Dayne Crist è atteso nel suo posto da titolare dai Fightin Irish

Portiamo oggi la nostra analisi sulle squadre più forti appartenenti alle conference non BCS: oggi tocca alle quattro Independents e alle favorite di due conference, la Mountain West Conference e la Sun Belt Conference.

Independents

Dopo alcuni anni senza scossoni in cui le squadre non affiliate a conference NCAA erano tre, quest’anno una quarta università si è aggiunta al novero: stiamo ovviamente di Brigham Young (BYU), in uscita dalla Mountain West Conference a partire dal primo luglio per quanto riguarda il football, mentre per tutti gli altri sport rimane sotto la West Coast Conference.

Il principale motivo di questa fuoriuscita dalla MWC e, di conseguenza, dal network della conference, la MTN, è da addurre a motivi economici: il nuovo contratto siglato con ESPN prevede infatti una remunerazione per partita pari a quella che la MTN passava per una intera stagione, oltre che una maggiore libertà per la TV via cavo dell’università per quanto riguarda le trasmissioni sportive.

Ma iniziamo con ciò che riguarda più d vicino il football giocato.

Notre Dame Fighting Irish

Nonostante la presenza tra i ranking pre-stagionali non sia sempre stata foriera di buone prestazioni nel prosieguo, l’annata che sta per iniziare potrebbe riservare ai Fighting Irish ottime prospettive.

Pur considerando gli alti e bassi della scorsa stagione (7-5, più la vittoria nel Sun Bowl contro i Miami Hurricanes), con tutte le maggiori statistiche in calo rispetto all’ultima stagione con Charlie Weis al timone e considerando la perdita di alcuni elementi di esperienza come Kyle Rudolph e Armando Allen, coach Brian Kelly ha avuto una stagione intera per far apprendere al meglio la sua spread offense al gruppo, attraverso un percorso che potrà già dare frutti importanti questa stagione.

Gruppo che sarà guidato, come buona parte della scorsa stagione dal senior QB Dayne Crist, capace di buone statistiche (2033 yds, 15 TD, 7 INT) nelle nove partite che ha giocato, fino a quando un infortunio contro Tulsa ha messo fine alla sua stagione. Ciò ha dimostrato la bravura del backup Tommy Rees, capace vincere le ultime tre partite stagionali più il bowl contro Miami.

Le gerarchie non dovrebbero cambiare in questa stagione, ma la vera arma per Notre Dame sarà la consapevolezza di poter sopperire ad infortuni o giornate storte di uno dei due QB con un sostituto davvero all’altezza. A ricevere i palloni provenienti dalla tasca dovrebbero principalmente essere i WR Michael Floyd (nonostante la sua eleggibilità per la stagione sia stata in dubbio in estate a causa del suo arresto per guida in stato di ebbrezza), TJ Jones e Theo Riddick, più il TE Tyler Eifert.

Con un gioco di corse che nella scorsa stagione raramente è riuscito a fornire prestazioni convincenti (126 yards/partita, 92esimi nei ranking FBS), unito alla già citata partenza di Armando Allen, sarà principalmente e quasi unicamente Cierre Wood che avrà il compito di portare palla e creare una seria alternativa al gioco di passaggi.

La difesa 3-4 voluta da Kelly e dal defensive coordinator Bob Diaco è riuscita, in un solo anno di avventura, a ottenere delle cifre di tutto rispetto, contribuendo con solo 20.2 punti subiti a partita e diverse giocate di spessore a portare a casa delle partite piuttosto tirate. Anche qui vale il discorso fatto per l’attacco: con un anno in più di esperienza, si può solo migliorare, fatto questo dimostrabile dalla teorica presenza tra i titolari di ben sei senior (i DE Ethan Johnson e Kapron Lewis-Moore, il LB Darius Fleming, i CB Gary Gray e Robert Blanton e la safety Harrison Smith).

