Stagione di transizione per la Big East, che dopo aver perso una delle sue compagini migliori, i West Virginia Mountaineers, passati alla più prestigiosa Big XII, e averli sostituiti con il cavallo di ritorno Temple, già stata in questa conference in passato, si appresta a cambiare volto passando da 8 a 14 squadre, numero di team che dovrebbe presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2013.

Dovrebbe perché c’è ancora un’incognita riguardante il futuro di Pittsburgh e Syracuse, che sembrano destinate ad emigrare quanto prima nella ACC, altra conference di prestigio che vuole rafforzarsi approfittando della ristrutturazione che sta subendo l’intero panorama del college football da un anno a questa parte; e per due partenti, come anticipato, altri sei sono pronti ad arrivare, Boise State, San Diego State, Southern Methodist, Houston, Memphis e Central Florida, per un’edizione 2013 che promette davvero scintille e grandissime sorprese.

Ma in attesa del grande rinnovamento, prepariamoci a vivere un intenso 2012, con una Louisville pronta a dominare visto l’addio dei Mountaineers e le altre, con Rutgers in testa, desiderose di dare battaglia fino in fondo per provare a raggiungere quel primo posto del ranking che sembra ormai assegnato.

LOUISVILLE CARDINALS

Partire come favoriti per la vittoria finale della conference non è detto che possa giovare ad una squadra giovane come i Cardinals, che nella passata stagione hanno messo in campo addirittura 11 true freshman, risultando uno degli starting lineup più giovani dell’intera nazione e tirando fuori dal gruppo alcune individualità interessantissime, come il quarterback Teddy Bridgewater, ottimo talento da Miami che si è imposto alle attenzioni degli addetti ai lavori grazie alle buonissime prestazioni sfoderate nel suo primo anno di NCAA Football.

Teddy Bridgewater

Atleta eccezionale, dotato di un buon braccio e di una buona mobilità, 2,129 yards per 14 TD e 12 intercetti nell’anno da matricola, il numero 5 di Louisville ha messo su 9 chili durante lo spring camp che potrebbero tornargli utili per assorbire i colpi dei difensori avversari, che nella scorsa stagione, approfittando della sua inesperienza e di una linea non proprio ermetica, lo hanno messo a tappeto per ben 33 volte.

Probabilmente il miglior talento della conference, Bridgewater sarà il protagonista indiscusso dei Cardinals, anche grazie all’ottimo rapporto sviluppato con il proprio coach Charlie Strong, 14-12 in due stagioni a Louisville, che lo considera uno dei migliori giocatori mai allenati, sia per qualità fisiche, che per qualità tecniche e mentali, vista la sua grande propensione ad apprendere nuovi schemi di gioco, studiare con attenzione gli schieramenti avversari ed scoprire i segreti del football.

Al fianco del numero 5, nel backfield, spazio al suo ex avversario per la quarterback position Dominique Brown, runningback ben fisicato che dopo aver disputato qualche match 2011 dietro lo snapper è passato con assiduità a ricoprire il ruolo di rusher, chiudendo come leader sulle corse con 533 yards e 4 touchdowns; numeri che dovrebbero permettergli di mantenere lo starting spot a discapito di Jeremy Wright, dell’ex cornerback Senorise Perry, e del redshirt freshman Corvin Lamb, un ragazzo sul quale il coaching staff sembra puntare parecchio.

Conferme rispetto alla passata stagione anche sulle sideline, dove l’ottima intesa trovata tra Bridgewater e i suoi ricevitori titolari ha permesso ai top catchers Eli Rogers, 41 per 454, Michaelee Harris, 37 per 455, e al talentuosissimo DeVante Parker, ragazzo che trasforma in oro quasi tutto quello che tocca, 6 delle sue 18 ricezioni si sono trasformate in touchdowns, di confermarsi nei tre spot della depth chart, dove dovrà recuperare terreno Damian Copeland, grande talento fin qui decisamente limitato dai frequenti infortuni.

Tra tanti giovani un po’ di esperienza sarà garantita dal senior Andrell Smith, 584 yds e 4 TD in carriera con i Cardinals, arrivato al passo d’addio come il tight end Nate Nord, che avrà l’ingrato compito di sostituire uno dei punti di forza dell’attacco 2011 Josh Chichester, arrivato al termine della sua carriera universitaria; valido bloccatore che si è messo in luce anche come passer in primavera, Nord dovrà sicuramente dare un contributo in entrambe le fasi, diventando un’opzione importante per Bridgewater e allo stesso tempo dando una grossissima mano alla linea guidata dal centro Mario Benavides, che potrà contare sulla presenza dell’ottimo left guard Jake Smith, freshman All-American al termine della scorsa stagione.

In difesa dopo due anni di lavoro finalmente coach Strong sembra avere a disposizione un gruppo ricco di talento che conta due soli senior, il linebacker Daniel Brown e l’ottimo corner Adrian Bushell, che con il sophomore Andrew Johnson schierato sulla sideline opposta ha svolto un buonissimo lavoro in coverage, e tantissimi giocatori al secondo e al terzo anno pronti a spiccare il volo.

Tra questi sicuramente merita una certa attenzione il LB Preston Brown, leader difensivo della passata stagione con 84 tackles all’attivo che è stato spostato in mezzo per sostituire Dexter Heyman, giocatore esperto che aveva guidato ottimamente la difesa di Louisville, nonchè una mediana che ora sarà completata dall’interessantissimo sophomore Deiontrez Mount, atleta velocissimo che sull’esterno potrebbe creare diversi grattacapi agli attacchi avversari.

Nelle secondarie confermatissimi Hakeem Smith, titolare fin dalla freshman season con i Cardinals, e Calvin Pryor, che nel 2011 hanno garantito un grandissimo contributo nel backfield difensivo stoppando parecchie azioni avversarie in campo aperto; in difficoltà quando si trovano a dover pizzicare l’ovale, in tutto la difesa di Louisville ha messo a segno appena 10 intercetti lo scorso anno, completano un reparto che può contare anche su una discreta linea, ben ancorata nel mezzo, dove dovrebbero rotare il cacciatore di teste Roy Philon, 6.0 tackles for loss, il potente Jamaine Brooks e l’esperto Brandon Dunn.

