sul reclutamento di prospetti di eccelso livello come Kenny Young e Zach Whitley, ma saranno il senior Eric Kendricks (85 placcaggi, 2 sack) e il sophomore Myles Jack, spesso schierato da Mora anche come RB, ad essere chiamati ad adagiarsi sugli stessi standard produttivi dello scorso anno, seppure con maggiori responsabilità. Senza falsa modestia la secondaria dei Bruins è stata ampiamente sottovalutata lo scorso anno, senza nemmeno un giocatore eletto nel primo o secondo team della Conference, i numeri però dicono ben altro; solo 16 giochi concessi da oltre 30 yards (6° nella NCAA) e solo 6 da oltre 40 yards (3° nella NCAA), merito della linea difensiva certamente, ma anche la secondaria ha potuto contare su una coppia di S di assoluto livello; Anthony Jefferson e Randall Goforth hanno ben poco da invidiare a giocatori ben più quotati, il CB Ishmael Adams, decisamente undersized, è estremamente efficace nel gioco in profondità.

Predication 10-2

UTAH UTES

RECRUITING:
Dal 2007 al 2010 Utah hanno vinto ben 42 partite con una media di 9 ogni singolo anno, da quando nel 2011 il board of director ha deciso di trasferire la franchigia nella allora Pac 10, le basi del programma sono drasticamente cambiate, d’altronde la Conference è assai competitiva, imperativo dunque porre in atto tutti gli stratagemmi per rinforzare la squadra partendo dal reclutamento.
Nonostante gli sforzi, a Salt Lake City c’è poco da festeggiare, gli unici nomi degni di nota sono il prospetto locale Jackson Barton, T di stazza e di talento che avrà modo di fare esperienza con una linea assai esperta, ed il QB Donovan Isom proveniente dalla Louisiana, è un prospetto grezzo ma con un braccio potente anche se poco preciso, occorrerà tanto lavoro per trasformarlo in un titolare nei prossimi anni.

ATTACCO:
Per varie ragioni Utah non ha mai avuto nel corso degli anni grossi problemi a livello difensivo, in quello offensivo viceversa sono stati innumerevoli, d’altronde non potrebbe essere altrimenti se si
cambiano ben 7 coordinatori d’attacco in altrettante stagioni.
Coach Whittingham ha deciso di affidare le chiavi dell’ attacco all’ex coach di Wyoming Dave Christensen, ma il nuovo OC è stato catapultato in una realtà ben diversa da quella che si aspettava, a cominciare dalla grana del QB Travis Wilson; vero trascinatore prima del grave infortunio conseguente alla commozione celebrale subita nella fase finale della stagione, dopo ulteriori accertamenti, gli è stata riscontrata una lesione cranica pre-esistente all’infortunio, nonostante lo staff medico l’abbia dichiarato idoneo ad allenarsi quest’estate, Wilson ha deciso di terminare anzitempo la sua carriera, ben conscio che una altro infortunio alla testa, avrebbe rischiato la vita.

Lo spread attack di Christensen dovrebbe ben addattare al nuovo signal caller Adam Schulz, ma chance potrebbero esserci per l’ex Oklahoma Kendall Thompson, ma una linea offensiva in parte rinnovata, potrebbe influire negativamente sul gioco di corse affidato al Junior Bubba Poole. Il parco wide receiver vedrà tanti nomi nuovi sotto le luci della ribalta, ma il punto fermo resta Dres Andersen con le sue 1000 yards e una media di quasi 10 yards per target.