Un calendario assolutamente impegnativo aspetta gli Irish, che affronteranno solo squadre di alto livello, di cui 10 provenienti da conference BCS, tra cui le classiche rivalità con Michigan, Michigan State e Purdue, più le sfide sempre ostiche a Navy ed Air Force. Un calendario ostico, ma se si riuscirà a dare continuità ai risultati, la stagione può regalare grandi soddisfazioni.

Army Black Knights

La squadra dell’accademia militare degli Stati Uniti è reduce da una stagione chiave, in quanto per la prima volta dal lontano 1996 sono riusciti a chiudere con un record positivo (7-6), condito con la vittoria contro la favorita Southern Methodist nell’Armed Forces Bowl, che ha riportato un successo in post season dopo ben 25 anni: correva l’anno 1985 infatti quando nel Peach Bowl, Army sconfiggeva Illinois per quello che era l’ultimo Bowl conquistato in quel di West Point.

Bisogna rendere merito all’impresa compiuta nel Bowl, ma altresì rendere conto di quanto il calendario fosse stato clemente con Army, capace di vincere contro squadre mediocri come di squagliarsi una volta che l’avversario diventava più complicato (es. Air Force, Temple, Rutgers). Buon merito di tutto ciò va al coach Rich Ellerson, che sta per iniziare la terza stagione alla guida della squadra: compito del cinquantottenne allenatore per questa stagione sarà centrare una seconda partecipazione ad un Bowl, oltre che a migliorare il gioco sui passaggi, che lo scorso anno è stato il vero tallone d’Achille della squadra, incapace di produrre un’alternativa efficace al pur solidissimo gioco sulle corse.

Come nella scorsa stagione le chiavi del gioco e quindi quasi tutti i destini della squadra saranno in mano a Trent Steelman, il quale dovrà dimostrare di saper garantire anche quest’anno le cifre realizzate nello scorso, sia per quanto riguarda il gioco aereo che per quanto riguarda le corse (lo scorso anno ha chiuso con 721 yds e 11 TD in quest’ultimo settore).

Nel backfield ben quattro dei cinque giocatori che lo scorso anno hanno messo a referto più di 200 yards (escluso chiaramente Steelman) sono tornati e portano sicurezza ad un reparto che sarà sicuramente la più pericolosa freccia all’arco dei Black Knights: il più importante giocatore in questo senso è certamente il FB Jared Hassin, capace di più di 1000 yds e 9 TD, seppur limitato dagli infortuni, e questo fa pensare al potenziale di questo giocatore che proveniva da Air Force.

In reparto con lui possiamo trovare altri buonissimi giocatori, come  Patrick Mealy, Malcolm Brown, Brian Cobbs e Raymond Maples. Come già detto, il reparto ricevitori è stato quello che più ha faticato nella scorsa stagione, fornendo soltanto il 23,7 % dell’apporto totale di yards e il 17,1% dei TD, con Davyd Brooks e Austin Barr come unici a ricevere per più di 200 yds.

Dato ancor più significativo è che l’attacco di Army è stato l’ultimo passing yards per partita a livello di tutta la FBS. Il problema principale alla fine è però la linea che dovrà proteggere Steelman, con il solo Frank Allen ad avere esperienza, coadiuvato negli altri quattro spot da giocatori alla prima esperienza da titolari e che quindi dovranno faticare non poco per trovare la loro dimensione.

Un discorso simile si può proporre per la linea difensiva, con la perdita di Josh McNary, capace di 10 sacks nella scorsa stagione e con il ritorno di uno solo dei 3 componenti la linea, nel dettaglio il junior Jarrett Mackey. Discorso diverso per le secondarie e per gli altri ruoli, dove la presenza di alcuni senior come Richard King o Steve Herzinger può essere e sarà di sicuro aiuto per la crescita dei giovani che comporranno il reparto nei prossimi anni.

Le partite che aspettano Army nella stagione non sono contro avversari forse di primissimo piano, ma contro diverse squadre che sono in grado di dare diversi grattacapi ai Black Knights: vengono in mente Northern Ilinois, San Diego State e Temple o Miami (OH), oltre al classico scontro con Navy, come ultima partita stagionale. Il record positivo quest’anno è molto complicato.

