Il football collegiale ha sempre vissuto attraverso un sistema tanto affascinante quanto discutibile, ancorato alla testarda tradizione che da lunghissimi anni mette in fila le migliori venticinque squadre della nazione e sancisce la vincitrice assoluta, un sistema che è progredito negli anni per via delle continue e numerose polemiche che sa creare, e che ora è davvero giunto ad una svolta epocale.

Ci voleva un National Championship tutto targato Sec per far svegliare i commissioner delle più potenti conference del college football, o forse è bastato l’appoggio dato tempo fa da Barack Obama, che tra i tanti suoi affari aveva trovato modo di dire la sua in ambito sportivo, lui che di sport ne fa e ne parla sempre volentieri.

O forse si è semplicemente deciso che di voci di protesta da parte di allenatori, giocatori, direttori atletici e fans se ne sono semplicemente sentite abbastanza, e che l’attuale congegno dei Bowl potesse quindi essere sottoposto a revisione e  modifica, trovando nel playoff per l’accesso al Championship una più che naturale conseguenza di tutto ciò per cui si è discusso per decenni.

Il 2014 rappresenterà quindi una svolta indelebile per il football Ncaa, in quanto sarà proprio in quella stagione che il nuovo sistema playoff per il momento comprendente solo quattro squadre partirà per cercare di dare una direzione più equa alla determinazione della vincitrice nazionale.

Sarà allora che, per la prima volta nella storia del football collegiale, verranno disputate due semifinali ad eliminazione diretta per sancire la composizione del National Championship, eliminando di fatto tutte le valutazioni fatte fino a questo momento dai ranking, i quali resteranno utili e preziosi per determinare le prime quattro squadre degne dei playoff, ma che non serviranno più a decretare le due finaliste.

I Bowl Bcs ci perderanno un minimo di prestigio, certo, perchè un Rose Bowl qualunque non sarà più visto solamente come un grande scontro a sè stante tra la vincitrice della Pac 12 e quella della Big Ten, in quanto a rotazione saranno proprio di Bowl principali a fare da cornice a queste semifinali, che a livello monetario e di affluenza non possono che migliorare una situazione già di per sè molto positiva.

Il meccanismo si fa interessante, e quando i Bowl non dovessero ospitare una semifinale – che per inciso, pone una contro l’altra due delle quattro migliori università d’America – ritroveranno comunque il modo di ritornare alla loro tradizione, in quanto potranno scegliere le migliori squadre rimaste fuori dai playoff potendo attingere dalle conference che storicamente partecipano alla partita (il Rose Bowl, per intenderci, sarà sempre teatro dello scontro tra la vincitrice della Pac 12 e della Big Ten se queste non faranno i playoff, altrimenti si prenderanno le migliori restanti di medesimi raggruppamenti) per creare altre sfide che gli appassionati desidereranno sicuramente non perdersi.La soluzione non può che far contenti tutti, nonostante alcuni aspetti che devono per forza essere valutati a nuova soluzione in corso per essere testati ed eventualmente modificati.

In un futuro molto lontano, potremmo vedere delle griglie come questa. Per il momento, i playoff Ncaa saranno giocati da quattro squadre.

Il forte ed il fino ad oggi incontestabile attaccamento alla tradizione dei Bowl era comunque stato già messo in discussione più e più volte, l’attuale sistema Bcs non è che una semplice derivazione di idee confluite per arrivare il più vicino possibile ad una soluzione equa per tutti senza bisogno di una gara di playoff. Il National Championship, gara secca per la determinazione della vincitrice nazionale, era stato appositamente creato per mettere a tacere tutte le vecchie polemiche sul vecchio sistema di selezione, e per coronare una undisputed champion che in precedenza mai sarebbe potuta esistere, visto il vetusto sistema di selezione che in passato faceva del Fiesta o del Rose di turno la partita dalla quale sarebbe uscita la vincitrice del campionato, proprio perchè c’era bisogno della disputa dei Bowl principali per determinare un campione nazionale, elemento che il sistema Bcs aveva definitivamente eliminato.

Il destino del football collegiale non poteva che essere quello dei playoff, non solo perchè tutto lo sport americano professionistico o meno è indissolubilmente legato a questa formula, ma soprattutto perchè la realtà stava diventando scomoda.

Scomoda in quanto molti hanno fatto notare la mancanza delle pari opportunità, del vantaggio espositivo dell’appartenere ad una conference Bcs, della mancanza di possibilità da parte di atenei ottimamente allenati e gestiti (Tcu, Boise State su tutti) di avere l’occasione di disputare una finale nazionale perchè sempre preceduti – giustamente o no, questo è un altro discorso – da università che pure con una sconfitta in più potevano vantare un calendario maggiormente difficoltoso, e quindi ritrovarsi una sorta di precedenza perdurante in qualunque modo si decidesse di girare la faccenda.

Se da un lato le piccole università prima menzionate si sono viste aumentare le possibilità di raggiungere uno dei due primi posti della nazione aderendo a conference Bcs, dall’altro un sistema che lascia il verdetto al campo come i playoff non potrà che fare contenti tutti, dal momento che semmai la Boise State di turno dovesse essere inclusa nelle prime quattro del ranking, avrebbe la possibilità di giocare una semifinale, battere avversarie del calibro di Lsu o Alabama giusto per riferirsi alle finaliste uscenti, e dimostrare quindi tutto il proprio valore sconfiggendo università più blasonate sul terreno di gioco, e non più attraverso le valutazioni di esterni o di computer.

A grande richiesta…

Non tutto filerà all’improvviso liscio, è ovvio, il problema di come selezionare le prime due del ranking si traslerà pure alla scelta delle prime quattro, con la quinta e la sesta che continueranno ad alimentare polemiche sulla loro eslcusione, così come fa la terza classificata al giorno d’oggi. Ciò nonostante, il grande passo è compiuto e la decisione presa durante la riunione dei commissioner delle conference Bcs è di quelle storiche, da qui in poi non si torna più indietro.

L’accordo siglato terminerà tra 12 anni, tempo durante il quale si potrà sperimentare, capire, ed eventualmente preparare le modifiche necessarie per un’espansione del numero di squadre chiamate ai playoff che potrebbe aumentare a 8 o a 16 – che pare la conseguenza più naturale – costruendo una griglia più ampia in merito alla quale andranno affrontati seri discorsi logistici ed economici.

Il mondo del college football, già colmo di cambiamenti repentini visti i continui spostamenti di molte università da una conference all’altra, si appresta a vivere il mutamento più grande della sua storia, che lo spoglierà della logica con cui è sostanzialmente nato.

Un bel modo per rinnovare, creare nuovo interesse, e soprattutto per mettere a tacere le grandi università che si lamentano delle piccole imbattute e delle loro troppo facili imbattibilità, nonchè tutte quegli atenei posti fuori dal giro che conta, che potranno dimostrare sul serio che valgono quello che dicono di valere.

2 thoughts on “College football, la rivoluzione dei playoff

  1. Era ora peccato non parta subito, volevo chiedere se qualcuno sa se sky sport ed eurosport copriranno ancora in italiano la stagione 2012 2013 grazie

  2. espn america copre tutto,eurosport avrà qualche replica come accadeva gli altri anni. Per quanto riguarda sky sport spero di no,è vergognoso che non abbiano commentato il national championship ma a quanto ne so avranno ancora le partite…

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