DIFESA:

Eric Rowe

Eric Rowe

Utah per molti anni ha spesso prodotto buoni giocatori nella linea difensiva (Lotulelei) e lo scorso anno non è stata un’eccezione ma Palepoi e Toilopotu si sono lauerati, la linea quindi vedrà un mix tra veterani (Nate Orchard, Sese Ianu) e forze fresche come il sophomore Sam Tevi ed il junior Danile Nelson. Se i tre migliori placcatori della squadra sono ancora in squadra, e se Hale, Whittingham e Norris (hanno messo a segno oltre 150 placcaggi, 19 TFL e 10 sacks) sono una sicurezza, le incognite nascono sul resto del roster, che al momento ha ben poca profondità, viceversa la secondaria può contare sul S Eric Rowe, un giocatore fondamentale per le dinamiche difensive degli Utes

ARIZONA WILDCATS

RECRUITING:
Per la formazione di Rich Rodriguez, dovendo sopperire ad assenze importanti in ruoli chiave come RB e QB, è stato sguinzagliato lo staff alla ricerca di talenti nello stato dell’Arizona, con il coach impegnato in prima persona per convincere gli indecisi ad unirsi ai Wildcats.
Alla fine del processo non tutti i vuoti sono stati colmati, ma specie dal lato difensivo i nomi di rilievo sono innumerevoli, per esigenze di spazio ricordiamo il DT Marcus Griffin, l’outside linebacker Marquise Ware, ma è il californiano Jamarde Cobb il pezzo pregiato dell’intero recruiting; 6’2 per 225 libbre dì potenza e velocità impressionanti, caratteristiche che hanno convinto Rich Rod a firmarlo prima che altre blasonate università potessero soffiarlo all’ultimo momento. Anche in attacco, vedi RB come Nick Wilson e il velocissimo Jonathan Haden, e soprattutto il WR Cameron Denson, considerato il secondo prospetto dello stato dell’Arizona e tra i primi 15 nella nazione, davvero non male per un allenatore come Rodriguez, da sempre particolarmente attento alla fase offensiva a discapito di quella difensiva.

ATTACCO:

Jesse Scroggins

Jesse Scroggins

Che il coach sia esigente è risaputo, ma dal suo arrivo ad Arizona l’aria che tira a Tucson è decisamente cambiata, rivitalizzando un ambiente apatico e poco abituato ai buoni risultati. Se c’è un compito in cui Rich Rod eccelle, è attrarre talenti acerbi e con poca esperienza, che in grandi squadre non trovano spazio: l’ex USC Jesse Scroggins, l’ex LSU Jerrard Randall, l’ex Texas Connor Brewer (senza tralasciare il freshman Anu Solomon) rappresentano quanto di meglio il “mercato” possa offrire, d’altronde i Wildcats devono sostituire il QB titolare per il terzo anno consecutivo. Cayleb Jones da Texas e Da’Vonta Neal da Notre Dame, finalmente eleggibili, andranno a rafforzare un parco ricevitori tra i migliori della nazione, Austin Hill dopo il grave infortunio dello scorso anno, è apparso ampiamente recuperato e in gran spolvero in estate, Nate Phillips e Samaje Grant sono altri elementi da tenere d’occhio. Arizona resta una squadra run-first offense, e se con Ka’Deem Carey e il runner B.J. Sanker questa caratteristica era sfruttata assai efficacemente, restano dubbi sulla capacità della linea offensiva esperta ed affiatata nel riuscire a tenere i ritmi alti. Le incognite certamente restano, il senior Terris Jones-Grisby e il 4 stars Freshman Nick Wilson sono tutt’altro che una sicurezza.

DIFESA:
Se ad Arizona Rodriguez ha trasformato una squadra dal punto di vista offensivo, non altrettanto si può dire di Jeff Casteel sul lato difensivo. Lo schieramento 3-3-5 di certo non aiuta ad ottener risultati, la linea non ha la stazza (nessuno oltre le 270 libbre) né il talento per mettere anche una minima pressione alle linee avversarie (molto ci si aspetta dal freshman Marcus Griffin), ad ogni livello la difesa dei Wildcats collassa costretta ad un lavoro incessante che la logora nel corso della partita. La partenza dei due migliori placcatori della squadra complica ulteriorimente lo scenario, ma la secondaria è apparsa senza ombra di dubbio, il miglior reparto della squadra è composto da Bondurant, McKnight e Grandson, che seppur decisamente tutti undersized, giocano con un’intensità tale da trascinare l’intersa difesa di Arizona.