Qualche sorpresa potrebbe poi arrivare dal true freshman DeAngelo Brown, considerato uno dei migliori DT a livello di high school, che rischia di inserirsi nella lotta per le maglie da titolari, indumento che invece ha ben saldo sulle spalle Adrian Bushell, superstar indiscussa degli special team con all’attivo un kickoff ritornato da 100 yards nel 2011 e due blocked kicks che gli hanno permesso di salire agli onori delle cronache; lui, e il freshman kicker John Wallace, dotato di un calcio potentissimo, promettono di non far annoiare telespettatori e fans dei Cards durante le azioni delle squadre speciali.

Dopo il rinnovamento avviato la scorsa stagione e la continua aggiunta di talento operata da Strong durante il recruiting, dove anche quest’anno ha piazzato diversi colpi importanti, soprattutto in difesa, il reparto che gli ha permesso di emergere a livello di college football, Louisville si presenta ai nastri di partenza della Big East come squadra da battere, grazie anche all’assenza di West Virginia, la cui partenza ha certo spostato gli equilibri della conference; raggruppamento che i Cardinals sembrano avere la possibilità, concreta, di dominare, e che potrebbe fungere da trampolino di lancio a livello nazionale, visto anche che le uniche difficoltà nei non-conference games sembrano essere rappresentate dalla trasferta di North Carolina e dal derby contro Kentucky, con il quale si aprirà la stagione 2012.

RUTGERS SCARLET KNIGHTS

A Piscataway l’idea che l’addio di Greg Schiano, passato in NFL con i Tampa Bay Buccaneers, abbia lasciato un lavoro incompiuto è reale e concreta, ma c’è comunque un lato positivo che lascia intravedere un futuro forse più roseo di quello che effettivamente si potesse pensare, ovvero l’eredità, contrapposta al vuoto, che il coach ha donato ai suoi Scarlet Knights.

Khaseem Greene

Eredità che si traduce soprattutto nell’ottimo recruiting condotto dal coaching staff prima del passaggio di consegne, al quale va inoltre aggiunta la continuità garantita dall’avvento di Kyle Flood, primo assistente di Schiano, assunto inizialmente come interim coach, ma successivamente confermato alla guida di Rutgers visto il mancato arrivo di Mario Cristobal, capo allenatore di Florida International, in New Jersey.

La conferma di un volto già noto alla squadra e all’ambiente ha reso meno amaro l’abbandono dell’uomo che negli ultimi dieci anni aveva portato gli Scarlet Knights nell’elite del football universitario, e che li aveva condotti alla vittoria di 5 bowls nelle ultime sei stagioni, chiudendo la propria parentesi in New Jersey con un saldo attivo di 68 vittorie e 67 sconfitte, 4 delle quali rimediate nell’ultima season, quando ha dovuto combattere con il need che ha allontanato Rutgers dal Conference Title, ovvero la mancanza di un vero e proprio quarterback titolare.

Un problema che graverà certamente sull’università del New Jersey anche in questa stagione, con Chas Dodd, sulla carta lo starting quarterback ufficiale, e Gary Nova, pronti a darsi battaglia e alternarsi alle spalle del centro e di una linea offensiva solidissima sul lato sinistro, dove operano la guardia David Osei e l’All-American Freshman Tackle Kaleb Johnson, che si è ulteriormente rinforzata sull’estremo opposto con l’arrivo del RT R.J. Dill, senior che ha ottenuto il transfer da Maryland per giocare il suo ultimo torneo NCAA con Rutgers.

Un po’ di indecisione riguarderà anche il backfield, dove lotteranno per lo spot da titolare due sophomore, il titolare 2011 Jawan Jamison, 897 yards la passata stagione, e l’interessantissimo Savon Huggins, chiuso proprio dal 23 nella freshman season ma pronto a mostrare il suo valore in questa sua seconda tappa universitaria; tappa che si presenta come fondamentale per il talentuoso Brandon Coleman, ragazzo che promette di dare continuità all’ottima schiera di receiver prodotti daai Scarlet Knights e che avrà l’impegnativo compito di non far rimpiangere proprio l’ultimo fuoriclasse uscito dalla fucina di Piscataway, ovvero quel Mohammed Sanu scelto dai Bengals all’ultimo Draft, che nella passata stagione aveva settato il nuovo record Big East di ricezioni con 115 prese.

Sulla sideline opposta grande attesa per il senior Mark Harrison, 14 ricezioni e 2 TD, che con l’ottimo tight end D.C. Jefferson dovrà garantire esperienza e sicurezza al reparto, soprattutto nei momenti clou dei match, qualità che certamente non mancheranno in difesa, dove rimane incredibilmente alto il livello di un gruppo guidato dal Big East Defensive Player of the Year Khaseem Greene, leading tackler con 141 placcaggi all’attivo, in procinto di aprirsi la strada verso un NFL che pare essere tranquillamente alla sua portata.

NFL che ricorre spesso nel roster difensivo degli Scarlet Knights, a partire dall’ultimo arrivato, che promette di fare scintille, il DE Darius Hamilton, numero 11 del recruiting a livello nazionale e figlio dell’ex professionista Keith, fino ad arrivare ai senior Scott Vallone, defensive tackle che ha chiuso il 2011 con 58 tackles e 2.5 sacks, Duron Harmon, free safety che ha totalizzato 5 intercetti nello scorso torneo, e allo junior Logan Ryan, cornerback che con i due compagni sopra citati ha conquistato la nomina nell’All-Big East Team dopo aver concluso la passata stagione con 67 placcaggi e 3 intercetti.

