Venerdì 4 aprile 2025 è andata in scena la semifinale del campionato di basket universitario femminile tra UConn e UCLA, partita che avrebbe decretato chi sarebbe andata alla finalissima ad affrontare South Carolina. L’incontro si è svolto a Tampa Bay, in Florida, e per quanto mi sarebbe piaciuto poter assistere dal vivo ad un match del genere mi “accontento” di poter raccontare l’esperienza del watch party dell’incontro stesso dal Pauley Pavilion di UCLA.
Tra le varie fortune del poter vivere una parte della mia vita a Los Angeles c’è anche quella di essere in una zona ricca di università molto prestigiose e ricche di squadre sportive che gareggiano ad alto livello in molte discipline. A qualche dozzina di minuti di macchina posso raggiungere USC, Long Beach e, soprattutto, UCLA.
Per tutti i fan delle Bruins, l’università ha infatti messo a disposizione gratuitamente l’ingresso al palazzetto dove le squadre di basket di questo college giocano le partite di casa. La sfida è stata trasmessa sul mega tabellone elettronico dove di solito vengono mostrati replay e statistiche durante le partite stesse.
Nonostante la partita fosse fisicamente nella costa opposta degli Stati Uniti, lo staff di UCLA ha preparato l’incontro come se le Bruins fossero realmente presenti nell’impianto sportivo.
Non sono mancati quindi i balli delle cheerleader, i lanci delle magliette e la vendita di mille tipi di gadget differenti a colori azzurro e giallo. In più, all’entrata sono stati anche esposti i trofei della vittoria della conference della Big Ten e dell’ingresso alla top four.
Per non farsi mancare nulla sono stati anche offerti gadget gratuitamente alle prime persone che entravano ad assistere all’incontro. Tra i più belli sicuramente il set di trading cards delle giocatrici di UCLA e il cappellino da pescatore reversibile della Coca Cola. Come sempre, quando c’è da organizzare un evento, sportivo ma anche non, le università americane fanno sempre tutto in grande.
La copertura del watch party dal Pauley Pavilion è stata anche televisiva. Presenti diverse testate televisive e, soprattutto, streaming. Ho anche avuto la fortuna di poter essere inquadrato da BigTen +, l’ente streaming che copre gli eventi delle università appartenenti alla BigTen, appunto.
Il racconto della partita può iniziare con la constatazione che, fin dall’inizio, partita non c’è stata, scusate il gioco di parole. UConn ha cominciato il match con una marcia in più, un appiglio cha ad UCLA è mancato per tutto l’incontro. Le Bruins si sono ritrovate sempre a rincorrere, ma il distacco è sempre rimasto consistente e anche leggermente aumentato nel corso della partita.
La strategia di UCLA, non banalmente, si è basata sull’assetto vincente che aveva caratterizzato la fase finale del torneo, ovvero passare la palla a Lauren Betts e lasciare che lei faccia il resto. Non è un caso che dei 51 punti totali della squadra di Los Angeles ben 26, quindi metà del totale, siano stati proprio di Betts.
Se nelle altre partite, fino allo scontro con LSU, questa strategia si affiancava alle buone prestazioni di altre giocatrici fondamentali di questo team come Kiki Rice o Gabriela Jaquez, questa volta nessuna di loro ha fatto il grande salto in avanti che ci si poteva aspettare.
La poca esperienza a questi livelli e la sfida contro una squadra che a questi livelli sa giocare eccome possono comunque essere una scusante per una prestazione che poco ha lasciato di convincente. Le Bruins hanno comunque chiuso la stagione regolare come squadra numero uno del ranking, oltre che aver vinto il trofeo della Big Ten, elementi fondamentali da cui ripartire il prossimo anno.
È lecito aspettarsi che nella prossima stagione le Bruins possano ritornare ad essere assolute protagoniste ed ambire ad arrivare fino in fondo alla March Madness, considerando soprattutto che nessuna delle giocatrici più forti è senior, quindi tutte presenti nella prossima stagione.
Le Bruins aggiungeranno al roster alcuni interessanti talenti che arrivano dalle migliori High School della nazione e non, in primis la sorella di Lauren Betts, Sienna, e Lena Bilic, uno dei migliori prospetti d’Europa che arriva dalla Croazia.

Non fatevi ingannare dall’immagine, Sienna non indosserà l’iconico numero 51 della sorella Lauren. Già annunciato è invece il numero 16 per l’MVP dell’All American game delle High School
Ad accedere alla finale è stata quindi la University of Connecticut, guidata in gran parte per tutto il torneo da Paige Bueckers, la quale in questa partita non ha sicuramente brillato come nelle precedenti sfide. Poco è cambiato, visto il margine finale di 34 punti rispetto alle Bruins. A fare il passo da gigante è stata senza dubbio Sarah Strong, miglior freshman di tutto il campionato, che anche in questa partita ha collezionato 22 punti.
Da notare anche l’ottima prestazione della guardia Azzi Fudd, che con 19 punti è stata la seconda migliore della squadra proprio dopo Sarah Strong. UConn ha affrontato nella finale South Carolina, ma per il racconto di quella partita rimando al prossimo articolo che si dedciherà esclusivamente a quello e a un breve recap del draft della WNBA.
Amante degli Stati Uniti, a cui ho dedicato un blog(@ParlandodiUSA), e dei suoi sport, passo volentieri il tempo scrivendo articoli sulla NFL e sul campionato di college NCAA, oltre che sul basket femminile.