ARIZONA STATE SUN DEVILS

RECRUITING:
Se nelle due formazioni precedentemente analizzate ci sono luci ed ombre, per Arizona State, viceversa le luci sono quasi abbaglianti, sì perchè se c’è una formazione che ha svolto un reclutamento di ottimo livello all’interno della Conference, quella sono proprio i Sun Devils. Su entrambi i lati della palla coach Graham ha fallito ben pochi obiettivi di quelli che si era preposto, ben appreso dal predecessore Erickson un metodo assai aggressivo e scevro da inutili fronzoli, Graham ha portato a Tempe il QB Manny Wilkins (in gran forma nel camp estivo), il WR Tyler Whiley ed il Juco Eric Lauderdale.

Dal lato difensivo, l’OLB BJ Calhoun, seppur molto undersized per il ruolo che dovrebbe ricoprire, ma talento e istinto sono qualità indispensabili per il ruolo di outside, l’enorme DT Dalvon Stuckey ha la stazza ideale per il ruolo di NT, il 6’6 DE Rennel Wren è il miglior prospetto dell’intera linea. Nel suo complesso Arizona State ha compiuto notevoli passi avanti per il prossimo futuro, ma e arcinoto che il bidone, specie quando si parla di ragazzini dell’HS, e sempre dietro l’angolo.

ATTACCO:

Taylor Kelly

Taylor Kelly

La concorrenza nello Stato dell Arizona è davvero agguerrita, e se i Wildcats hanno compiuto passi avanti notevoli, altrettanto si può dire di Arizona State di coach Graham, tra le formazioni rivelazione dello scorso campionato come testimoniano le 10 vittorie stagionali, traguardo raggiunto per la prima volta negli ultimi 6 anni.
Graham e l’OC Mike Norvell hanno creato uno dei migliori attacchi della lega, con 40 punti di media segnati ed una difesa rocciosa, hanno trasformato i Sun Devils in una squadra assai difficile da affrontare specie al Sun Devils Stadium, merito del dual-threat QB Taylor Kelly (3635 yards, 28 TD, 12 INT) che con oltre il 64% di completi ha mostrato miglioramenti in ogni aspetto del gioco, pur in possesso di un braccio poco potente, è un regista ideale per traccie brevi e rappresenta sempre un pericolo in campo aperto come testimoniano le oltre 700 yards corse e le 9 mete realizzate. Con Grice laureato, il ruolo di running back vedrà D.J Foster, il senior Deantre Lewis ed il Juco De’Chavon Hayes contendersi una maglia da titolare. Dal camp estivo, Foster sembra ampiamente favorito avvantaggiato rispetto ai compagni viste le ottime mani fuori dal backfield.

DIFESA:
Se c’è una formazione che dovrà affronatre numerosi cambiamenti difesivi all’interno della Conference, quella è proprio Arizona State, la linea difensiva in particolare dovra fare a meno di elementi come Sutton, Coleman e Conway che assieme hanno realizzato il 15% dei placcaggi della squadra, Latu e Hardison sono 4 stars recruit con un anno di esperienza in più e maggiori responsabilità all’orizzonte.
Linebackers di stazza (tutti di media oltre 6’2) ma di scarsa esperienza, rappresentano une vera mina vagante per la difesa dei Sun Devils da cui dipendono gran parte delle giocate, c’è molta attesa per due giovani talenti come D.J Calhoun e Chans Cox, il DC Patterson potrebbe ben presto metterli in campo per fare esperienza.
La secondaria è stata spesso chiamata a giocate decisive e mai come quest’anno il compito non appare ridimensionato, il S Damarious Randall, con oltre 60 placcaggi e 3 intercetti all’attivo, è il vero leader dell’intero reparto, capace con l’intensità di trascinare tutta la difesa.