Solido, pieno di talento, tra i migliori a livello collegiale, il reparto difensivo di Rutgers sembra essere il vero e proprio punto di forza della squadra, e promette di esserlo anche nel prossimo futuro, visto che gli investimenti operati dal coaching staff sono stati fatti soprattutto in questa direzione, affiancando ad un gruppo esperto, del quale fanno parte i vari Michael Larrow, junior DE, Brandon Jones, senior CB, e i due linebackers Steve Beauhamais e Jamal Merrell, dei giovani talenti pronti a dare continuità alla strada tracciata, come il sophomore SS Lorenzo Waters e i freshman Quentin Gause, Quanzell Lambert e Steve Longa, tre LB in grado di dare un buon apporto fin da quest’anno.

Buoni anche gli special team, dove operano il valido senior punter Justin Doerner, e il freshman kicker Kyle Federico, gli Scarlet Knigth paiono davvero essere un team a cui manca solo un quarterback per puntare a quel Conference title che è sempre mancato nell’era Schiano e che quest’anno sembrava essere più “alla portata” visto il già citato addio dei Mountaineers alla Big East e una schedule che non presenta grandissime difficoltà, se si esclude la pericolosissima trasferta in Arkansas prima del bye week.

PITTSBURGH PANTHERS

Molto, nella stagione dei Panthers, ruoterà attorno al rientro di Ray Graham, runningback che fino all’infortunio, arrivato all’ottava settimana contro UConn, era il secondo della nazione con 134.1 yards per game, e all’avvento di Paul Chryst, coach che promette di riportare Pittsburgh sulla via della Pro-style offense abbandonando quella spread che non aveva mai del tutto convinto i fans di un’università storicamente orientata verso un football molto conservativo che ha caratterizzato, fin dagli albori di questo sport, la costa est degli Stati Uniti.

Ray Graham

Da questa coppia e da quello che potranno fare insieme, dipenderà l’esito di una stagione che si presenta come l’ultima per i Panthers nella Big East, in procinto di passare alla ACC a partire dal 2013, e che li inserisce, almeno sulla carta, al terzo posto nella griglia di partenza della conference, dietro due compagini che paiono leggermente più attrezzate e difficili da raggiungere, anche per la ricostruzione globale che si trovano ad affrontare in Pennsylvania.

Oltre alla rivoluzione offensiva dettata più dagli schemi che dagl’uomini, tanti sono infatti i titolari confermati rispetto al 2011, ben 8 su 11, Pitt dovrà affrontare anche un ricambio generazionale completo a livello difensivo, dove, di contraltare, a ritornare in ateneo sono stati solo 4 protagonisti, sempre su 11, della passata stagione, tra i quali un solo senior, la free safety Jarred Holley, anch’egli in recupero da un infortunio al ginocchio che lo ha allontanato dai campi verso la fine del torneo NCAA.

Con queste premesse e con uno dei maggiori talenti difensivi, il linebacker al terzo anno Dan Mason sempre a serio rischio infortunio, dopo l’intervento chirurgico al ginocchio che lo ha tenuto fermo per tutto il 2010 e gli ha permesso di presenziare solo part-time nel 2011, la season dei Panthers non sembra offrire grandissimi spunti, anche perché in difesa ci sarà da soffrire parecchio, soprattutto se ci si troverà di fronte ad attacchi veloci e ricchi di inventiva e alternative come promettono di essere i Lousville Cardinals.

A tenerli in partita fino all’ultimo, in queste, come in altre partite, insomma, servirà il lavoro extra del già menzionato Graham, 958 yards e 9 TD nel passato torneo, e dell’esperto attacco guidato dal senior quarterback Tino Sunseri, ragazzo che nel 2011 ha completato il 64 percento dei passaggi tentati e che ha saputo tenere unita la squadra dopo l’uscita di scena del runner, leader indiscusso dei Panthers.

Dal figlio dell’ex All-American linebacker Sal Sunseri, anch’egli former Panthers, si attendono grandi cose nell’ultima stagione universitaria, e su di lui punta parecchio anche il nuovo coach, che ne ha esaltato più volte le doti durante le conferenze stampa primaverili e che pare intenzionato a consegnargli le chiavi dell’attacco, per creare un mix esplosivo che, si spera, possa creare più di un grattacapo alle compagini che si troveranno ad affrontare Pitt nella prossima stagione NCAA.

Ad aiutarlo ci penserà un parco ricevitori espertissimo, composto dai due leading receiver Devin Street, 53 ricezioni per 754 yards, e Mike Shanahan, 493 yds e 4 TD ma nessuna parentela con il coach dei Redskins, lo slot receiver Cameron Saddler, e il valido TE Hubie Graham, che promette di aumentare i numeri, 325 yards e 3 touchdowns, totalizzati nella passata stagione, ed una linea che, nonostante sia stata confermata solo per 2/5, è ben ancorata centralmente grazie ai senior Ryan Turnley, centro, e Chris Jacobson, guardia alla sesta season che ha ottenuto un ulteriore anno di eleggibilità dopo il brutto infortunio che lo ha tenuto ai margini della squadra nel 2011.

Dove non riuscirà a sfondare con l’esperienza, Pitt poi potrà comunque provare a sfondare con l’incognita dettata dalla novità, magari gettando direttamente nella mischia il top recruiting di questa stagione, il runningback Rushel Shell, talento locale considerato il sesto miglior runner della classe e nuovo detentore del record a stelle e strisce di numero di partite consecutive terminate con 100 o più yards conquistate, ovvero 39, due in più rispetto ad un certo Billy Sims che ha scritto pagine di storia ad Oklahoma prima di passare, con minore fortuna, in NFL con i Detroit Lions.

Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, i Panthers sembrano davvero essersi costruiti con questo ragazzo un buon pezzo del loro futuro, anche se per emergere, la giovane stella da Aliquippa, dovrà vedersela, oltre che con Graham, anche con il promettente sophomore Isaac Bennett, già protagonista nella passata stagione con 58 portate per 273 yards e 2 touchdowns; con questi tre runner a disposizione, e i due ragazzi pronti, almeno sulla carta, a far sognare per il prossimo futuro, il ritorno di Pitt ad un football old style che rimembri la recente era Wannstedt, non sembra affatto un’utopia, e per ripercorrerne i successi, anche trovare una nuova quadratura difensiva potrebbe rivelarsi utile.