Navy Midshipmen

Ad Annapolis la stagione appena trascorsa è stata portatrice di un record molto positivo, il quale però non è stato preambolo ad un fine stagione di pari livello: dopo un record di 9-3, c’è stata la sconfitta contro San Diego State a San Diego nel Poinsettia Bowl, ma in ogni caso ognuna delle sconfitte è stata a suo modo sanguinosa, dall’esordio con i Terrapins, al 14-6 subito da Air Force che ha lasciato a questi ultimi il Commander-in-Chief’s Trophy.

Alla quarta stagione alla guida della squadra c’è Ken Niumatalolo, ormai con un record di 1-3 nei Bowl ma autore di stagioni dai record ampiamente positivi: in questa stagione la sua spread offense sarà orfana del giocatore che più è stato significativo e di impatto negli scorsi anni, quel Ricky Dobbs che con 69 TD in tre anni (20 su passaggio e 49 su corsa) ha elevato il gioco dei Midshipmen fino ai Bowl di cui sopra, il quale si è laureato e lascia un buco non facile da coprire nel sistema di gioco del coach hawaiano.

Il non facile compito di sostituire il vecchio numero 4 toccherà al senior Kriss Proctor: nelle poche apparizioni delle scorse due stagioni, Proctor ha dimostrato di avere un’impostazione di fondo molto simile al suo predecessore, molto incline al portare palla piuttosto che a lanciarla.

In ogni caso il californiano dovrà migliorare in quest’ultima parte del gioco, se non vuole che il suo gioco sia prevedibile e, di conseguenza, contrastabile. A dar manforte nel backfield, tre corridori di esperienza come Alexander Teich, Gee Gee Greene e Aaron Santiago avranno il compito di confermare le statistiche ottime della passata stagione, dove le rushing yards per partita sono state 284, al sesto posto nella nazione.

I principali bersagli per il gioco aereo saranno Brandon Turner e Doug Furman, capaci di numeri di basso rilievo la scorsa stagione ma chiamati in questa stagione a dare un contributo più sostanzioso all’attacco di Navy. Il valore aggiunto, a mio avviso, sarà però la linea, con ben 4 dei 5 componenti dello scorso anno di ritorno (gli OG  Josh Cabral e John Dowd, il C Brady DeMell e l’OT Ryan Basford), e di conseguenza il gioco di corse avrà adeguata copertura da giocatori affiatati ed esperti.

Il discorso è invece inverso per quanto riguarda la difesa, colpita da un’emorragia di talenti che avevano collezionato cifre di tutto rispetto lo scorso anno: gli unici titolari a restare sono il DE Jabaree Tuani, il LB Max Blue e il CB Kwesi Mitchell: non è detto che questo cambiamento sia un male, visto e considerato che la difesa di Navy ha concesso nella scorsa stagione qualcosa come il 67% dei passaggi completati agli avversari, ma sicuramente Niumatalolo dovrà lavorare non poco per creare un reparto di spessore.

Il calendario può essere ancora una volta nemico dei Midshipmen, alle prese con trasferte difficili Notre Dame o SMU, oltre che alle difficili sfide in casa contro Troy o Southern Mississippi, contender delle loro conference, tanto per fare alcuni esempi. A chiudere, come già ricordato sopra, la sfida contro Army, che potrebbe essere lo spartiacque tra u record negativo o positivo.

Brigham Young University Cougars

Continuità è la parola d’ordine con la quale BYU si presenta ai nastri di partenza tra le Independents, novità della stagione. Avendo già analizzato i motivi di questo cambiamento, uno sguardo alla stagione scorsa vede i Cougars con un record di 6-6, più la vittoria nel New Mexico Bowl contro UTEP: è stato questo il quarto Bowl vinto da coach  Bronco Mendenhall in sei anni alla guida della squadra, che si presenta al via con pochi cambiamenti tra i titolari, addirittura uno solo in attacco, e punta a migliorare quello che è stato un record in parte deludente nella scorsa stagione.

