Quest’anno più che mai il campionato NCAA sta disattendendo quello che era stato previsto nel ranking di preseason con alcune note positive ma molte altre negative.

La settimana scorsa Texas sembrava la squadra destinata a prendere il controllo del ranking ed a tenerlo, ma inevitabilmente scenderà dall’attuale #2 dopo essere stata battuta in OT da Illinois al termine di una partita nella quale era avanti di 10 punti con poco più di 8 minuti da giocare ed ancora a +5 con meno di un minuto, e nonostante una tripla di RJ Melendez sia stata cancellata in quanto Coleman Hawking aveva chiamato un timeout dal campo.

Per sua fortuna al rientro dal TO Jayden Epps porta Illinois a -2 mentre Tyrese Hunter, il miglior marcatore dei Longhorns ed uno che ha l’85% ai liberi, sbaglia l’1+1 mentre dall’altra parte Epps li segna entrambi. In overtime poi si sveglia Terrence Shannon Jr che aggiunge 12 punti ai soli 4 realizzati nei tempi regolamentari per sigillare la vittoria.

Houston rimarrà al #1 più per il fatto di avere la miglior difesa della nazione ed il record imbattuto che per i risultati visto che delle 9 squadre incontrate finora solo due hanno un record vincente sebbene altre due abbiano una ranking NET nei primi 100.

Marcus Sasser ha recuperato dall’infortunio ad un piede che nel dicembre scorso l’ha portato a finire prematuramente la stagione ed è tornato a segnare quasi 17 punti a partita anche se con una media da 3 non adeguata. Quello che effettivamente valgono i Cougars lo capiremo la prossima settimana quando dovranno affrontare la #8 Alabama e la #3 Virginia.

Virginia che insieme a Purdue e UConn sono le ultime squadre imbattute della top10 del ranking e dietro a Houston nonostante abbiano avuto un calendario più difficile: i Cavaliers hanno superato Baylor, Illinois e Michigan, i Boilermakers Duke, Gonzaga, West Virginia e Marquette mentre gli Huskies, al momento la principale sorpresa della stagione, hanno battuto Alabama, Iowa State, Oklahoma State e Florida.

Chi sta risalendo la china del ranking più per i demeriti altrui che per i suoi meriti è Kansas dove Jalen Wilson, viaggiando a quasi 22 punti a partita, ha fatto il salto di qualità che invece non si è visto da parte di Dajuan Harris Jr e K.J.Adams Jr mentre dell’ottima classe di freshman solo Gradey Dick sta confermando le attese.

Oltre a quelle positive ci sono anche diverse sorprese negative: Gonzaga, Kentucky e North Carolina erano tra le prime 4 del ranking di preseason ma, mentre le prime due sono rispettivamente al 16 e al 18, UNC è addirittura uscita dalle 25 mentre non trova fine la caduta di Louisville (0-8), Florida State (1-9) e California (0-10 che diventa 0-13 se consideriamo la scorsa stagione).

North Carolina ha si il calendario più difficile della nazione (è 1° nel SOS, Strenght of Schedule) ma questo non giustifica le 4 sconfitte consecutive nemmeno considerando che sono state riportate contro squadre fra le prime 40 della NET.

I Tar Heels hanno perso solo un titolare di quelli che lo scorso anno sono arrivati a 20′ dal titolo e Pete Nance al posto di Brady Manek sembrava un cambio alla pari, ma in realtà qualche ingranaggio si è inceppato e se Armando Bacot ha qualche problema fisico, è vero che Caleb Lowe e R.J.Davis lo stanno cercando meno e la squadra oltre ad avere più turnover che assist, tira da 3pti con un pessimo 29% (lo scorso anno chiuse col 36%).

Col fatto che nella sua West Coast Conference c’è solo un’altra squadra competitiva e se per qualche motivo non vinci la tua Conference hai bisogno di vincere contro avversari quotati, Gonzaga storicamente organizza un calendario impegnativo.

Normalmente gli Zags riescono nel loro intento ma quest’anno delle 4 partite giocate con squadre del ranking ne hanno perse 3, ed era dal 2015 che a questo punto della stagione non avevano tante sconfitte.

Drew Timme ha migliorato sia i punti di media che la percentuale dal campo ma anche qui sta mancando il gruppo nel suo complesso visto che i turnover sono aumentati soprattutto nelle partite importanti (20 con Texas e 18 con Baylor) ed il transfer Malachi Smith che l’anno scorso a Chattanooga aveva sfiorato i 20 punti di media a Gonzaga è di poco sopra gli 8.

Kentucky come al solito ha un roster molto diverso da quello dell’anno prima. Quest’anno ha visto uscire 8 giocatori fra NBA, laureati e transfer ed arrivarne altri 7 nuovi ma a differenza del passato il miglior arrivo non è un freshman da one-and-done ma un transfer, Antonio Reeves da Illinois State.

Oscar Tshiebwe sta avendo numeri leggermente inferiori a quelli dell’anno scorso ma bisogna ricordare che ha iniziato la stagione in ritardo a seguito di un problema al ginocchio destro. Se i Wildcats dovessero aver bisogno di un at-large-bid per andare al Torneo NCAA, avendo un calendario molto facile (SOS 207) prima di arrivare alle partite della SEC, diventerebbe importante la partita della prossima settimana contro UCLA, l’unica di non-Conference con un avversario di qualità.

 

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