Per farlo Chryst dovrà ripartire dalla linea, unico reparto dove pare esserci il talento necessario per rattoppare parte di quel gap creatosi nei confronti degli altri team della Big East, e dove, al fianco dell’All-Conference DT Aaron Donald, 11.0 sacks e 16 tackles for loss nel 2011, opereranno l’esperto senior Shayne Hale, e i giovani talenti al secondo anno K.K. Mosley-Smith, nose tackle pesantissimo cresciuto molto durante la sessione primaverile, e Bryan Murphy, ex linebacker che promette di creare diversi grattacapi alle OL avversarie con la sua velocità.

Velocità che non dovrebbe mancare comunque anche nelle secondarie, dove è atteso alla stagione delle conferme il corner K’Waun Thompson, 67 placcaggi e 6 broken pass nel 2011, e dove troveranno molto probabilmente spazio i due transfer da Michigan, l’altro corner Cullen Christian e l’interessantissimo SS Ray Vinopal, messosi in luce negli spring training.

Da tenere, infine, in considerazione i due esperti specialisti Matt Yoklic, uno dei punter migliori del panorama universitario, e Kevin Harper, potentissimo kicker resosi protagonista del calcio che ha fatto alzare in piedi tutto l’Heinz Field, ovvero la bomba da 52 yards, record di Pitt, che ha permesso ai Panthers di restare in partita fino all’ultimo contro Cincinnati, compagine contro la quale Chryst e i suoi ragazzi daranno il via alle trasferte di questo 2012, alla seconda settimana, dopo il facile impegno casalingo contro Youngstown State nel kickoff weekend.

CINCINNATI BEARCATS

Oltre allo stesso problema che affligge i rivali di conference di Rutgers, la scelta definitiva di uno strating quarterback, Cincinnati si trova a dover affrontare anche un altro passaggio delicatissimo, anche questo legato ad una sostituzione, ovvero il rimpiazzo di un runningback che è stato fondamentale nella passata stagione dei Bearcats, e che gli ha permesso di arrivare senza troppi patemi fino a quel Liberty Bowl vinto contro Vanderbilt.

Munchie Legaux

Oltre al quarterback Zach Collaros a Cinci hanno infatti perso anche l’altra freccia offensiva che rispondeva al nome di Isaiah Pead, scelto personalmente dal nuovo HC di St.Louis Jeff Fisher per raccogliere l’eredità nei Rams di Steven Jackson, uno dei top runner della NFL del quale il prodotto dei ‘Cats spera di ripercorrerne le gesta e la fortunata carriera.

Il futuro roseo verso cui ha spiccato il volo l’ex numero 23 ha di fatto reso un più cupo il domani dei suoi ex teammate e della sua ex squadra, alle prese con un ricambio che in parte era stato preventivato, ma che nella realtà si presenta più difficile del previsto, sia per quanto riguarda la posizione di quarterback che per quella di runningback.

Nella prima, il favorito a succedere a Collaros pare essere l’ecclettico Munchie Legaux, preferito al collega Brendon Key sia per l’integrità fisica sia per le maggiori qualità atletiche, che permetteranno probabilmente ai Bearcats di colpire gli avversari sia per via aerea che con veloci azioni palla a terra; infatti lo junior da New Orleans, oltre a mostrare grossi miglioramenti nel passing game, soprattutto nell’accuracy, ha fatto bella mostra della sua grandissima mobilità, confermando di saper portar palla con efficacia tra le maglie difensive avversarie.

Veloce, agile, buon conoscitore del playbook disegnato da Butch Jones, il numero 4 di Cincinnati potrebbe rappresentare anche una valida alternativa a chi si posizionerà nel backfield, dove oltre al favorito George Wynn, backup di Pead nella passata stagione, avranno le loro chanches per emergere anche i giovani Jameel Poteat, top recruit 2011 già visto all’opera nella freshman season, e Ralph Abernathy IV, che si è ritagliato un buono spazio da matricola come returner.

Più certezze sulle sideline, dove nel tris di ricevitori che partiranno nello starting lineup fin dal primo match della stagione figurano gli esperti Anthony McClung, 683 yards e 6 touchdowns, Kenbrell Thompkins, 536 yds e 2 TD, e la giovane promessa Alex Chisum, altro sophomore che si è già messo in mostra durante la sua prima stagione in Ohio con 2 TD realizzati in appena 19 ricezioni completate; tra i primi backup di un trio che promette di fare faville, occhi puntati sull’ex Georgia Tech Jordan Luallen, convertito da quarterback a receiver durante gli allenamenti primaverili nei quali ha mostrato di muoversi piuttosto bene in campo aperto, e sul velocissimo Nate Cole, miglior talento offensivo pescato durante l’ultimo recruiting.

Solida la linea offensiva, che si affida ai ritorni della guardia Austen Bujnoch e dei tackles Seah Hooey e Eric Lefeld, già titolare sul lato sinistro nella freshman season, qualche problema in più rischia di presentarsi su quella difensiva, dove nonostante la presenza di uno dei migliori defensive end della conference, e probabilmente della nazione, Walter Stewart, potrebbe pesare parecchio la perdita del tackle Derek Wolfe, che con il linebacker J.K. Schaffer è stato colonna portante del reparto fino alla passata stagione nonché tra i migliori difensori nella storia dei Bearcats.

Anche in questo caso i giocatori scelti per sostituirli, lo junior Jordan Stepp e il sophomore Solomon Tentman, non sembrano essere all’altezza dei predecessori, per questo la lotta in entrambe le posizioni è apertissima, con Jones che, mentre cerca di capire se davvero questi due ragazzi hanno le carte in regola per limitare quantomeno i danni dovuti all’addio della coppia, ha confermato fiducia e stima verso quei titolari che già in passato gli hanno fornito buone garanzie.

