Nessun problema per i Tigers di Jarrett Lee contro i Gators

Non c’è due senza tre e la quarta vien da sé. LSU, dopo essersi imposta sulle teste di serie Oregon, Mississippi State e West Virginia, continua il proprio cammino immacolato anche contro Florida, accreditata del numero 17 dalla AP Poll prima della gara.

I Tigers schiantano una delle storiche rivali della SEC con un secco 41 a 11, grazie ad un inizio che taglia il fiato all’avversario e che permette alla squadra di casa di controllare il match fino al fischio finale.

Il divario tra le due università era già ben noto prima dell’inizio del match, con una LSU in testa ai ranking nazionali alla caccia del biglietto per il National Championship, mentre la nuova edizione dei Gators firmata Will Muschamp alla ricerca ancora di un’identità definita dopo la scoppola subita la scorsa settimana contro i Crimson Tide di Alabama, altra grande favorita per il titolo finale.

In settimana poi i Gators avevano dovuto registrare i forfait del QB titolare John Brantley e del suo backup Jeff Driskel, nonché del RB Jeff Demps, anch’esso alle prese con un problema alla caviglia dopo l’ultimo incontro disputato nella Palude di Gatorville.

L’offensive coordinator Charlie Weis, già architetto di attacchi poco spettacolari ma tremendamente efficaci (vedi l’edizione 2010 dei Kansas City Chiefs), è costretto ad affidarsi ad un duo inedito, costituito dal tuttofare Trey Burton e dal rookie QB Jacoby Brissett, primo Gators della storia a fare l’esordio assoluto in squadra nelle vesti di titolare dell’attacco.

Ed è proprio il rookie QB a comandare il primo sterile drive offensivo, con la difesa dei Tigers che spedisce il primo chiaro messaggio agli ospiti, rintuzzando con perdite ogni tentativo di corsa di Chris Rayney e sfidando apertamente il giovane QB avversario a saggiare la consistenza dell’ottima secondaria dell’ateneo di Baton Rouge.

Ad LSU bastano pochi secondi con la palla in mano per gabbare l’ingenua difesa dei Gators: il primo timido guadagno di corsa di Spencer Ware è semplicemente il preludio per il touchdown da 48 yards di Rueben Randle, imbeccato splendidamente da un ottimo Jarrett Lee.

Basta il primo vantaggio di giornata per accendere l’inferno dei quasi centomila della Death Valley, mentre per i Gators è già notte fonda.

Quando la palla ritorna in mano ai Tigers, coach Les Miles somministra alla difesa dei Gators il pane e burro di LSU: corse, corse e ancora corse, supportate da una linea di attacco al di sopra di ogni sospetto.

Come dall’inizio di stagione fino ad ora, il metodo sortisce effetto e Spencer Ware mette a referto il primo dei suoi due TD su corsa, infarciti dalle 103 yards finali.

L’onda d’urto di Louisiana State fiacca ogni resistenza della squadra di Muschamp, che d’altronde non può affidare la propria rimonta né all’atletismo di Burton, né al talento acerbo di Brissett, entrambi neutralizzati efficacemente da una delle migliori difese della nazione.

Florida però dimostra di non aver imparato dagli errori del passato: già nello scontro del 2010, un trick orchestrato sapientemente dal coaching staff di Les Miles aveva condotto LSU alla vittoria, dando il la al lento declino della gestione di Urban Meyer.

Nello stesso modo a 45 secondi dalla fine del primo quarto si ripete l’imprevedibile: sulla solita imbeccata dell’incorreggibile Les Miles, il punter australiano Brad Wing si posiziona per il calcio, ma quando si accorge che lo special team avversario non si cura di pressarlo, mantiene il possesso di palla e si mette in proprio fino alla linea di meta.

Nel tripudio del Tiger Stadium nessuno si accorge della segnalazione degli arbitri che annullano la meta per comportamento antisportivo dell’australiano, ma comunque assegnano il possesso di palla alla squadra di casa che, con un calcio piazzato, aggiusta così il punteggio sul 17 a 0.

L’attacco dei Gators è senza fantasia e anche le corse del solo Rainey non possono nulla contro la stazza di Michael Brockers e soci.

Così anche l’inesperto Brissett commette il primo errore marchiano della partita: dopo un’elegante azione che lo disimpegna dalla pressione avversaria, cerca sul profondo un compagno sottoposto a tripla copertura e Brandon Taylor, uno dei migliori giocatori della partita, ringrazia con la pick 6.

La partita è ampiamente segnata e Les Miles decide di introdurre in campo il figliol prodigo Jordan Jefferson, che subito si produce in un buon lancio, concluso dalla corsa da 2 yards, ancora di Spencer Ware, che aggiorna a 24 i punti segnati dai viola-oro.

Il backfield dei Tigers mette in mostra anche le ottime qualità di Alfred Blue, runningback al secondo anno di militanza tra le Tigri, decisamente protagonista nelle fasi conclusive dell’incontro quando una sua corsa mette il punto esclamativo alla prestazione dell’ateneo della Louisiana; in precedenza, Brissett era riuscito a sfruttare uno dei pochissimi passaggi a vuoto del CB Morris Clayborne, che con una sua scivolata agevola il TD da 65 yards di Andre Debose.

Per onor di cronaca, a metà del terzo quarto anche Jordan Jefferson trova il tempo di iscrivere il suo nome tra i marcatori con un tocco molto elegante per il suo TE Joseph dopo la finta di corsa, che gli esperti hanno ritenuto molto somigliante ad un TD messo a segno dall’ex Gators Tim Tebow nel 2006 contro LSU: la vendetta è un piatto che va servito freddo eh?

Prima del conclusivo 41 – 11 anche l’Heisman Watch fa segnare un timido scossone con l’ennesimo highlight  della stupenda stagione di Tyrann Mathieu, “The Honey Badger”, che intercetta il secondo pallone della sua stagione e suggella come meglio non si può una grande affermazione contro gli odiati rivali.

È notizia di poche ore la riconferma di LSU ai vertici del ranking nazionale e non poteva essere altrimenti dopo una vittoria così convincente contro una buona squadra come Florida. Tuttavia anche questo scontro ha evidenziato, a parer mio, il solco esistente tra le prime 6 squadre del ranking e tutte le altre, con la stessa LSU, Alabama, Oklahoma e – perché no? – Wisconsin tra le favoritissime per la partita delle partite che si svolgerà proprio in Louisiana, a New Orleans il  9 gennaio prossimo.

Per quanto riguarda i Gators, l’imperativo è riprendersi dall’uno-due subito da ‘Bama e LSU, in maniera da terminare in crescendo la seconda parte di stagione, aumentare le proprie sicurezze e ritornare tra i grandi protagonisti il prossimo anno.

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