COLORADO BUFFALOES

RECRUITING:
Per Colorado l’arrivo nella PAC 12 ha concluso un costante ed inesorabile declino iniziato ben prima del cambio di Conference, sono lontani anni luce quelli del titolo nazionale del 1990, ma nonstante tutto Embree prima e il suo successore Mike MacIntyre poi, hanno fatto il possibile per portare a Boulder qualche prospetto interessante. Tra tutti i nuovi arrivati spicca il 4 stars WR Shay Fields; 5’11 per 175 libbre, è l’ennesimo prodotto della Don Bosco HS di Los Angeles, non particolarmente veloce ma con buone mani e running routes, potrebbe presto prendere il posto che fu della seconda scelta al draft di Aprile, Paul Richardson. Il LB Ricky Gamboa è l’altro prospetto interessante del processo di reclutamento, il californiano è il classico “inside” tecnico e atletico che piace tanto a MacIntrye, merita attenzione anche il DB Donovan Lee CB dal fisico minuto che difficilmente potrà essere la risposta per una secondaria ricca di incognite per la prossima stagione.

ATTACCO:

Sefo Liufau

Sefo Liufau

Per Colorado i miglioramenti sono apparsi evidenti rispetto alla stagione 2012, 3 vittorie in più, oltre 7 punti di media in più (e anche 7 punti in meno subiti) a Boulder c’è chi vorrebbe MacIntyre santo subito. Chiamato a rivitalizzare un ambiente abituato ad anni di amarezze, sconfitte e umiliazioni, poteva sembrare un’impresa disperata, e invece l’ex coach di San Jose State ha subito apportato tanti cambiamenti che hanno infuso entusiasmo nella squadra, elemento fondamentale in qualunque sport. Con Sefo Liufau (1780 yards 12 TD, 8 INT) finalmente i Buffaloes hanno trovato il QB attorno al quale costruire una buona squadra, l’affiatamento con i compagni d’attacco, è migliorato incontro dopo incontro. Se Colorado resta una squadra votata alla Pistol Offense, la scarsità di profondità nel ruolo di RB e una linea offensiva esperta ma ben lontana dall’essere efficace nel running game e nella protezione del quarterback, rappresentano ben più di un’incognita, l’assenza di un big target come Richardson non fa che aggiungere ulteriori dubbi.

DIFESA:
Per la nuova stagione nel Colorado esiste un solo imperativo difensivo: pass rushing, pass rushing, pass rushing, d’altronde in una conference dove si lancia che è un piacere, concedere 20 secondi ad un Mariota di turno per lanciare, equivale ad un suicidio annunciato. La linea è stata nulla, zero pressione e solo 8 sack messi a segno, linebacker costretti ad un lavoro supplementare nel quale il “Mike” Addison Gillian ha primeggiato come testimoniano i 90 placcaggi 10 TLF e 3 sack, il DC Kent Barner attende con ansia che DeyShawn Rippy sia eleggibile dopo aver originariamente firmato con Pittsburgh. Se la difesa nel suo complesso è apparsa priva di consistenza e costanza, non altrettanto si può dirlo della secondaria, unico reparto che ha mostrato evidenti progressi anno dopo anno, Henderson, Awuzie e Crawley ne sono gli esempi emblematici, tanto da guadagnarsi una maglia da titolare, il veterano Jered Bell è il S perfetto per la difesa dei Buffaloes, ottimo contro le corse e sui passaggi.

2 thoughts on “Pac 12 2014 Preview: South Division

  1. Ottimo lavoro come sempre.
    Mi permetto di segnalare giusto un paio di refusi nella parte iniziale relativa a USC: 1) il nome del WR George Farmer compare anche nella parte ‘recruiting’, ma è ormai un redshirt junior; 2) il WR true frosh Johnson si chiama Rahshead (non Rasheed, come il mitico Wallace); 3) il redshirt freshman (ex 5 star 2013) DT Kenny Bigelow salterà purtroppo la stagione dato che l’8 luglio scorso si è rotto il crociato anteriore del ginocchio destro; 4) il WR/SAF JuJu Smith, un 5 star prospect correttamente inserito nella parte ‘recruiting’ diventa JuJu James nell’attacco dei Trojans.

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