Su tutti i linebackers Maalik Bomar, 61 placcaggi nel 2011, e Nick Temple, ottimo sul lato forte già da matricola con 35 tackles all’attivo,e il senior SS Drew Frey, tra i migliori colpitori della conference, definito una vera e propria “roccia” dal suo coach per la stabilità e la solidità che ha sempre garantito al reparto difensivo con le sue giocate e i suoi placcaggi, 73 nell’ultima stagione; oltre a loro il nuovo coordinator John Jancek farà grande affidamento sull’altro end Dan Giordano e sulla buonissima coppia di corner formata dallo junior Deven Drane e dal senior Camerron Cheatam, protagonisti di 6 intercetti in coppia, 3 a testa, nella scorsa stagione.

Qualche problema negli special team, dove alle ottime prestazioni sfoderate dal già citato Abernathy IV come returner e dal punter Patrick O’Donnell, rispettivamente secondo e primo nei rispettivi ruoli all’interno della Big East, si contrappongono gli errori del kicker Tony Miliano, che con 3 field goal sbagliati e 8 extra point non trasformati ha rischiato di pesare enormemente sulla stagione di Cincinnati; errori che potrebbero rivelarsi ancor più gravi se ripetuti in questa season, dove ogni misero punto potrebbe tornare utilissimo ai Bearcats, attesi da un torneo NCAA reso durissimo fin dall’esordio, previsto in casa contro Pittsburgh il 5 settembre, e che probabilmente li vedrà lottare fino all’ultimo per la conquista della conference, che appare si difficile, ma non di certo impossibile.

SOUTH FLORIDA BULLS

Dopo una buonissima prima stagione a Tampa, chiusa 8-5, l’head coach Skip Holtz ha subito in toto la maledizione del sophomore year chiudendo con un inatteso 5-7 che ha visto per la prima volta dal 2004 i Bulls fallire l’appuntamento con un bowl di fine anno, oltretutto al termine di un torneo nel quale, per molti addetti ai lavori, erano partiti tra i favoriti per vincere il titolo nella Big East e volare verso i palcoscenici migliori della nazione.

B.J. Daniels

Una partenza con i favori del pronostico che non ha aiutato affatto South Florida nel 2011, ma che non è da annoverare tra le cause del parziale fallimento dei Bulls, che più che subire i risvolti negativi della pressione, hanno pagato più di altri un conto salatissimo con gli infortuni, soprattutto a livello offensivo, dove hanno chiuso la stagione con tanti true freshman in campo, e con la mancanza di concentrazione, che in difesa è venuta meno in più occasioni verso la fine del match.

Più di una partita infatti è stata persa per 3 punti o poco più dall’ateneo di Tampa nello scorso torneo, che nonostante un reparto linebackers di altissimo livello, con i tre titolari, i confermati Sam Barrington, Michael Lanaris, DeDe Lattimore, capaci di totalizzare 253 tackles e 10.5 sacks, ha pagato spesso dazio, subendo l’iniziativa degl’attacchi avversari nei minuti finali degl’incontri più tirati e combattuti, dimostrando di non saper reggere quando la tensione raggiungeva i livelli più elevati.

Cali che si spera possano essere curati semplicemente dall’anno di esperienza in più maturato e dall’avvento del nuovo coordinator Chris Cosh, ex Kansas State, che potrà contare sul ritorno di alcuni uomini fondamentali per questa difesa, come il defensive end Ryne Giddins, 5.5 sacks, il defensive tackle Cory Grissom, in recupero dall’infortunio subito alla caviglia in primavera, e il corner back Kavyon Webster, 49 placcaggi e 2 intercetti nel 2011.

Sull’altra sideline spazio invece all’interessantissimo JUCO transfer Fidel Montgomery, che promette di disputare una grandissima stagione dopo le ottime prove fornite in primavera e le prestazioni sfoderate l’anno passato al Southwest Mississippi Community College, dove si è guadagnato una certa notorietà a livello nazionale; volti nuovi anche sul profondo, dove la nuova free safety dovrebbe essere JaQuez Jenkins, che in primavera ha battuto la concorrenza di Mark Joyce dando un buon contributo nel ruolo di SS al posto dell’infortunato Jon Lejiste, che tornerà a ricoprire lo spot da titolare in autunno.

Pochi i cambi in attacco, dove a supportare le grandissime doti atletiche del quarterback B.J. Daniels, giunto all’epilogo di una lunghissima carriera collegiale che lo porterà ad essere il miglior QB di sempre ad aver vestito la maglia dei Bulls, ci saranno gli esperti Sterling Griffin, propensione pazzesca per i big play, al rientro dopo un infortunio che lo ha costretto a chiudere anzitempo la stagione, e Victor Marc, attorniati da un gruppo di giovani terribili che hanno già visto il campo nella freshman season, tra cui spiccano il validissimo Andre Davis e il fisicato Ruben Gonzalez, nonchè l’interessantissimo prospetto proveniente da Florida Chris Dunkley, arrivato a Tampa nel 2011 dopo essere stato redshirtato a Gainesville nel 2010.

Un gruppo di buone mani al servizio di un quarterback che ha mostrato notevoli miglioramenti nel passing game nel corso del passato torneo e del quale fa parte anche il tight end Evan Landi, completo e capace di essere utile sia da ricevitore che da bloccatore, dove dovrà dare una mano ad una linea che punta tantissimo sulla coppia di tackle formata da Mark Popek e Quinterrius Eatmon, giocatori che anche nella scorsa stagione hanno fornito buone garanzie a Holtz, permettendogli di trovare un buon equilibrio tra passaggi e corse.

Proprio sul running game però pende il punto interrogativo dovuto alla partenza di Darrell Scott, leader nel 2011 con 814 yards conquistate in 11 partite, che ha lasciato l’università per tentare la strada della NFL, aprendo di fatto una vera e propria battaglia che vede come protagonisti il suo backup Demetrius Murray, 503 yards e 8 touchdowns, l’ex receiver Lindsey Lamar, valido returner, lo junior Marcus Shaw e l’elettrizzante JUCO transfer Michael Pierre, protagonista di alcune giocate sensazionali con la divisa del californiano Golden West College, dove ha corso per 1,160 yards e 9 TD in due anni.