Va dato atto che a guidare la squadra in campo c’era il freshman Jake Heaps, il quale ha avuto bisogno ovviamente di un certo periodo di adattamento agli alti livelli di gioco, prima di iniziare a prendere confidenza con il sistema di gioco di Mendenhall: confidenza che ha mostrato nelle ultime partite stagionali, a partire dalla vittoria contro Wyoming fino alla vittoria del Bowl, sei partite condite da 14 TD e solo 3 intercetti.

Sarà ancora ovviamente Heaps a guidare l’attacco dei Cougars, con un anno in più di esperienza a trainarlo in questa nuova avventura. In caso di fallimenti o infortuni, sarebbe lo junior Riley Nelson a guidare l’attacco: per lui buone prestazioni nelle prime tre partite dello scorso anno, con discreta abitudine anche al gioco di corsa, dettaglio che sembra ancora mancare al suo compagno starter.

Seguendo la stessa impostazione dello scorso anno, BYU è una squadra che bilancia i suoi attacchi, ottenendo buoni risultati sia dalle corse che dai lanci: elemento imprescindibile del sistema di gioco è il RB JJ Di Luigi, che ha guidato la squadra per yards corse (819 con 7 TD), abbellite da 42 ricezioni per 422 yards.

Di fianco a lui l’altro RB titolare dovrebbe essere Bryan Kariya, mentre il principale terminale dei lanci di Heaps sarà Cody Hoffman: si tratta di elementi che hanno già esperienza da starter e che quindi potranno offrire esperienza e rendimento fin da subito.

È questo un discorso riproponibile anche per la linea di difesa, confermata per 4/5 rispetto allo scorso anno, la quale però dovrà lavorare parecchio per proteggere meglio il proprio QB, messo a terra in 18 occasioni lo scorso anno: gli addetti a questo compito saranno il C Terence Brown, le G Braden Hansen e Walter Kalahialii e i tackle Matt Reynolds e Braden Brown.

Le secondarie sono il reparto più inesperto, e di conseguenza teoricamente il più vulnerabile almeno all’inizio, in quanto solo la safety  Travis Uale è cavallo di ritorno tra i titolari. Molto più collaudati i linebacker, per i quali c’è curiosità ed attesa, in particolare per Uona Kaveinga, prodotto di USC, che si dovrà amalgamare al meglio con il resto del reparto.

Poche sono le partite palesemente complicate per BYU in questa stagione: Texas, Hawaii e TCU formano il trio di avversari da cui, a mio avviso, vengono i maggiori grattacapi per i Cougars. Per quanto riguarda tutte le altre partite, compreso l’Holy War Game contro Utah, il risultato è ampiamente alla portata, e personalmente non mi sorprenderei di vedere a fine stagione un numero di vittorie in doppia cifra per i Cougars.

Mountain West Conference

Offseason di grandi cambiamenti per la MWC, che saluta come già visto BYU (resasi Independent) e Utah (destinazione Pac 12), acquistando Boise State (dalla WAC), in attesa del 2012, anno in cui annovererà tra le sue fila anche California State, Nevada e Hawaii.

Per quanto riguarda la stagione entrante la neo acquisita della Conference sembra avere la strada spianata per la conquista del titolo, con la sola TCU in grado di impensierirla. Air Force e San Diego State sembrano essere outsiders di lusso, davanti a Colorado State e Wyoming. A chiudere, con la speranza di togliere lo 0 dalla casella delle vittorie, UNLV e New Mexico.

Boise State Broncos

Seed numero 7 in questa stagione per i Broncos, decisi a battezzare nel migliore dei modi la MWC ed a raggiungere un Bowl BCS, obiettivo principale degli ultimi anni. Coach Chris Petersen ha tutte le carte in regola per portare la squadra a raggiungere questo traguardo, migliorando quella che è stata la scorsa stagione, conclusa con un record di 11-1 (sconfitta solo dai rivali di Nevada) e la vittoria nel Maaco Bowl Las Vegas, per 26-3 contro Utah.

