In un Tournament dove le sorprese sono all’ordine del giorno non dovrebbe stupire che nella prima semifinale San Diego State abbia recuperato da un -14 per vincere con un buzzer beater.

La partita inizia con uno scambio di parziali tra le squadre che, con 7′ da giocare, si ritrovano sul 26 pari quando FAU inanella una serie di ottimi attacchi ed un fantastico lavoro a rimbalzo chiudendo il parziale sul +7 grazie ad un 3/3 di Giancarlo Rosado.

Guardando il tabellino all’intervallo è evidente come tra gli Owls abbiano realizzato un canestro tutti i 9 giocatori scesi in campo e di questi tutti, tranne il centro russo Goldin e l’ala Rosado, abbiano preso almeno un rimbalzo.

Negli Aztecs invece era partito a razzo Matt Bradley segnando 11 dei primi 14 punti (chiuderà a 21) dei suoi per poi bloccarsi e lasciare spazio ai compagni.

Il secondo tempo riparte sulla falsariga del primo con FAU che riprende il break portandosi rapidamente sul 54-40 che rappresenterà il vantaggio massimo della partita.

A quel punto San Diego State diventa un po’ più concreta in attacco recuperando canestro dopo canestro arrivando a -5 con 7 minuti da giocare quando gli arbitri sbagliano fischiando il fallo su una stoppata pulita di Vladislav Goldin.

Sarà un caso ma in quel momento gli Owls, fino ad allora quasi perfetti nella difesa del tabellone, vanno in difficoltà e nei 3 minuti seguenti concedono 9 rimbalzi offensivi agli avversari che alla fine riescono a portare la partita in perfetto equilibrio.

Sul +3 e con 1’20” ancora da giocare, probabilmente su indicazione di coach Dusty May, in difesa FAU sceglie di non concedere il tiro da fuori ed evitare i falli ma il risultato è che Jaedon LeDee realizza due rapidi canestri dall’area intervallati da un canestro di Alijah Martin, top scorer della partita a quota 26, riportando i suoi sotto di un solo punto con 36” sul cronometro.

Johnell Davis in penetrazione sbaglia l’appoggio sul tabellone e nel ribaltamento di campo Lamont Butler realizza il più classico dei canestri sulla sirena che porta i suoi in Finale.

Miami vs UConn: 59-72

Come era facile da immaginare UConn-Miami è stata decisa dalla sfida personale Sanogo-Omier con il maliano degli Huskies che ha chiuso una doppia-doppia da 21+10 in 26 minuti mentre il nicaraguense si è fermato a 8+7 giocandone 35.

Come già visto la partita è durata poco più di metà del primo tempo quando UConn ha per prendere il controllo di una partita e nei 7 minuti prima dell’intervallo, soprattutto grazie alla difesa, mette a segno un parziale da 18-5 con una tripla sulla sirena di Alex Karaban che da un colpo secco al morale già incrinato degli Hurricanes.

Anche in questa seconda semifinale dopo l’intervallo il divario si allarga ulteriormente ma sul +19 gli Huskies si rilassano permettendo a Miami di ricucire il divario che scende fino al 45-53 dopo una tripla di Isaiah Wong.

Purtroppo la rimonta si ferma li e quando i ragazzi di coach Dan Hurley tornano a focalizzarsi sulla difesa, gli Hurricane danno l’impressione di non avere gli strumenti per cambiare lo status quo: giocando in velocità trovano gli Huskies pronti a coprire, tirando da fuori le medie non sono quelle necessarie ad una rimonta, penetrando si trovavano davanti Sanogo o il suo cambio Clingan che li costringono ad alterare le parabole i tiri.

A UConn basta dare un giro di vite alla difesa per riprendere un margine di sicurezza che a metà ripresa torna a 13 punti una distanza che viene sostanzialmente tenuta, senza problemi, fino alla sirena finale.

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