Una lotta che pare destinata a protrarsi anche nel corso della regular season e che potrebbe fornire diverse varianti a Holtz, magari intenzionato a sfruttare il runningback più adatto a mettere in crisi gli avversari che di volta in volta si troverà ad affrontare e che non sembrano presentare grossissimi ostacoli all’infuori della division, dove le partite più ostiche dovrebbero essere le trasferte contro Nevada e Miami, dove probabilmente si deciderà un fetta della stagione dei Bulls e verrà svelato se potranno o meno puntare a quell’appuntamento con la postseason che è stato incredibilmente fallito lo scorso anno.

CONNECTICUT HUSKIES

Che il post Edsall non fosse facile lo si era pronosticato, ma che dopo la crescita costante culminata con il traguardo del Fiesta Bowl, perso contro Oklahoma al termine della stagione 2010, UConn dovesse ripartire da un 5-7 difficile da digerire e da un’assenza imprevista dai bowl di fine stagione non era proprio stato messo in conto, soprattutto guardando al buonissimo lavoro fatto dal nuovo coach Paul Pasqualoni, che ha cercato fin da subito di dare una propria impronta alla squadra, modellandola a sua immagine grazie ad un buon recruiting e ad un ottimo lavoro sui transfer universitari, cosa che, tra le altre cose, ha sfruttato ampiamente in quest’ultima offseason.

Lyle McCombs

Eppure, nonostante il lavoro svolto e l’avvento di un potenziale fuoriclasse del calibro di Lyle McCombs, Freshman All-American dopo le 1,151 yards conquistate e i 7 touchdowns realizzati come runningback titolare, gli Huskies hanno fallito la missione di rimanere tra i top team del college football pagando un dazio molto simile agli avversari di South Florida, con ben quattro partite perse per un solo touchdown (o meno), tra le quali due, pesantissime sconfitte, maturate per appena 4 punti contro Vanderbilt, 21-24, e Iowa State, 20-24.

Due match che hanno fatto la differenza tra il chiudere con un record negativo o un record positivo la stagione, e che hanno irrimediabilmente influito sull’AP Poll, determinando anzitempo se si avevano le carte in regola per raggiungere un bowl oppure se era meglio premunirsi per andare in vacanza anticipatamente rispetto alle altre università, opzione che si è tramutata in realtà, definitivamente, all’indomani di un’altra sconfitta di misura, 35 a 27, contro i rivali di Cincinnati, con i quali UConn ha chiuso mestamente la stagione, dando di fatto il via alla seconda tappa dell’era Pasqualoni.

Un secondo anno che, come anticipato, ha volto principalmente sul migliorare il roster attraverso i transfer universitari, primo tra tutti quello che ha portato a Storrs l’indiziato numero uno per diventare il nuovo starting quarterback degli Huskies, Chandler Whitmer, ex Illinois che ha disputato una buonissima stagione con il Butler Community College, in Kansas, guidandolo al secondo posto del ranking nazionale con 3,022 yards lanciate per 25 touchdowns e 14 intercetti; numeri da capogiro che lo hanno visto fin da subito favorito sul discontinuo Johnny McEntee, ex starter che ha avuto “la colpa” di aver portato la passing offense di UConn alla posizione numero 84 della nazione, e che, almeno per ora, lo fanno preferire al prodotto locale Casey Cochran.

Definito dagli addetti ai lavori il miglior QB dello stato dai tempi di Dan Orlovsky, vincitore per ben due volte consecutive del prestigioso Connecticut’s Gatorade Player of The Year, già idolo dei tifosi di UConn, la matricola ha in parte convinto anche lo stesso Pasqualoni, che da coach saggio ha già sentenziato che il ragazzo ha tutto per sfondare e diventare grandissimo, ma che comunque ha bisogno di tempo per maturare quel briciolo d’esperienza necessaria e migliorare ulteriormente nella tecnica e nel footwork, tutte cose che sicuramente farà prestissimo visto che, prima di chiudere il discorso starting QB, il coach ha voluto sottolineare “He’s got a tremendus work ethic”, che detto in parole povere “Il ragazzo è uno che lavora sodo, s’impegna”.

Sviolinate a parte, che volenti o nolenti sono legate da sempre al mondo dello sport quando sono previsti dei titolari e delle riserve, e che quasi sempre hanno lo scopo di passare, o perlomeno rinviare, la patata bollente, il coach di UConn sembra aver le idee chiare e voler puntare con decisione sulle sue scelte più che su quelle fatte dal suo predecessore, Cochran, per l’appunto, era una di queste essendo già stato reclutato nel 2011, come sta confermando con i giocatori scelti per partire come titolari nel ruolo di wide receiver, ovvero Nick Williams, rispolverato nella passata stagione dopo un 2010 ai margini del team, e Shakim Phillips, transfer da Boston College da cui si attende quella spinta fondamentale per rilanciare l’attacco degli Huskies.

Spinta che dovrà arrivare anche dal tight end Ryan Griffin, considerato il migliore della Big East, e da un gruppetto di runningback che, nonostante la presenza dello straordinario McCombs, potrebbe ritagliarsi uno spazio importante quando occorrerà far rifiatare il numero 43, composto dallo junior Martin Hyppolite, ideale per le azioni di corto yardaggio, e dal freshman Joseph “Joe” Williams, altra potenziale stella che ha scalato la depth anche a causa dell’infortunio alla spalla che dovrebbe aver causato la chiusura anticipata della carriera del senior D.J. Shoemate, ragazzo talentuoso ma incredibilmente sfortunato.

Di buonissima fattura la linea offensiva, che al centro oltre ai returning starters Steve Greene e Adam Masters può contare sul transfer da Penn State Alex Mateas, senior center che porta esperienza e solidità al reparto, avvicinandolo per qualità e quantità alla contrapposta linea difensiva, che si poggia sulle braccia esperte dei due end Jesse Joseph e Trevardo Williams, giocatore dominante capace di realizzare 12.5 sacks nella passata stagione.