Tutto ciò potrà succedere però senza vestire le proprie uniformi casalinghe blu sul campo blu, in quanto una regola imposta dalla MWC per l’ingresso in conference è stato proprio questo dettaglio, definito “ridicolous” da Petersen. In ogni caso l’inesperienza nella conference non dovrebbe essere un problema per i Broncos, guidati per la terza ed ultima stagione da Kellen Moore, autore di un 2010 spettacolare, con una produzione di 3845 yards passate, 35 TD e soli 6 intercetti.

Con statistiche di questo tipo i Broncos hanno potuto vantare la seconda media punti per partita (45.1, dietro solo ad Oregon) di tutta la FBS. Il backup di Moore sarà Joe Southwick, solido passatore nelle poche apparizioni della scorsa stagione, anche se queste si sono svolte tutte in match dal risultato già acquisito. Il reparto ricevitori ha perso le sue due pedine più importanti, cioè Titus Young (draftato dai Lions) e Austin Pettis (dai Rams), ma può offrire ancora elementi di grandissimo spessore tecnico, a partire dal senior WR   Tyler Shoemaker, che dovrà prendersi le maggiori responsabilità, aiutato dall’olandese Geraldo Boldewijn e dallo junior Chris Potter.

Sarà interessante anche verificare cosa combinerà il senior TE Kyle Efaw, chiamato a lasciare il segno in quest’ultima stagione in Idaho. Anche nel backfield si devono fare i conti con una dipartita importante, quella del RB Jeremy Avery, che lascia Doug Martin nella sua stagione da senior a caricarsi sulle spalle il peso dell’attacco a terra, magari in compagnia di quel D.J. Harper martoriato da troppi infortuni anche nella scorsa stagione, ma che ha una grande dose di talento da dimostrare.

La linea offensiva è stata garanzia di poca pressione per Moore, così anche per i runningback, ed anche quest’anno sembra che il trend possa continuare: a guidare come sempre le coperture ci sarà l’OT Nate Potter, senior anche lui, all’ultima stagione prima di una probabile chiamata al piano di sopra.

La seconda difesa della scorsa stagione (solo 12.8 punti concessi a partita) ha perso elementi importanti come le safety Jeron Johnson e Winston Venable, unitamente al CB Brandyn Thompson, ma l’esperienza non manca, potendo vantare ben dieci senior tra i titolari. Saranno Billy Winn e Shea McClellin i problemi più grandi per gli attacchi avversari, e c’è da scommettere che anche questi ultimi vorranno lasciare un buon ricordo prima dell’addio.

Il calendario dei Broncos inizia con la sfida ai Bulldogs, con il viaggio in Georgia che indicherà molto sulle potenzialità del team. A seguire tutte le sfide di conference non paiono essere ostacoli insormontabili, contato che TCU, come già detto forse l’unica seria contendente, farà tappa in Idaho. Con un possibile 12-0 si aprirebbero quasi sicuramente le porte di un BCS Bowl e, se tutto girasse nel modo corretto, forse anche di qualcosa di più.

Texas Christian University Horned Frogs

Nell’ultima stagione in MWC, prima del passaggio in Big East dell’anno prossimo, TCU si presenta ai nastri di partenza come campione in carica della conference, ma anche con diverse difficoltà a mantenere il titolo: dopo una stagione da 12-0 e la vittoria contro Wisconsin nel Rose Bowl per 21-19, la squadra diretta per l’undicesima stagione da coach Gary Patterson ha perso molti pezzi pregiati che hanno finito la loro carriera a Forth Worth: tra questi il nome più altisonante è senza dubbio il QB Andy Dalton (Cincinnati), accompagnato dall’OL Marcus Cannon (New England), dal WR Jeremy Kerley (Jets) e dai DB Colin Jones (San Francisco) e Malcolm Williams (New England), per limitarsi solamente ai draftati. TCU deve così sistemare diverse cose, e non aiuta certo l’arrivo di Boise State nella MWC, con la seria intenzione di sottrarre il titolo alle rane cornute del Texas.

