Negli USA è parere diffuso che in ambito sportivo i giocatori di baseball siano le persone più propense alla goliardia ma probabilmente questo titolo andrebbe ad alcune “student section” dei palazzetti NCAA. Sarà che hanno più tempo per pensare, sarà che hanno più margini di azione, sta di fatto che le loro tifoserie sono variegate con anche realtà molto particolari.

La tifoseria più nota è sicuramente quella dei Cameron Crazies sempre presenti alle partite casalinghe di Duke che si caratterizzano con cori e movimenti di gruppo sincronizzati. La più rumorosa è invece quella di Kansas, che all’interno dell’Allen Fieldhous viaggia normalmente oltre i 120 decibel ma nel Febbraio 2017 ha raggiunto i 130,4 (il rumore del motore di un jet), valore registrato nel Guinness World of Records.

Ma c’è soprattutto un momento della partita in cui più o meno tutte hanno cercato di inventare qualcosa: quando si trovano dietro il canestro nel quale un’avversario si appresta a tirare dei liberi. In questi momenti la fantasia ha trovato e continua a trovare nei palazzetti il massimo sfogo, anche andando oltre alle ormai inflazionate “big heads”, i faccioni cartonati che spesso ondeggiano dietro il canestro.

Il premio per il cattivo gusto va sicuramente ai tifosi degli Sheridan Generals, una high school dell’Ohio, che a bordo campo hanno simulato un parto per altro riuscendo a far sbagliare il tiro libero.

Parlando di “Speedo Guy” dobbiamo usare il passato perchè nessuno ha più rimesso i panni indossati da Patrick King, un tifoso di Duke che mentre l’avversario si avvicinava alla linea si toglieva l’accappatoio e, dopo aver fatto sedere gli altri tifosi nella sua zona, si alzava in piedi indossando solo un costume da bagno blu dimenandosi come un goffo ballerino. Speedo Guy ha avuto una discreta popolarità grazie ad un video ripreso durante la partita Duke-UNC del 2003 nel quale si vede Speedo Guy all’opera e Jackie Manuel, di per sè un mediocre tiratore, che sbaglia entrambi i liberi.

A Dicembre 2009 durante il derby con BYU, sulle tribune del Dee Glen Smith Spectrum compare per la prima volta la massa di “Wild Bill”, all’anagrafe Bill Sproat, un tifoso di Utah State che improvvisamente si toglie la maglia rimanendo con papillon e polsini ma a torso nudo, alla stregua di uno spogliarellista di Chippendale ma di 160 chili. Dopo questa prima mise se ne sono succedute oltre una trentina tra le quali: Cupido con un tutù rosa ed un piccolo arco di plastica che l’ha portato su SportsCenter, Hula girl con un gonnellino di paglia e 2 mezze noci di cocco come reggiseno, Nacho libre con una maschera tipo lottatore di wrestling, Pirata con un cappellino simile a quello di Peter Pan ed un ridicolo coltellino oppure Mrs.Potts, la caffettiera de “La Bella e la Bestia” col quale è invece entrao al 5° posto di una ESPN Top Ten.

Ma quello che agli occhi di tutti poteva sembrare un sogno in realtà nascondeva un grosso problema, la depressione, e solo un caso fortuito ha evitato che Bill portasse a termine il suo tentativo di suicidio mentre amici e famiglia l’hanno aiutato a riprendersi.

 

E’ strano vedere nel Fertitta Center dove giocano gli Houston Cougars un bidone dell’immondizia rosso di fianco al canestro dove dovranno tirare gli avversari? Si, ma non quanto gli avversari vedono saltar fuori un ragazzo, “Trash Can Man”, nudo dalla vita in su col corpo tutto tinto di rosso che si dimena per creare disturbo.

L’idea è nata dalla collaborazione di Luis Lemus, uno studente di UH, con Robert Boudwin che lavorava nel Marketing dell’università dopo essere stato per 21 anni Clutch the Bear, la mascotte ufficiale agli Houston Rockets.

Il bello è che Luis Lemus doveva aspettare il momento giusto per uscire e quindi capitava di dover stare accucciato dentro il bidone per quasi un’ora prima di sentire il triplo colpo che significava salta fuori ma da vero tifoso seguiva la partita in streaming.

Il premio per la fantasia non può non essere assegnato ai tifosi di Arizona State della 942 Crew per la loro “Curtain of Distraction” che altro non è se non una semplice struttura simile ad una porta di calcetto che sostiene una tenda divisa a metà dietro la quale si nascondono le distrazioni.

Queste possono essere generiche come ad esempio pessime imitazioni di Elvis Presley o Miley Cyrus, la pantera rosa che duella a scherma con un orso, due unicorni che lottano tra di loro, un dentista che effettua un’estrazione ma anche sportivi conosciuti come Tony Kanaan e Simon Pagenaud (piloti IndyCar), Archie Bradley (MLB) ma anche Grant Hill, apparso per sorprendere soprattutto Bobby Hurley, il suo compagno di squadra a Duke ed ora allenatore dei Sun Devils.

Talvolta però le distrazioni sono finalizzate a sfottere gli avversari come quando in una partita contro Arizona è comparso un ridicolo manager vestito con i colori dei Wildcats o in quella con USC un trojano veniva inseguito da un ragazzo che indossava la testa di un cavallo.

Nella storia della Curtain rimarrà indelebile l’apparizione di un altro atleta, famoso a livello mondiale, che all’apertura della tenda si è mostrato col costume da nuotatore, la cuffia da piscina, un papillon al collo indossando alcune delle 66 medaglie d’oro vinte in carriera. Ovviamente si trattava di Michael Phelps, che aveva seguito il suo storico allenatore da poco trasferitosi proprio a ASU.

E’ impossibile fare degli studi scientifici sul vantaggio che queste distrazioni portano ai tiratori dei liberi ma sembra che si possa arrivare anche a 1/2 punti per partita, un valore che può essere ritenuto credibile se si guarda che in questa stagione gli avversari di Arizona State, nelle partite giocate a Tempe, hanno tirato i liberi 162/236 quindi con un deficitario 68%.

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