Avete mai ripensato al vostro primo ricordo di college football? A quale partita avete per la prima volta assistito (probabilmente in TV)? O meglio, al primo contatto con il pianeta del college football? Per quanto mi riguarda è stato semplice trovare una risposta: MAGNUM P.I.

Ebbene sì, la serie televisiva MAGNUM P.I. ha svegliato in me quella curiosità che ti spinge a chiederti “ma come sarà dal vero?”. Ripensate agli anni ’80, quando senza SKY o internet il pianeta sportivo USA sembrava essere lontano come la luna. Quando si vedeva “Vacanze in America” anche solo per vedere quei paesaggi visti fino ad allora solo sui libri di geografia.

Poi c’era Magnum che rientrava di corsa a casa con birra in mano, si staccava dal resto del mondo e si buttava sul divano per vedersi (da solo come sempre dovrebbe essere) la partita ARMY – NAVY, partita trasmessa in TV nazionale. Oppure tornava a casa e sempre con birra in mano accendeva il video-registratore per vedersi in differita la partita (salvo sistematicamente sentirsi dire il punteggio da qualcuno).

Nel susseguirsi di serie, rimaneva costante sempre questo appuntamento con il college football. Ed io guardavo e per anni quella è stata la nemesi di tutto il college football. Sognavo di stare su quel divano e di assistere a tante grandissime sfide.

La lontananza di Magnum (che viveva alle Hawaii) dalla partita è un po’ la storia di tutti noi: quanti di noi registrano le partite in notturna su Sky e sperano che non arrivi alcuno a dirci il risultato (cosa peraltro difficile visto che la nostra passione non è generalmente condivisa da nostri amici o parenti)? Quanti di noi scandiscono il tempo che passa con il succedersi di queste grandi partite?

Così, non sapremo magari cosa faremo fra 4 mesi, ma sappiamo di certo che il 1° gennaio 2013 saremo tutti davanti al video per vedere il Rose Bowl, sappiamo che il 7 gennaio 2013 ci incolleremo alla TV per assistere al BCS title game …. Sappiamo che già che il giorno 8 dicembre 2012 ci aspetterà (mi immagino su SKY-ESPN America) alle ore 21 la sfida fra ARMY e NAVY.

Chi volesse dare uno sguardo alla programmazione televisiva americana ecco un riferimento utile: http://www.usatoday.com/sports/college/football/story/2012-07-10/2012-national-TV-schedule/56134756/1.

Questa storica rivalità nasce nel 1890 quando si affrontarono per la prima volta le squadre di football dell’Accademia Militare (USMA) di West Point (New York) e dell’Accademia Navale (USNA) di Annapolis (Maryland).

Dal 1890 le due Accademie si sono fronteggiate 112 volte, con 56 successi di Navy, 49 di Army e 7 pareggi. Pensate che solo 6 volte le due squadre si sono affrontate sui campi dei loro college in quanto gli impianti sono troppo piccoli.

Ed allora per ben 83 volte si è giocato a Filadelfia in quanto praticamente equidistante dalle due Accademie. Una sola volta si è giocato ad Ovest del Mississipi (nello stadio che ospita il Rose Bowl) per avvicinarsi alle migliaia di soldati di stanza sulla West Coast.

Tralasciamo ora le tonnellate di dati che possiamo rintracciare su questa rivalità e concentriamoci su alcuni aspetti veramente tipici di questa sfida che si caratterizza innanzitutto per un elemento: questa è una sfida senza confini geografici a differenza delle altre grandi rivalità che sono – per usare un termine americano – “regional”. Non stiamo dicendo che “sia meglio o peggio”, ma che questa sfida è diversa da tutte le altre che noi continueremo a vedere con grande passione come Texas vs Oklahoma (Red River Rivarly).

Come scrive correttamente Stix Symmonds: “Quando queste due squadre scendono in campo, i giovani uomini che indossano quelle uniformi rappresentano più dei giovani, uomini e donne in uniforme in tribuna. Essi rappresentano il meglio in tutti coloro che hanno servito. Sono la futura leadership delle nostre Forze Armate. E’ una celebrazione dei nostri uomini e donne più brillanti e migliori. Sono semplicemente il meglio di noi!”.

Sapete però cosa mi lasciò veramente stupito quando vidi per la prima volta Army-Navy? Il rito dell’alma mater.

Finita la partita, viene suonato e cantato per primo quello della squadra perdente e poi quello della vincente. La squadra che vince si pone su un lato accanto alla squadra perdente e si pongono di fronte agli studenti dell’Accademia che ha perso; terminato l’alma mater, la squadra che ha perso accompagna l’altra squadra di fronte agli studenti dell’Accademia vincente. Che lezione di sport, civiltĂ  e rispetto per la tradizione e per l’avversario.

Proviamo ora a ricondurre questa grande rivalità nell’alveo delle bizzarre tradizioni che tanto segnano il college football.

A mio giudizio la piĂą simpatica tradizione che coinvolge gli studenti è questa: prima della partita si ha un formale “scambio di prigionieri”, vale a dire lo scambio dei cadetti e degli allievi che hanno scelto di trascorrere un semestre di studio presso l’altra Accademia, così che possano avere una “tregua” per assistere con i loro “veri” compagni la partita.

E che fine ha fatto Air Force? Come nei film, si prendono a pugni nei bar soldati dell’esercito e marinai …. Avete mai visto risse che coinvolgessero aviatori americani?

Nella realtà, Navy, Army ed Air Force partecipano ad un triangolare al termine del quale viene assegnato il “Commander in Chief’s Trophy”. Probabilmente la rivalità con Air Force Academy è molto meno sentita anche per la distanza fra le Accademie: Air Force Academy si trova infatti a Colorado Springs, vale a dire a 2.981 chilometri da West Point che invece dista appena (per le distanze americane) 423 chilometri da Annapolis.

Ma come riassumere questa sfida centenaria fra Army e Navy? Forse il tutto può essere ricondotto ad un confronto fra i loro motti: “Dovere, Onore, Patria” (Army) vs “Ho vissuto e morirò libero” (Navy). Come pensare che questa possa essere semplicemente una partita di college football?

2 thoughts on “Army vs Navy (e la generazione Magnum P.I.)

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