Junior Hemingway, ricevitore dei Wolverines, è stato nominato MVP del Sugar Bowl.

E’ festa dalle parti di Ann Arbor: i Wolverines portano a casa l’edizione 2012 del Sugar Bowl in una partita, solo a tratti emozionante, contro gli sfortunati ed imprecisi Hokies. Per la squadra del Michigan è il primo successo in questo bowl, mentre continua la maledizione, inaugurata da Michael Vick nel 2000, per Virginia Tech che se lo lascia scappare per la terza volta consecutiva, dopo l’unica affermazione nell’ormai lontano 1995.

Incontro che valeva la pena seguire quantomeno per la curiosità di vedere affrontarsi due team che non avevano mai giocato da avversri nella loro storia, ma che già diverse volte avevano partecipato ai Bcs Bowls (5 apparizioni per U-M, 6 per VT).

Questo Sugar Bowl verrà inoltre ricordato per essere il primo dal 2000, e il sesto dalla Seconda Guerra Mondiale, a non ospitare una squadra della Southeastern Conference, avendo questa monopolizzato la finale per il titolo BCS con due sue rappresentanti, Lsu ed Alabama, lasciando così spazio alla Big Ten e alla ACC.

Tra i due college quello che sicuramente ha fatto più passi in avanti rispetto alla stagione precedente è stato Michigan, che è passato da un record di 7-6, 35.2 punti per partita concessi, 19 TO forzati e 18 sacks del 2010, ad un discreto record di 11-2 e statistiche nettamente migliori rispetto ad appena un anno fa (tra cui il dimezzamento dei punti concessi a partita, grazie ai quali i Wolverines sono passati dal centottavo al settimo posto in questa speciale classifica), che sono valse la chiamata ad un Bcs Bowl dopo 5 anni. Detto questo bisogna però ricordare che VA. Tech aveva un compito più arduo, cioè ricalcare le ottime orme della stagione 2010 (con l’unica differenza della sconfitta nellACC Championship Game con Clemson meno di un mese fa) andando però a sbattere la faccia, oggi come allora, nelle partite che rendono memorabili o meno un’annata: leggasi Stanford nell’ Orange Bowl 2011 e Michigan nella partita che stiamo andando ad analizzare.

Nell’insieme non è stato un incontro che verrà annoverato negli annali del college football, erroracci e situazioni comiche hanno dominato in buona parte del match in entrambi i lati: questo, se non altro, ha permesso alla sfida di rimanere viva sino alla fine. Molto ci si attendeva dal QB dei Wolverines Denard Robinson che a fine novembre, dopo l’ultima partita dell’anno, aveva collezionato un totale di più di 3000 yards tra lanci e corse (precisamente, 2056 yds lanciate e 1336 yds corse), 18 passing touchdowns e 16 rushing tds.

Dall’altra i cosiddetti impact players erano stati individuati dagli analisti della ESPN nelle persone di David Wilson (RB), Danny Coale e Jarrett Boykin (WRs). Ma chiaramente le sorti di un attacco dipendono molto da colui che lo fa girare, e quindi anche per gli Hokies l’attenzione maggiore era sul quarteback Logan Thomas, secondo miglior “regista” della ACC dopo Tajh Boyd, promessa di Clemson, che si presentava con delle buone crednziali, tra le quali le 247,3 yds totali a partita.

Partenza di Bowl abbastanza sonnolenta, con un primo quarto avaro di emozioni e di punti: appena 3, messi a segno dal numero 48 in maglia maroon, Justin Myer, addetto solitamente a calciare i kickoff (gli unici due tentativi verso i pali li avevi falliti a stagione in corso), ma per l’occasione anche calciatore di field goal a causa della scarsa disciplina che sembra aver colpito i kickers virginiani messi fuori squadra uno dopo essere stato accusato di essere entrato armato in una casa (Kody Journell), l’altro per aver violato il coprifuoco imposto da coach Frank Beamer proprio in vista della sfida al Louisiana Superdome (Tyler Weiss). Digressione noiosa per coloro che non seguono da vicino Virginia Tech, ma in realtà decisiva per le sorti del match.

Robinson e compagni non riescono ad ingranare, specialmente nel primo drive in cui i Wolverines commettono due ingenui fumbles, subito recuperati, dovuti ad alcuni snap terribili da parte del Centro di riserva, messo in campo a causa dell’infortunio nel pregara del titolarissimo David Molk. A meno di 5 minuti dalla fine della prima frazione il junior Qb si fa inoltre intercettare dal sophomore cornerback Fuller: ne scaturirà poi il drive del 6-0 firmato ancora Myer con un calci da 43 yds di distanza.

Il secondo quarto fa fatica a mostrare spettacolo e bisogna attendere un mancato tentativo di conversione di quarto down (4th&1) da parte di Logan Thomas, che prova uno sneak a 4 yards dalla endzone avversaria respinto dalla difesa in maglia bianca, per vedere accendersi l’incontro. Dal successivo drive di Michigan in poi, la partita cambia volto: protagonisti nell’ultimo stralcio di primo tempo il RB Toussaint che riceve un bel passaggio per un guadagno di 14 yds, ma soprattutto Robinson e il senior WR Junior Hemingway che confezionano una super azione dalle 45 di VT in una situazione di 3rd&17 che, complice un tentativo di intercetto andato a vuoto dei defensive back degli Hokies, porta alla prima segnatura importante del bowl: 7-6 Mich.

