Le prime settimane del nuovo anno nel college basket rappresentano l’ultimo momento di calma apparente visto che si iniziano a giocare le partite di Conference e la situazione è continuamente in divenire.

E’ quindi il momento giusto per chiarire ai neofiti come funziona la NCAA e cosa rappresentano i nomi e le sigle che vedremo con sempre più frequenza.

Iniziamo dalla NCAA, la più famosa ma non l’unica associazione di college degli USA, nel basket attualmente è suddivisa in 3 Division con la Division I, quella più importante, che quest’anno conta 361 squadre divise in 32 Conference ed altre 2 “Indipendent”.

Le partite di Conference servono per stilare la classifica in base alla quale viene definito il tabellone del Torneo al termine del quale la squadra vincitrice si vede assegnare il titolo di Conference ma soprattutto un “automatic bid” cioè un posto di diritto nel tabellone del Tournament.

Il cosiddetto Tournament è il principale torneo di post-season al quale da alcuni anni partecipano 68 college, i 32 con l’automatic bid ed altri 36 che ottengono un invito, il cosiddetto “at-large bid”, dal Committee, un gruppo di 12 fra Athletic Director di college o Commissioner di Conference che, nel rispetto di alcune regole di principio stabilite dalla NCAA, devono assegnare questi inviti.

Il lavoro del Committee finisce il giorno della Selection Sunday quando, durante uno spettacolo televisivo molto seguito trasmesso in diretta tv da CBS e ESPN, vengono comunicati i nomi dei college invitati.

In post season ci sono altri tornei minori ad inviti come il NIT, il CIT e il CBI ai quali partecipano i college esclusi dal Tournament.

In un campionato dove ognuna delle 352 squadre gioca una trentina di partite, è evidente che non esista un modo univoco per definire una classifica e e per questo motivo negli USA sono stati pensati i ranking e studiati gli algoritmi.

Di ranking ne esistono sostanzialmente due: l’Associated Press poll creata con i voti di 62 giornalisti sportivi, e il Coaches Poll dove invece a votare sono 32 allenatori in rappresentanza di tutte le Conference.

Di algoritmi invece negli anni ne sono stati creati diversi, alcuni con formule pubbliche e pochi che invece le tengono segrete, ma ormai tutti hanno principi di ponderazione che oltre a vittorie e sconfitte considerano lo scarto finale della partita, l’efficienza ed altri parametri.

Quelli più conosciuti e considerati sono il RPI, il NET ma ne esistono altri tra i quali possiamo citare il Sagarin, il KenPom, il BPI ed il Composite.

Il Rating Percentage Index è un rating con un semplice principio che fino al 2018 doveva essere usato dal Committee durante la selezione degli at-large bid ma poi la NCAA ha deciso di sostituire con il NCAA Evaluation Tool.

La formula originaria del RPI prevedeva di pesare la propria percentuale di vittorie (Winning Percentage) con quella degli avversari (OWP) e quella degli avversari degli avversari (OOWP).

Nel 2004 viene poi inserito un fattore che modifica il peso delle partite in base al fatto che vengano giocate in casa, in trasferta o in campo neutro.

Il NET invece viene prodotto da 5 fattori: il Team value index, determinato da vittorie, avversari e campo di gioco, la NET efficency che sottrae dall’efficenza offensiva quella difensiva, la Winning percentage, l’Adjusted win percentage nella quale sono pesate diversamente le partite in casa, in trasferta o in campo neutro e lo Scoring margin.

E’ evidente come il NET sia molto più articolato del RPI ma è stato pensato proprio per aumentare il numero di parametri da considerare, tant’è che al suo studio oltre al Committee, all’associazione di allenatori, ad analisti e giornalisti ha preso parte attiva anche Google Cloud Professional Services.

Ma alla fine della fiera le classifiche prodotte da questi sistemi evidenziano sensibili differenze?

 

AP Poll

Coaches Poll

RPI

NET

Purdue Purdue Kansas Houston
Houston Houston Alabama UConn
Kansas Kansas Gonzaga Tennessee
UConn Arizona Arizona Arizona
Arizona UConn UConn UCLA
Texas Texas Charleston Kansas
Alabama Alabama Arkansas Purdue
Tennessee UCLA San Diego State Alabama
Gonzaga Tennessee Houston Texas
UCLA Gonzaga Tennessee Ohio State

Beh la risposta è NO perchè guardando le prime 10 posizioni è evidente come giornalisti ed allenatori abbiano idee molto simili e queste non si differenzino in maniera sostanziale dalle classifiche calcolate dagli algoritmi.

In ogni caso la vera forza delle squadre si vedrà sui campi in cui verrà giocato il prossimo Tourmanent ed a prescindere da AP, Coaches Poll, RPI o NET il vincitore sarà l’unico e vero campione NCAA.

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