Il compito di sostituire Dalton non è chiaramente facile e i talenti a disposizione difettano di esperienza, essendo infatti il freshman Trevone Boykin, il redshirt freshman Matt Brown, e il sophomore Casey Pachall, con quest’ultimo destinato a partire, alla luce del suo anno già trascorso come prima riserva di Dalton e delle sue discrete doti da corridore.

Il trio composto da Ed Wesley, Matthew Tucker e Waymon James avrà il compito, molto delicato quest’anno, di alleggerire la pressione sul QB titolare, quale esso sia, con in particolare il primo chiamato a dar seguito alle oltre 1000 yards corse nello scorso anno.

Oltre al già citato Kerley, altri due dei migliori quattro ricevitori della scorsa stagione hanno salutato, e cioè Jimmy Young (Chicago) e Bart Johnson (Cincinnati): restano quindi abili e arruolati con un minimo di esperienza solamente Antoine Hicks, Skye Dawson ed in particolare Josh Boyce, il migliore del 2010 per yards prodotte con 646, deciso a dare un seguito alla sua ottima annata da freshman.

Solo due dei 5 linemen titolari sono tornati per un altro anno, e sono Kyle Dooley e Jeff Olson: ai due tocca il compito di aiutare l’inserimento dei compagni nel mondo dei titolari. Come visto, quindi, molti equilibri devono essere riscritti in casa TCU, e non è detto che il tutto avvenga in modo repentino ed indolore.

Solo cinque degli undici titolari della miglior difesa dello scorso anno per punti concessi (12 a partita) sono di ritorno: non sono molti, ma fra questi ci sono il LB  Tank Carder, vera anima del reparto e già sulla lista di molti scout NFL per il prossimo anno, e Tanner Brock, altro linebacker duro e capace di qualcosa come 8 tackle per partita nella scorsa stagione.

La mancanza di affiatamento potrebbe essere un problema nelle prime due partite di calendario, che offrono due insidiose trasferte in quel di Baylor e Colorado Springs a casa dell’Air Force. A seguire altre partite pericolose contro Southern Methodist e soprattutto Boise State: la stagione a mio avviso non riserverà grosse soddisfazioni, senza vittoria di conference e probabilmente con la disputa di un bowl minore.

Air Force Falcons

Con l’intento di dare seguito ad una stagione ottima, fatta di un record di 8-4, della vittoria del Commander-in-Chief’s Trophy per la prima volta dal 2002 e conclusasi con la vittoria nell’Advocare V100 Independence Bowl contro Georgia Tech per 14-7, i ragazzi diretti per la quinta stagione da Troy Calhoun si presentano con la volontà di ripetere una stagione ad alti livelli, magari senza un passaggio sotto le forche caudine di tre scontri in rapida successione contro tre avversarie rankate, come successo nello scorso anno con San Diego State, TCU e Utah ed equivalso a tre sconfitte che hanno minato il record finale della squadra.

Le principali direttrici sia dell’attacco che della difesa sono tornate per un ulteriore anno ed il gioco sulle corse, lo scorso anno quasi unica forza della squadra, sarà anche nel 2011 la principale risorsa dalla quale dipenderà ogni velleità di successo.

Capace di superare le 1000 yards cose nella scorsa stagione,  Asher Clark avrà anche quest’anno il compito di guidare Air Force, coadiuvato dal QB Tim Jefferson, autore di 15 TD la scorsa stagione: da loro due molto probabilmente dipenderanno le sorti della squadra. A dar loro manforte toccherà ad atleti che la scorsa hanno messo insieme statistiche minori, come Cody Getz, Jonathan Warzeka o Mikel Hunter.

Proprio Warzeka ed Hunter saranno inoltre i due WR titolari ed a loro toccherà il compito di sostenere il (poco) rendimento offensivo derivante dai lanci. Riserva di Clark sarà il senior Connor Dietz, capace nelle poche occasioni in cui è stato chiamato in causa, di portare bene la palla come di dimostrare un braccio nei lanci forse preferibile a quello del suo più quotato ed illustre compagno di reparto.