Numeri che uniti a quelli totalizzati dai linebackers hanno portato la difesa su corsa degli Huskies al quarto posto della nazione, principalmente grazie ad una mediana dove la fa da padrone il talentuoso Sio Moore, abile playmaker capace di calarsi senza problemi sia nella difesa 4-3 che in quella 3-4, che nel 2011 ha messo a segno 86 tackles e 6.5 sacks giocando al centro di un trio completato dall’altro senior Jory Johnson, 97 stops, e dal sophomore Yawin Smallwood, 94 placcaggi nel freshman year.

Difesa impeccabile sulle corse che si tramuta in una terribilmente negligente quando si tratta di contrastare i passaggi, come conferma il centotredicesimo posto del ranking, posizione poco invidiabile occupata da un reparto che può comunque contare su uno dei migliori talenti della nazione come il cornerback Blidi Wreh-Wilson, limitato in questi anni dagli infortuni ma pronto a tornare in un reparto che, nonostante i numeri negativi, sembra destinato a rimanere invariato, con, quasi, tutti i protagonisti della passata stagione al proprio posto, Dwayne Gratz sull’altra sideline, Ty-Meer Brown nel ruolo di FS, e un solo cambio in corsa previsto nella posizione di SS, dove il sophomore Byron Jones, già visto in campo al posto di Wreh-Wilson come CB, dovrebbe rilevare Jerome Junior, sospeso per aver violato alcune regole del team.

Un cambio che sembrerebbe garantire un piccolo upgrade ad un backfield difensivo che dopo una partita tutt’altro che difficile contro UMass, che proprio contro gli Huskies aprirà la sua avventura in Division I-A, sarà messo a dura prova dalle impegnative sfide contro North Carolina State, in casa, e Maryland, in trasferta, dove UConn ritroverà un pezzo importantissimo del suo recente passato; uscire con un saldo positivo dopo questi primi tre impegni stagionali, potrebbe aprire nuovi orizzonti per l’università di Storrs.

SYRACUSE ORANGE

Un alone di mistero aleggia intorno alla storica Syracuse, merito o demerito di coach Doug Marrone, che ha negato l’accesso ai media e ai fans agli allenamenti dei suoi Orange, desideroso di staccare la spina e permettere alla squadra di lavorare in tutta tranquillità dopo un’altra stagione difficile, l’ennesima della storia recente, nel tentativo di preparare al meglio quella che si annuncia come l’ultima tappa nella Big East Conference, che dovrebbe lasciare a fine anno per passare, con Pittsburgh, alla ACC.

Ryan Nassib

Un anno che oltre a segnare l’addio alla Conference che ha fondato nel 1979, vedrà Syracuse salutare anche il quarterback che in una sola stagione, la seconda da starter, ha realizzato ben 3 record universitari, scrivendo il suo nome nei passaggi completati, 259, nelle yards lanciate, 2,685, e nei TD pass realizzati in stagione, 22 (record eguagliato); nonostante ciò, e nonostante delle statistiche positivissime Ryan Nassib non è riuscito a regalare un’altra season vincente agli Orange, che dopo l’8-5 totalizzato nel 2010, e la conseguente vittoria nel Pinstripe Bowl su Kansas State, sono tornati ad un record perdente, 5-7, con ben cinque sconfitte consecutive nella parte finale del 2011.

Al numero 12 da West Chester toccherà quindi il gravoso compito di guidare l’università newyorkese verso una rivalsa che sulla carta appare alquanto difficile, nonostante il ritorno del senior receiver Alec Lemon, salito al nono posto all-time dopo le 834 yards ricevute e i 6 TD realizzati nello scorso torneo NCAA, e il possibile recupero del talento locale Marcus Sales, giunto all’ultima chanche di riscattare una carriera ben al di sotto delle sue reali possibilità a causa dei ripetuti problemi extra football, non ultimo l’arresto per droga a Luglio 2011 che gli è costata una lunghissima squalifica dalla quale dovrebbe rientrare in ottobre.

In attesa di recuperare il talento inespresso, Syracuse si affiderà ai sophomore Jarrod West e Jeremiah Kobena, entrambi visti all’opera con poca fortuna nel 2011, e al tight end Beckett Wales, che dovrà cercare di non far rimpiangere Nick Provo, tra i migliori del ruolo nella conference, in attesa che si affermi l’interessantissimo Ron Thompson, matricola che promette di fare grandissime cose nel prossimo futuro e che è considerato uno dei colpi dell’ultimo recruiting.

Tra i volti nuovi una certa attenzione la merita anche George Morris, esplosivo all-around back che potrebbe facilmente inserirsi nella lotta per la sostituzione di Antwon Bailey, per la quale sono in corsa Jerome Smith, 134 yards e 1 TD, e Prince-Tyson Gulley, già valido kick returner, anche se non è ancora detto che alla fine la spunti un altro freshman, Ashton Broyld; atleta pazzesco, che dopo aver conquistato nel 2010 il titolo di New York State Player of The Year al termine di una stagione in cui aveva lanciato 1,961 yards, corso 1,540 yds, e segnato 48 touchdowns, equamente divisi tra passaggi e corse personali, ha passato il 2011 alla Milford Academy per acquisire i crediti scolastici necessari per iscriversi a Syracuse, dove è entrato a gennaio, riscuotendo un buon successo sia come runner, nonostante il fisico, che come quarterback.

A chiunque tocchi lo spot nel backfield alle spalle di Nassib, potrà comunque contare su una linea esperta che sul lato sinistro può puntare sui ritorni dell’All-Big East tackle Justin Pugh, della guardia Zach Chibane, altro senior, e del centro Macky MacPherson, uno junior che ha nel vene sangue Orange, visto che si tratta del pronipote del leggendario coach Dick MacPherson; titolare indiscusso per tutte le 12 partite già al suo secondo anno newyorkese, il numero 59 avrà il compito di guidare una linea piuttosto solida.

In difesa pochissimi i cambiamenti nonostante le bruttissime prestazioni della passata stagione, che ha visto Syracuse chiudere all’ultimo posto della conference e al settantatreesimo della nazione, con addirittura appena 28.0 sacks totalizzati in 12 partite, 4 dei quali messi a segno da uno dei giocatori più talentuosi del reparto, il sophomore linebacker Dyshawn Davis, scelto come Rookie of The Year della squadra, e pilastro della mediana, completata da Dan Vaughan, con Marquis Spruill, 62 tackles e 3.0 sacks, che dovrebbe rientrare dopo l’operazione chirurgica subita a gennaio.

