Una serata folle ad Ann Arbor, Michigan: 114 mila persone (record per una partita di football) sono passate dal dolore alla gioia e viceversa nel giro di trenta secondi.

La squadra di casa, i Michigan Wolverines sconfiggono con un finale indimenticabile i Notre Dame Irish 35 a 31. E dire che per la squadra dell’Indiana era cominciato tutto bene…

Primo quarto: Irish schiacciasassi

Partita nel complesso caratterizzata da tanti errori sia da una parte che dall’altra, specialmente quando si è trattato di attaccare. Gli Irish, però, partono fortissimi: nel primo quarto Michigan vede la end zone avversaria solo col binocolo a causa di un attacco che stenta ad ingranare nella fase iniziale del match. Ne approfitta dunque Notre Dame che alla prima occasione mette a segno il touchdown che apre l’incontro: lancio di 7 yard ricevuto da Theo Riddick. A guidare la fase offensiva però non c’è Dayne Crist; l’head coach Brian Kelly gli preferisce Tommy Rees, a causa della brutta prestazione nella partita inaugurale contro South Florida.

A guardare il primo quarto sembra che in campo ci siano solo gli Irish: supremazia confermata da un secondo touchdown, arrivato stavolta grazie ad una corsa di 4 yard del sophomore Cierre Wood.

Robinson si sveglia, ma ancora non basta

Michigan decide di essere dell’incontro solo dal secondo quarto in poi: prima il safety Jordan Kovacs intercetta il passaggio di Tommy Rees, abbastanza ridimensionato dopo una partenza a razzo. Due azioni dopo il QB dei Wolverines, Denard Robinson, si ricorda di essere stato nominato nella stagione precedente Offensive Player of the Year della Big Ten ed effettua un gran lancio (43 yard) per Junior Hemmingway che aiutato da una difesa non impeccabile riporta il distacco di Michigan ad un solo possesso: 7 – 14.

I “Maize and Blue” non riesscono comunque a capitalizzare il momento di appannamento del QB avversario che si fa intercettare dal CB Floyd e vengono costretti al punt. Dopo solo tre azioni Notre Dame torna ad allungare con un field goal da 38 yard di David Ruffer che di fatto chiude i giochi nel primo tempo.

Secondo tempo: errori a non finire

Gli Irish sembrano destinati a tenere in mano la partita anche nel secondo tempo, ma la precisione e la luciditĂ  cominciano a scarseggiare: due attacchi territorio Wolverines, due niente di fatto. Un punt e soprattutto un fumble forzato dalla difesa consentono al team di casa di mantenere vive le speranze della marea gialla intorno a loro.

In realtĂ  a 2:13 dalla fine del terzo quarto Notre Dame sembra mettere il sigillo definitivo: passaggio da 15 yard di Rees al WR T.J. Jones e touchdown del 24 a 7.

Robinson decide che però non è ancora giunto il momento della resa e immediatamente percorre tutto il campo grazie ad una serie di corse e lanci impressionanti. Si ritrova a 6 yard dalla end zone.

Termina la terza frazione di gioco: è il momento decisivo. Alla prima azione dell’ultimo quarto Michigan tenta un dive col sue RB per poter diminuire lo svantaggio: la difesa lo respinge e gli fa perdere il pallone che con una buona dose di fortuna rotola in direzione opposta al traguardo. Il più rapido di tutti a raccoglierlo è proprio Robinson che segna i punti della speranza.

A questo punto sale in cattedra la difesa giallo-blu che blocca sul nascere l’offensiva degli Irish, riconsegna il possesso all’attacco che non si lascia sfuggire l’occasione del 21 a 24 grazie a un touchdown segnato dal WR Jeremy Gallon sul bel lancio di Robinson.

Finale al cardiopalma

A questo punto l’inerzia della partita cambia a favore dei Wolverines: l’attacco di coach Kelly va in confusione, sente il fiato sul collo dei rivali e non riesce a portare a segno il colpo definitivo. Anzi, è costretto a restituire il pallone a Michigan che vuole a tutti i costi un comeback da sogno, per poter proseguire nel progetto di rinascita.

Spinti dall’entusiasmo del pubblico della “Big House” i padroni di casa macinano yard e in poche azioni si ritrovano a ridosso della red zone degli Irish. A completare la rimonta ci pensa il solito Robinson che trova con un screen pass il proprio RB, Vincent Smith che si infila tra le maglie della secondaria di Notre Dame e firma il sorpasso: dopo la trasformazione da un punto il tabellone dice Michigan avanti 28 a 24.

Ma chi pensava che questo sarebbe stato lo schiaffo decisivo della partita si è sbagliato di grosso: a 1:12 dal termine tornano in campo Rees e compagni. In 42 secondi riescono a portare a termine quello che non erano riusciti a fare per lunghi tratti nel secondo tempo: un drive rapidissimo culminato con il secondo touchdown della serata di Riddick (difesa dei Wolverines ingenua in questo frangente) che significa controsorpasso. Mancano solo 30 secondi alla fine: i tanti tifosi giunti dall’Indiana cominciano a festeggiare convinti che il pericolo sia ormai scampato e che questa volta saranno loro a festeggiare la vittoria sugli odiati rivali.

Denard Robinson non è però dello stesso parere: bastano due lanci per cambiare di nuovo le sorti del match. Il primo, che consente ai Wolverines di tornare a sperare almeno nel pari, è un bel lancio del quarterback All-American per Gallon che percorre buona parte del terreno di gioco praticamente indisturbato e viene bloccato solo sulle 16 avversarie.

Mancano appena 8 secondi: c’è tempo giusto per un ultimo tentativo, in caso di errore si deve andare necessariamente per i pali per poter portare la sfida all’overtime. Robinson tenta nuovamente un lob e anche questa volta gli va bene: pesca Roundtree sul lato destro della end zone.

C’è una flag degli arbitri che per un solo istante gela il pubblico di casa. Si tratta di  interferenza sul passaggio da parte di un difensore degli Irish: touchdown. Si deve attendere anche l’official review per verificare che la presa sia effettivamente avvenuta all’interno dell’area di meta. Ma non ci sono dubbi: l’azione è buona e può partire la festa.

Irish, terza beffa consecutiva

Per Notre Dame è un colpo durissimo, Kelly è visibilmente amareggiato: per il terzo anno consecutivo la squadra dell’Indiana si lascia rimontare e scavalcare nel finale dai rivali in casacca giallo-blu. Due giornate e due sconfitte, 6 turnovers (2 intercetti e 4 fumble) solo in quest’ultima sfida e un occasione persa a causa di troppe ingenuità.

I Wolverines proseguono da imbattuti (2 – 0) il loro cammino, aiutati anche da un po’ di fortuna in alcune circostanze. Serata dai due volti per l’uomo simbolo del team, Denard Robinson: lancia tre intercetti, ma segna un touchdown, corre 108 yard (molto piĂą che tutti i RB di Michigan messi assieme), lancia tre passing touchdown e un totale di 338 yard passate.

In una serata speciale per molti motivi (tra i tanti prima partita giocata alla Big House di notte) anche il risultato è di quelli che restano impressi, alcuni lo ricorderanno con piacere, altri come l’ennesimo incubo.

Risultato finale: Michigan Wolverines 35 Notre Dame Fighting Irish 31.

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