L’importante reparto nel backfield sarà aiutato e protetto da una linea che vede di ritorno tre importanti elementi della scorsa stagione, Jason Kons, Michael Hester e A.J. Wallerstein, con questi ultimi due all’anno da senior e quindi con la necessaria esperienza per ottenere i risultati sperati.

Le corse nella scorsa stagione sono state delizia per l’attacco tanto quanto sono state croce per la difesa: infatti il reparto ha subito 201 yards per partita in questo fondamentale, dettaglio che lo inserisce poco orgogliosamente tra gli ultimi della lega: il miglior tackler dello scorso anno, Zach Payne, dovrà faticare non poco per ridurre questo problema. Meno problemi vengono dalle secondarie, dove Anthony Wright, Jon Davis, Brian Lindsay e Anthony Wooding hanno messo insieme ottime cifre con diversi intercetti (tre per il solo Davis), e sono in grado di fornire lo stesso contributo anche in questa stagione.

TCU, Army, Navy, Notre Dame e Boise State saranno i principali avversari dei Falcons nel 2011: il calendario è dunque ed anche altre sfide non possono lasciare tranquilli. E’ probabile che si registri un calo rispetto allo scorso anno, prevedendo in ogni caso un record positivo e una grande combattività per un back to back nel Commander-in-Chief’s Trophy.

Sun Belt Conference

In quella che è l’ultima stagione a nove membri della SBC, in quanto South Alabama a partire dal 2012 proporrà un programma di football ad alti livelli, sembra ancora essere il binomio Troy-Florida International a poter dominare la scena: dopo l’arrivo a pari merito della scorsa stagione, le due squadre si propongono per la testa anche nella corrente stagione e resta difficile vedere una favorita. Arkansas State e Louisiana Monroe sembrano essere le più immediate inseguitrici insieme a Middle Tennessee, mentre più staccate e probabilmente destinate a ruoli marginali sono North Texas, Louisiana Lafayette, West Kentucky e Florida Atlantic.

Troy Trojans

La ventiduesima stagione alla barra di comando dei Trojans per il coach  Larry Blakeney è stata ottima, conclusasi con la conquista (come già specificato a pari merito) della SBC grazie ad un record complessivo di 7-5 e la vittoria contro gli Ohio Bobcats nel New Orleans Bowl per 48-21. Mantenere questi standard anche nella ventitreesima sarà compito non facile: le partenze di molti dei principali terminali offensivi, i WR Jerrel Jarrigan, finito ai New York Giants al terzo giro del draft, Jason Bruce e Tebiarus Gill, che hanno pesantemente contribuito a quello che è stato l’undicesimo attacco della FBS per yards conquistate su passaggio, hanno creato dei buchi tra i titolari che è necessario riempire in fretta, per poter essere competitivi nell’immediato futuro.

All’esordio nella scorsa stagione, il freshman QB Corey Robinson ha messo insieme statistiche di rispetto assoluto (3726 yards lanciate per 28 TD e 15 INT), conquistando anche il meritato titolo di MVP del New Orleans Bowl: con un intero anno di esperienza alle spalle è lecito aspettarsi una ulteriore maturazione da parte del nativo del Kentucky.

Alle sue spalle, per cercare di bilanciare l’attacco e creare più imprevedibilità negli schemi offensivi, si alterneranno principalmente i RB Shawn Southward e Chris Anderson, 10 TD in coppia nella scorsa stagione.

Chiaramente però la spread offense di Blakeney si basa principalmente sui passaggi, quindi dall’altro capo dei lanci di Robinson diversi uomini saranno chiamati a sostituire i tre sopracitati: i maggiori candidati per questo ruolo sono il sophomore Eric Thomas, gli junior Jaquon Robinson e Corey Johnson e il senior  Brett Moncrief. Anche la linea offensiva ha perso diversi elementi ma ha conservato James Brown, leader del reparto la scorsa stagione, arrivato al suo anno da senior e chiamato a svezzare i suoi più giovani compagni di reparto.