A questo punto ci si mettono gli special team a far divertire gli spettatori (più quelli dei Wolverines a dire la verità): fumble del returner marron Tony Gregory a meno di un minuto dal termine della frazione di gioco e palla per i giallo-blu sulle 26 avversarie. Robinson non riesce e completare nenache un passaggio e tutti si aspettano un field goal: in realtà la chiamata era per un fake fg, l’holder, Drew Dileo, corre verso l’esterno del campo e tanta un imbarazzante lancio verso la end zone. Sembrerebbe che tutto finisca con un nulla di fatto e invece VA. Tech si complica la vita, due giocatori si scontrano nel tentativo di intercettare il pallone che carambola verso Jareth Glanda, il long snapper avversario riceve e conquista il primo down. Tanta fatica per nulla si dirà poi: il drive terminerà comunque con un field goal di Darron Gibbons per il tentativo di allungo di Michigan (10-6 all’intervallo).

Il secondo tempo è più brillante: Robinson si fa intercettare da Hosley, ma viene graziato dall’official review, il pallone ha toccato terra prima della ricezione difensiva. Altrettanto fa il qb dell’altro schieramento, Thomas, che in un momento di scarsa lucidità lancia l’ovale addosso a Frank Clark che ringrazia e restituisce il possesso agli uomini di coach Brady Hoke. I Wolverines non si lasciano sfuggire l’occasione e realizzano un’altra segnatura sempre con Junior Hemingway.

Nell’ultimo quarto troviamo la risposta degli Hokies con Thomas che guida sia con i lanci che con le corse (una rischiosa, ma bellissima in una situazione di 4th&11) il suo attacco ad un tentativo di pareggio: l’occasione arriva a 11 minuti dal termine del match dopo una pass interference in end zone del defensive back di Mich. Countess che costa altri tre tentativi alla formazione in vantaggio e che vengono trasformati in td proprio dal quarterback nato a Lynchburg: la successiva conversione da due punti è valida e il tabellone dice che si è di nuovo pari, 17-17.

Gli ultimi minuti della partita confermano l’equilibrio con un field goal a testa: prima Gibbons, poi Myer (4 su 4 fino a quel momento per lui) a 5 secondi sul cronometro, dopo che Virginia Tech aveva avuto anche la possibilità di vincere con l’ultimo drive.

Si va all’overtime: lancio della moneta che consente ai virginiani di partite per primi. Thomas adotta una tattica piuttosto conservativa facendo correre il RB Wilson (alla fne per lui saranno 82 la yards corse su 24 tentativi, non la migliore prestazione stagionale) che non riesce a sfondare. Poi, i due episodi decisivi: Thomas lancia lungo verso la fascia laterale sinistra della end zone, palla che sembra essere ricevuta dal WR Coale e arbitri che assegnano il td, in attesa dell’official review. Quest’ultimo ribalta la decisione dei direttori di gara, mostrando che il giocatore non ha il completo possesso del pallone nel momento in cui tocca con il corpo il terreno di gioco. Virginia Tech costretta a calciare tra i pali da una distanza di 37 yds: Myer era stato una sicurezza fino a quel momento e aveva cancellato lo 0 su 2 stagionale con 4 fg perfetti, insomma, il tipico eroe inaspettato. Invece rovina la sua serata calciando largo quello più importante, per la disperazione dei tifosi arrivati numerosi a New Orleans.

Robinson se la ride e decide di non forzare il proprio drive d’attacco: fa correre per tre volte il RB Toussaint per un guadagno minimo di 5 yards sufficiente però a mettere in condizione il kicker Gibbons di piazzare tra i pali. Destino vuole che la distanza sia proprio di 37 yards, la stessa del calcio appena fallito da Myer: Gibbons è più freddo e non sbaglia. Michigan passa 23 a 20 e vince il suo primo Sugar Bowl.

L’MVP della partita è Junior Hemingway, già leader di conference per yards ricevute, con due ricezioni importantissime e molto belle che sono valse 63 yds e 2 touchdowns.Vince Denard Robinson giocando non benissimo (9/21, 117 yds, 2 td, 1 int e 13 yds corse) e vince coach Brady Hoke, al suo primo anno ad Ann Arbor. Perde invece la partita e la possibilità di riportare a Blacksburg il Sugar Bowl, che manca da quelle parti come già ricordato dal ’95, Logan Thomas (19/28, 214 yds, 0 td, 1 int, 53 yds corse e 1 rush td) che come dicono le statistiche di lancio ha fatto meglio rispetto a Robinson, ma rispetto a questo è mancato di freddezza quando si è trattato di inventarsi qualcosa per segnare, specialmente quando è stato pressato dalla difesa. Perde, infine, coach Frank Beamer, 25 anni passati alla guida degli Hokies e che di certo non si lascerà scoraggiare da una sconfitta arrivata all’overtime per colpa di Myer, il terzo kicker stagionale, la scelta obbligata, l’eroe mancato.

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