Dietro le mammasantissime Gonzaga, Baylor, Villanova ed Illinois, si affacciava nelle previsioni della vigilia il gruppo di Fran McCaffery, mai come quest’anno pronto a stupire il mondo e contendere il campionato universitario! Gli Hawkeyes marchio 2020/21 sono difatti senza dubbio il team più forte che il coach da Philadelphia si trova fra le mani in 11 anni di permanenza nell’Iowa e con le maggiori aspettative in 65 di storia.

Se il rientro in gruppo dopo l’infortunio all’anca di Jordan Bohannon e il ritorno dello junior Joe Wieskamp, oramai secondo violino, perfetto complemento offensivo da power forward, All Big Ten Third Team e in costante progressione statistica, creavano hype a dismisura nel pre start, è però la presenza di Luka Garza ad ergere ancora più su e ad un parametro persino paritetico all’eccellenza di Bulldogs e Bears gli Hawkeyes!

L’animalesco ragazzone di Washington da 6’11’’, rimasto un altro anno a differenza dell’altro miglior elemento della vecchia tornata, Obi Toppin, è praticamente l’ultimo big man dell’era contemporanea collegiale, un mix fra la cadenza in post di Jokic, la fisicità abbinata a mano calda di Embiid e i movimenti nel pitturato di Davis: in sostanza il prospetto più dominante della NCAA e favorito alla corsa di Big Ten e National player of the year!

E’ devastante nei “soli” 25 minuti per game (ben 7 finora in meno del 2019) con 29 punti, 9 rimbalzi, 2.2 stoppate e percentuali spaziali dal campo (69.1%) e da fuori (68.4), frutto di un regno incontrastato di chi non ha rivali sotto il ferro ma sa anche performare in uscita, e segreto della perfetta partenza di squadra, con 6 vittorie filate, un differenziale pauroso (+32 pti) e lo scalpo di North Carolina.

Nella conference bisogna tornare ai tempi di Glenn Robinson per ritrovare un minimo di 26 punti di average e 740 totalitari con 300 plus rimbalzi in singola stagione!

Quando poi i falli o gli acciacchi ne limitano il minutaggio, ecco che Jack Nunge non lo fa assolutamente rimpiangere.

Oltre a Luka, ovvio, c’è pure da considerare la chimica di un gruppo mantenutosi coeso per un’ulteriore campagna, e giĂ  elite l’anno passato nel quintetto formato da CJ Fredrick, miglior three point shooter della Big ten, Connor McCaffery, jolly da quattro ruoli, Wieskamp e appunto Garza, col duo Bohannon/Joe Toussaint (freshman) a dividersi la regia in point guard position, come avviene tuttora (poco meno di 9 assistenze combinate).

Quel che è certo è che lo showdown di sabato prossimo in campo neutro contro i leader Gonzaga sarà giocato alla pari.

L’inizio odierno ratifica la pigrizia difensiva nelle marcature in impostazione, che pure se in miglioramento (68.5 da 72.3, 13ma in Big Ten) vanno certamente ridimensionate, ma pone in avanti Iowa quale compagine ingestibile per chiunque (100 pts per game, secondi overall), sfruttando un calendario fino a questo punto sì scarno di competitor, ma imponendo un gioco corale fatto di rubate e rimbalzi difensivi, sui quali ripartire e chiudere con ottime medie in transizione.

Se il quintetto poc’anzi nominato mantiene le medie trascorse – 63.1 pti ieri, 65.2 ora – è la panchina che fa la differenza, dato che appunto Nunge e Toussaint, l’altro McCaffery (Patrick), Keegan Murray ed Ahron Ulis fra gli altri contribuiscono con la bellezza di circa 42 a gara: un tesoretto difficile da trovare nelle altre favorite!

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