A livello di difesa, lo scorso anno molti esordienti hanno fatto bene e si preparano alla stagione corrente con la dichiarata intenzione di migliorare delle prestazioni già buone di quella passata: leader indiscusso sarà lo junior Jonathan Massaquoi, inserito nella prima squadra della SBC dello scorso anno, aiutato nella sua opera da Xavier Lamb, minuscolo ma incisivissimo LB.

Per il resto nelle secondarie non c’è qualche elemento che si sia fatto notare particolarmente la scorsa stagione, ma tutti hanno contribuito a forare un reparto affiatato che sarà combattivo anche questa stagione.

Clemson ed Arkansas saranno le prime due sfide dei Trojans in questa stagione: eventuali sconfitte dovranno essere quindi ammortizzate in tempi rapidi, in vista delle partite successive ,molto più abbordabili se si eccettua forse la partita contro Navy che arriva la settimana dopo la sfida contro Florida International. Le potenzialità ci sono, la riconferma non è una chimera.

Florida International University Golden Panthers

Archiviata la scorsa stagione come la migliore di sempre della breve storia di FIU, iniziata con un record di 6-6 (6-2 a livello di conference, vittoria a pari merito con i sopracitati Troy) e terminata con la vittoria del primo Bowl in assoluto, il Little Caesars Pizza Bowl contro Toledo per 34-32, il coach Mario Cristobal si trova a dover riconfermare la squadra sui livelli dello scorso anno, compito non facile per il neo allenatore dell’anno della SBC. C’è da sottolineare che, per quanto riguarda l’attacco, i migliori elementi del programma sono rimasti in quel di Miami, e quindi le possibilità di continuare a fare bene ci sono tutte. Come vedremo più avanti, le difficoltà maggiori potrebbero riguardare la difesa, alle prese, invece, con perdite importanti.

Lo scorso anno il contributo maggiore alla causa delle pantere dorate è venuto dalle corse, con una produzione messa in atto dai due RB Darriet Perry e Darian Mallary pari a più di 1500 yards e 18 TD: saranno ancora questi due i maggiori portatori di palla, con lo junior Jeremiah Harden a fungere da principale sostituto dei due più quotati compagni.

Con loro dietro la linea, anche per questa stagione il QB sarà Wesley Carroll, giunto alla sua stagione da senior dopo un 2009 completamente saltato: l’anno scorso il principale problema per lui è stato l’alto numero di intercetti (14 a fronte di 16 TD), dovuti anche alla grande pressione subita in stagione (19 sacks). T.Y. Hilton, Wayne Times e Jacob Younger dovrebbero dividersi i lanci di Harden e dare sostanza ad un reparto ricevitori orfano di Greg Ellingson, partito con destinazione Jacksonville.

Anche la offensive line perde un protagonista importante, il centro Brad Serini, ma i titolari dello scorso anno, Jonathan Faucher, Caylin Hauptmann e Curtis Bryant, non dovrebberero farne sentire la mancanza.

Toronto Smith, Jarvis Wilson,  e Anthony Gaitor (draftato al settimo giro da Tampa Bay) erano i migliori elementi di un reparto difensivo in miglioramento anno dopo anno e le loro partenze saranno difficili da coprire: la missione di non far rimpiangere i due senior ricadrà principalmente sul junior LB Winston Fraser e su Tourek Williams. Interessante vedere anche come si comporterà la safety Johnathan Cyprien, ottimo la scorsa stagione ed assurto a leader delle secondarie.

Il calendario dei Golden Panthers non presenta partite impossibili, e la sfida più interessante è forse il derby contro Central Florida, vincitrice lo scorso anno della C-USA. Sicuramente la sfida contro Troy, in casa, sarà viatico importante per stabilire le gerarchie della conference, ed infine non sono da sottovalutare le sfide a Duke, ed Arkansas State.

One thought on “Independents, MWC e SBC: Preview

  1. Bella disamina davvero. Tuttavia due paroline sui San Diego State della MWC io le avrei spese. Anche perché così si sarebbero citati il miglior QB e il miglior RB di quella lega, se non altro.

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