Sulla linea confermati Jay Bromley e Deon Goggins, spostato nel ruolo di end per fare spazio al sophomore Eric Crume come nose tackle, mentre nelle secondarie ha mantenuto lo spot di strong safety il senior Shamarko Thomas, terzo nei tackles nella passata stagione, che guiderà un reparto composto da tre junior, l’altra safety Jeremi Wilkes, e i due corner Keon Lyn e Ri’Shard Anderson, che dovrà guardarsi dalla concorrenza di uno dei migliori freshman giunti a Syracuse, il prodotto di Brooklyn Wayne Morgan, già in grado di dire la sua sul lato destro.

Oltre al reparto difensivo, Marrone spera inoltre di veder crescere anche gli special team, che contano due giovani protagonisti come il punter Jonathan Fisher e il kicker Ross Krautman, ma che spesso han costretto gli Orange a pagare dazio a causa proprio del range limitato del secondo, mai in grado di andare oltre le 40 yards di field goal nel 2011; progressi che in entrambe i casi saranno fondamentali per permettere al coach di superare al meglio una stagione che si preannuncia difficilissima, soprattutto se si volge lo sguardo ad una schedule che mostra alcuni ostacoli sulla carta insormontabili come Northwestern, Southern California, nelle prime due week, e Missouri, verso fine campagna 2012.

TEMPLE OWLS

Il passaggio dalla MAC, dove hanno chiuso secondi nella East, alla Big East non sarà certo facile, soprattutto considerando che la nuova conference presenta avversari decisamente più tosti rispetto a quelli affrontati nel recente passato, ma non per questo non è detto che i ragazzi di coach Steve Addazio, al secondo anno in Pennsylvania, non possano ripetere il buonissimo 2011, in cui si sono rivelati una delle migliori difese della nazione chiudendo al dodicesimo posto globale e addirittura al terzo per punti concessi agli avversari.

Matt Brown

Un reparto incredibile nel quale purtroppo mancheranno ben quattro protagonisti, e che di fatto dovrà affrontare una mezza rivoluzione, cercando di affidarsi agl’uomini di esperienza che già nel corso del passato torneo hanno dato un buon contributo agli Owls, come la strong safety Justin Gildea, 51 tackles e 3 intercetti, e il weak linebacker Blaze Caponegro, unico a tornare nel reparto mediano.

Al suo fianco spazio per il senior Ahkeem Smith, che dovrebbe sostituire proprio il numero 33 sul lato forte, e per lo junior Olaniyi Adewole, middle linebacker atletico che dovrebbe garantire un buon apporto in velocità ad una difesa che già nel 2011 ha fatto della rapidità di esecuzione uno dei suoi cavalli di battaglia, sfruttando al meglio le doti di alcuni suoi uomini, come il returning cornerback Zamel Johnson, e i senior Maurice Jones, altro CB, e Vaughn Carraway, già visti saltuariamente in campo nel corso della passata stagione.

Tra i superstiti della difesa dei record di Temple anche due lineman di assoluto valore, i tackle Levi Brown e John Youboty, che dovrebbe splittare nello spot di end per affiancare agli estremi della linea un altro senior interessantissimo, Marcus Green, che completerà il reparto con il volto nuovo Kamal Johnson, giocatore versatile che può coprire entrambe le posizioni in trincea.

Trincea che sarà completamente rivoluzionata per quanto riguarda il reparto offensivo, dove l’unico a rientrare alla base è stato il senior RT Martin Wallace, che dovrà fare da chioccia a tutti i suoi nuovi compagni e soprattutto al talentuosissimo e promettente Zach Hooks, redshirt freshman sul quale Addazio e l’offensive coordinator Ryan Day puntano tantissimo.

Alle spalle della linea spazio per il quarterback Chris Coyer, 463 yards su passaggio e 562 su corsa nella passata stagione, diventato titolare dopo la rinuncia a disputare la senior season da parte di Mike Gerardi, e uscito, per ora, vincente dalla sfida con Kevin Newsome, trasferitosi da Penn State con la speranza di diventare un’opzione importante per gli Owls.

Importanza che sicuramente avrà il tailback Matt Brown, 916 yards e 6 TD, runner sgusciante e velocissimo che dopo essersi fatto un nome come kick e punt returner avrà finalmente la sua occasione nel backfield, dove dovrà cercare di non far rimpiangere l’ottimo Bernard Pierce, playmaker di Temple che prima di tentare l’avventura NFL ha corso per 1,418 yards e 27 touchdowns nel 2011.

Qualche dubbio in più invece per quanto riguarda le sideline, dove non basta il ritorno del receiver Deon Miller, 18 ricezioni  e 3 touchdowns nella passata stagione, a far dormire sonni tranquilli al già citato Coyer, MVP nel New Mexico Bowl vinto contro Wyoming, che dovrà cercare quanto prima un’intesa con i papabili starter, ovvero il sophomore Malcom Eugene, ricevitore fisicamente dominante, e lo junior tight end Cody Booth, due volti relativamente nuovi che proveranno a dare un contributo fin da subito ad un attacco che non sembra attualmente aver investito in ottica futura, se si esclude l’ottimo ingaggio del ricevitore Romond Deloatch, matricola amante dei big-play proveniente da Philadelphia.

Tra tutte queste incognite le uniche certezze reali per gli Owls sono gli special team, dove la fanno da padrone il già nominato Matt Brown e il tuttofare Brandon McManus, che ricopre ottimamente sia il ruolo di kicker che quello di punter; una buona notizia per il suo futuro, anche in ottica professionistica, ma decisamente poco per le aspirazioni di Temple, che sembra destinata a vivere da comprimaria questa sua prima stagione nella Big East, che si preannuncia ancora più in salita visti gl’impegni extra conference, che gli hanno riservato due avversari di indubbio valore come Maryland e Penn State.

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